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Autore: Elissa_Bane    13/04/2015    1 recensioni
John ha trovato una compagna, Giulia. Se ne andrà dal 221 B solo quando sarà certo di aver lasciato Sherlock in buone mani. Ed è così che conosce Cecilia, troppo giovane per il dolore che ha già sopportato. Cecilia, che è in grado di competere con Sherlock. Cecilia, che ha cicatrici ricamate addosso.
Attenzione: Mary nella storia non è presente, non è mai nemmeno esistita. Tutti i fatti si svolgono dopo la 2x03
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Deduction Is Easy, Life Is Not.'
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NDA: Okay, I'm back again. Scusate tutti se questo capitolo sarà OOC. Io ci ho provato, giuro, ma mi colavano tristezza e dolcezza insieme dagli occhi, mentre scrivevo aiut, che brutta immagine, ma amen. E' un capitolo scritto da molti più POV del solito, perchè volevo mostrarvi le reazioni dei vari personaggi a quello che è accaduto percedentemente. Eeeeeeee....basta. Credo di non dovervi dire altro se non di rilassarvi e non linciarmi vi prego, ho la pelle chiara e i lividi si vedrebbero. 
Come al solito, se mi lasciate una recensione giuro che non chiamerò Mory per farvi uccidere. 
xxxxxx
-Dan


Cercatevi una stanza

Capitolo 26

William Sherlock Scott Holmes

Giulia

Stamattina pensavo che sarebbe stata una giornata fantastica. Non sapevo nemmeno quanto mi sbagliavo.
È morta. La mia migliore amica è morta.
Si è uccisa, si è tolta la vita impiccandosi.
Ero troppo presa da me stessa per darle retta e lei si è uccisa.
Non me l’hanno lasciata vedere, credo. John mi ha preso in braccio e mi ha portata a casa.
Ricordo solo le lacrime e le premure di John.
Ma ora lei è morta.
È morta.

§§§

Sherlock
Se non è morta, se n’è andata. Provo a salire in camera sua, ma è chiusa a chiave. Dov’è la chiave? Cerco in tutta la casa, ma nemmeno l’ombra. Cercando di pensare razionalmente mi siedo sulla poltrona, osservando la sua, il libro, la vestaglia.
Il libro! Ho sempre avuto la risposta sotto gli occhi. Esulto prendendo il volume di racconti di Edgar Allan Poe. Due pagine sono gonfie, unite insieme. Le separo delicatamente e in mano mi cade una piccola chiave e una lettera con il mio nome scritto sopra.

Ciao Sherlock.
Hai ragione: non sono morta. Sono fuggita. Non da Moriarty. Da te.
Apri camera mia, butta le mie cose e cerca una compagna che ti renda felice. E perdonami, per favore.
Se vuoi delle spiegazioni, sul mio letto c’è una scatola. Non aprirla, se puoi. Vorrei che mi ricordassi come un’amica. Quella scatola cambierebbe tutto.

Grazie.

Non si è firmata, ma la carta è ondulata. Grosse lacrime ne hanno modificato la forma. Ha pianto scrivendola.
Corro in camera sua, aprendola e bloccandomi sulla soglia.
La parete col dipinto deturpato è stata ridipinta di bianco candido. Il letto è rifatto perfettamente, i libri nella libreria.
Troppo ordine. Non è da lei.
E poi sul letto c’è la scatola. La apro.

Disegni. Migliaia di disegni il cui soggetto sono io.
Il più vecchio è quello che dipinse dopo avermi osservato dormire

§§§

Cecilia
-Non mi va- un bambino capriccioso, ecco cosa sei. Ma ho promesso di proteggerlo e mantenere i suoi parametri vitali nella norma mi pare un buon inizio. Lo guardo, determinata a non cedere.
-Vai a dormire almeno un paio d’ore-
Lo vedo indeciso: infastidito del mio ordine è comunque stanco per la notte in bianco.
-Se vai a dormire ti faccio una torta- la tattica finale, la mia ultima chance
-Una torta?- rettifico, un bambino capriccioso e goloso
-Una torta- annuisco e sorrido al marmocchio
-Allora…vado-
-Ti sveglio io quando è pronta- va a chiudersi in camera e seduta sulla poltrona ascolto il rumore di abiti che cadono a terra. Poco dopo il silenzio è sovrano della casa. Cucinando il tempo passa in fretta e, messa la torta a raffreddare sul tavolo, vado a svegliarlo. Busso. Ancora e ancora, ma senza risposta. Decido di entrare e la scena che mi si para davanti agli occhi ha un non so che di…irreale. Steso a petto nudo sul letto, i capelli neri contro il cuscino candido, la luce del tardo mattino che gli gocciola sul torace è così simile ad Amore quando Psiche lo vide per la prima volta. Troppo. Esco velocemente dalla camera e corro al piano di sopra. Tela, tintura e disegno ciò che ho visto. E ora che è reale, che posso toccare il colore ancora fresco respiro meglio.

§§§

Gli altri sono molto più recenti.
Sotto c’è una foto, girata.

È quella che le inviò Moriarty nella scatola. Pensavo ritraesse Giulia, invece mi sbagliavo. Siamo noi due a Primerose Hill. Ricordo quel giorno. Avevamo risolto un caso intrigante e nel parco lei si era messa a ridere, appoggiandosi col viso sulla mia spalla.

Osservo la sua immagine felice. Perché te ne sei andata?
Infine, in fondo alla scatola, un foglio e un biglietto.

Pressure point rilevati: 1 / William Sherlock Scott Holmes


Sherlock, hai capito, non è vero?
Me ne vado perché con me accanto sei in pericolo.
E non posso accettarlo.

Dimenticami e sii felice.

§§§

-Dimmelo.
-Che cosa?- chiede Francesca fingendosi ingenua.
-Il mio punto debole. So che ne sei capace.
Ride –Tu e Cecilia siete un’eccezione alla regola.
-Perché?- domando.
-Perché in voi due il pressure point corrisponde al punto di forza.
Mi fermo a riflettere un istante –Quindi io sono anche il suo punto di forza- annuisce –E il mio?
Sorride sardonica –Ancora non capisci?
Rifletto.
-Se ci fossi tu al suo posto, non saresti disposto a rischiare la tua stessa vita pur di salvarla?- dice Moriarty nella mia mente.
-Dov’è?
-Non posso dirtelo- ammette candidamente.

§§§

Mycroft
In aereo, diretti verso Bombay. La prima meta dell’esilio volontario di Cecilia.
-Potrai risolvere un solo caso al mese, alle mie condizioni. Una sola visita, sempre al mese. Avrai contatti solo con me, e occasionalmente con Francesca, se lo desidererai- le dico. Annuisce, seduta elegantemente sulla poltrona. Solo lo stringere al seno la sciarpa di mio fratello tradisce il suo dolore. -Ne sei sicura?- le chiedo per l’ennesima volta.
-Si- dice fingendosi forte –Con me è in pericolo.
-Lo è di più senza.
-Affezionarsi non è mai un vantaggio- cita le mie parole. È il mio turno di annuire. -Proteggilo- mormora poi nascondendo le lacrime dentro alla sciarpa azzurra.

§§§

Sherlock
Dove sei, Cecilia? penso stendendomi nel letto, sul quale ancora aleggia il tuo profumo.
Mentre penso a quanto sia vuoto il mondo, proprio in questo momento, prometto a me stesso che ti riporterò qui. 
Verrò a prenderti, Cecilia. Non ti permetterò di sfuggirmi per sempre.

 

Cecilia
Come stai, Sherlock? Mi chiedo coprendomi con le lenzuola del mio nuovo, temporaneo, letto.
-Mi manchi già. Non avrei voluto lasciarti, ma senza di me puoi vivere sereno.- sussurro alla sua sciarpa, che stringo a me. Non posso fare a meno di soffocare un singhiozzo sordo nel tessuto celeste, sapendo che questa volta non ci sarai tu a consolarmi. -La tua vita e la tua felicità valgono molto di più della mia.

 

  
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