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Autore: Ella_j_Mentry    13/04/2015    1 recensioni
La storia narra delle vicende riguardanti i personaggi del mondo di "Shadowhunters" ; essa è collocata dopo "Città del fuoco celeste", esattamente 4 anni dopo. Ci sarà l'introduzione di nuovi personaggi e il ritorno di vecchi che ostacoleranno i nostri protagonisti. Ce la faranno i nostri eroi a salvare il mondo anche stavolta ?
( è la mia prima storia su questo sito, quindi ditemi qual'è la vostra opinione, e soprattutto fatemi sapere come vi piacerebbe che si evolvesse la storia :D )
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Ciao a tutti i lettori :) eccomi con un nuovo capitolo, mi scuso per  l'enorme ritardo ma fra il computer rotto e l'università ho potuto scrivere poco. Spero questo capitolo vi piaccia; fatemi sapere cosa ne pensate. Buona lettura!!
Cap 2

Incertezze

“Vivere in contraddizione con la propria ragione è la morale più intollerabile.”
Lev Tolstoj 

Clary aveva raccontato fedelmente tutto ciò che Emma le aveva rivelato la notte precedente. Le espressioni degli altri erano tutte cupe, come se Clary avesse raccontato una storia senza senso; tutte tranne quelle di Jace e Simon, che alzarono la testa escamando all'uninsono " é innamorato". - Cosa ?- esordì Alec - se fosse stato innamorato di lei non se ne sarebbe andato -. - Alec, rifletti- Jace si era alzato in piedi e cominciò a girare per la stanza con fare molto teatrale - Tu più di tutti dovresti capire il gesto di Julian, se n'è andato per non fare del male alla sua parabatai. Il Conclave punisce severamente chi oltraggia le proprie leggi e la morte non è di certo la peggiore delle "soluzioni" che potrebbe imporre -. 
- Si questo è vero, ma perchè lasciarla? Avrebbe potuto dirle quello che provava prima di fare il giuramento, così non ci sarebbe stato nessun problema da risolvere e noi non saremmo qui a parlarne- ribattè Izzy acida.
Simon si alzò bruscamente facendo tremare il tavolo, sul suo volto apparve un'espressione contrariata e quasi gridando, puntò uno sguardo contrito verso la ragazza - L'ha fatto per lei, Isabelle. Ha deciso di giurare perchè era quello che desiderava la sua "parabatai", e poi se n'è andato per non trascinarla in qualcosa che lei non volesse, dopotutto si fanno molte cose per amore -. Simon gettò un'ultima veloce occhiata a Clary -  anche se non è corrisposto-. 
Izzy era rimasta a guardarlo impassibile, come tutti gli altri del resto; era da ormai molti anni che Simon non mostrava il suo vero io, quel carattere che aveva acquisito forza grazie agli enormi cambiamenti che lo avevano coinvolto. Dopo la perdita della memoria non aveva più mostrato alcun segno di forza o di semplice attaccamento a qualcosa che non sia stata la  propria vita da mondano, ma a quanto sembrava la situazione l'aveva colpito parecchio. La reazione di Simon aveva suscitato in tutti un sussulto.
- Oh Simon- surrurrò piano Izzy, resistendo all'impulso di avvicinarsi al ragazzo per stringerlo a sè. Era chiaro che si ritrovava nelle sue parole, che avevano riacceso in lei quel poco di speranza che ancora aveva; forse c'eraancora una possibilità per loro due, penso Izzy.
Il momento di tensione fu interrotto da Magnus, che privo di tatto, riprese il discorso di Jace - Le  intenzioni del ragazzo possono essere state anche queste, ma è chiaro che  ha creato un enorme problema e non solo per lei ma anche per noi; adesso  noi siamo coinvolti in una situazione che non ci riguarda perchè un ragazzino si è rifiutato di dire ciò che doveva essere detto al momento giusto? - -Alec continuò- Forse non è quella la ragione. Io comincio a dubitare che Julian sia fuggito per amore, nel loro istituto è stato trovato lo zio morto. Come si spiega questo ? Può essere benissimo stato lui. Dobbiamo informare il Conclave.
- Basta!- Clary con il massimo della risolutezza battè i pugni sul tavolo; un gesto che fatto da lei sembrava l'opposizione di un bambino alle pretese della mamma. Era così piccola e minuta, che il suo tentativo d'imporsi fallì, ma riuscì ad ottenere la loro attenzione.
- Io non credo affatto che Julian possa aver ucciso qualcuno, è insensato pensarlo. Alec, non possiamo informare il Conclave o sapranno quello che è successo-. -Dobbiamo Clary, è morto uno di noi, è giusto che i membri del Consiglio lo sappiano e che rendano al defunto i giusti onori-. Clary abbassò il volto, non poteva ribattere. 
Jace si avvicinò alla moglie - Faremo in modo che non si sappia della vicenda tra Julian e Emma, in fondo non sappiamo nulla di ciò che è successo dopo che Emma ha lasciato la stanza di Julian, ed è possibile che abbia ragione Alec sull'accaduto -.
Clary non poteva reagire, Jace aveva ragione; quindi si alzò e si recò fuori dalla stanza. Fermandosi sullo stipite della porta si rivolse agli altri in un sussurro - Avviso Jem e Tessa- e sbattè la porta più duramente che poteva, per quanto le era possibile. Si recò in cucina e si sedette accanto ad Emma per la colazione; la ragazza aveva preparato del semplice latte caldo che si misero a bere in silenzio. Clary aveva bisogno di riprendersi dopo le insinuazioni degli altri, non poteva credere che un ragazzo così giovane e innocente ai suoi occhi, quanto la ragazza che le sedeva accanto potesse aver ucciso un suo stesso  parente. Tuttavia dovette ammettere che lei stessa si era trovata in quella  situazione in passato; così il suo pensiero sfiorò il ricordo di quello che una volta era Valentine Morgenstern.
 
 
L'alba era passata da tempo, ma Julian stava ancora camminando, sperava di allontanarsi il più possibile da Emma; "lei non doveva sapere" continuava a ripetersi nella sua testa, come se Emma fosse stupida e non fosse in grado di arrivarci da sola. Ben presto avrebbe scoperto tutto e, nonostante  ciò lui continuava a pensare a lei, come se il ricordo potessere rendere meno pesante la sua fuga. A forza di camminare i piedi gli pesavarono quanto due mattoni, eppure non era arrivato molto lontano; il respiro gli si fece sempre più corto, non riusciva più a resistere, doveva assolutamente riposare. Aveva solo 17 anni ma aveva la resistenza di un sessantenne. - Non resisto- ansimò, prima di sedersi su un marciapiede a un bordo della strada. La città era San Francisco, non propriamente un luogo calmo e fresco, tipico della campagna. Julian cominciava a tossire, lo smog gli penetrava nei polmoni e più si allontanava, più la sua salute peggiorava. 
Seduto sul marciapiede, finì il poco di cibo e acqua che si era portato. Essendo scappato in fretta e furia dall'istituto non aveva avuto il tempo di procurarsi grandi scorte di cibo, e oltre a quello, le uniche cose che si era portato erano lo stilo e la stregaluce. Ma sentì qualcosa vibragli in tasca; il cellulare era rimasto nella tasca anteriore dei Jeans. Ovviamente Emma aveva cercato di contattarlo, sul display erano segnalate una ventina di chiamate e messaggi. In quello stesso momento Ems cercava di chiamarlo; la tentazione di rispondere era troppo forte, desiderava sentirla; accettò la chiamata e appoggiò il cellulare ad un'orecchio. Il ragazzo rimase ad ascoltare: Emma cominciò ad urlargli contro, ordinandogli di tornare indietro.
- Tu sei un pazzo, te ne vai senza un perchè, proprio quando le cose sono degenerate, non ti credevo così vigliacco e meschino; se hai dei problemi li avremmo risolti insieme, no ? Lo abbiamo giurato, sempre insieme, giusto ?- 
A Emma non giunse risposta, ma solo un respiro affannato e frequente, Julian non sapeva cosa rispondere -  Rispondi, ti prego- insistette lei.
Julian cercò di riprendersi, per recuperare un tono di voce il più duro possibile - Per me quel giuramento non ha valore, sono state solo parole inutili. Non mi cercare più -. 
La discussione fu seguita da un tonfo del cellulare sull'asfalto, segno che la chiamata era terminata. 


James e Tessa insieme ai bambini si stavano godendo il loro tour di Londra. Quante cose si era perso. Jem dopo essere diventato un Fratello Silente era stato costretto ad abbandonare quella città; grazie a ciò non aveva visto i disastri che le due guerre mondiali avevano provocato, ma si era perso la crescita di quel luogo, cosa che aveva rimpianto per molto tempo. La sera in cui erano arrivati in città era rimasto paralizzato dalla vista del London Eye: gli appariva come qualcosa di attraente e maestoso, che illuminava la strada. La vista di quella ruota suscitò nell'uomo la sensazione di essere a casa, nonostante non l'avesse visto prima di allora. Come un bambino fremeva dalla voglia di salirci, prese per mano Tessa, che avendo inteso il suo scopo, lo trattenne - oh no!! è enorme. E ormai è tardi, hanno chiuso l'accesso al pubblico- - Fallo per me, non riesco ad aspettare fino a domani- disse lui solleticandole la mano. Lei sorrise; era chiaro che per nulla al mondo avrebbe ceduto -D'accordo andiamo, penserò io a riattivare il meccanismo e fare in modo che nessuno se ne accorga-. Per Tessa il tutto fu semplice. E arrivati ai 135 metri di altezza aveva fermato la ruota. Da quell'altezza Londra appariva come un mosaico di parchi, piazze e  vie. James ne rimase affascinato, ne aveva affrontate tante e finalmente si sentiva libero di vivere di nuovo, come se il passato e il futuro fossero sovrapposti, la sua città di un tempo e la sua vita attuale lo avvolgevano. Tessa gli mise una mano sulla spalla e entrambi alzarono la testa verso il cielo, ammirando le stelle in silenzio.
Il giorno successivo tutti insieme avevano deciso di fare il giro della città in autubus, molti turisti lo facevano e James e Tessa non erano da meno, volevano vedere ogni centimetro di quella città , e grazie a quello, scoprirono alcuni dei più famosi musei di Londra. Erano le tre del pomeriggio quando erano appena usciti dal Tate Modern - La mostra d'arte è stupenda, peccato che Julian e Emma non l'hanno potuta vedere- disse Tessa preoccupata per non averli ancora sentiti- già mi chiedo se stian... - Il cellulare di James cominciò a vibrare; doveva abituarsi ancora alle ultime tecnologie, inutili quando era un Fratello Silente - Clarissa? è da parecchio che non ho sue notizie.- -Rispondi allora, non squillerà per sempre il cellulare, clicca sul tasto verde- - Fatto! Pronto, salve Clarissa, cos...- James rimase parecchio in ascolto e prima che Clary potesse finire con il fiato smorzato disse- Arriverò lì il più velocemente possibile-. Nel frattempo l'autobus aveva aperto le porte per far risalire i passeggeri - Tessa prendi i bambini e continua il giro io devo tornare indietro, ci sono enormi problemi a New York e preferisco andarci da solo, voi dovete rimanere qui, credo che per adesso sia il posto più sicuro- - No! Aspetta, ma cosa è accaduto ? Raccontami- chiese lei. -Non posso adesso, l'autobus vi sta aspettando! Facciamo in modo che questa vacanza sia di godimento almeno per qualcuno, ti telefonerò appena possibile per raccontarti tutto- e placò il tentativo di replicare di lei  avvicinando le sue labbra alle propre e facendo una lieve e delicata pressione, per poi bruscamente scostarsi. - Ora andate-.
 

Dopo aver avvisato James, Clary decise di parlare nuovamente con Emma, voleva sentire almeno l'opinione di qualcuno che l'avrebbe pensata come lei sull'intera faccenda, non poteva dire certo a James che Julian era un assasino.  Cominciò a salire le scale per andare in quella che ormai era la stanza di Emma, ma le venne un senso di vertigine e nausea che la spinse ad appoggiarsi al muro, reggendosi con entrambe le mani. Una voce sembrava chiamarla, provò a voltarsi, ma non c'era nessuno; le gambe erano scosse da un forte tremolio, che minacciava di farle perdere l'equibrio e per avitare di cadere si seddette su un gradino appoggiando i gomiti sulle ginocchia e il viso sui palmi delle mani.  Sentiva rimbombare una voce, ma stavolta era più forte e vicina - Non è ancora tempo di tornare, stai buona- esclamava candidamente la voce. Clary alzò il viso e vide un volto che a lei sembrava familiare, ma non riusciva distinguerne i lineamenti; provò a strizzare gli occhi per poi riaprirli, ma quando lo fece il viso e il senso di nausea erano svaniti, e si ritrovò in piedi sullo tesso gradino di prima. Doveva essere la stanchezza che le faceva venire le allucinazione, in fondo la notte prima non aveva dormito.
Arrivata da Emma trovò la ragazza in lacrime - cosa è successo ?- - Ho telefonato a Jules, lui non vuole più vedermi- -Cosa ? lo hai chiamato? Quando ? Lo sai che potevamo rintracciare il segnale del cellulare -. Emma aveva spalancato gli occhi, pieni di rabbia e tristezza -Ma hai sentito cosa ho appena detto ? Non vuole vedermi-. Clary la ignorò e  nel mentre aveva chiamato Alec; ora avevano una traccia da seguire e avrebbero potuto agire da soli, sperava solo che non avesse informato il Conclave, ma era troppo tardi. - Clary, mi dispiace, ma Ardek Merryowl sta già venendo in istututo; dovrà affiancarci nelle ricerche per riferire ogni minimo particolare al Conclave; il Consiglio ha la massima fiducia in lui, ma fai attenzione, non è molto paziente con chi non apprezza. -Farò attenzione, ma non sono così indifesa come può pensare- - Clary non fare di testa tua per una buona volta- ordinò lui con tono protettivo - comunque io e Jace stiamo tornando-. - d'accordo, non farò niente di avventato-. Clary riattaccò e diede un fazzoletto ad Emma, che non riusciva a smettere di singhiozzare. Clary si sedette sul letto accanto alla ragazza, avvolgendola in un abbraccio e scuotendola -Forza ormai Jules sarà lontano ma se sappiamo dov'è possiamo ritrovarlo; ormai la faccenda non riguarda solo te, ma anche noi e il Conclave. Quindi mettiamoci al lavoro-. Clary rivolse un sorriso alla ragazza - Lo riporteremo indietro, te lo prometto, qualsiasi cosa abbia fatto -  - Cosa avrebbe dovuto fare ? - chiese Emma. - Beh.. alcuni pensano che abbia ucciso Arthur- Il volto di Emma era diventato pallido - no no, non è possibile, non lui-. Emma stava startagliando, evidentemente sconvolta - Lui non farebbe mai del male a qualcuno, è Jules; fin da piccolo ha difeso me e i suoi fratelli, non potrebbe uccidere il proprio zio-. - Questo lo so, ma le persone possono cambiare- - Non lui- la interruppe Emma decisa, i suoi occhi azzurri rivelavano la totale fiducia nel parabatai. Clary ne fu colpita, non voleva spiegare il motivo dei suoi dubbi legati al rapporto con il padre, e se non fosse stato per questi avrebbe creduto alle parole di Emma senza esitare, ma non potè fare altro che rispondere - Lo spero davvero-. Ma in un caso o nell'altro Emma, Clary e gli altri avrebbero riscontrato enormi difficoltà e dovevano essere pronti.
   
 
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