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Autore: bemylolo    12/04/2015    2 recensioni
Camila: una ragazza normale, che vive la sua vita cercando di sopravvivere dietro i banchi di scuola e di finire l'anno scolastico il più velocemente possibile con l'aiuto delle sue amiche
Lauren: una ragazza appena trasferita nella nuova scuola, alle prese con nuove amicizie e nuove emozioni.
Cosa accomuna queste due ragazze? Stesso sogno? Stesse amicizie? O c'è qualcosa di più? Qualcosa che nemmeno loro sanno spiegare
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Camila Cabello, Dinah Jane Hansen, Lauren Jauregui, Normani Kordei
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~a volte non riesco a respirare da quanto mi manchi.



"Mila? Mila dove vai?" urlava una Dinah di 8 anni rincorrendo l'amica che scappava via dal gruppo di amici.
"Lasciami sola" rispose Camila piangendo, arrivando nel retro della scuola e sedendosi per terra, appoggiando le spalle contro muro.
"No, non sei sola, ci sono io con te" Dinah si avvicinò, sedendosi poi vicino a lei e appoggiò una mano sulla sua spalla.
"Continuano a prendermi in giro, continuando a ricordarmi i miei difetti, a ridere perché ho gli occhiali, ridono.. ridono di me" Camila singhiozzava, coprendosi il viso con le mani mentre le lacrime le rigavano il volto.
"Mila, loro non ti conoscono, non sanno come sei dentro, come sei realmente, non..." la piccola Dinah venne interrotta dall'arrivo di Emma, una bambina dell'età di Camila e Dinah, bionda con gli occhi marroni, un po' come quelli di Camila.
Indossava il solito grembiule della scuola, proprio come quello delle sue amiche, infatti erano nella stessa classe, solo che il suo era tutto sporco di colori a tempera, infatti lei si divertiva a colorare e a disegnare durante le ore di pausa. Al suo arrivo Camila sorrise, anche se la conosceva solo da un anno e non aveva lo stesso rapporto di amicizia che aveva con Dinah, Emma era molto importante per lei. La faceva sempre ridere, sorridere.
Non aveva bisogno di chiedere spiegazioni, infatti non era la prima volta, soprattutto in quella settimana, che Camila si ritrovava in un angolo a piangere, consolata quasi sempre dalle due amiche.
"Sono stanca delle prese in giro" mormorava Camila tra le lacrime "perché non sono bella come voi?"
"Ma tu sei bella Cami" Emma era inginocchiata vicino a lei "sei bellissima e simpatica, io adoro giocare con te, o farti le treccia" prese una ciocca dei capelli di Camila intrecciandola tra le dita, facendo sorridere l'amica. "ti ricordi quando sei venuta a casa, abbiamo provato a are i biscotti con mamma e hai rovesciato tutta la farina per terra? Abbiamo passato tutta la serata a pulire e a ridere" sia Camila che le altre due amiche ridevano al ricordo. Mentre Dinah e Emma facevano sorridere Camila, la campanella di fine ricreazione suonò, e tutti i bambini della scuola si affettarono a rientrare nelle classi, tranne Dinah che, salutate le due amiche, corse incontro ad alcuni bambini che giocavano a calcio nel cortile. Camila ritornò in classe tenendo Emma per mano e anche se aveva gli occhi gonfi e tanta voglia di piangere si sentiva felice, felice di avere delle amiche così speciali da farla sentire bellissima.

Tra tutti gli alunni della sua classe, Camila era la più brava, sempre attenta, faceva sempre i compiti e tutti i lavori in classe, sedeva quasi sempre nei primi banchi, anche perché era un po' più bassa rispetto agli altri bambini e portava gli occhiali, quando aveva bisogno di stare vicino alla lavagna.

Alla fine dell'ora, come sempre, tutti i bambini si alzarono e incominciarono a giocare tra di loro, chi con gli aereoplanini, chi con le macchine, chi si pettinava i capelli e chi si rincorreva per tutta l'aula. Ad un tratto, alcuni bambini si avvicinarono a Camila, gli stessi che l'avevamo presa in giro nel cortile e dicevano
"Ehi brutto anatroccolo, hai ancora quei occhiali da orribili? Che stupida, scommetto che eri in un angolo a piangere e a chiamare la mammina vero?"
Tutti ridevano. Tutti tranne Emma
"Smettila Austin, lasciatela stare" gridava ai bambini, facendosi strada per raggiungere l'amica. Ma Camila non ce la faceva più, tratteneva il pianto ma stava per scoppiare, si alzò in piedi e scappi via, fece l'unica cosa che una bambina di 8 anni poteva fare, correre via, il più lontano possibile. Arrivò a metà delle scale quando un braccio la fermò.
"Cami, fermati, non scappare via, non ascoltarli" la voce di Emma era rassicurante, ma si vedeva che anche lei era triste, che sarebbe scoppiata a piangere da un momento all'altro.
"Lasciami stare Emma, sono stanca, hanno ragione, sono orribile" disse Camila cercando di divincolarsi dalla presa dell'amica.
"Ti voglio bene Cami, fidati di me, ascoltami.."
Camila era troppo arrabbiata per ascoltare, per smettere di piangere. Era arrabbiata con se stessa per non aver reagito, per non riuscire a farlo, e con gli altri per le continue prese in giro.
"Ti voglio bene anche io e grazie di tutto, ma adesso lasciami sola" strattono la mano di Emma troppo forte, facendola cadere giù dalle scale e rotolare giù.
"Emma! Emma!" Camila la chiamava a gran voce, ma l'amica non rispose, ne aprì gli occhi. Una grande macchia rossa incominciò a ingrandirsi vicino alla sua testa, mentre Camila piangeva disperata e le sussurrava "ti voglio bene, scusami"




E mi svegliai di soprassalto tutta completamente sudata, continuavo a fare quell'incubo ogni notte, a rivivere quel momento ogni notte. Erano solo le 4:56. Stava per incominciare l'ennesima pessima giornata.

   
 
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