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Autore: _piccolascrittrice_    12/04/2015    14 recensioni
Questa fan fiction è il sequel di "Il risveglio".
Ambientata tra la seconda serie -More blood- e la terza -Dark fate-,
i capitoli allacciano la mia fantasia con alcuni passi della trama originale.
Cosa, o meglio, chi dovranno affrontare Yui e i fratelli Sakamaki?
Davvero la morte del Capostipite non avrà ripercussioni su di loro?
Sarà necessario fare una scelta, che segnerà profondamente ogni vampiro.
Una scelta che deciderà le sorti delle famiglie Sakamaki, Mukami e anche gli Tsukinami.
Lasciando svelare la vera essenza di Yui Komori.
Dunque, vi invito a seguirmi in questi nuovi capitoli,
che illustreranno risposte e porranno altri temi, culminando con la fine della storia.
Ma secondo voi...sarà un lieto fine?
...O finirà tutto in un bagno di sangue?
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 24 Angolo autrice:
Sono tornata!!! :D Perdonate i miei continui ed immancabili ritardi T-T, ma *rullo di tamburi*, la scuola è agli sgoccioli (mancano quasi due mesi, eh, però io sono mooolto ottimista) e non posso permettermi il lusso di tralasciare più di tanto lo studio...
Vi confesso anche che la mia buon, cara, vecchia Playstation esercita su di me una sorta di richiamo ("piiiiiccola sttttuuuupidaaa, giooooca con meeee" e sussurri simili XD) ogni qual volta rimetto piede in casa. Arduo resisterle.
Nonostante tutto, comunque, in questi giorni sono di buon umore e spero lo siate pure voi =D Se invece vi sentite giù di morale, ci pensano qui i nostri vampiretti a farvi spuntare un bel sorriso xD
Ah, vi avverto che da questo capitolo apparirà chiaro l'avvio del grande finale! c.c

Vi auguro buona lettura e recapito un abbraccio fortissimo a tutte le mie amiche<3.


-Ora basta, io vado a vedere!-.
L'esclamazione esasperata della giovane Yui provoca lo sbuffo unisono dei quattro vampiri radunati con lei nella sala da pranzo,
i quali, dal momento in cui si è chiusa alle spalle la porta della camera di Shu, l'hanno dovuta seguire con lo sguardo nell'atto di torturarsi le labbra coi suoi denti bianchissimi e letali. Raito, probabilmente innervosito dallo scorgere la sua figura scossa da brividi continui, le ha persino preparato una tazza di camomilla (inzeppando la cucina di mestoli, pentole e ramaioli), ma l'unica utilità di quest'ultima è sembrata essere quella di usare il bordo del piccolo recipiente -inumidito dall'esalazioni della tisana scottante- come mezzo di ricreo per i suoi polpastrelli.
Non che i fratelli non siano preoccupati della sorte di quell'affronto, in un certo grado improvvisato perfino per un individuo come Reiji, ma preferiscono ostentare placidità piuttosto che sfidare la bravura dei due nella scherma.
Un piccolo dettaglio di cui Yui non è a conoscenza.
-Ah, per favore Yui-chan, non fare così...!-. Interviene allora Raito, strascicando le parole con ilarità parvente, e si materializza dietro di lei, soffocandola in un abbraccio che la immobilizza alla sedia su cui si è sistemata. -Raito-kun, lasciami! Sono preoccupata, devo andare a vedere!-. Replica la fanciulla, tentando di divincolarsi dalla presa espansiva del vampiro come una forsennata, mentre gli spettatori ivi presenti si concedono una sghignazzata.
La prorompenza di quelle voci cristalline la fa illividire di rabbia, portandola a compiere uno scatto fluido ed inatteso per liberarsi dall'importunatore: nell'arco di qualche secondo, spinge con forza la sedia a ritroso, afferra lo schienale con le mani, flette le gambe al petto, caprioleggia in aria, si addossa alle spalle di Raito, scende.
La ragazza aspetta che lui abbia il riflesso di voltarsi nella sua direzione per ammiccargli, cosa che, a giudicare dalle pupille dilatate e il pesante sospiro, sembra conturbarlo profondamente.
Gli altri vampiri, d'altro canto, registrano la scena con un centesimo di ritardo, sicché la giovane sta già oltrepassando la soglia della sala quando la puntano con occhi strabuzzati ed increduli.
Fuori dalla loro portata, Yui è sormontata da rinnovata ansia e si dirige con foga in direzione della camera di Shu, dal cui uscio chiuso spira un silenzio che l'allarma più di quanto avrebbe fatto sentire l'eco di urti, schianti e gridi.
Percorrendo il corridoio fatidico, ella richiama alla mente, quasi d'impulso, tutte le manifestazioni di risentimento reciproco tra i due fratelli, che, nel corso della sua lunga permanenza alla villa, ha intravisto, carpito, udito: ognuna delle occhiate di traverso, il piglio crudele delle labbra o le sopracciglia, l'espressioni insofferenti del viso, le risate taglienti, la durezza della postura.
Yui riesce a sottrarsi dal turbine di quei criptici ricordi poiché alle sue spalle iniziano a ticchettare sul pavimento pregiato altri passi,
i quali identificano l'andatura incerta di Kanato, l'incidere di Subaru, la marcia di Ayato e il movimento strascicato di Raito.
Mentre si accosta alla porta della camera del primogenito, lei non si volta, né loro cercano di fermarla: in quell'istante, sono solo falene attratte dalle fiamme che arroventano in una lampada d'oro.
All'improvviso, però, la maniglia si gira dall'interno -al che la fanciulla arretra con un misto di sorpresa e timore-, e di lì a poco tempo sul corridoio si affacciano Shu e Reiji, i lineamenti dispiegati in un sorriso rilassato, un braccio cinto l'uno intorno alle spalle dell'altro
e una mano che impugna mollemente la spada rilucente di blu zaffiro e quella di rosso rubino.
Nonostante Yui e gli altri fratelli (ma soprattutto lei!) appaiano sconvolti,  i due sembrano essere perfettamente a loro agio, tanto che Reiji ha l'ardire di chiedere, con naturalezza: -Bene, bene, volevate unirvi a noi per la pausa del tè?-.

La prima reazione a quella scena assurda è la risata -al limite con l'isteria- di Ayato, che arriva a piegarsi letteralmente in due, strizzando gli occhi lucidi di lacrime intrise d'ilarità. Poi, nello stesso tempo in cui Yui si fa da parte e fissa alternativamente i sei vampiri a bocca aperta, inebetita, Kanato tende il suo inseparabile peluche davanti a sé, nascondendoci dietro la testa come a voler dire: -Questo è troppo-; Subaru inizia a grattarsi nervosamente il collo con la mancina, dando l'impressione -le guance velate da un lieve rossore- di essere a disagio; Raito si calca il cappello sui capelli scompigliati, esibendo un sorrisetto indecifrabile.
-Una pausa per il tè? Si può sapere cosa è successo lì dentro?-. Domanda Ayato in modo sguaiato, non riuscendo ancora a credere a ciò che vede: Shu e Reiji? L'uno accanto all'altro? Quasi abbracciati?.. A prendere del tè insieme?!
Effettivamente, se la fanciulla è scioccata dal fatto di averli entrambi ancora integri, nonostante brandiscano due lunghe lame aguzze, gli altri quattro, piuttosto, non si capacitano che i due possano ritornare a rapportarsi da fratelli, come ai vecchi, vecchissimi tempi, dopo tutte l'incomprensioni avute.
Su questo ci avrebbero ragionato in seguito, quando ormai Shu e Reiji si cimentavano in periodiche partite agli scacchi, e prendevano giornalmente il tè insieme nello studio del secondogenito, dimodoché Subaru avrebbe osservato, ricevendo l'unanime consenso da parte della combriccola, : -Probabilmente erano stanchi di convivere con quella situazione-.
Comunque sia, Shu piega le labbra in un sorriso insospettabilmente malizioso, prima di asserire: -Reiji ha pagato molto caro il mio perdono-, rigirandosi fra le dita, con aria compiaciuta, l'elsa della sua spada.

Solo e soltanto allora Yui nota la scheggiatura del filo destro e sinistro delle rispettive spade, poi le macchie di sangue rappreso sui loro abiti, ed infine, lo squarcio carnoso sulla guancia di Reiji. Metabolizzati quei dettagli quanto mai evidenti (come hanno fatto a non notarli prima?!), la ragazza sussulta vistosamente e, coprendosi la bocca spalancata con il dorso di una mano, si catapulta al fianco di Reiji ed esamina la gote ferita con occhi inorriditi, chiedendo con voce stridula: -Cosa avete fatto?-.
La sua apprensione è presto liquidata da un gesto sbrigativo del vampiro occhialuto, che ribatte, in tono vagamente affettuoso, :
-Era necessario. Posso occuparmene dopo, ora ho bisogno di qualcosa di dissetante.-.
Ma l'intransigenza della fanciulla, per una volta, non lascia scampo: difatti, frattanto che Ayato e Kanato riassettano la cucina
(per non beccarsi mestolate in testa, causa disordine, da lei in persona), Raito e Subaru apparecchiano in sala da pranzo (non senza sbuffare o imprecare a mezza voce per il mancato trovamento del cassetto delle posate) e Shu prepara il tè, Yui si dedica a Reiji, placcandolo nel bagno per più di mezz'ora, al fine di disinfettargli e medicare la ferita.
Poi, quando le sembra che la guancia del vampiro sia incerottata nella giusta misura, insieme raggiungono il tavolo allestito dagli altri per la pausa del tè e, superato con successo l'esame dello sguardo critico della fanciulla, i commensali iniziano a rilassarsi, bere, spiluccare qualcosa, ridere, chiaccherare, ma soprattutto,  felicitarsi di Shu e Reiji.
***
La lettera arriva nel bel mezzo dei festeggiamenti: nel secondo esatto in cui l'orologio a pendolo risuona nella villa lo scoccare delle otto di sera, gli immensi portoni dell'entrata vengono percossi da un toc toc rimbombante e minaccioso.
I vampiri percepiscono nello stesso istante un'ondata d'inquietudine riversarsi tra le pareti della sala da pranzo, dove sono rimasti riuniti, e che sbatacchia via l'atmosfera giuliva.
Dopo essersi tutti guardati dritto negli occhi per un momento interminabile, il silenzio, carico di aspettativa, è spezzato dalla voce, stranamente roca, di Subaru, che dice: -Continuate pure, vado a vedere io.-.
Nessuno osa intercedere alle sue parole, vuoi per indifferenza o pura e semplice voglia di continuare a divertirsi, tant'è che l'albino lascia la sala, mentre Ayato sposta con svogliatezza una pietra nera sul tabellone di gioco del go, sotto lo sguardo d'un tratto pensieroso di Raito; Yui, insieme agli altri, malcelano il nervosismo improvviso.
Scendendo le scale principali, Subaru si sorprende di avere la pelle accaponata, ma non pensa niente per dissimulare la propria agitazione. Allora, accostandosi ai battenti chiusi, acuisce l'udito ed inspira profondamente, come nella speranza di identificare l'intruso aldilà dell'uscio, ma l'unico suono captato è delle folate di vento che sferzano le solide pareti della villa, e il solo odore percepito quello di un temporale imminente.
Così, sbuffando d'irritazione, il vampiro si decide a spalancare il portone sinistro: nel cielo plumbeo si ravvisano nuvole cariche di pioggia, ma non si scorge anima viva nelle sue vicinanze né oltre l'imponente cancellata che attornia la villa.
 
Lui non si spiegherà mai come il suo occhio si sia focalizzato, di punto in bianco, su quella missiva color carbone, dall'incarto spesso e prezioso, sigillata dalla ceralacca rosso sangue, collocata ad una spanna dai suoi piedi.
Prima ancora di chinarsi, allungare le dita incerte, stringendo nella mano quella lettera dalle fattezze quasi... vellutate, Subaru aveva già intuito il mittente, anche se non avrebbe appuntato il suo nome, e come avesse scritto, con inchiostro dall'odore pungente, poche parole in bella grafia, parole, parole di morte.
Nonostante questo, l'albino spezzò il sigillo, con occhi vitrei, ed estrasse il foglio ocra di carta di canapa, rivelando al debole bagliore della Luna piena, offuscata dalle nubi, la minaccia vergata in nero, recitante: -E' giunta la notte simbolica della morte di Eva. Decidete solo se lasciarla uccidere nella vostra dimora, o nella nostra, ch'era anche la dimora di vostro padre.-.

Proprio come temeva: i festeggiamenti erano finiti.










 




   
 
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