Pov’s Harry
-Buon giorno principessa-
-Che ore sono mamma?-
-Mamma? Mi vedi come una signora?- sorrise, aprì gli occhi:
-Buon giorno figone.- ridemmo.
-Vado a lavarmi papà.-
-Vai tesoro.- così mi allontanai, e raggiunsi la mia stanza. Stavo per prendere lo stereo e mettere un po’ di musica quando sentii un singhiozzo. Corsi verso il bagno dove avevo lasciato Summer e continuai a sentire dei singhiozzi.
-Summer posso entrare?-
-No.- io entrai lo stesso e la trovai seduta sul bordo della vasca da bagno con la testa tra le mani. Appena mi notò si asciugò le lacrime e mi sorrise:
-Che c’è papà?- io non mi lasciai ingannare, non ricambiai il sorriso e serio le dissi:
-Hai pianto.-
-No, ma che dici? Non è vero!-
-Si invece, che è successo?-
-Niente, sto benon…-
-Cazzo Summer che hai?!-
-Mi manca mamma…- scoppiò a piangere. Le asciugai le lacrime e le promisi, non rendendomi conto delle mie parole:
-Oggi andiamo a trovare mamma.-
Mezz’ora più tardi eravamo di fronte al carcere e chiedevamo a un brigadiere di vedere Anna Krecman. Mentre ci facevamo strada tra le celle, mi venne spontaneo cantare il ritornello di una canzone che stavo scrivendo con i ragazzi:
-We’re only getting older baby…- Summer mi interruppe:
-Era bella papà! Cosa era?-
-Si chiama Night Changes, la stiamo componendo con i ragazzi…- intanto qualcuno, dentro la cella, riconobbe la mia voce:
-Harry?-
-Anna…-
-Che ci fai qui?-
-Ho portano mia figlia a vedere sua madre, a proposito, eccola.-
-Mamma!-
-Tesoro mio!- mentre loro parlavano io mi allontanai, ma lei mi chiamò:
-Harry io…-
-Niente Anna, tu niente…-
-Ma io non vol…-
-Basta! Tu volevi!- gridai con quanto fiato avevo in gola, tanto che Summer si ritirò intimorita. Io la presi per la mano:
-Vieni Summer, andiamo!- mentre la tiravo lei opponeva resistenza e piangeva:
-Summer vieni!- intanto le lacrime mi cadevano fredde sulle guance, scorrendomi acide…Finalmente mia figlia la smise di opporre resistenza. Si bloccò mi guardò, ma io mi girai per non farmi vedere in lacrime:
-Non è un peccato piangere, papà.-
-La verità è che non riesco a dire grazie ad Anna per avermi regalato una cosa bella come te…- ammisi afflitto. E Summer mi guardò con tenerezza….
-Buon giorno principessa-
-Che ore sono mamma?-
-Mamma? Mi vedi come una signora?- sorrise, aprì gli occhi:
-Buon giorno figone.- ridemmo.
-Vado a lavarmi papà.-
-Vai tesoro.- così mi allontanai, e raggiunsi la mia stanza. Stavo per prendere lo stereo e mettere un po’ di musica quando sentii un singhiozzo. Corsi verso il bagno dove avevo lasciato Summer e continuai a sentire dei singhiozzi.
-Summer posso entrare?-
-No.- io entrai lo stesso e la trovai seduta sul bordo della vasca da bagno con la testa tra le mani. Appena mi notò si asciugò le lacrime e mi sorrise:
-Che c’è papà?- io non mi lasciai ingannare, non ricambiai il sorriso e serio le dissi:
-Hai pianto.-
-No, ma che dici? Non è vero!-
-Si invece, che è successo?-
-Niente, sto benon…-
-Cazzo Summer che hai?!-
-Mi manca mamma…- scoppiò a piangere. Le asciugai le lacrime e le promisi, non rendendomi conto delle mie parole:
-Oggi andiamo a trovare mamma.-
Mezz’ora più tardi eravamo di fronte al carcere e chiedevamo a un brigadiere di vedere Anna Krecman. Mentre ci facevamo strada tra le celle, mi venne spontaneo cantare il ritornello di una canzone che stavo scrivendo con i ragazzi:
-We’re only getting older baby…- Summer mi interruppe:
-Era bella papà! Cosa era?-
-Si chiama Night Changes, la stiamo componendo con i ragazzi…- intanto qualcuno, dentro la cella, riconobbe la mia voce:
-Harry?-
-Anna…-
-Che ci fai qui?-
-Ho portano mia figlia a vedere sua madre, a proposito, eccola.-
-Mamma!-
-Tesoro mio!- mentre loro parlavano io mi allontanai, ma lei mi chiamò:
-Harry io…-
-Niente Anna, tu niente…-
-Ma io non vol…-
-Basta! Tu volevi!- gridai con quanto fiato avevo in gola, tanto che Summer si ritirò intimorita. Io la presi per la mano:
-Vieni Summer, andiamo!- mentre la tiravo lei opponeva resistenza e piangeva:
-Summer vieni!- intanto le lacrime mi cadevano fredde sulle guance, scorrendomi acide…Finalmente mia figlia la smise di opporre resistenza. Si bloccò mi guardò, ma io mi girai per non farmi vedere in lacrime:
-Non è un peccato piangere, papà.-
-La verità è che non riesco a dire grazie ad Anna per avermi regalato una cosa bella come te…- ammisi afflitto. E Summer mi guardò con tenerezza….