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Autore: Exhausted_Panda    12/04/2015    1 recensioni
(SOSPESA E IN REVISIONE)Salve a tutti questa è le prima storia che pubblico. Spero vi piaccia. Non sono sicura di poter dare alla storia un grande spessore, ma tenterò di fare il possibile per rendere la lettura avvincente e scorrevole.
[Agli albori della storia quando sulla terra a dominare non era l’uomo, ma la natura selvaggia troviamo due entità misteriose dall’essenza divine il cui nomi, volti o età sono noti a pochi. Legati tra loro da uno sconto che dura da millenni, ma ormai è giunto il momento della svolta decisiva: chi dei due vincerà questa “battaglia”??].
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
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Rimango immobile. Arthur mi sovrasta. Mi vedo riflessa nei suoi occhi. Non mi ero mai accorta che fossero di un grigio così profondo, con sfumature verde e oro. Mentre continua a tenermi il viso bloccato sento il suo profumo che mi investe le narici: pino… odore di foresta. Mi sforzo per non arrossire dall’imbarazzo. Irritata dalla situazione gli ordino con il tono più autorevole di cui sono capace:-Lasciami. Non sono il tuo giocattolo!
 Allora lui si allontana ridendo e alzando le mani:-Volevo solo sincerarmi che tu stessi bene e vedo con piacere che ti sei ripresa.
-Per quanto sono rimasta incosciente?- chiedo.
-Due giorni. Eri davvero sfinita. Ammettilo: non ti sei riposata neppure un attimo tra uno scontro e l’altro. Dovresti prenderti più cura di te stessa-.
Tali parole suonano molto come un rimprovero e feriscono il mio orgoglio: -Non farmi la paternale; so badare a me stessa-.
-Era solo un consiglio. Non sarò certamente io a dirti quello che devi fare. Arrangiati pure, ma sappi che io e te dobbiamo parlare. Ormai è tardi quindi ti ho fatto preparare una vasca con l’acqua calda e quando avrai finito se lo desideri potrai cenare, basta che tu chieda alla servitù. Il bagno è in fondo al corridoio fuori da qui e dentro la cassettiera trovi vestiti della tua taglia-. Detto questo si avvia verso la porta.
Non sono ancora soddisfatta quindi gli chiedo:- La porta non è chiusa a chiave e fuori non c’è neppure una guardia. Cos’hai in mente?
Arthur allora si ferma al varco e si volta, mi guarda con occhi falsamente innocenti e dice: -Non ho in mente proprio niente. Sei libera di andartene quando vuoi. Ti invito solo a riflettere sul fatto che siamo in un castello diroccato distante almeno tre giorni di cammino dal primo centro abitato e ci terrei a sottolineare che siamo in pieno inverno. La fuori non sopravvivresti neppure una notte.
Non riesco ad aggiungere altro che è già uscito dalla porta chiudendosela alle spalle.
Rifletto su quello che ho appena sentito: 417 anni o no… non sono esattamente immortale! La questione fuga si fa più difficile, il freddo o una belva feroce possono tranquillamente stroncare la mia vita.  Decido di lasciar perdere per questa volta le paranoie mentali e mi accorgo di non profumare di violetta e di avere lancinanti fitte alla spalla. A questo punto prendo in considerazione l’idea di andare a farmi un bagno. Noto anche con dispiacere che i miei vestiti sono sporchi e laceri così apro la cassettiera e prendo il primo abito che trovo: un abito di seta scarlatta lungo fino ai piedi, ma senza maniche. Con poche cerimonie mi dirigo verso il bagno con il vestito sotto braccio. Il corridoio è completamente deserto allora seguo le indicazioni fornitemi in precedenza e lo percorro. Durante la strada mi accorgo di diverse porte chiuse da grossi lucchetti arrugginiti. Non mi soffermo più di tanto e tiro dritto fino a raggiungere l’ultima e unica porta aperta. Mi affaccio sulla stanza e tiro un sospiro di sollievo. –Trovato-. Mi fiondo dentro e mi chiudo la porta alle spalle. Solo dopo essere entrata mi accorgo di essere esageratamente tesa. Mentre camminavo mi sentivo come osservata, spiata, tenuta costantemente nel mirino. Dopo aver ripreso il controllo di me mi guardo intorno e rimango ammaliata dallo splendore del bagno. Le pareti sono interamente rivestite di piastrelle blu come la notte e su tutte e quattro le pareti grandi specchi incorniciati d’oro diffondono la luce proveniente da alcune candele poste ai quattro angoli. Al centro della stanza c’è un grande “buco” colmo di acqua fumante fino all’orlo. Appena noto la vasca mi assicuro che la porta sia chiusa a chiave e mi svesto velocemente. Mi levo l’armatura ammaccata e la getto in un angolo, mi levo anche gli abiti facendo attenzione a lividi e tagli. Utilizzo uno specchio sulle pareti per vedere la situazione della ferita… A dir poco catastrofica. Lo squarcio parte da metà schiena e arriva fino alla spalla sinistra. La cosa che mi preoccupa di più è la presenza di schegge di legno conficcate in profondità. Anche se la ferita mi pulsa provo a levarmi la scheggia più grande. La afferro e strappo. Il dolore è indescrivibile, ma resisto. Quando la scheggia è finalmente uscita la lascio cadere al suolo e, lasciandomi dietro una scia di sangue, mi immergo nell’acqua bollente della vasca. La vista mi si annebbia dal dolore che si propaga fin nelle viscere del mio corpo dolente. Mi sciolgo il lunghi capelli castano scuro che generalmente tengo legati in una stretta treccia o in una coda. Cadono nel acqua e con una lavata accurata levo detriti e polvere accumulati nel tempo. Rimango in ammollo per un bel po’ed esco solo quando l’acqua è ormai fredda. Prendo gli asciugamani che ci sono sul bordo della vasca e dopo essermi asciugata strappo dai miei abiti vecchi una striscia di stoffa che utilizzo come benda per la spalla. Fatto ciò mi vesto indossando l’abito rosso. Mi sta d’incanto. Sembra  fatto apposta per me. Anche se sono testarda e arrogante non mi sono mai considerata una bellezza, ma guardandomi allo specchio indossando uno splendido vestito elegante noto con orgoglio che non sono per niente male. Alta, magra con un vitino da vespa. Capelli mossi che creano onde morbide sulle spalle e lunghi sino ai fianchi come quelli di mia madre e due occhi blu mare come quelli di mio padre messi in evidenza da un incarnato pallidissimo. A dare un tocco di colore sono labbra carnose di un rosa intenso.
Ancora intenta a guardarmi allo specchio mi passo le mani tra i capelli sciolti cercando di sistemarli. Fatto il possibile esco dal bagno e prendo con me l’armatura, non si sa mai. A piedi scalzi percorro la strada a ritroso e lascio la corazza nella camera dove ho dormito, ma non ci rimango. Ho vogli di scambiare due chiacchere con quel bellimbusto di Arthur. Non creda di potermi tenere chiusa qui dentro come un canarino!
 
 
 
**********Angolo autrice**********
Comunico ufficialmente che ho trovato l’idea giusta per rendere interessante la storia. Colpi di scena, tradimenti,intrighi; amori; passati turbolenti. Hehe  mi divertirò parecchio.
Ringrazio tutti i lettori silenziosi, ma in particolare ringrazio Giulietta _01 per le sue recensioni. Se avete idee consigli o critiche sappiate che sono ben accetti. Alla prossima!
EmmOZ 
   
 
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