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Autore: Winchester_Flame    12/04/2015    3 recensioni
1983.
Offertagli la possibilità di cambiare il destino della propria famiglia, Dean Winchester si ritrova nel 1983.
Il suo corpo è quello di un bambino di quattro anni, la sua mente quella di un trentenne.
Ma potrà davvero alterare gli eventi di quella tragica notte?
E se così fosse, riuscirà il nostro Dean -assieme a Cas e alla famiglia- affrontare e sconfiggere il male che il destino ha in serbo per loro?
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Famiglia Winchester
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Family Come Always First
Chapter 5 | Paure, Ansie e Relax
 
 
Dean strinse i denti per il forte dolore che gli sconquassava le membra. Era sospeso nel vuoto da.. beh, non aveva ancora idea di cosa gli lacerasse le carni, ma di certo non era niente di positivo. Erano catene. E queste erano collegate a dei grossi e arrugginiti uncini conficcati in lui.
Ed ogni suo minimo movimento faceva muovere quegli uncini, che gli strappavano la carne e i muscoli.. ma infondo era impossibile stare perfettamente immobili. Senza contare che il peso del suo corpo lo spingeva in basso, contro un sottile lastra di metallo incandescente. Oh, e faceva così caldo. Così mortalmente caldo che il sudare scorreva incontrollato dall’intero corpo.
La gola bruciava dal tanto urlare quell’aiuto che mai sarebbe giunto. Sperava disperatamente che il tutto durasse poco, ma sapeva che non sarebbe finito tanto presto. E non poteva nemmeno sperare che la morte portasse fine alle sue sofferenze, dal momento che era già morto. Morto e all’Inferno. Il suo eterno tormento era appena iniziato, e già era allo stremo.
 
All’improvviso sentì le catene muoversi: tiravano brutalmente verso l’esterno, ma gli uncini rimanevano ben conficcati in lui. Dean ritrovò improvvisamente la forza di gridare, e si lasciò andare ad un urlo straziante ed agonizzante mentre la carne si apriva, e lui cadeva nel vuoto sottostante.
 
Ma questa non durò molto, e si fermò su di una fitta ragnatela di catene già sanguinanti. Tremò per l’intenso dolore ed emise dei gemiti soffocati mentre cercava di muoversi.  Del sangue scorreva libero dalla ferita sulla spalla ormai aperta, e il fianco era nelle stesse pietose condizioni. Beh, in realtà quasi ogni parte del suo corpo era messo così. Cercò di mettersi in ginocchio per capire cosa fare, ma prima di poter pensare ad un qualsiasi piano, decine di uncini sbucarono dal nulla e la maggior parte delle catene sparì. Avvertì perfettamente la famigliare sensazione della carne squarciata, e comprese che era ricominciato tutto da capo.
 
Dean cercò di urlare per il dolore, ma dalle sue labbra non uscirono che fiotti di sangue: quella volta, un uncino gli aveva perforato la gola, trapassandola da parte a parte. Lacrime amare scorrevano sul suo volto devastato, mentre cercava una posizione in cui provare un poco di sollievo. Ma non esisteva tregua all’Inferno. Esistevano solo dolore, disperazione  e tormenti.
 
Il cacciatore non aveva idea di quanto tempo passò prima di avvertire le catene muoversi e spingere nuovamente fuori da lui. Questa volta non emise nessun suono, mentre pezzi della sua carne venivano staccati dal corpo e cadevano nel vuoto. Finché Dean stesso non cadde nuovamente, per finire su una nuova fitta trama di catene.
 
Ma non aspettò di veder ripetersi quella tortura. Rotolò faticosamente all’estremità della rete, e cadde ancora. E ancora. Dean pensò che continuando a cadere, sarebbe infine giunto alla fine di quel supplizio ideato per lui. Forse avrebbe trovato quel momento di agognato sollievo. Ma all’improvviso, all’ennesima spinta, si ritrovò catapultato in una caduta libera.
 
Il volo durò un’eternità, e l’impatto fu qualcosa di particolarmente orrendo. Il giovane avvertì le ossa dell’intero corpo rompersi, le interna ridursi in poltiglia. Sfortunatamente per lui però, era ancora cosciente quando ciò che restava del suo corpo prese fuoco, dapprima bruciando in modo leggero, per poi concludersi con fiamme vive. 
E mentre la pelle si anneriva e colava sul sudicio pavimento, non riuscì né a muoversi né a urlare. Le sue interna si attorcigliarono mentre arrostivano e si annerivano, e quel dolore.. Oh, quel dolore era peggio di qualunque cosa avesse mai pensato!
E nonostante sapesse di non poter urlare, la sua bocca si aprì in un urlo di muto orrore e dolore.
 
«Ahhh!» Dean non aveva ancora compreso che il suo grido era più che udibile. No, lui voleva solo scappare da quel supplizio. Ma sapeva che non sarebbe mai riuscito a soddisfare quel suo desiderio, così continuava ad urlare. Poi, delle braccia lo circondarono ed una nuova stilettata di paura lo percosse, mentre si chiedeva chi poteva essere. E soprattutto, cosa voleva da lui.
«No! Basta! Lasciami andare, ti prego! Ti prego!» Era consapevole di star supplicando, ma non poteva impedirselo. Tutto ciò che stava vivendo era semplicemente troppo per lui. Si aspettò di sentire il suo carceriere ridere sprezzante, deridendolo… Mentre a parlare fu una voce calma e molto dolce, che gli sussurrava con tenerezza che andava tutto bene. Che era al salvo.
 
«Dean, tesoro, svegliati. Va tutto bene. Nessuno ti farà del male, piccolo mio. Sei al sicuro. Va tutto bene, Dean. Tutto bene»
 
Dean aprì gli occhi per ritrovarsi non all’Inferno, ma a ciò che lui considerava alla stregua del Paradiso. Sua madre lo stringeva con fermezza a sé, massaggiandogli la schiena e parlando con tono rassicurante e dolce.
Mai come in quel momento, il giovane si sentì amato e al sicuro. Tremante, si allungò sulla madre per stringerle le braccia al collo. E pianse.
 
 
∞∞∞
 
 
Mary irruppe nella camera di Dean, aspettandosi di vedere un demone che tentava nuovamente di uccidere il figlio. Invece lo vide costretto fra le lenzuola -irrimediabilmente attorcigliate sul suo esile corpicino- che emetteva versi di fastidio e disagio.
Corse subito al suo fianco, e si sedette con cautela sul letto.
 
«Dean, tesoro, svegliati»
 
Ma il figlio non si svegliò. Al contrario, gemette rumorosamente e tremò nel sonno. E Mary, a quella vista, non poté impedirsi di ricordarsi di una vecchia caccia fatta con il padre. Erano sulle tracce di un lupo mannaro e, sfortunatamente, lo avevano rintracciato troppo tardi: aveva già colpito la sua nuova vittima. E quel giovane uomo emetteva dei suoni talmente agonizzanti che, quando morì, fu un sollievo.
Quel ricordo le fece venire la pelle d’oca, e sapere che il figlio esalava gli stessi identici suoni, le infranse il cuore.
 
«Dean?»
 
A quel punto, un ulteriore grido di panico e dolore riempì la stanza. Senza ulteriori indugi, Mary sollevò il figlio e lo liberò delle coperte stringendolo al proprio petto. Ma lui cominciò a ribellarsi a quella stretta, e contemporaneamente la pregò -no, la supplicò- di lasciarlo andare. Cosa stava succedendo al suo bambino?
Non capiva, ma era certa che Dean non fosse ancora cosciente di ciò che lo circondava; così lo strinse maggiormente a sé e cominciò a massaggiargli dolcemente la schiena.
 
«Dean, tesoro, svegliati. Va tutto bene. Nessuno ti farà del male, piccolo mio. Sei al sicuro. Va tutto bene, Dean. Tutto bene» mormorò, senza smettere di cullarlo.
 
Gli occhi di Dean si aprirono e smise all’istante di combatterla. Poi, gli stessi si riempirono di lacrime mentre la stringeva con disperazione: e la madre si sentì invadere da una profonda tristezza nel vedere il figlio piangere e tremare così violentemente.
 
Continuò comunque a cullare il figlio, e non poté impedirsi di sollevare gli occhi verso Castiel, lanciandogli uno sguardo interrogativo. Si chiedeva se quell’ipotetico incubo fosse il risultato della sera appena passata, o qualcos’altro. Ma l’angelo non la stava guardando: al contrario, osservava Dean con tanta paura che Mary capì che il figlio non stava sognando del semplice incontro di un demone.
 
Passò una mano fra i morbidi capelli di Dean, mentre questo si tranquillizzava.
 
«Ehy, tesoro. Cosa è successo?»
 
Il bambino alzò le spalle. «Niente. Un brutto sogno»
 
«Vuoi raccontarmelo?»
 
«Nah, va tutto bene.  Starò bene» mormorò cercando di rassicurare la madre, nonostante le lacrime che scorrevano indisturbate sul suo volto.
 
«Dean.. Sai che puoi parlarmi liberamente, vero?»
 
«Non c’è nessun problema, davvero» e detto ciò, si spostò lasciandosi cadere sul materasso. Mary notò solo allora cosa indossava: il pigiama strappato ed ancora insanguinato.
 
«Sarebbe meglio darti una pulita»
 
Dean abbassò lo sguardo su sé stesso, sorpreso di vedersi ancora ricoperto di sangue.
 
«Uh, già.. Vado subito a lavarmi»
 
«Ti preparo l’acqua non appena prendo dei vestiti puliti» si offrì Mary, avvicinandosi all’armadio ed aprendolo.
 
«Lo faccio io» ribatté subito Dean.
 
«Dean, lascia che ti aiuti»
 
«SMETTILA!» urlò il giovane cacciatore, sorprendendo la madre che si voltò sorpresa. Il suo tono era addolorato mentre lo diceva, gli occhi lucidi di lacrime a fatica represse.
 
«Smetterla di fare cosa?» chiese Mary, temendo di vederlo arrabbiarsi per come lo trattava: infondo non era più un bambino, e Castiel stesso l’aveva avvisata che sarebbe successo.
 
«Smettila di fingere che ti interessi! Non so perché lo fai, ma smettila!»
 
«Dean, non sto fingendo. Sono tua madre, ti voglio un bene dell’anima: è normale che mi interessi di te»
 
«Ma… no. Hai detto che non sono tuo figlio. Tu non mi vuoi. Non mi vuoi come parte di questa famiglia, quindi non dire che ti importa!»
 
Ora era Mary a dover combattere contro le lacrime «No, tesoro. No. Hai frainteso le mie parole, non intendevo quello che pensi. Solo.. è doloroso sapere che il proprio figlio ha dovuto sopportare tanti avvenimenti e perdite. Ma io ti voglio ancora. Ti amo ancora come una madre ama il proprio adorato figlio. E sarà così per sempre»
 
Dean la guardava con un misto di speranza e incertezza sul gioviale volto «Quindi.. Non ti ho deluso?»
 
«Mai» rispose la madre, abbandonando il pigiama nell’armadio e riavvicinandosi a lui per stringerlo fra le braccia.
 
Dopo alcuni secondi, sentì Dean ricambiare l’abbraccio. Lo strinse forte prima di sistemarlo nuovamente fra le coperte. E lì, lui sorrise. Mary capì subito che era ancora incerto, ma con il tempo sapeva di poter metter fine a quei dubbi totalmente assurdi.
 
«Allora vado a preparare l’occorrente, va bene?»
 
«Ok, mamma» acconsentì Dean.
 
Mary si voltò verso Castiel, rimasto in silenzio per tutto il tempo «Lo terrai d’occhio mentre sono di là?»
 
«Ovviamente»
 
«Ragazzi, sono ancora qui» commentò il giovane, seccato che parlassero di lui come se non sentisse.
 
«Torno subito» ribadì Mary, uscendo dalla stanza.
 
 
∞∞∞
 
 
Dean osservò sua madre uscire dalla stanza. Non era sicuro di cosa pensare.. o cosa provare: desiderava disperatamente che le rassicurazioni appena fatte fossero reali e sincere, ma era difficile crederci. Nella sua esperienza, era stato voluto per alcuni aiuti e sostegni nelle caccie; ed appena queste finivano, veniva abbandonato in quanto inutile.
Ma lei aveva detto di volerlo, sempre. E di amarlo. Quindi forse significava non lo avrebbe abbandonato. Forse..
 
A quel punto, Dean si voltò verso Castiel, imbarazzato all’idea che l’angelo l’avesse visto piangere come un poppante.
«Amico, che diavolo sta succedendo? Ho appena avuto il peggior flashblack della mia vita! E intendo una vera merda: nemmeno dopo che hai tirato il mio culo fuori di lì, erano così!»
 
«Credo sia un effetto collaterale della tua nuova età: la mente di un bambino non è equipaggiata per sostenere certi ricordi»
 
«Uh, quindi? Continueranno a tornare?»
 
«Non lo so»
 
«Come non lo sai? Sei stato tu ad avermi fatto questo!» esclamò stizzito, indicando il proprio minuscolo corpicino.
 
«Sì, ed è la prima volta che lo faccio. Ne so quanto te, Dean»
 
«Fantastico» commentò sarcastico il cacciatore. Ma internamente era terrorizzato all’idea di rivivere quegli incubi così vividi.
 
Con un colpo di reni, il piccolo Winchester scese dal letto e si diresse alla scrivania. Prese la sedia e l’avvicinò all’armadio; vi salì in piedi e, dopo aver aperto le ante con alcune difficoltà, ne estrasse un pigiama blu. Sul petto vi erano disegnate delle fiamme rosse ma, nonostante non fossero nel suo stile, se lo fece piacere: meglio delle sciocche fiamme che il pigiama rosso cremisi.
A quel punto richiuse l’armadio e scese dalla sedia con un piccolo balzo.
 
«Potevo prendertelo io» commentò Cas.
 
«Beh, puoi renderti utile mettendo via la sedia» fu la risposta accompagnata da un sorriso sardonico.
 
Castiel fece come richiesto, nonostante Dean scherzasse. Ma infondo sapeva che a causa della sua piccola taglia, avrebbe necessitato di un aiuto quasi continuo, anche per semplici azioni quotidiane. Ma che fosse dannato (di nuovo) se avesse permesso a chiunque di fare tutto per lui. Anche se una parte di sé -quella piccola traditrice- pensava fosse carino sentirsi importante e amato così.
 
Senza guardarsi indietro, Dean entrò nel bagno per lavarsi dal suo stesso sangue ormai secco, e, possibilmente, dagli orrori di quella notte apparentemente eterna.
 
 
∞∞∞
 
 
Non appena entrò nel bagno, si fermò, quasi pietrificato dalla scena che gli si presentava dinnanzi: sua madre era chinata sulla vasca, una mano sotto il getto dell’acqua per controllare la temperatura. Gli aveva preparato una vasca. Una vasca piena d’acqua e di bolle.
 
«Sul serio? Un bagno con le bolle?» chiese Dean con tono divertito.
 
Mary si voltò a guardarlo, un espressione sorpresa ed imbarazzata sul viso «Scusa, io.. Mi sono dimenticata che non sei davvero un bambino. Uhm, però.. Hai sempre adorato fare il bagno con le bollicine e volevo.. Mi dispiace»
 
Il balbettio della madre fece ridere Dean, che si portò una mano davanti agli occhi «Non preoccuparti Mama. Va benissimo»
 
Ora che Dean ci pensava, era da tanto che non si concedeva un rilassante bagno. I servizi dei motel a cui era abituato non erano forniti di vasca, di conseguenza aveva sempre dovuto accontentarsi di docce con una terribile pressione dell’acqua. E faceva queste docce dall’età di quattro anni, impazzendo per fare i bagnetti a Sammy (principalmente lo lavava nei rubinetti delle altrettanto scadenti cucine). Quindi in cuor suo -non che lo avrebbe mai ammesso- era felice che mamma glielo avesse preparato.
 
Mentre Mary spegneva l’acqua, Dean cominciò a sbottonarsi la camicia del pigiama. La tolse facendo attenzione a non sporcarsi ulteriormente di sangue, poi la lasciò cadere sul pavimento. Intanto sua madre preparò due asciugamani, con cui asciugare Dean a bagno finito: non appena lo fece, si voltò verso il figlio. Ed entrambi rimasero per qualche secondo in silenzio, studiandosi.
 
«Uh, Mama.. Puoi andare adesso»
 
«No, non posso Dean» rispose sicura.
 
«Ehy, non mi spoglierò di fronte a te!»
 
«Non è niente che non abbia già visto. Non ti lascio qua da solo, potresti annegare»
 
«Come hai detto tu, non sono un bambino» fu la secca risposta di Dean.
 
«Certo, ma ne hai le sembianze, e stanotte non hai dormito. Non voglio rischiare per uno stupido colpo di sonno. Inoltre la vasca è troppo alta per te»
 
«Userei la sedia» insistette Dean, indicando uno sgabello blu e grigio che era solito usare per arrivare al lavandino.
 
«Così cadresti e ti romperesti l’osso del collo. Non voglio che Castiel ti riporti di nuovo in vita»
 
Il giovane sapeva che la madre aveva ragione, ma era difficile da accettare: era da veri poppanti necessitare aiuto per una cosa semplice come il bagno!
 
«Va bene» concesse alla fine digrignando i denti
«Ma non guarderai» continuò fissando la madre con uno sguardo estremamente serio.
 
«Come vuoi» disse Mary, cercando di nascondere un sorriso, e si voltò verso la parete opposta.
 
A quel punto Dean si tolse anche le braghe del pigiama, e le piccole mutande grigie. Osservò per alcuni momenti quei vestiti, scioccato dall’idea che indumenti tanto piccoli gli calzassero. Poi si avvicinò piano alla vasca e guardò all’interno: aveva davvero ragione sua mamma. Non aveva nessuna possibilità di entrarci senza danni.
 
«Okay, sono pronto»
 
Mary tornò a guardarlo e lo sollevò senza sforzi cercando di posare il meno possibile lo sguardo sul suo corpo. E per questo, Dean la amò ancora di più.
 
Una volta sistemato nella vasca, si lasciò scivolare fino alle spalle nell’acqua calda e profumata, e rilasciò un sospiro. Era meraviglioso.
 
«Vedo che ti piacciono ancora i bagni»
 
«Uh, sono piacevoli» ammise Dean. Trattenne poi il fiato e andò sott’acqua per bagnarsi i capelli. Quando riemerse, prese lo shampoo e ne versò una piccola quantità sulla mano, che portò subito sulla testa per lavarsi i capelli decisamente troppo lunghi. Dopo averli velocemente risciacquati, prese il bagnoschiuma e si lavò scrupolosamente ma con velocità, stando sempre attento a restare coperto dalle bolle.
Fatto ciò, si concesse il lusso di rimanere nell’acqua, rilassandosi.
«Potrei abituarmici»
 
«Ne sono felice»
 
Dean guardò la madre, e si sorprese nel vederla triste. Rabbrividì al pensiero che forse si stava già stancando di lui, che l’avrebbe lasciato nuovamente. Con voce rotta (dannate emozioni infantili!) chiese: «Cosa succede Mama?»
 
«Niente tesoro. Però.. è bello vederti felice. Dopo tutto ciò che hai passato, meriti un poco di riposo»
 
«Non è stato poi così brutto» commentò Dean, con un alzata di spalle «E poi abbiamo ucciso quel bastardo, quindi non succederanno più quelle schifezze a cui accennavo»
 
Mary sembrò riflettere sulle sue parole, ed alla fine scosse sconsolata la testa «Vorrei solo che tu non fossi morto stanotte. Dev’essere stato orribile» mormorò osservando le proprie mani intrecciate e posate sulle gambe. Poi sollevò lo sguardo verso il figlio «E non mi riferivo a quello che è successo oggi. Intendevo il modo in cui sei stato costretto a crescere, le caccie e.. beh, tutto il tempo che hai passato all’Inferno»
 
Mentre parlava, Dean era intento a giocare con la bottiglietta dello shampoo; ma a quell’affermazione, il suo sguardò scattò verso la madre.
«Cosa? Inferno? Perché credi.. Come sai..»
 
«Castiel mi ha informata che hai venduto l’anima per salvare Sam. Ha detto che sei rimasto lì per molto tempo»
 
A quelle parole, Dean percepì un ondata di puro panico montare dentro di sé.
«Dannazione Cas!» urlò arrabbiato, mentre combatteva con le lacrime che spingevano per uscire.
 
«Cosa succede Dean?»
 
Il giovane spostò lo sguardo verso il centro della stanza, da dove l’angelo lo osservava curioso; istintivamente allargò le braccia recuperando quante più bolle possibili e stringendosele addosso. Dio, che situazione! Si sentiva il viso in fiamme.
 
«Amico, che cazzo..!? Sono nella fottuta vasca, Cas! Non puoi stare qua!»
 
«Ma mi hai chiamato»
 
«No! Ho urlato il tuo nome perché sono incazzato con te. Non era un invito ad entrare!»
 
«Oh. Beh, visto che sono qui, puoi dirmi qual è il problema?»
 
«Il “problema” è che hai detto a mia madre che sono stato all’Inferno. Perché diavolo l’hai fatto?»
 
«Mi ha chiesto come ci siamo conosciuti»
 
«E dovevi dirle la verità?»
 
«Non sono bravo a mentire»
 
«No, davvero?» commentò sarcastico Dean «Non l’avrei mai detto»
 
«Dean, ha fatto bene a dirmelo» li interruppe Mary.
 
«No, Mama. No. Non avresti mai dovuto saperlo»
 
«Voglio sapere tutto della tua vita, Dean. Sembra che mi sia persa più di trent’anni.. E voglio sapere chi è diventato il mio bambino»
 
Ed era proprio quello il problema. Perché se lei avesse saputo l’intera verità sul figlio, l’avrebbe sicuramente abbandonato. Ma non poteva dirle nemmeno questo. «Sì, beh.. Stai attenta a ciò che vuoi sapere. Ti garantisco che non vuoi conoscere tutto»
 
«Lascia decidere a me»
 
Dean alzò le spalle, spossato. Voleva ancora urlare contro Cas, ma sapeva che sarebbe stato inutile. Il danno era fatto.
La stanza si riempì di un silenzio quasi irreale, fin quando Castiel non ruppe il momento.
 
«Dean, credo che tu abbia usato troppo sapone. Sembra che le bolle vogliano inghiottirti»
 
«FUORI!» urlò il giovane indicando la porta.
 
 
∞∞∞
 
 
Dean si sentì stanco come non mai mentre la madre lo portava in camera. Normalmente avrebbe protestato all’idea di essere preso in braccio, ma quella non era una situazione normale. Senza contare che sembrava non stancarsi mai degli abbracci materni.
Poco dopo essersi asciugato e vestito, chiese alla madre di tagliargli i capelli. Non gli piaceva portare i capelli così lunghi: quella era una caratteristica di Sammy, non sua. Inoltre, con i capelli nuovamente corti, si sarebbe sentito più sé stesso.
Ovviamente la madre accettò e, dopo aver finito con quel compito, capirono di dover entrambi dormire: il sole sarebbe sorto in una manciata di ore, e Dean era certo che il giorno successivo sarebbe stato tutto fuorché semplice. Dovevano ancora discutere su cosa dire a John, e quella sarebbe stata una discussione davvero furiosa. Sanguinosa, forse.
In ogni caso, quando la madre lo adagiò sul letto, il bambino era riluttante a dormire. Anche dopo il bagno, i ricordi dell’incubo erano ben impressi nella sua mente. E non voleva assolutamente riviverli.
 
Dean appoggiò la testa sul cuscino mentre la madre lo copriva con le lenzuola. Ma non appena i suoi occhi si chiusero, il cuore iniziò a battere furiosamente. Sentì gli uncini piantati nella carne e nei muscoli, il dolore dell’essere arso vivo.. Si alzò velocemente a sedere, e prontamente la madre posò una mano sulla sua guancia, in una dolce le lenta carezza.
 
«Devi dormire Dean»
 
«Non.. Non voglio dormire ora»
 
«Il tuo corpo è stanco, hai bisogno di farlo riposare» disse Castiel, dall’angolo della camera.
 
«Sto bene. Ho già dormito»
 
«Non abbastanza» rispose la madre.
 
«Sei spaventato all’idea di rivivere quell’incubo? Quei flashback dell’Inferno?» chiese Cas.
 
Dean digrignò i denti per il modo in cui Cas aveva spifferato le sue parole ad alta voce. Più sua madre restava all’oscuro di cosa era successo laggiù, meglio era.
 
«Hai sognato quello, prima?» chiese Mary. Dean, ritrovandosi ormai con le spalle al muro, annuì. Ma non commentò.
 
«Oh, tesoro. Posso capire quanto sia terribile per te, ma hai davvero bisogno di dormire. Ti ammalerai se non lo fai»
 
«..Proverò» mormorò Dean, con tono sconfitto e stanco. Avevano ragione, ovviamente; già sentiva il corpo tremare per la stanchezza.  Si costrinse allora a stendersi e chiudere gli occhi, concentrandosi su pensieri  positivi.
 
Sentì la mano della madre passare fra i suoi capelli ora corti e spettinati, ed aprì gli occhi per rivolgerle un timido sorriso.
 
«Buonanotte, piccolo mio» mormorò dolcemente.
 
«Veglierò io su di te. Puoi stare tranquillo» disse Cas, avanzando verso il letto e sedendosi vicino le gambe di Dean.
 
«Uh» fu l’unica risposta del cacciatore, che osservò a lungo l’angelo. Non era la prima volta che Castiel gli diceva quelle parole. Normalmente lo riprendeva, spiegandogli che era alquanto raccapricciante come cosa; ma quella notte non se la sentiva di dirglielo. Anzi, sentiva di aver bisogno del suo supporto.
Non che l’avrebbe mai ammesso, comunque.
 
Così, conclusi tutti i possibili discorsi, Mary uscì silenziosamente dalla camera e Dean, nonostante la paura, si assopì in pochi minuti.
 
 

 
I don't own anything of this story: the characters are not mine.
 
 

 
 
 
 
 

Note dell’Autrice:
Saaaaalve a tutti! Chiedo subito scusa per il ritardo.. Lo so, continuo a dire che sarò precisa ed alla fine pubblico con una lentezza estrema. Scusate davvero.. Prima o poi imparerò! ç_ç
 
Allora, parliamo del capitoletto! Spero che vi sia piaciuto: non è niente di troppo pesante, c’è poca azione.. Ma non sottovalutate i sogni di Dean, li avrà per moooolto tempo e porteranno un bel po’ di problemi.
 
In ogni caso, voglio rassicuravi: so che con i miei ritardi, sembra che la storia non proceda più (infondo in 6 capitoli, siamo ancora bloccati sulla prima notte) ma non è così! Ho bisogno di tempo per far accettare ai Winchester i cambiamenti, dopodichè avrete tutta l’azione che vorrete!
E, ve lo prometto, sarà davvero tanta! Senza contare i personaggi che incontreremo man mano! A questo proposito: nel prossimo capitolo entrerà un nuovo personaggio! Secondo voi chi sarà? Sarà un amico o un nemico? Do ufficialmente il via al televoto(?) ahah.
 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, così come spero di ricevere qualche recensione. Mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate.
Quindi, grazie a chi ha commentato lo scorso capitolo, chi ha inserito la storia fra seguite/preferite/ricordate, e grazie anche a chi legge silenziosamente. Siete fantastici, come sempre!
 
A domenica prossima (ho già il capitolo pronto, non tarderò stavolta!),
Winchester_Flame.
   
 
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