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Autore: NightWatcher96    12/04/2015    4 recensioni
Prendersi cura di qualcuno può avere lati positivi ma anche negativi, questo si sa. Ma se i problemi ne fossero due, diramati in un'avventura mezza ironica dove Raph cresce continuamente d'età mentre Mikey regredisce?
Donnie ha solo 15 giorni di tempo per trovare una soluzione. O perderà per sempre i suoi due fratelli. Attenzione, però: il male è sempre nell'ombra e Leo lo sa.
TMNT Nick
Genere: Avventura, Fluff, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Una lunga distesa di sabbia biancastra costeggiava un interminabile orizzonte azzurro di mare increspato. Vere palme frusciavano nel vento leggero e afoso, dondolandosi in un ritmo immaginario che trascinava anche le soffici nuvole bianche nel cielo cristallino.
Splinter e Leonardo erano proprio lì, da soli e con le proprie forze su cui contare. La capsula li aveva gettati sulla sabbia e sprofondata in essa per scomparire misteriosamente, lasciandosi dietro una piccola duna di granelli smossi.
Non vi era silenzio in quel posto tanto strambo; gli uccelli celati nella fitta boscaglia cantavano in modo forte e sovrapposto, il mare rumoreggiava con insistenza e la vegetazione stessa accompagnava il tutto con violenti fruscii che infastidivano il fine udito dei due ninja.
Eppure, in quel girotondo di suoni ad alto volume, una melodia di un flauto si elevava quasi impercettibile, ben lontana e difficile da individuarne l'esatta provenienza. Le note più acute di quello strumento rapivano ed incantavano: Leonardo e Splinter a malapena poterono sottrarsi e pensare lucidamente su come muoversi.
-Vieni, figlio mio. Cerchiamo di trovare qualcosa che ci possa aiutare a capire dove siamo- propose il maestro Splinter, ottenendo un cenno dal figlio ancora in parte rapito da quella melodia.
Puntarono verso sud-est, verso la sabbia che dall'orizzonte s'incurvava a mo' di mezza luna. Alla loro sinistra la vegetazione appariva più fitta e minacciosa, apparentemente popolata da infidi occhi maligni che li osservavano con fastidio. Verso il loro nord, delle palafitte facevano capolino insieme a logore abitazioni di legno costruite su altissimi alberi dai tronchi che partivano robusti alle radici e si assottigliavano verso l'estremità superiore. Per accedervi, delle scale di legno, funi e liane facevano capolino e si dondolavano nel vento con un movimento lento.
-Potremmo dire di essere in Somalia. Vagamente, ricordo che una volta Donnie ci illustrò il diverso sistema di habitat della gente del posto- mormorò Leonardo.
-Forse. O probabilmente tutto questo è una ricreazione illusoria del nemico. La prudenza è essenziale, Leonardo. Siamo come pedine nelle mani di un essere angusto-.
-Hai, sensei- rispose l'azzurro.
Superata una buona metà della costa, i due si ritrovarono davanti una grossa roccia dove su una facciata vi erano incisi strani simboli che non rispecchiavano alcuna lingua a loro conosciuta. Era un ibrido fra geroglifici, caratteri cirillici e kanji.
Leonardo li studiò attentamente, appoggiando la mano sull'abrasiva superficie. Le punte delle dita tracciarono i lievi solchi di quei caratteri sconosciuti.
-Dovremmo prestare attenzione, maestro?- domandò.
-Probabilmente sì. Non vedo altre pietre così intorno a noi-.
Un sole. Una palma, un gatto dalle sembianze di tigre e una luna. Accanto seguivano un kanji del fuoco, della terra e un hirigana.
-Che cosa vorrà dire?- borbottò Leonardo, mentre assimilava quei simboli.
Improvvisamente, il maestro Splinter si tese come una corda di violino; appoggiò la mano sul petto di Leonardo e indicò alcune ampie foglie di arbusti come nascondiglio. La mente dello spadaccino si riempì di dubbi ma ben presto, la sua risposta giunse, costringendolo istintivamente ad acquattarsi il più possibile dietro alla fitta flora.
Un improvviso ronzio.
Leonardo scrutò attento fra la vegetazione per capire meglio da cosa o chi era prodotto quel sordo rumore; quando alzò gli occhi verso alcuni alberi non molto distanti da loro, il suo cuore si fermò. Un grosso alveare dalle dimensioni spropositate era attorniato da enormi api intente ad ultimare il loro nido.
Terrorizzato, tirò una manica del kimono del maestro per attirare l'attenzione sugli enormi insetti dai brillanti e acuminati pungiglioni. Al momento, non erano stati percepiti.
Il maestro Splinter gattonò verso alcuni tronchi alla loro destra ed entrambi vi si appiattirono contro la corteccia.
-Non ho mai visto vespe tanto grandi!- sussurrò Leonardo. -Ma che razza di posto è mai questo?-.
-Non lo so, figlio mio. Però non possiamo rimanere qui. Dobbiamo assolutamente imboccare una strada diversa e allontanarci da quegli insetti il più possibile- rispose Splinter.
Un leggero scricchiolio catturò l'attenzione di Leonardo. Per un attimo notò qualcosa acquattato su un ramo di un albero davanti a loro, ben nascosto dalle ampie foglie smeraldo. Un sibilo di metallo brillò per un secondo fra tutto quel verde; Leonardo chiuse gli occhi, incapace di affidarsi a quel senso e lasciò al suo corpo il compito di muoversi.
Tre le sue mani giunte, fece capolino una freccia.
Leonardo guardò confusamente Splinter per una risposta, poi volse gli occhi ristretti a due fessure dubbiose verso una strana macchia scura.
Una ragazzina atterrò davanti ai loro occhi. Aveva capelli magenta legati in due codini, occhi verde menta, una felpa verde acqua, un pantalone bordeaux e scarpe nere. Stretto in un pugno scorsero un arco. La giovane sorrise e fece ai due cenno di seguirla.
Il maestro Splinter fu il primo ad accettare quella proposta fatta di sguardi e silenzio.
Lasciarono quella tappa pericolosa, passando il meno rumorosamente possibile il fogliame alto quanto loro e non appena furono abbastanza lontani, in un piccolo spazio erboso ad anello, si fermarono.
-Certo che se non fossi intervenuta, vi sareste sicuramente cacciati in un grosso guaio. Quelle vespe uccidono in tre secondi i malcapitati che minacciano il loro nido. Fidatevi. Il loro pungiglione ha ucciso un avversario della Squadra Otto- spiegò la ragazza. -Mi chiamo Angel, della Squadra Quattro-.
Il sensei e Leonardo si scambiarono nuovamente un'occhiata perplessa.
-Sono Leonardo e questo è mio padre, Splinter. Siamo finiti in questo posto per puro caso e...-.
-Ah! Voi siete la Squadra Uno! Ho sentito che in molti hanno scommesso su di voi!- lo interruppe Angel, con un leggero luccichio malizioso negli occhi. -Sì, ma non cantate vittoria troppo presto. Questi sono i Giochi e solo un vincitore potrà uscirne vivo. Quindi, un'alleanza finché sarà possibile è un'ottima mossa ma alla fine anche un amico dovrà essere messo da parte- raccontò con una nota di tristezza.
Leonardo si sentì improvvisamente preoccupato per i suoi fratelli e soprattutto per Michelangelo. Dov'erano finiti? E soprattutto stavano bene?
-Dov'è il vostro zaino?- domandò Angel, curiosa.
-Zaino?- ripeté il maestro.
Angel si scrollò di dosso l'oggetto in questione, di un lilla acceso per delucidarli. A quanto pare dovevano aver dimenticato di leggere le regole dei Giochi.
-Questo- indico, rimettendoselo sulle spalle. -Non mi direte che non ne avete preso uno alla tenda, in partenza! Siete già svantaggiati, allora!-.
-Senti, Angel. Non è stata una nostra scelta partecipare a questi Giochi, quindi se tu saresti così gentile da spiegarci un po' di cose ti saremmo estremamente riconoscenti!- sbuffò Leonardo, parlando anche in nome del turbato Splinter.
La giovane arricciò le labbra ponderando una risposta mentre li scrutava attenta; alla fine, si sciolse in una risatina compiaciuta e annuì calorosamente.
-Mi siete già simpatici. Quindi vi accontenterò la richiesta. Però, ricordatevi che non servono parole. Vi basterà vedere con i vostri occhi per capire quanto basta- disse. -Potrei cominciare con il dirvi che vi necessiterebbero degli zaini come il mio ma questo comporterebbero quasi otto ore di cammino per tornare alla tenda. Quindi, aspetteremo di incontrare qualche avversario, farlo fuori e accaparrarsi lo zaino con il necessario. Semplice, no?- spiegò, con una piccola ironia finale.
-Noi non uccideremo nessuno senza un motivo!- sbottò Leonardo, dagli occhi gelidi. -Il credo Bushido sul quale io e il mio maestro ci basiamo ci vieta di uccidere per proseguire-.
-Oh, che peccato. Io ci penserei su due volte prima di affermare ciò. Vi stupirete nel ritrovarvi assatanati pronti a scannarvi per vincere- rispose annoiata Angel.
Leonardo era pronto per replicare ancora una volta ma Splinter lo fermò con una mano sulla spalla. E così facendo i due scelsero di seguire la giovane ragazzina nel bosco.
Angel, però, li fermò; aprì e chiuse una mano un paio di volte davanti al viso confuso di Leo per farsi ridare la freccia. Quando lo spadaccino realizzò ciò, obbedì senza fiatare.
-Sono importanti. Le ho fabbricate io stessa. State attenti, però. Hanno la punta avvelenata- spiegò nel rinfoderare l'arnese nel cilindro sulla schiena.
-Allora perché ce l'hai scagliata una contro?- sbuffò Leonardo.
-Mi sembra ovvio, no? Per farvi accorgere di me-.
Il maestro Splinter ridacchiò: quella ragazzina ci sapeva proprio fare, vero?
In silenzio, s’incamminarono verso ovest, schiaffeggiando i fastidiosi arbusti che sbarravano la strada. Davanti ai loro occhi, non vedevano altro che terreno, sottili tronchi e rami più fitti che vi s’intrecciavano contro il cielo sotto forma di una cupola naturale pronta a schermare il cielo.
Non osarono fiatare neanche per un momento.
Sia Splinter, sia Leo non si fidavano completamente di Angel e quest'ultima, con il suo mutismo, non faceva altro che alimentare tali considerazioni...
 
Squadra Uno e Squadra Quattro raggiunsero finalmente la fine di quell'interminabile foresta. Alle loro spalle, gli uccelli gorgheggiavano ancora più violentemente di prima ma con la differenza che il vento era completamente calmo.
D'un tratto, la melodia del flauto percepito inizialmente, ricominciò.
Leonardo girò il capo in varie direzioni con la speranza di individuarne, mentre un'improvvisa sonnolenza cresceva nel suo corpo. In un attimo, calde mani gli si premettero contro le orecchie, costringendolo a non sentire più nulla. Sotto quel silenzio, la lieve stanchezza indotta da quei suoni stridenti lo abbandonò.
Leonardo osservò il sensei e Angel: quest'ultima teneva le orecchie tappate ma suo padre no, a causa sua. Prima che le palpebre del maestro avrebbero potuto chiudersi, gli appoggiò le mani sui fori uditivi e gli sorrise in gratitudine.
Angel indicò di correre via di lì con un cenno della testa; i due la obbedirono immediatamente e ben presto, si ritrovarono davanti a familiari palafitte.
-Cos'era quel flauto?- pronunciò Leonardo.
-E' una trappola. Lo si sente musicare nello stridio degli uccelli: serve a far appisolare e di conseguenza perdere tempo. Stiamo attenti, d'ora in poi. Avvicinandoci a questo posto, potremmo sentirlo nuovamente- rispose Angel, intenta a scrutare in giro.
Proprio come in antichità, capanne facevano capolino su autentici pali i quali sbucavano dall'acqua. Alle loro spalle, altre bicocche malridotte sorgevano sugli alberi altissimi individuati inizialmente.
-Che cosa dovremmo cercare esattamente qui?- domandò il maestro Splinter.
-Una Boccia di vetro. Chi scommette su di noi, ci invia qualcosa che torna utile nel proseguimento dei Giochi-.
Un fruscio alle loro spalle mise in allarme: dal fogliame, sbucarono tre avversari armati di sfollagente. I tre si voltarono con scatto felino e si restrinsero a cerchio pronti per combattere. I tre avevano delle nere tute addosso maleodoranti di pattumiera, cinture grigie e stivali di un giallo canarino.
-Questi chi sono?- esclamò Leonardo.
-Se non erro, appartengono a un grassone che si fa chiamare Uomo della Spazzatura- spiegò acuta Angel, sguainando arco e frecce. -Appartengono alla Squadra Dodici- continuò. -Mi raccomando: uccideteli senza pietà o loro lo faranno con voi!-.
I tre uomini si avventarono sui nostri eroi, dividendosi all'ultimo istante. Angel si abbassò per evitare di essere stordita con una gomitata alla nuca e contrattaccò con un calcio alla schiena il quale spedì il nemico dritto sulla sabbia. Senza pietà, la ragazzina infilzò l'uomo con una delle sue frecce, uccidendolo. Alzò poi il capo per vedere come se la stessero cavando gli altri.
Splinter non ebbe problemi, essendo un maestro ninja. Gli furono sufficienti un paio di balzi laterali per avvicinarsi e bloccare le fasciature muscolari del suo avversario con il segreto Attacco Nervino, utilizzato la prima volta contro TigerClaw.
Leonardo si destreggiò abilmente anche con lo scricchiolio delle sue povere costole. Nonostante non avesse le sue katana, sfoggiò il suo miglior corpo-a-corpo. Evitò lo sfollagente dritto al pettorale sinistro con una ruota verso destra e con una verticale cinghiò la vita dell'uomo con le gambe per poi spedirlo contro una roccia con il massimo impatto.
Angel terminò il lavoro eliminando gli altri due avversari con le sue frecce.
-Era davvero necessario?- bofonchiò Leonardo.
-Sì. Lo era- rispose seccata la ragazzina.
Una volta assicurati che i nemici erano realmente morti, i tre proseguirono. S’inoltrarono verso le palafitte, studiandole mentalmente con ammirazione. Sembrava vivere in prima esperienza le tradizioni di una tribù completamente sconosciuta.
Nelle capanne aleggiava il vento caldo il quale trascinava racconti terribili di stragi senza pietà e di morti sanguinarie. Leonardo deglutì un grumo di disagio: non gli piaceva questo posto.
-Entriamo- propose Angel, indicando la scaletta di legno di una palafitta. -E' necessario addentrarci qui se vogliamo trovare la Boccia-.
-Io voglio solo ricongiungermi ai miei fratelli- protestò morbidamente l'azzurro.
Splinter gli appoggiò la mano sul guscio affinché potesse rincuorarlo in qualche modo. Suo figlio gli rivolse occhi carichi di dolore, invece.
-Leonardo- sussurrò Splinter, mentre Angel spariva nella palafitta. -Non abbatterti, ragazzo. So che è difficile trovarsi lontano dagli altri ma dobbiamo perseverare e avere anche fiducia in noi stessi e negli altri-.
-Ma sensei... io non mi fido...- ammise Leonardo.
Suo padre gli strinse le spalle e negò piano. -Lo so. Affrontare il nuovo e con esso i suoi volti è difficile ma bisogna adattarsi-.
Sulle labbra dello spadaccino comparve un sorriso sincero.
-Ehi! L'ho trovata!- esclamò, improvvisamente, Angel. Appena scese la scaletta usata per salire, s’inginocchiò sulla sabbia e mostrò il suo bottino. -Vediamo cosa ci mandano!- disse eccitata.
La sfera cromata, brillante sotto al sole torrido e riflettente qualsiasi cosa sulla sua fredda superficie fece uno scatto e si aprì. Angel mise da parte la metà superiore che fungeva da coperchio e tirò fuori una bussola, un kunai e tre shuriken.
-Prendo la bussola- disse la ragazzina. -Ci può servire-.
-Io il kunai- pronunciò Leo, accarezzando la fredda lama tagliente. -Sensei, a te stanno bene gli shuriken?- domandò, ottenendo un cenno dal citato.
-D'accordo. Suggerirei di cominciare a cacciare per mettere qualcosa sotto ai denti. Tra poche ore sarà buio e questo significa più guai. Meglio rifocillarsi- pronunciò Angel, infilandosi la bussola in tasca.
Il maestro Splinter annuì.
-Hai intenzione di essere ancora la nostra alleata, Angel?- domandò Leo, a bruciapelo.
La ragazzina si finse offesa ma poi scoppiò a ridere. -Ovviamente, Leo. Avete ancora bisogno di una guida qui-.
L'azzurro ammorbidì la sua espressione. Dopotutto, questa ragazza non era così angusta come aveva pensato inizialmente. Forse, poteva davvero provare a fidarsi di lei.
-Spero stiate bene, ragazzi...- pensò, con un velo di tristezza...


Angolo dell'Autrice

Buona domenica, ragazzi! Eccomi qui ad aggiornare ancora una volta! Wow, mi stupisco da sola! Eheheheh!
Allooooora, passando subito al sodo e non certamente parlando di uova sode, vorrei consegnare il primo premio (?) a CartoonKeeper che ha indovinato. Ottimo.
Dato che ho sempre voluto fare un crossover con The Hunger Game, ho deciso di indirizzare questa storia in un tono avventuristico/d'azione perché sarebbe stato troppo ripetitivo rimanere sulla Terra, scegliere la Dimensione X e altre cose. Del resto, sono argomenti già trattati in "Little One".
Inoltre, ho deciso di aggiungere personaggi dimenticati della serie TMNT 2003.
Ringrazio tutti coloro che mi seguono con un caloroso abbraccio!

 
  
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