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Autore: Mira_Litkin    12/04/2015    2 recensioni
[Horror version] [MinaKura]
E se i nostri Inazumiani fossero le quattro Alice? Chi sarebbe chi? E cosa accadrebbe?
Vi avverto, qui horror e gente sruprata ad minkiam e non fate caso alla demenziale intro, la storia è seriamente triste.
Genere: Fantasy, Horror, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Matsukaze Tenma, Minamisawa Atsushi, Tsurugi Kyousuke
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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La terza Alice

“San-banme ARISU wa osanai ko
kirei na sugata de fushigi no kuni
Ironna hito wo madowasete
okashi na kuni wo tsukuri ageta„


Atsushi sollevò pigramente una palpebra, ritrovandosi accecato dal sole.
Tutto intorno lo definì... Innaturale.
«Dove sono?» Si domandò a voce alta, dopo di che si accorse di essere con i vestiti con cui era andato a dormire, in boxer.
«Tanto è un sogno...» Si consolò scostando una ciocca di capelli fuori posto. Notò che a qualche passo da lui c'era uno specchio, così lo afferrò e ci si specchiò.
 
“Sei dentro di me”
 
La terza Alice non si preoccupò della voce e camminò seguendo il sentiero.
Minamisawa Atsushi era un ragazzo dai capelli viola spento e gli occhi castani. La pelle era chiara e pura, priva di qualsiasi imperfezione. Non eccelleva in altezza, era nella norma, tuttavia aveva un forte e muscoloso fisico.
Dopo qualche minuto di cammino giunse in un paese, tutti lo acclamavano.
«È la terza Alice!» Gridavano.
«Quant'è bello!» Sospiravano alcuni.
Tutti lo volevano toccare, abbracciare e baciare tale era la sua bellezza.
«Da oggi sarò il Re di questo villaggio» Annunciò Minamisawa.
Tutti lo acclamarono.
«Viva il nuovo Re! Viva il nostro nuovo e bellissimo Re!» Gridava la folla conducendolo a palazzo.
Minamisawa sorrideva sfuggendo al tocco d'ogni uno, seguendo comunque la folla.
Arrivato al castello chiuse tutti fuori e salì sulla terrazza che si affacciava alla piazza.
«Da oggi, entreranno a palazzo solo coloro a cui ho esplicitamente chiesto di farmi visita, compresi i servi» Annunciò con un ghigno.
Molte persone rimasero deluse, poiché sapevano che il loro re non li avrebbe chiamati, ma rispettarono il suo ordine con un barlume di speranza.
Minamisawa quel giorno prese con sè una quarantina di schiavi e venti maid, la mattina dopo avrebbe mandato l'ordine a tutti gli orfani tra gli undici e i quattordici anni di recarsi lì a palazzo.
 
La mattina seguente, tutto il paese trovò quell'avviso sulla bacheca del villagio, dove erano posti gli annunci più importanti.
«Io non mi presenterò mai» Si impuntò un ragazzo parlando ad un'amica.
«Ma devi andarci, l'ha detto il re!» Le ricordò lei.
«Potrebbe esserci una grave pena se non vai» Continuò.
«Harukichi, sai bene che non andrei mai a palazzo per far felice un re capriccioso, se deve giocare che giochi con altre persone» Affermò il ragazzo.
Il suo nome era Kurama Norihito. Era piuttosto bassino, ma ciò non sembrava minimamente scalfire il carattere ribelle e deciso del ragazzo. La pelle era color cioccolata per via del lavoro nei campi, i capelli erano invece di una tonalità azzurro-verde-chiaro, difficile da definire. Gli occhi erano grandi, neri e splendenti.
«So di rischiare la morte, ma ho come la sensazione che quello lì stia tramando qualcosa di poco pulito...» Aggiunse sottovoce.
«Sei molto fortunato invece» Sospirò lei.
«Puoi vederlo da vicino!» Kurama resistette qualche ora, ma alla fine si fece convincere e al pomeriggio, dopo qualche saluto entrò a palazzo, seppur in ritardo secondo l'ordine.
 
Il re era seduto sul trono in quel momento, ammirava una maid di nome Midori. Minamisawa sbirciava continuamente sotto la gonna che lei “accidentalmente” alzava ad ogni movimento.
In quel salone vi erano molte ragazze occupate a pulire alcune i vetri, altre a danzare, altre ancora ad accarezzarlo.
 
Tutto in quel castello faceva pensare ad una specie di... Puttanaio?
Kurama non seppe dargli altra definizione.
Il ragazzo si sentì fuori posto, così, come entrò fece per uscire.
«Chi ti ha dato il permesso di uscire?» Il tono autoritario della terza Alice fermò Kurama.
L'interpellato voltò il capo e lanciò un'occhiataccia al re. 
Minamisawa si sentì come se fosse stato realmente colpito al cuore, quel ragazzo... Lo aveva incuriosito.
I grandi occhi dalle piccole pupille nere ma luminose allo stesso tempo del turchese, erano ridotti a fessure dal nervoso. Il sovrano si destò dai propri pensieri e riaquistò la solita espressione indifferente.
«Potete andare, riprenderete più tardi» Congedò le ragazze che uscirono subito sorridendo.
 
Il silenzio caló nella sala, intervallato dall'orologio che scandiva il tempo.
 
«Come ti chiami?» Domandò il re al ragazzo davanti a sè.
Lui scosse la testa e lo fissò negli occhi, Kurama aveva un grande problema; non riusciva a parlare con la gente.
Riusciva a parlare solo con Harukichi - che le faceva un po' da sorella maggiore tanto era protettiva nei suoi confronti -  e la madre, morta qualche anno prima.
«Allora?» Minamisawa si passò una mano tra i capelli.
Kurama lo guardò con odio, lo faceva sentire stupido.
«K-urama» Balbettò per poi voltare il capo indispettito.
La terza Alice stava facendo pensieri poco casti sul ragazzo.
«Ho chiesto il nome, non il cognome...» Puntualizzò Minamisawa.
«I-i-io non dirò mai il mio nome!» Kurama trovò il coraggio di parlare.
«Il tuo re te lo ordina» Disse Atsushi alzandosi in piedi.
«C-che cazzo stai facendo!?» La terza Alice si stava lentamente avvicinando.
«Dimmi il tuo nome» Sussurrò Atsushi all'orecchio di Kurama.
Kurama grugnì e tentò di allontanarlo con uno spintone, ma il re non si mosse, fece un passo indietro, ritrovandosi però nuovamente il petto di Minamisawa sotto gli occhi.
“Quel forte e muscoloso petto...” Sospirò mentalmente Kurama per poi squotere il capo in segno di negazione.
Una leggera risata sfuggì dalle labbra di Minamisawa, Kurama era così dolce...
«C-Cosa cazzo stai facendo!?» Il re aveva infilato la mano sotto la “maglia” di Kurama, facendolo tremare leggermente.
Il turchese la cacciò risistemandosela. Kurama era vestito di stracci, perciò i suoi non si potevano esattamente definire “pantaloni” e “maglia senza maniche”, ma bastavano per ripararsi dalla pioggia e da sguardi indiscreti.
Il re ghignò.
«Come sei brusco...» Lo ammonì facendo innervosire ulteriormente Kurama.
«Fottiti» Il turchese riuscì a dar voce ai propri pensieri.
Minamisawa ghignò e gli tolse la maglia così velocemente da far sì che il turchese se ne accorgesse solo dopo.
«Ridemmela!» Ordinò Kurama allungando il braccio verso l'abito che in quel momento giaceva non molto lontano da loro, Minamisawa lo tenne bloccato al muro premendo il suo bacino contro il ventre dell'altro. Kurama fece leva sul petto del più grande, senza ottenere però risultati.
Il ragazzo aveva avuto la sua conferma, quel re era un poco di buono.
Minamisawa gli bloccò con uno scatto i polsi al muro.
«Sei mio» Soffiò all'orecchio del turchese.
Kurama prese a dimenarsi nella speranza di sfuggire alla presa del viola che ora gli stava torturando un capezzolo disegnandoci cerchi attorno con la lingua.
 
 
Kurama era arrivato a scongiurarlo pur di fuggire da quel posto, rinunciando così al suo orgoglio.
Il re ora era comodamente seduto sul trono e Kurama stava in piedi lì accanto, poiché quando si sedeva delle fitte al sedere lo facevano gridare dal dolore.
Lo sguardo di Kurama era perso, vuoto e spento.
Quel leggero luccichio che prima d'allora era sempre presente nei suoi occhi, ora non c'era più.
«Ti è piaciuto, vero?» Era stato il re a parlare soffiandogli in modo lieve nell'orecchio.
Kurama non rispose, continuando a fissare il vuoto. Continuava a chiedersi cos'era successo, continuava a non aver idea di cosa avevano fatto per tutto il giorno, sapeva solo che quel che il re gli aveva fatto lo faceva star bene e male allo stesso tempo.
«Allora?» Kurama annuì impercettibilmente senza distogliere lo sguardo dalla colonna che si ergeva in fondo alla sala.
«A cosa pensi Norihito?» Il re era riuscito a farsi dire il nome.
Il ragazzo non rispose, neanche lo sentì tanto era immerso nei suoi pensieri.
Ad interrompere il silenzio fù Kurama che si rivolse al re.
«Cosa... Mi hai fatto?» Domandò portando lo sguardo al ragazzo alla sua destra.
«Cosa ti ho fatto io? Anche tu hai fatto... E direi anche piuttosto bene» Rispose ghignando quasi la terza Alice.
Il silenzio si formò di nuovo tra i due, Kurama stava pesando le parole da usare per la domanda a venire.
«Prima... Mi hai chiesto se era la prima volta che lo facevo... Cosa intendevi?» Domandò continuando ad osservarlo negli occhi.
«Intendevo esattamente ciò che ho detto» Rispose il viola.
«Cosa stavamo facendo?» Una lacrima minacciò di rigare il viso di Kurama. Il re si alzò e gli andò vicino, gli cinse delicatamente la vita da dietro e avvicinò la bocca al suo orecchio.
 
«Sesso, Norihito, facevamo sesso»
 
 
Da quando c'era quel re... In quel paese non c'era pace.
Se eri una donna, o un uomo che rimembra una donna, o un bambino... Dovevi stare chiuso in casa e non uscire, poiché in giro c'erano mal intenzionati...
 
“La terza Alice era la fanciulla di fiori
Era di bell'aspetto e amata, nel Paese delle Meraviglie
Purtroppo per molti fu una delusione, un regno strano e malizioso lei creò„
 
****
 
“Sonna ARISU wa kuni no joou
Ibitsu na yume ni toritsukarete
Kuchiyuku karada ni obie nagara
kuni no chouten ni kunrin suru„
 
 
I mesi passavano, e ogni giorno dei gemiti risuonavano per il castello.
«K-Kurama...»
«A-A-tsu-shi»
A guardarli si sarebbe detto che al re non importasse niente del turchese. In realtà gli importava molto, aveva addirittura provato più e più volte a dargli un letto tutto suo e degli abiti decenti, ma Kurama rifiutava sempre.
Il re era davvero molto cortese con il turchese, ma era una gentilezza a senso unico, poiché Kurama era a volte addirittura scorbutico con lui.
È inutile dire che tutto il regno era geloso di Kurama, che ora era mal visto e al solo nominarlo si guadagnava un occhiataccia. Il re era a conoscenza di ciò, anche per questo non lo lasciava uscire, se Kurama voleva vedere qualcuno il re lo avrebbe interpellato a palazzo, ma Kurama non aveva mai chiesto alcuna visita.
«Dov'è tuo padre?» Domandò la terza Alice in uno di quei giorni.
«Sono orfano, ricordi?» Gli rispose lui.
«Ma che fine ha fatto?» Chiese insistente.
«Ha lasciato Madre alla mia nascita» Rispose sprezzante.
«E tua madre?» Kurama s'ingrigì, quella di sua madre era una storia troppo dolorosa per lui, si limitò a socchiudere le palpebre e mormorare un leggero “È morta”.
«Aveva la peste... non l'ha superata. È morta tre anni fa» Disse poi sconnesso. Minamisawa si preoccupò “E lui? Se l'ha presa sua madre l'ha presa anche lui la peste! E se morisse? Oh, non potrei mai accettarlo” così si fece coraggio.
«E tu? Hai preso la peste?» Domandò.
«Io l'ho già presa e sono pure guarito» Rispose con noncuranza, ma  una lacrima rigò il suo volto, cadendo sul mento, per poi infrangersi sulla maglia. In quei giorni Minamisawa aveva potuto comprendere la bravura di Kurama a nascondere i propri sentimenti, perciò non si stupì quando lo vide piangere senza emettere un suono.
«Come hai fatto? È difficile guarire dalla peste...» Minamisawa voleva sapere se la sua voce fosse rotta dal pianto.
«Mi sono ammalato poche volte in vita mia, da questo punto di vista sono molto forte» Niente, neanche un singhiozzo, eppure le lacrime scendevano copiosamente dal viso abbronzato...
Il re si alzò e si avvicinò al ragazzo, gli chinò la testa sul proprio petto e lo strinse a sè, solo allora potè vedere Kurama scosso dai singhiozzi.
Minamisawa gli accarezzava i corti capelli turchesi nel tentativo di calmarlo, Norihito si mostrava anche in quella situazione distaccato nei confronti del viola, e questo faceva star male il re. Kurama era rigido come un bastoncino in quel momento, come a voler dimostrare con tutte le sue forze che non era debole, che non stava piangendo... che non aveva bisogno di nessuno.
Ma la verità era che di qualcuno aveva bisogno, di Atsushi. Per quanto lo facesse star male, per quanto lo facesse soffrire... Aveva bisogno di lui, e niente avrebbe cambiato quella realtà.
«Non piangere... Ti prego» Mormorò il re, anch'esso sull'orlo delle lacrime.
Ma Norihito non riusciva, provava a smettere di piangere per il suo re, ma non riusciva. Piangeva solamente quando pensava al perché la madre avesse preso la peste... L'aveva contagiata lui. Lui stesso aveva ucciso la propria madre, la sua brava e dolce madre, che l'aveva sempre protetto... L'aveva uccisa.
Quel giorno Kurama e Minamisawa dormirono abbracciati, sussurrandosi un “Buonanotte” poco prima di sprofondare entrambi in un sonno senza sogni.
Ma l'indomani quando il re si svegliò... Kurama non era lì con lui.
Minamisawa prese a cercarlo per tutto il castello, ma non lo trovò.
Cercò nei giardini, in particolare nel labirinto delle rose, dove il turchese amava nascondersi per prendere in giro il povero re, ma non lo trovò neanche lì.
Domandò ad una maid che in quel momento ripuliva il sentiero dai petali caduti, che le disse di averlo visto uscire dai cancelli la mattina presto.
Minamisawa si precipitò così in paese, cercò ovunque e domandò a chiunque, ma nessuno sapeva dar risposta. Cominciò a cercare spingendosi sempre più in là, senza però trovare mai il ragazzo.
 
Ma quella che gli disse la maid non era verità. Volete saperla?
 
In realtà Kurama era stato rapito nel sonno e portato fuori dal castello da una banda di briganti, non si sa dove fossero diretti. Bisogna però ricordare che la gente del paese era gelosa di Kurama, poiché le attenzioni del re erano rivolte solo a lui.
Minamisawa viaggiò senza sosta nel Wonderland coloro che lo vedevano lo paragonavano ad un corpo putrefatto quasi, tanta era la monotonia.
 
Correva, chiamando a gran voce Kurama.
Era convinto l'avesse lasciato, che fosse scappato, che non andasse bene... Minamisawa voleva vederlo, per un ultima volta.
 
 
“Quest'Alice ne fu la regina
Era posseduta da un sogno distorto
E in un corpo putrefatto
Continuò a vagare nel Wonderland„
 
 
 
 
 
 
*angolo autrice*
Ed eccomi con un nuovo capitolo...
Se pensate di essere depressi, aspettate il prossimo capitolo, la quarta Alice! Eheeeh, eh.
Mi dispiace per Minamisawa, ma non mi era venuto in mente nessun altro per la terza Alice... Perciò è toccato a lui.
Eh sì, mi dispiace anche per Kurama, che è stato srupato... - che cazzo ho scritto!? - stuprato, da Minamisawa...
E vabbeh, capita.
 
Detto ciò, ci vediamo alla prossima, mio caro lettore!
E se hai voglia, puoi anche lasciare una recensione!
No, davvero, non sapete quanto mi diverta leggere le opinioni defli altri! - e non chiedetemi il motivo di ciò, non saprei spiegarlo -.
 
 
Baci, Mira.
  
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