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Autore: CacciatriceDiTramonti    12/04/2015    1 recensioni
Jennifer e Liam. Australiani. Migliori amici da quando sono nati, praticamente vicini di casa. Con in comune la sfrenata passione per i Coldplay e il profondo affetto incondizionato che li lega. Ma una serie di eventi metteranno alla prova il loro legame così speciale costringendoli a fare scelte non sempre facili.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer Lawrence, Liam Hemsworth
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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POV Liam.

-ci prendiamo una birra?- chiedo a Jen mentre ci avviamo fuori dalla sala da ballo, con le borse in spalla. Mi aspetto un “no”, perché ultimamente Jennifer mi dice sempre di no, qualsiasi cosa io le proponga. È sempre più sfuggente, fredda e indaffarata. Ormai ci vediamo solo a lezione di ballo. Non corriamo più la mattina, perché dice che non ce la fa più ad alzarsi. Non portiamo più fuori i cani insieme, perché dice di non avere tempo per portare fuori il cane dovendo studiare. Non usciamo più la sera, da soli, ci becchiamo solo se usciamo con i nostri amici, ma spesso lei manca. Non viene più all'improvviso a casa mia solo perché vuole vedermi cinque minuti. Nonostante questo io continuo a chiederle di uscire, di vederci. Sono come un pugile suonato, che continua a farsi sotto all'avversario, nonostante sappia di ricevere pugni e finire a terra. Sento Jennifer scivolare via da me ogni giorno di più, ed ogni giorno di più sento una parte di me morire. Non capisco cosa le ho fatto, non capisco perché fa così, perché tutto a un tratto sembro essere diventato un estraneo per lei. Certe volte mentre balliamo, passiamo un'ora intera senza guardarci negli occhi. O meglio, io i suoi occhi li cerco, è lei che fugge i miei. E parliamo sempre di meno. Non ho ancora avuto il coraggio di dirle che dopo quella volta che ho fatto cilecca, io e Nikki non abbiamo più fatto l'amore, e che ultimamente non facciamo altro che litigare, nonostante ci vediamo molto più di prima. Non ho il coraggio di piombare a casa sua per paura che non voglia vedermi. E sono un coglione, lo so, però so anche che se lei mi dicesse apertamente di non volermi vedere, io crollerei. Mi manca terribilmente tutto quello che eravamo solo un mese fa. Non mi capacito di come siamo arrivati a questo punto, c'è sempre qualcosa che mi sfugge quando ci penso. Eppure io sono come bloccato, non riesco a reagire. Lo vedo che Jennifer è triste e assente, lo vedo nei suoi occhi, lo vedo nelle sue occhiaie, eppure non ho il coraggio di chiederglielo. La sto lasciando sola? O lei sta lasciando solo me? Dio, c'è sempre qualcosa che mi sfugge, come se al puzzle mancasse sempre un pezzo per essere completo.
-no Liam, scusa, sono distrutta- sbuffa Jennifer. Ah già, le avevo chiesto una birra, ed ovviamente mi ha detto di no. Le parole mi muoiono in gola, ed in silenzio ci avviamo verso le nostre macchine, parcheggiate vicine. Nemmeno più questo facciamo insieme, venire in macchina.
-va tutto bene?- le chiedo, domanda retorica ormai.
Lei annuisce ed accenna un debole sorriso. Solita risposta retorica, ormai.
-ciao Jen- dico e come sempre mi si strozza la voce. Ogni volta mi sembra un addio, come se non avessi la certezza di rivederla. E il fatto che io non riesca a reagire a tutto ciò mi fa stare anche peggio.
-ciao- sussurra lei guardandomi per un breve istante ed entrando poi in macchina. La imito, entrando nella mia. Ora devo andare a casa di Nikki, e la cosa anziché farmi stare meglio mi terrorizza. Ha casa libera, ma non vogliamo più fare l'amore, lei dice che dobbiamo solo stare un po' più insieme per “ritrovarci”. Ed io ci sto provando sul serio.
Alle dieci e mezza sono sotto casa sua. Parcheggio e suono il campanello. Nikki mi apre subito, in pigiama, con i capelli sciolti e un sorriso tenero sul viso.
-eccoti!- esclama abbracciandomi. La stringo a mia volta inspirando il suo profumo, cercando di non pensare agli occhi di Jennifer, ai dannati occhi di Jennifer, che, spenti, mi guardano per un breve istante, prima che lei giri la testa. Dio, non me la levo dalla testa.
-che faccia triste, stai bene amore?- mi chiede Nikki accoccolandosi su di me non appena ci sediamo sul divano. In effetti non ho mai provato ad aprirmi con lei su questa cosa, non le ho mai detto dell'allontanamento di Jennifer e di quanto sto male. Potrei aprirmi, in fondo mi ha sempre capito.
-il fatto è- inizio giocando coi suoi capelli rossi -che Jennifer..-
Nikki scatta su e sbuffa sonoramente roteando gli occhi.
-che palle- sospira.
-che palle, cosa, esattamente?- le chiedo confuso.
-Jennifer. Jennifer. E ancora Jennifer. Basta Liam- sbotta gesticolando. Jennifer, Jennifer e ancora Jennifer? Ma se è da un mese che sto a pezzi e non l'ho mai nominata!
-non sei gelosa vero Nik?- chiedo terrorizzato. Non ho bisogno che anche questa certezza crolli sotto di me. Ti prego, di di no. Ti prego.
Nikki mi osserva per non so quanto tempo, con uno sguardo a metà tra il deluso e l'incazzato, poi alla fine esplode -si. Lo sono. Dannazione. Lo sono sempre stata. Mi sono rotta il cazzo di fare la ragazza perfetta. Sono gelosa di te, Dio santo-
Mi sono rotta il cazzo di fare la ragazza perfetta. Di fare. Di fare..finta? Oh Dio, no..
-hai sempre fatto finta, non è così?- impreco e sento la mia voce rompersi sotto tutta la tensione che non riesco più a contenere. La mia ragazza perfetta non esiste. Era tutta una finta. Era tutta una finta. Gli occhi mi bruciano da morire, ma lascio dentro di me queste lacrime che di certo Nikki non merita.
-io..io..tu e lei..siete così legati..io speravo che lasciandoti libero..tu mi amassi..- singhiozza gesticolando.
-io..ti amavo..di certo non ti amo più ora- ribatto tirando un pugno sul divano.
-Liam, no, ti prego..- supplica afferrandomi una mano. Mi ritraggo con un gesto secco.
-sai qual è la cosa peggiore? Che non c'è niente di male ad essere gelosi.. il fatto è che io mi sono innamorato di una te non gelosa.. è questa la cosa che mi fa più male-
Nikki si mette le mani sulle orecchie -Dio, le sue stesse parole, le sue stesse parole- singhiozza.
Le sue stesse parole. Le sue stesse parole. Di chi?
Prendo le mani di Nikki e le allontano bruscamente dalle sue orecchie, tenendole per i polsi. È costretta a guardarmi ora.
-sue di chi? Di chi cazzo stai parlando?- sbraito.
-di lei- mormora Nikki con tono sprezzante. Di lei. Solo di una “lei” può essere così schifata. Sta parlando di Jennifer. La odia, lo so.
Oh mio Dio.. No, non può essere così, non può essere questo il pezzo che mancava al mio puzzle..
Tutto ha un senso ora. L'allontanamento di Jennifer, è opera di Nikki. Ma come può Jennifer aver accettato di allontanarsi da me. Come può averlo fatto?
Mi alzo e raggiungo a grandi passi l'ingresso, recuperando il mio cappotto, non curandomi di Nikki che mi segue e singhiozzante mi implora.. di perdonarla, di restare. Come potrei restare con una che per me è in realtà una perfetta estranea? E come potrei perdonarla, soprattutto, dopo che mi ha privato della persona più importante della mia vita? Me la scrollo bruscamente di dosso.
-è finita. Dimenticami. Io per te sono morto. Non voglio più vederti ne sentirti. Addio- sbraito uscendo da casa sua e sbattendomi la porta alle spalle. Sento la porta riaprirsi e i passi di Nikki dietro di me sul brecciolino. Mi affretto ad entrare in macchina e parto sgommando prima che possa pararmisi davanti e impedirmi di scappare. Da lei. Da noi. Da tutto questo schifo finto che eravamo.
Sono costretto più volte a fermarmi mentre guido verso casa. Le lacrime, che non riesco a fermare, mi annebbiano la vista.
Quando arrivo sotto casa mia, mi rendo conto che non è a casa che voglio andare. Adesso voglio andare da Jennifer e dirle tutto lo schifo che mi ha fatto passare, anche lei. Così, in cinque minuti sono sotto casa sua. È mezzanotte ora, di sicuro già starà dormendo, e se solo avessi le forze, la tirerei giù dal letto. Il fatto è che sono distrutto, sento gli occhi pesanti, perciò credo che li chiuderò qualche minuto e poi ne andrò a dire quattro a Jennifer.

Un rumore strano mi sradica dal mio sonno disturbato e popolato di incubi. Mi costringo ad aprire gli occhi. Perché diamine sto dormendo con la testa sul volante? O meglio, perché diamine stavo dormendo in macchina?. Mi guardo intorno e mi accerto che, si, è davvero la mia macchina. Oh mio Dio! Perché diamine Karen guarda preoccupata attraverso il vetro del finestrino? Accendo il quadro della macchina e abbasso il finestrino.
-Liam! Santo cielo! Mi sono preoccupata vedendoti qui!- esclama concitata -stai bene?-
-io..si..- biascico -ma dove..?-
-sei sotto casa mia Liam- mi infoma Karen -sicuro di stare bene?-
Sotto casa di Jen? Che ci faccio sotto.. Oh merda, ora ricordo. Nikki. Ho rotto con lei. Perché lei ha allontanato Jen da me. E Jen si è fatta allontanare. Ora ricordo. Ero qui per dirne quattro a Jen, dirle come mi ha fatto stare male.
-si, si, sto bene-
-comunque, Jennifer è di sopra, dorme, svegliala- mi dice Karen porgendomi le chiavi di casa. Le afferro -d'accordo, ci penso io- dico sorridendo col sorriso più falso che ho. Sono incazzato nero. Karen si allontana a piedi e io scendo dalla macchina, per entrare poi in casa di Jennifer. Cocky mi salta addosso contento. Lo accarezzo più volte giocando un po' con lui. Ti sono mancato, eh cagnolino?
Salgo piano piano le scale, fino alla camera di Jennifer, respirando sempre più profondamente mano mano che mi avvicino. Apro la porta il più silenziosamente possibile, richiudendomela alle spalle quando sono dentro. Jennifer dorme rannicchiata come una bambina. È completamente scoperta. Ha un pigiama bianco sul quale sono disegnati palloncini di tutti i colori. I capelli sono tenuti insieme da una specie di chignon. Ha qualcosa in mano, credo, una foto? Mi avvicino piano e levo la foto dalla sua mano sperando che non si svegli. Ok, non si è svegliata. Guardo la foto. Mio Dio..i miei 18 anni. Questa foto.. Dio, che brividi addosso. Me lo ricordo questo momento, come se l'avessi vissuto un istante fa. Era il momento della torta, e io volevo che fosse Jen a posizionarci sopra le candeline. Così lei ne contò 18 dalla busta e le prese in mano in un unico mazzetto. Però poi all'improvviso le riposò sul tavolo e sorrise. Com'era bella in quel vestito, che la faceva così donna, quando in realtà era una ragazzina. Prese in mano la torta e la studiò per un breve istante e stavo per chiederle cosa ci fosse che non andava, quando mi ritrovai la torta in faccia. Jennifer rideva a crepapelle e tutti vennero contagiati dalle sue risate e dalla vista di me, con la faccia bianca di crema. Mi ricordo che rimasi come immobile per un istante, per poi constatare che la mia migliore amica mi aveva sul serio spiaccicato la torta dei miei 18 anni in faccia. Senza pensarci mi pulii la faccia con le mani, e solo quando le vidi bianche di crema realizzai che avevo il contrattacco in mano, letteralmente. Così con un gesto repentino poggiai le mie mani sul vestito di Jennifer, in modo poco delicato. Iniziammo a ridere come due cretini, a prenderci a colpi di crema, finché mio fratello suggerì che quel poco di crema rimasta si poteva usare per farmi spegnere le candeline. Allora finalmente Jennifer mise le 18 candeline sulla torta, mio fratello le accese e io soffiai, esprimendo il desiderio di una vita fatta di momenti come quello che avevo appena vissuto. Dopo l'applauso e la canzoncina, ma prima dei regali, Jennifer mi prese da parte chiedendomi scusa per la torta ed il vestito. Mi ricordo che in tutta risposta l'abbracciai e la ringraziai di aver reso tutto speciale, perché lei con quel gesto non aveva rovinato un bel niente, lei aveva solo messo la sua firma, come a dire che non stava solo guardando lo spettacolo, ne era parte, con me.
E così, Jen, dormi con questa foto sul cuscino, e poi mi eviti? Non ce l'hai con me allora, stai male anche tu? Maledetto me, sento piano piano l'incazzatura scivolare via, soppiantata da una infinita tristezza e tenerezza. Perché non riesco ad essere incazzato con te? Perché? Giro la foto perché qualcosa dal controluce mi colpisce. E quello che leggo mi colpisce ancora di più: “But Honey you should know..that I could never go on..without You”. La nostra canzone preferita..
L'inchiostro non è perfettamente nero, e i contorni delle lettere sono ingialliti, deve averla scritta molto tempo fa. Non vado da nessuna parte senza te. E allora perché mi stai lasciando andare Jen? Perché?
-Liam? Che ci fai qua?-
Alzo gli occhi dalla foto e li punto su di lei, che mi guarda spaesata con gli occhi assonnati mentre si tira su a sedere, massaggiandosi le tempie. Ho l'impressione che non dorma molto bene, come del resto non dormo per niente bene io.
-dormi con questa sul cuscino e mi eviti?- dico sventolando la foto in aria. Jennifer si alza con uno scatto repentino e mi sfila la foto di mano.
-Liam..- sospira stancamente -..che ci fai qua?-
Si risiede pesantemente sul letto e riprende a massaggiarsi le tempie.
-vuoi sapere che ci faccio qui? Ok, vediamo, tanto per cominciare, ho rotto con Nikki- dichiaro alzandomi in piedi.
-perchè Liam!- sbuffa Jennifer. Perché? Ma me lo chiedi pure perché?
-perchè all'improvviso non era più la mia ragazza perfetta, all'improvviso era gelosa marcia di te, da sempre?- sbotto io. Jennifer abbassa lo sguardo e colgo un minuscolo impercettibile sorriso sul suo volto.
-e adesso mi dici perché sorridi!!-
Jen alza lo sguardo spaventato su di me, consapevole che l'ho vista, che non può sfuggire.
-è..è che..mi..immaginavo..che avresti reagito così..- dice torturandosi le mani.
-per quale cazzo di motivo mi stai mentendo??- impreco andando su e giù per la stanza.
-io non..-
-Jen, lei se l'è fatto scappare di bocca, che tu le avevi detto questo, l'ho capito sai? Che ti sei allontanata da me perché te l'ha chiesto lei. E vorrei sapere perché, anzi, pretendo di saperlo, perché quest'ultimo passato è stato il mese peggiore della mia vita!- dico, liberandomi finalmente da quel peso che da ieri mi opprime.
Vedo gli occhi di Jen farsi lucidi, vedo la sua bocca tremare quando la apre per parlare.
-io..io mi sono stancata di essere la rovina delle tue storie d'amore. La verità è che ti sto rovinando la vita..-
la voce gli si rompe e inizia a piangere, nonostante cerchi di asciugarsi gli occhi con le maniche del pigiama. Un cucciolo ferito, ecco quello che è. E nonostante io mi sforzi di resistere, mi ritrovo sul letto, con lei tra le mie braccia, mentre cerco senza riuscirci di calmarla. Sento il mio cuore sciogliersi mentre le accarezzo i capelli ed inspiro il suo profumo, mi sembra di non vederla da una vita. Mi sembra un secolo che non l'abbraccio. Quando sento i suoi singhiozzi calmarsi la scosto appena da me, quanto basta per guardarla negli occhi.
Le tolgo la foto dalla mano e gliela piazzo davanti agli occhi.
-se questo per te è rovinarmi la vita, beh, ti prego, continua a farlo, perché a me piace- dico. Jen guarda la foto e per un breve istante sorride, tornando poi subito seria.
-non puoi continuare a mandare all'aria la tue storie d'amore a causa mia- dice sbuffando.
-Jennifer, santo Dio, ascoltami- sospiro mettendole entrambe le mani sulle spalle e guardandola dritta negli occhi -se ho lasciato andare delle persone, vuol dire che non erano fondamentali nella mia vita. Tu non sei la causa di niente, tu sei solo l'unica che sono certo di volere nella mia vita. Tu sei fondamentale per me, capisci?-
Un debole sorriso le illumina pallidamente il volto, mentre mette le sue mani sulle mie. Apre la bocca per parlare, ma non riesce a dire niente, così mi abbraccia.
-scusami se ti ho fatto male, ma io dovevo provarci, tu potevi essere felice- sussurra sul mio collo.
La scosto appena da me -e tu, per farmi essere felice, ti saresti distrutta così?-
Jen annuisce e solleva il cuscino, rivelando un tappeto di foto nostre.
-non è stato facile lasciarti andare, anzi, credo sia stata la cosa più dolorosa che io abbia mai fatto- ammette.
-posso chiederti una cosa Jen?-
-certo-
-non fare mai più una cosa del genere, fa davvero troppo male-
Mi guarda dritto negli occhi, in un muto assenso a ciò che ho appena detto. Dovrei essere incazzato con lei, per avermi allontanato, per avermi lasciato stare con Nikki quando sapeva che era tutto finto, per avermi fatto passare il mese peggiore della mia vita. Ma la verità è che sono felice come non mai, che lei ci sia di nuovo, accanto a me.
-sai- dico giocando coi suoi capelli, che nel frattempo ha sciolto -quando è morto Tommy e tu sei lentamente tornata quella di prima, non te l'ho mai detto quanto mi eri mancata, per non farti pesare pure questo, oltre alla sua morte. Però adesso io sono qui, sono vivo e direttamente interessato, perciò te lo dico..mi sei mancata da morire-
Jen mi butta le braccia al collo -anche tu mi sei mancato da morire-
La stringo forte e lei fa lo stesso. Mi sento finalmente, di nuovo, completo. L'orologio sul mio polso cattura la mia attenzione. È quasi ora di pranzo, posso andare a lavoro almeno di pomeriggio, per non avere troppe ore da recuperare domani.
-senti Jen, stasera suono..cioè volevo rimandare sai? Però sono troppo felice ora, quindi stasera suono, vieni vero?- chiedo.
-certo che vengo- annuisce lei e stavolta sorride per davvero, facendomi sciogliere.
Frugo nella mia tasca, alla ricerca dell'OSPass di Nikki, che ieri mi sono ripreso da casa sua. Quando lo trovo lo passo a Jennifer.
-che roba è?- mi chiede inarcando un sopracciglio.
-il pass di Nikki, così puoi venire quando ti va e stare in prima fila- spiego. Jennifer scuote vigorosamente la testa e poggia il pass sul letto, lontano da lei.
-non ne ho bisogno, verrò presto, l'altra volta sono arrivata tardi perché..beh..avevo litigato con Tommy- dice.
-d'accordo, ora vado, faccio il pomeriggio a lavoro almeno non perdo tutto il giorno- dico alzandomi. Jen mi segue fino alla porta della sua camera. Oh, le chiavi!
Frugo di nuovo in tasca e le trovo, porgendole a Jennifer. Dalla faccia confusa che ha, credo che le abbia riconosciute subito.
-come fai ad averle tu?- indaga pensierosa.
-me le ha date tua madre, l'ho incontrata qui sotto, o meglio lei ha trovato me, addormentato in macchina, qui sotto- spiego e mi viene da ridere mentre ripenso alla faccia di Karen che scrutava dal finestrino.
-che ci facevi addormentato in macchina sotto casa mia???- chiede Jen sgranando gli occhioni verdi.
-ieri..dopo che ho rotto con Nikki, sono venuto qua per dirtene quattro, ma ero troppo stanco e mi si chiudevano gli occhi. E poi..eccomi qui-
Jennifer scoppia a ridere, e la stanza si riempie del meraviglioso suono della sua voce allegra. Le stampo un bacio tra i capelli biondi e vado via, diretto a lavoro, felice come non mai che le cose siano tornate al loro posto.

POV Jennifer.

Arrivo al locale dove suona Liam un'ora prima che inizi. C'è ancora poca gente, perciò guadagno subito la prima fila e mi poggio coi gomiti alle transenne. Liam e i suoi amici sono sul palco, devono aver finito da poco le prove, perché sono poggiati alla buona sugli amplificatori e bevono birra mentre chiacchierano. Ah, ed ovviamente fumano. Ma tanto sono sicura che se gli dicessi qualcosa, mi direbbe che prima di suonare può fumare.
Il batterista, Ryan, si accorge di me e mi indica, così Liam e gli altri tre si girano verso di me. Liam mi fa segno di raggiungerlo, ma io scuoto la testa. Non mi va che la gente mi veda lassù con loro, ora che lui si è lasciato con Nikki, penserebbero che l'ha lasciata per me. Ma non è poi quello che ha fatto? Scaccio via quel pensiero dalla mia testa, mentre Liam continua a sbuffare dicendomi di salire ed io continuo a dire di no. Poi iniziano anche i suoi amici a dirmi di salire, perché evidentemente non lo reggono già più. Allora sillabo la parola “transenne”, per fargli capire che pure volendo, non potrei raggiungerli. Liam scoppia a ridere buttando la testa all'indietro, poi molla la sigaretta nel portacenere e scende dal palco raggiungendomi. Si ferma tre/quattro transenne alla mia sinistra e capisco che devo raggiungerlo. Afferra una chiave che pende da un laccetto legato ad un passante dei suoi pantaloni e apre la transenna, facendomi passare e richiudendola subito dopo. Lo seguo fin sul palco, cercando di non pensare alla gente che mi vede.
-ciao ragazzi!- dico quando raggiungiamo i suoi amici.
-ciao Jenni! È un po' che non ti si vedeva eh- dice Simon -tutto bene?-
-si tutto bene, ho..avuto da fare- spiego sentendo lo sguardo di Liam su di me.
Simon è poggiato al suo amplificatore, Ryan è seduto sullo sgabello della sua batteria che ha provveduto a girare, Leo è seduto sullo sgabello del pianoforte, che ha provveduto a girare, Liam è seduto sul suo amplificatore e Robin, il cantante, s'è seduto a terra per disperazione. Faccio qualche passo verso le quinte, alla ricerca di qualcosa su cui sedermi, e poi vedo uno sgabello abbandonato. Lo prendo e torno dai ragazzi, posizionandolo accanto all'amplificatore di Liam, che deve aiutarmi a sedermici sopra, perché non ci arrivo.
-Rob..hai l'acustica? Dimmi di si ti prego- dice Liam, colto da improvvisa ispirazione.
-in macchina, si, perché?- chiede lui confuso.
-mi è venuta un idea fantastica!- esclama Liam sorridente.
-e puoi dircela?- sbuffa Simon.
Liam si alza e raggiunge Simon, chiamando a raccolta gli altri. Si stringono in una specie di cerchio e parlano fitto fitto e sottovoce, e per quanto mi sforzi, non riesco a cogliere una parola che sia una. Così scendo dallo sgabello e mi poggio all'amplificatore di Liam. Poggiata a terra c'è la sua birra, così la prendo e ne bevo un sorso.
-ehi!!- mi ammonisce tornando verso di me -quella è la mia birra-
Faccio spallucce e bevo un altro sorso, vedendo gli altri ridere.
-ehm..puoi..tornare sullo sgabello?- mi chiede poi. Scuoto la testa -mettitici tu, è scomodo-
Liam sbuffa e lo vedo che sta trattenendo una risata, mentre si siede sullo sgabello.
-funziona amico! Funziona!- esclama Leo accendendosi una sigaretta. Liam annuisce e gli fa l'occhiolino. Poi si sporge per arrivare al portacenere dove ha poggiato la sigaretta per scendere da me.
-Liam! Guarda chi c'è!- dico indicando la platea. Lui si gira e io gli frego la sigaretta, mettendomela in bocca e facendo un tiro.
-ehi!!- protesta lui quando si rigira verso di me e mi trova con la sua sigaretta in bocca, capendo il mio giochetto.
-potevi chiederne una-
-ma non mi va una, volevo fare un tiro e basta- gli spiego.
-beh allora l'hai fatto, ridammela- mi dice allungando la mano. Sbuffo e gli passo la sigaretta.
-guarda che abbiamo anche le birre eh!- mi fa notare Ryan ridendo, mentre bevo un altro sorso dalla bottiglia di Liam.
-il fatto è che dare fastidio a Liam è più divertente-
-quant'è che siete amici?- chiede Leo.
Liam fa spallucce tirando una boccata -25 anni direi-
-ma porca puttana..se non ti vedessi mentre lo dici penserei che sei un vecchio- esclama Leo.
-già- annuisco io ridendo.
Resto sul palco con loro finché il locale non è pieno, ed è ora di suonare. Liam mi accompagna giù, riaprendomi la transenna per farmi passare e nessuno protesta. Sarà perché non c'è più Nikki nei paraggi, che mi sento in diritto di guardare Liam per tutto il tempo, senza paura. E lui fa lo stesso, tenendo gli occhi fissi sempre e solo su di me.
Come faceva Nikki a dire di non sopportare i Coldplay e di sentire Liam a forza, quando gli brillano gli occhi mentre suona e fa i cori?
Dopo circa dieci canzoni i ragazzi smettono di suonare, ma non può essere finito, è ancora presto. Robin si allontana dal microfono, per tornare poco dopo con la sua chitarra acustica, mentre Leo posiziona lo sgabello dove ero seduta io proprio davanti al microfono. Liam prende la chitarra di Robin e si posiziona sullo sgabello abbassando un po' il microfono, mentre i ragazzi indietreggiano fino a scomparire, lasciandolo solo sul palco. Oh mio Dio, sta per cantare, davanti a tutti, sta per cantare. Parte un applauso al quale mi unisco senza pensarci. Liam sorride, poi mette le mani sulla chitarra e il pubblico tace, in attesa.
La riconosco dalla prima nota, la nostra canzone. Non ci credo che sta suonando e cantando “Green Eyes” in acustico, davanti a tutti, per me. I suoi occhi azzurri, che oggi brillano come non li ho mai visti brillare, sono fissi nei miei per tutto il tempo. Non riesco a cantarla, perché sto piangendo come una fontana mentre dentro mi sento felice come non lo sono mai stata. D'un tratto non mi interessa cosa pensa la gente, o se la gente mi guarda, mi interessa solo che Liam sta facendo tutto questo per me, per farmi capire che non devo sentirmi in colpa di niente. È come quando, ai suoi 18 anni, mi ha ringraziato per aver rovinato la torta. Lui vuole che io ci sia nella sua vita, come io voglio che lui ci sia nella mia. A circa metà della canzone, anche gli occhi di Liam si fanno lucidi, ma lui ha un sorriso bellissimo sul viso. Ho solo voglia di abbracciarlo.
Non appena smette di suonare, e gli altri ragazzi tornano sul palco, cerco di scavalcare la transenna per andare da lui, ma un buttafuori mi blocca, rimettendomi con poca grazia al mio posto.
-Liam! Liam!- urlo. Altre ragazze tra il pubblico mi imitano, urlando il suo nome. Poi ad un tratto Liam sente, e si gira verso di me, che rimango immobile a guardarlo, incapace di dire qualcosa. Si leva la chitarra di dosso poggiandola a terra e scende di corsa le scale, fino a raggiungermi.
-puoi spostarti Mark?- chiede, picchiettando sulla spalla del buttafuori che mi tiene ferma.
L'uomo si gira verso di lui e lo scruta -non puoi farla uscire- lo ammonisce.
-non devo farla uscire- precisa Liam. Mark si sposta e Liam finalmente mi raggiunge abbracciandomi così forte da togliermi il respiro. E io ci sprofondo nelle sue braccia, nascondendo la testa nell'incavo del suo collo, inspirando forte il suo profumo che non riesco mai ad identificare bene. Per una volta, complice forse anche il fatto che Nikki ormai è andata, decido di lasciarmi andare, e senza pensarci troppo, lascio un bacio sul collo di Liam. Lo sento irrigidirsi per un istante, e quindi alzo gli occhi su di lui, temendo che io abbia fatto qualcosa che non dovevo. Invece Liam mi sorride, è un sorriso diverso però, che mi annoda lo stomaco. Ha le guance arrossate e lo sguardo felice.
Mi accarezza il viso senza staccare mai gli occhi dai miei.
-ci vediamo dopo, ok?- sussurra. Annuisco -a dopo-
  
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