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Autore: NightWatcher96    13/04/2015    5 recensioni
Prendersi cura di qualcuno può avere lati positivi ma anche negativi, questo si sa. Ma se i problemi ne fossero due, diramati in un'avventura mezza ironica dove Raph cresce continuamente d'età mentre Mikey regredisce?
Donnie ha solo 15 giorni di tempo per trovare una soluzione. O perderà per sempre i suoi due fratelli. Attenzione, però: il male è sempre nell'ombra e Leo lo sa.
TMNT Nick
Genere: Avventura, Fluff, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il vagito di un infante risuonava in una grotta lunga ed oscura.
Era Michelangelo, aggrappato alle forti braccia di Raphael, nella morsa dei colpi di tosse e degli starnuti. I suoi occhioni brillavano di lacrime e il suo piccolo corpo tremava.
Raphael non era riuscito a calmarlo; inizialmente, era bastato affidarsi alla coperta tirata fuori dallo zaino preso da Donnie, ma lungo un percorso in discesa attraverso il bosco, Mikey aveva ceduto ai piagnistei.
Donatello si grattò la nuca, guardando il sentiero diretto verso la salita inoltrata nella selva ancora più tetra. Il cielo era un ammasso di nubi notturne corvine, invece.
-Credo sia meglio accamparci qui- propose.
I due maggiori, a malincuore, si addentrarono nella grotta chilometrica e vi si sistemarono dietro a una fitta boscaglia umida, cresciuta grazie alla luce solare filtrante da alcuni buchi nel soffitto e l'acqua piovana che sgorgava da essi.
-Abbiamo anche una porta, visto?- ironizzò Donatello, tirando le ginocchia al petto.
Raph annuì senza prestare troppa attenzione; era impegnato a cullare il piccolo Mikey ancora singhiozzante. Il baby fratello gli strinse un dito tra le sue manine nel disperato bisogno di un po' di conforto.
-Perché piange in questo modo?- domandò preoccupato.
-Suppongo abbia fame... ma dubito che qui dentro troveremo qualcosa per sfamarlo- rispose sconsolato Donatello.
Raphael gli fece una lunga occhiata, rimuginando sulle parole del fratello e improvvisamente, gli si accese un'idea. Si alzò in piedi con aria fiera, consegnò il bambino a Donatello e gli fece cenno di tacere.
-Dove vai?- chiese ugualmente il genio.
-A cercare cibo. Mikey ha bisogno di mangiare-.
-Ma ti rendi conto in che posto siamo? Che cosa speri di trovare qui? Se punti a delle bacche, corri il rischio di avvelenare Mikey!- scattò Donatello, facendolo irrigidire. -Rimani qui. Sono sicuro che alla fine Michelangelo si stancherà e dormirà-.
Raphael ribollì di rabbia, però comprese effettivamente la veridicità di quanto appena assimilato. Tornò seduto, accanto al fratello minore, tirando un ginocchio al petto cosicché potesse appoggiarci un braccio su e lasciarlo dondolare a ritmo dei suoi pensieri.
Il pianto di Mikey continuò a riverberare nella grotta ancora per dieci lunghissimi minuti, poi si addormentò sfinito, con ancora alcune lacrime sul visino paffuto.
Donatello gli aggiustò la coperta sulla testolina e sul corpo, mentre lo avvicinava a sé il più possibile neanche fosse stato suo figlio. Si voltò a guardare la bocca della caverna, dove una corrente d'aria fredda entrava e raffreddava ancora di più l'oscuro riparo. Un lampo brillò di bianco per un attimo, si susseguì un forte tuono e le prime gocce di pioggia caddero, divenendo via via una forte pioggia.
-Per fortuna non si è svegliato- costatò Raphael.
-E' troppo stanco e affamato per svegliarsi- rispose mogio Donnie.
Raphie si tirò nuovamente in piedi per stiracchiarsi; si avvicinò alla bocca della caverna per osservare la pioggia allargare pozzanghere sul sentiero dissestato.
-Dormi un po', Donnie. Inizierò io il primo turno di guardia- disse, senza guardarlo.
Il fratello genio lo ringraziò in silenzio con un sorriso. Usò lo zaino come cuscino e si rannicchiò a pallina, con il piccolo Mikey molto vicino a sé. Lo vegliò per qualche minuto fino a quando il sonno non lo rapì.
Raphael gli si avvicinò di soppiatto; da come respirava tranquillo, Donnie non si sarebbe svegliato subito né avrebbe sentito nulla. Era una perfetta occasione per addentrarsi un po' di più nella caverna alla ricerca di qualcosa da mangiare.
"Farò presto" pensò, baciando la guancia di Mikey...
 
La grotta era più lunga di quanto avesse immaginato Raphael. Rocce smeraldo e violacee formavano un puzzle con il tetro grigio della galleria. Il ninja dovette stare attento a non inciampare in alcuni rialzi del suolo frastagliato e dopo un'interminabile camminata che spense le sue speranze di trovare qualcosa da mangiare, giunse davanti a qualcosa di strabiliante.
Era un frutteto sotterraneo.
Raphael deglutì e vi si avvicinò verso quegli alberi minuti, poco più alti di lui, dove i rami si abbassavano verso il suolo duro e compatto a causa di grossi frutti gialli davvero molto pesanti. Avevano un profumo gradevole, simile a fragole con limoni.
Raph ne raccolse uno. -Chissà se sono commestibili...- rifletté a bassa voce.
Stanco di continue esitazioni, la sua mano voltò alla cintura, brandì il coltello dal fodero e squartò senza pietà il frutto preso. Un succo lattiginoso gli colò sul palmo della mano davvero gradevole stando al suo odore. Ancora lievemente titubante, Raph lo leccò un po' e lo assaporò.
Era molto dolce, gradevole e più scendeva nell'esofago, più la fame cominciava a farsi sentire, finché un ringhio non lo fece ridacchiare.
-Penso siano buoni- esclamò e ne raccolse il più possibile.
Fortunatamente, durante il tragitto nella grotta a passo di corsa, Raphael non sentì il benché mimino malore. Una volta raggiunto il capezzale, costatò felicemente di essere stato molto veloce, nonostante avesse il fiatone.
"Fossi giovane come dovrei, mi sentirei ancora pieno di forze" pensò a malincuore.
Donnie e Mikey dormivano ancora profondamente e svegliarli non sarebbe stata una grande idea, così, Raphael Hamato continuò il suo turno di guardia, combattendo ferocemente contro la morsa del sonno...
 
***
 
Un fuoco brillava tra la fitta vegetazione, così diramata da creare un riparo naturale dalla pioggia scrosciante; il suo fumo bianco odorava di cibo cotto, sotto la cupolotta di foglie smeraldine e si spingeva in ogni direzione.
A riscaldarsi e a mangiare fagiani e pesci cotti, vi erano Leo, Splinter ed Angel. I tre avevano trascorso il resto della giornata a cacciare cosicché potessero ritrovarsi ben riposati e soprattutto carichi di energia nel nuovo giorno che immancabilmente sarebbe giunto.
Avevano dato sfoggio all'impeccabile mira con l'arco di Angel per ammazzare al volo uccelli, all'agilità di Leo nel pescare e al fiuto di Splinter per trovare anche alcune bacche commestibili.
-Forte la vostra storia- commentò Angel, dopo un morso al suo pesce abbrustolito.
Leo aveva deciso di raccontarle grosso modo la storia della sua mutazione e di come si fossero ritrovati bloccati in una situazione tanto pericolosa come i Giochi. Angel aveva ascoltato con grande interesse tanto da cancellare definitivamente la sua eccessiva diffidenza.
-E tu cosa mi racconti?- domandò a sua volta Leonardo.
Angel fece le spallucce nel tentativo di sottrarsi a qualche altra domanda. Sarebbe stato difficile trovare un filo per aggrovigliarlo al gomitolo della sua storia di come si fosse ritrovata in questa situazione. Però ci provò.
Leonardo si era fatto coraggio a raccontare dettagli segreti a una sconosciuta come lei.
-Beh, cominciamo con il dire che sono scappata di casa. I miei si sono separati e vivevo fino a pochi mesi fa con il nuovo marito di mia madre. Era un uomo così meschino che imbrogliava mia madre con una facilità impressionante solo per spillarle soldi e quant'altro- cominciò con evidente rabbia. -Su di me aveva sempre provato ad attuare violenze. Io non gli sono mai andata a genio. Il sentimento è reciproco tutt'ora, almeno- sbuffò, spezzando il bastoncino usato per sostenere il pesce arrostito. -Avrei tanto voluto rimanere con mio padre ma se ne è andato di casa una notte e nessuno ha più saputo di lui. Ho anche un fratello, Ryan ma anche lui ha lasciato la nostra casa perché odiava il marito di mamma...-.
-Che storia triste...- biascicò Leonardo.
Angel annuì e continuò. -Mio fratello Ryan è uno scavatore e si è occupato personalmente del tesoro segreto dei Wolpeart, comunque- disse con una nota d'orgoglio. -Avrei potuto andare a vivere con mia nonna, a New York ma non avevo i soldi necessari per un biglietto areo. Tanto per la cronaca, vivevo a Montreal-.
Leonardo prese un altro morso del suo pesce, così avvolto dal racconto della ragazzina. Era sicuro che la parte migliore dovesse ancora arrivare.
-Una notte ho fatto una scelta. Mi sono unita ai Purple Dragon, mi hanno inizializzato e ho cominciato a guadagnare tanti soldi nei furti alle gioiellerie, come pugile nei quartieri più malfamati e a portare a termine piccole missioni di truffe o di scippi-.
-Purple Dragon?- espirò Leonardo.
-Sì. Forse gli stessi che mi hai detto tu. Probabilmente la stessa banda in due luoghi diversi- confermò Angel.
Splinter spalancò gli occhi, sorpreso; quasi stentava a credere che una ragazzina di quattordici anni potesse essere un'abile borseggiatrice. Però gli occhi verdi di Angel non mentivano e malgrado il ghigno trionfale sulle sue labbra, una grande disperazione traboccava nelle nere pupille.
-Continua, figliola- aggiunse.
-I miei affari andavano più che bene e sono sempre sfuggita alla polizia. Poi, però, ho incontrato un uomo chiamato Bishop. Mi ha offerto di guadagnare molto di più... ho accettato e mi sono ritrovata in questo posto a pagare per il mio errore- borbottò con tristezza. -E questo è il mio racconto-.
-Da quanto tempo sei qui?- domandò Leonardo.
-Non molto. Due settimane, direi. La mia storia è molto recente- rispose l'altra, alimentando il fuoco crepitante. -Che ne dite di riposare un po'?- propose, poi.
Splinter si alzò in piedi, con l'indice premuto contro le labbra. Avrebbe cominciato lui il turno di guardia. Angel aprì la bocca per farsi spiegare le intenzioni del topo ma Leo la anticipò, scuotendo il capo con un sorriso. La ragazzina allora comprese e si rannicchiò in terra, addormentandosi con il tepore del fuoco...
 
***
 
La pioggia non aveva smesso un momento; anzi, era aumentata ogni mezz'ora e con essa un forte vento si era alzato. La flora tremava sotto il diluvio, i rami si piegavano quasi pronti a spezzarsi, gli arbusti più deboli rotolavano via, recisi dai fulmini che piombavano dalle nuvole corvine.
Per fortuna, per le orecchie di Mikey l'orchestra della bufera era una muta nottata. Il bambino non si era mosso dalla sua coperta, né svegliato, a differenza dei suoi fratelli maggiori.
Appena si era svegliato Donatello, Raph gli aveva raccontato della sua perlustrazione ed era scoppiato a ridere al broncio del genio in quanto quell'idea era andata contro il suo parere. Però, nel vedere quei gonfi frutti simili a dei palloni da rugby, lo conducevano ad apprezzare le gesta di Raph.
-Sono morbidi. Mikey potrà mangiarli- aveva detto il viola, assaggiandone uno. -E' incredibile che in posto del genere vi sia addirittura un frutteto!-.
-Già e la cosa ha stupito perfino me- rispose Raph, orgoglioso. -Adesso svegliamo Mikey-.
Donatello gli mosse dolcemente la manina; in un primo momento, il piccolo non diede segni di risveglio e per Raphael già questo fu un colpo al cuore di puro terrore. Per fortuna, con delle continue carezze sul pancino, si risvegliò, sbadigliando e strofinandosi nella coperta.
Fece un colpetto di tosse e si mordicchiò simpaticamente le labbra.
-Ba! Ba!- disse eccitato.
-Oh, buongiorno anche a te!- esclamò felice Donnie. -Raph ha trovato la pappa. Scommetto sei affamato, vero?-.
Mikey emise un acuto squittio di gioia. Radiosamente, il focoso staccò un pezzetto di quei frutti ancora sconosciuti e lo imboccò. Il piccolo inghiottì il suo cibo in un baleno e aprì da solo la bocca per averne ancora di più.
-A momenti temevo che l'avrebbe sputato- sospirò sollevato Donatello.
-Mikey è un bravo bambino- confermò Raph, rivolgendosi poi all'interessato. -Dico bene, pulcetta?-.
-Bababa!- protestò Mikey, interessato semplicemente a mangiare.
In una decina di minuti, due frutti erano ormai vuoti e in terra ne rimaneva solo la stessa buccia deforme appartenente alla famiglia degli agrumi.
Mikey fece uno starnuto ma anziché piagnucolare, dimostrò di essere molto più in forze e vispo. Si dondolò sul guscetto, ridendo soddisfatto.
-Bababababababa!- tubò, intento ad afferrarsi i piedini.
-Ottima mossa, Raph. Adesso, riposati tu. Tocca a me fare il secondo turno- propose Donnie.
Incredibilmente, il fratello focoso non obiettò nulla e si sistemò di fianco in terra, con la testa sullo zaino. Mikey gli si rannicchiò vicino e gridò a Donnie affinché comprendesse che desiderava condividere la coperta con il rosso.
-Ma tu guarda...- ridacchiò Raph, in uno sbadiglio. -Beh, notte Don-.
-Buonanotte-...
 
***
 
-Grande! Non solo ci troviamo non si sa dove ma anche in una prateria dove c'è una specie di cancello altissimo ed invalicabile? Casey Jones è l'ultima volta che ti seguo!- urlò una voce femminile.
Era April, ovviamente arrabbiatissima di trovarsi in mezzo al verde, con un cielo cristallino e alberi all'orizzonte. La capsula attivata da Bishop li aveva spediti qui.
-Calmati, Rossa. Dopotutto, questo posto è strano anche per me- si difese Casey, scrutandosi intorno.
All'occhio gli saltò qualcosa. Sorgevano piccole capanne fabbricate dall'esperienza e una buona dose di legname a sud: delle figure si muovevano, altre correvano ed ultime ancora osservavano incuriosite le enormi porte di ferro di quel cancello misterioso.
-Penso che non siamo i soli. Andiamo a chiedere informazioni- fece Casey, prendendola per mano.
I due corsero il più velocemente possibile e in pochi minuti superarono l'immensa prateria, ritrovandosi in quell'accampamento che ricordava un campeggio giovanile. Tanti ragazzi impegnati a svolgere qualcosa si fermarono, avendoli notati e li fissarono con apatia.
Non sembrarono minacciosi.
-Pensi ci attaccheranno?- sussurrò April.
-Spero di no... ma se così fosse, ci penserà il mio judo a stenderli!- sogghignò Casey.
-Anche voi bloccati qui?- domandò un piccolo bambino di anni sette.
Aveva capelli castani arruffati, un berretto rosso, una maglietta bianca e vermiglia, un jeans largo e scarpe candide.
-Non si potrebbe esattamente dire così... però sì- rispose April.
Gli altri numerosi ragazzi sgranarono gli occhi, sbiancando. La rossa non comprese effettivamente cosa diavolo fosse loro preso ma la sua risposta giunse sotto forma di mormorio.
-Una ragazza qui!-.
Lei non capì ma si rese subito conto di essere davvero l'unica del gentil sesso in quel posto e tutto ciò le alimentò maggiormente i già numerosi dubbi nella sua mente confusa.
-Il mio nome è Tyler. Stavo cercando di liberare mia madre dai M.o.B quando mi hanno catturato degli uomini misteriosi. Mi sono risvegliato qui- raccontò il bambino. -E voi?-.
-Normale scazzottata a New York e una botta in testa- rispose Casey. -Il mio nome è Casey Jones e questa è la mia amica April O'Neil-.
-Benvenuti al Labirinto, allora- sogghignò una voce alle loro spalle. -Mi presento. Mi chiamo Mondo Geko!-.
Era una rana gialla con macchie rossa, senziente ed antropomorfa. Indossava una maglietta nera, un jeans che lasciava scoperte le sue esili caviglie e scarpe corvine. Sotto al braccio stringeva uno skateboard.
Casey si guardò intorno confuso. -Labirinto? Dove?-.
-Si mormora che oltre quelle porte vi sia un grosso labirinto. Attraversarlo è complicato e ve lo dice uno che ci ha provato con altri- spiegò Tyler, in un sospiro.
-Ma noi non possiamo restare qui!- esclamò April, nella morsa della disperazione.
Questo le fece guadagnare l'attenzione di tutta la truppa di ragazzi e arrossì.
-Vi consiglio di rimanervene buoni- borbottò Geko, allontanandosi noncurante verso le bicocche di legno. -Anzi, stasera ci sarà da festeggiare il vostro arrivo. Fatevi un giretto, se volete. Ma ascoltate un consiglio: non superate mai e poi mai quel cancello. Potreste non tornare più o peggio...- borbottò di spalle. -La morte-.
April e Casey non poterono far altro che scambiarsi un'occhiata preoccupata...



Angolo dell'Autrice

Salve! Oggi aggiorno di nuovo, non siete contenti? Come? Sì? Benissimo!
Passiamo al dunque. Dagli Hunger Game ci siamo spostati a un altro film, che (non so se l'avete visto) si chiama Mazes: Il labirinto. Non è proprio un crossover, bensì solo delle piccole idee che richiamano vari film, con personaggi nuovi, vecchi e perfino della serie del 1987. Vi anticipo che ci sarà anche un luogo di magia e stregoneria.
Avete già capito no?
Chi si ricorda del palazzo Wolpeart? Che avventura, vero?
Oggi ho introdotto nel capitolo Tyler. Chi si ricorda di questo bambino? Ehehehe! Ricordo che quella in cui Raph lo aiutava a salvare sua madre era una fra le mie puntate preferite!
E Mondo Geko, che non si affida a quello del 1987, bensì in uno spoiler intravisto nella sigla delle TMNT 2012, Terza Stagione.
Preparatevi al peggio, ragazzi! Un abbraccio a tutti quanti!
  
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