Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: KiarettaScrittrice92    13/04/2015    6 recensioni
- Buona notte fanciulla...
- Buona notte mio Angelo...
- Ladri per sempre...
- ...bianchi e liberi!
- We can...
- ...do magic!
Questa storia è molto importante per me, ci ho messo tutta me stessa a scriverla parecchio tempo fa ed ho deciso solo ora di pubblicarla qui, per questo motivo sarà strutturata in modo diverso dalle mie altre fanfiction.
Innanzi tutto sarà divisa in tre parti (ossia tre grandi storie) che ovviamente avranno un filo conduttore che le unisce come se fossero una il sequel dell'altra.
Poi per ogni capitolo metterò l'angolo dell'autore (di solito non lo faccio con le long, ma con questa ci tengo a farlo) e lo metterò ad inizio capitolo non alla fine, pregherei tutti di leggerlo (ma se non volete pazienza).
P.S. Tutto quello che leggerete qui è strettamente collegato alle trame di Gosho, ma non sempre le seguirà alla lettera. Quindi se vedete delle incongruenze sono volute apposta (soprattutto nella storia del passato di Kaito), inoltre tutti gli spoiler della saga di Bourbon non esistono.
Per concludere il raiting giallo è messo solo per un singolo capitolo, quasi alla fine della storia, ma è tranquillamente raiting verde.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Kaito & Kiaretta'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Angolo dell'autrice:
A tutti quelli che mi stanno odiando con tutti loro stessi, perché ancora si domandano dove cavolo sono finiti Kaito e Kiaretta, chiedo di aspettare ancora un po'. Presto sarà tutto chiaro. A tutti quelli che invece mi stanno odiando perché faccio amoreggiare troppo Shinichi e Ran, spero che non me ne vogliano, ma purtroppo in questa saga si può dire che è la OTP principale.
Comunque potete stare tranquilli, la sfiga di Shinichi, che fino ad ora è rimasta a sonnecchiare in un angolino, presto tornerà a rompere le scatole al nostro detective.
Ah, quasi dimenticavo, piccolo appunto per questo capitolo, ad un certo punto verrà citata una canzone, io metterò solo pochi versi, ma consiglio a chi vuole di ascoltarla tutta è "Ama ancora" dei Sonhora.
Ringrazio ancora tutti i lettori che mi seguono, sia quelli che riescono a recensire in tempo per il capitolo successivo, sia quelli che leggono i capitoli con calma.
Buona lettura ^-^

La rosa rossa



L'appuntamento
 

«Che cosa? – urlò Kogoro sputando un po’ di birra – Te lo puoi scordare mia cara! Non ti farò mai uscire di sera con quello là!»
«Quello là ha un nome! Si chiama Shinichi e lo conosci da quando è nato!» gli rispose Ran a tono.
«No, non lo sopporto da quando è nato. Mi soffia il lavoro e non fa altro che vantarsi!»
«Oh oh, – rise ironicamente la ragazza – perché vorresti dirmi che tu in questi due anni che lui non c’era non ti sei vantato di tutti i casi che hai risolto?»
«Non ti permetto di parlarmi così signorina!» rispose Kogoro sorseggiando la sua birra.
«Mi sono stufata, ho diciotto anni ed esco come, quando e con chi voglio!»
«Ok...»
«Ok?» domandò la ragazza allibita.
«Sì, vai pure, a patto di una cosa...»
«Spara!»
«Non più di una volta a settimana e devi tornare prima delle undici... inoltre non voglio più vederlo avvicinarsi alla tua bocca chiaro?»

 

Il giorno dopo Shinichi era agitatissimo, Heiji e Kikuito non riuscivano a tenerlo fermo. Andava avanti e indietro, poi si fermava davanti all’armadio, prendeva un completo lo guardava per un po’ e lo rimetteva dentro.
«Kudo, perché non metti quello azzurro?»
«Dici?» chiese il ragazzo dubbioso.
«E dai Shinichi! È da mezz’ora che fai così! Sembri una ragazza.» sentenziò Kikuito esasperato.
«E va bene.» rispose, poi prese un completo con giacca e pantaloni celesti e una camicia nera.

 

«Cosa ne dite? Celeste o verde acqua?» domandò Ran mostrando alle amiche due vestiti.
«Quello celeste, assolutamente!» esclamò Sonoko.
«Sono d’accordo, – confermò Kazuha – quello stile ti dona!» osservando il vestito lungo, di quelli che si legano al collo e lasciano la schiena scoperta.

 

«Mettiti un po’ di gel in quei capelli.» consigliò Heiji.
«Ma quale gel... rovina i capelli! Ci penso io, – intervenne Kikuito – siediti che te li aggiusto.»
Shinichi si sedette sulla sedia e l’amico cominciò a sistemargli i capelli arruffati, rendendoli se possibile più ribelli di prima.

 

Ran era seduta davanti allo specchio mentre Kazuha le tirava su i capelli con un fermaglio bianco, poi li ornò con due piccoli fiorellini dello stesso colore.
Quando ebbe finito, Sonoko le disse di chiudere gli occhi e iniziò a truccarla. Le mise un leggero strato di ombretto azzurro e poi una striscia sottile di eye-liner.

 

«E ricorda poco sborone e più sensibile.» disse Kikuito.

 

«...e sii te stessa!» concluse Kazuha.

 

Il citofono dell’agenzia Mouri suonò.
«Papà, – disse Ran affacciandosi alla porta dell’ufficio del padre, mentre i suoi orecchini lunghi e argentati dondolavano – io vado, la cena è in frigo la devi solo riscaldare nel forno.»
«Ok Ran...» rispose il padre già brillo.
Lei sospirò e chiuse la porta, per poi scendere le scale, aprì il portone d’ingresso e lo vide.
Non le era mai sembrato così perfetto come in quel momento. Il completo azzurro che indossava faceva risaltare il suo fisico slanciato, il colletto della camicia un po’ sbottonato e i capelli più scompigliati del solito gli davano una aria da ribelle, mentre quegli occhi azzurri come l’oceano la guardavano fin nell’anima. Le sorrideva, porgendole una rosa rossa, lei ricambiò il sorriso, imbarazzata, afferrando la rosa. Il ragazzo senza ancora dire una parola le porse la mano e la portò fino a un’elegante Spider nera, lasciandola completamente stupita, mentre tirava fuori le chiavi dalla tasca.
«Me l’hanno regalata i miei, non l’avevo mai usata fino ad ora.» disse lui compiaciuto.
«Sai guidare?» chiese lei con una nota di ammirazione.
«Che domande sono? Ovvio!» rispose lui risoluto. 
Poi le aprì la portiera dal lato passeggero e, da bravo cavaliere, aspettò che la ragazza si sedette per richiuderla, dopodiché facendo il giro si mise al posto di guida.
Ran posò la rosa sul cruscotto, mentre lui infilava la chiave. Subito dopo le fusa della Spider rilassarono l’aria.
«Sai Ran...»
«Sì?» si girò di scatto lei.
Lui però per qualche secondo rimase zitto. Non sapeva davvero per quale motivo, ma quelle due parole gli si erano fermate in gola, come se fossero impossibili da pronunciare. Si chiese cosa diavolo stesse aspettando e per quale motivo fosse così difficile. Cercò di prendersi di coraggio e sciolse la lingua. 
«Sei... sei bellissima stasera...» era sicuro di essere diventato rosso, ma continuò a guardare la strada, mentre le sue mani si contraevano sul volante come il suo stomaco.
«Grazie, – rispose, anche lei arrossendo – anche tu stai bene vestito così.»
Passò di nuovo qualche minuto di silenzio poi:
«Ran... io... vorrei che sentissi una cosa...»
Lei lo guardò con stupore e lui per tutta risposta non fece altro che accendere la radio, facendo partire una canzone.

Davanti a me lei confonde.
Il piacere lento che sarò,
il dolore che nasconderai.
Occhi d’acqua trasparenti che non ho.

Ran era sempre più stupita, ma si concentrò sulle parole.

Incatami, seducimi
illuditi, disperati
arrenditi, arrenditi
e ama ancora.

Già a metà canzone aveva gli occhi lucidi, ma si trattenne dal piangere per non rovinare il lavoro che aveva fatto Sonoko con il trucco.

Ama ciò che sei,
ama finché puoi,
ama ancora.

Appena la canzone finì Shinichi spense di nuovo la radio della macchina.
«L’avevo sentita qualche giorno fa. È di un gruppo italiano poco famoso, l’ho tradotta in giapponese con un po’ di difficoltà e poi ho chiesto a un mio amico se poteva cantarla e l’abbiamo incisa.»
Calò di nuovo il silenzio. Lui gli occhi fissi sulla strada, mentre lei si guardava le mani che tenevano la borsetta in grembo. Gli unici rumori erano il motore dell’automobile e quello delle altre macchine che venivano superate dalla Spider nera. Solo qualche minuto dopo, Ran finalmente ebbe il coraggio di parlare e dare il suo giudizio a quel regalo inaspettato.
«È bellissima!» disse, subito dopo tornò il silenzio.
Arrivati al ristorante, ancora in macchina, un uomo vestito di blu con una cartella in mano fece cenno a Shinichi di abbassare il finestrino. Lui fece come chiesto e appoggiò il braccio fuori.
«Nome?» chiese l’uomo
«Kudo» rispose Shinichi
L’uomo fece scorrere il dito sulla cartella e poi fece una crocetta a metà foglio.
«Parcheggio e tavolo numero dieci.» disse e Shinichi ripartì, mentre alzava nuovamente il finestrino.
Parcheggiarono la Spider e scesero dalla macchina, dirigendosi verso l’ascensore e prendendolo per entrare al ristorante, sempre in assoluto silenzio. Appena arrivata al piano, un cameriere li accolse chiedendo quale fosse il loro tavolo.
«Dieci» rispose Shinichi e vennero accompagnati attraverso il corridoio.
Si ritrovarono in una grande sala circolare. Da un lato vi era un muro bianco e immacolato, ornato con quadri eleganti dai disegni morbidi, mentre dal lato opposto vi era una vetrata enorme, divisa ogni due metri da dei paletti neri, infine il pavimento in piastrelle di marmo grigio e il soffitto di un bianco più scuro della parete, completavano il tutto.
La sala era piena di tavoli per due con tovaglie rosa confetto, alcuni occupati altri no. Il cameriere accompagnò i due a un tavolo vicino alla vetrata per poi congedarsi.
Appena seduta Ran si mise ad ammirare la veduta. Era uno spettacolo stupendo, Beika sembrava ricoperta da piccole stelle in quella sera perfetta.

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: KiarettaScrittrice92