Salve a tutti, cari lettori! ^__^
Come avete visto questa raccolta procede, e
sebbene sia aggiornata molto saltuariamente (come detto è subordinata alle mie
ispirazioni del momento più che a un progetto definito), i commenti sono
positivi, sembra anche per l’originalità degli argomenti trattati. Inutile dire
che mi fa molto piacere e vi ringrazio di cuore! Magari se volete proporre voi
qualche battaglia alla mia attenzione fate pure nei commenti ^__°
Vi lascio ora al prossimo tassello, un
tassello abbastanza tragico… Buona lettura!
1° Maggio 1945
La
piazza, grigia e deserta, ascoltò il rumore di cingoli e acciaio farsi sempre
più vicino.
Il
carro armato penetrò in quel desolato vuoto e vi si fermò, dinanzi il palazzo,
un tempo bello e potente, ridotto a uno scheletro smorto.
Russia
e sua sorella minore fecero capolino dal tetto: tolsero i caschi e fissarono insieme
la costruzione in sfacelo, trovandola a dir poco perfetta. Men che in un
dettaglio.
Eccitata
come una bambina, lei chiese di poter provvedere, e suo fratello, sorridendole
dolcemente glielo accordò. Bielorussia allora scese dal mezzo e ridendo, saltellando,
e intonando “Kalinka”, entrò nel Reichstag, salì le scale, arrampicandosi così
fino al tetto come fosse stato un bellissimo gioco.
Slegò
la bandiera di Germania dal pennone, ci sputò sopra, e poi la lanciò nel vuoto,
come uno straccio vecchio.
“Poljubi
že ty menja! Aj-ljuli, ljuli, aj-ljuli, Poljubi že ty menja!” – canticchiò mentre
legava e issava la loro bandiera, rossa di libertà e sangue, che garrì subito,
a scherno della città morta intorno a sé.
Russia,
dalla piazza, rispose al saluto che la sorellina gli faceva da lassù.
Il
suo sorriso era più ampio e splendido che mai: che spettacolo meraviglioso!
Come poteva non sentirsi così felice?
Alle sue orecchie giungevano, attraverso le
vie e le macerie, i dolcissimi suoni degli ultimi spari dei poveri pazzi,
spesso così giovani, che non vedevano l’ora di morire, e che i suoi soldati
accontentavano ben volentieri; delle grida di donne e bambine stuprate in ogni
angolo della città, tanto simili a quelle che prima aveva dovuto udire in casa
sua per causa loro; del pianto dei vecchi, che domandavano al cielo perché
avevano dovuto vivere tanto a lungo da ammirare simili follie e sciagure.
Prese un bel respiro e sorrise ancora di
più.
Che giornata magnifica!
Furono
due sergenti dell’Armata Rossa, Egorov e Kanthria ad issare la bandiera con la
falce e il martello sul tetto del Reichstag il 1° Maggio 1945. Sette giorni
dopo la Germania si arrese incondizionatamente agli alleati, ponendo fine alla
guerra in Europa (Hitler si era suicidato nel suo bunker già il 30 Aprile).
Nel
1945 il destino della Germania Nazista era segnato, stretta ad ovest dagli
angloamericani e ad est dai russi; furono questi ultimi a giungere per primi
alla capitale dei Reich. Si confrontarono così, dal 16 Aprile al 2 Maggio, da
un lato l’inarrestabile potenza e spietatezza dei sovietici, dall’altra il
fanatismo visionario dei tedeschi, alcuni dei quali continuarono a vaneggiare
di un’impossibile vittoria fino alle ultime fasi di quel tragico assedio: per
contrastare gli invasori furono chiamati alle armi persino anziani e ragazzini,
un tentativo folle quanto vano.
Nelle
ultime fasi della battaglia, le superstiti forze armate tedesche cercarono di
sfondare verso ovest, in modo da cercare di farsi prendere prigionieri dagli inglesi
o dagli americani.
Non
fu comunque una passeggiata per le preponderanti forze sovietiche, che ebbero a
contare più di centomila morti… Le peggiori sciagure tuttavia, come sempre in
questi casi, si abbatterono sulla popolazione civile. I berlinesi, con la loro
città ridotta a un cumulo di macerie, si ritrovarono a subire saccheggi,
violenze e stupri di massa, e angherie di ogni genere da parte dei vincitori.
INFO
Battaglia di
Berlino: http://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Berlino
Volksstrurm
(Milizia popolare): http://it.wikipedia.org/wiki/Volkssturm