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Autore: Medy    13/04/2015    5 recensioni
"Roma, città eterna, città ove la storia si vive giorno per giorno, dove ogni strada parla , racconta, sussurra eventi , storie, giorni diversi da quello vissuto, giorni passati che hanno lasciato la loro traccia in ogni luogo e roccia , in ogni struttura, in ogni scultura e strada.
Roma , città dei mille colori, delle mille voci, dei sorrisi, delle bellezze, città della cultura stessa. Bellezza illuminata dal sole, bellezza sfiorata con raggi di luna. Meta, sogno, luogo di desideri e attimi da non perdere.
Roma , bellezza eterna, intramontabile......"
Roma farà da sfondo ai vari eventi che cambieranno la vita di ognuno di loro. Roma darà vita a sentimenti e scoperte di sè tenuto per lungo tempo nascoste o del tutto sconosciute.....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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Epilogo


Chiamatemi anche sadica, ma mi diverto a fare questi piccoli scherzetti di poco gusto!
L'epilogo e quindi la FINE, la messa in chiaro di tutto!
Buona lettura ragazze !
Medy
 
 
 
La cerimonia per i M.A.G.O furono molto brevi. Gli, ormai, ex alunni di Hogwarts avrebbero salutato i compagni di avventura quella sera stessa: Silente avrebbe dato un ultimo saluto con un regale e abbondante banchetto e poi i nuovi maghi sarebbero stati lasciati liberi di affrontare il mondo che li attendeva. Hermione Granger era stata prulipremiata non solo per il perfetto esame sostenuto: la sua carriera scolastica sarebbe entrata nella storia di Hogwarts e lei sarebbe stata come esempio e monito per i futuri studenti che avrebbero varcato i cancelli della scuola di magia e stregoneria.
Quell'anno era quasi volato e i cambiamenti che aveva trasportato con sè potevano essere visti con chiarezza. Draco Malfoy non aveva nascosto la sua felicità e aveva spiazzato tutti, quando alla consegna delle pergamene, aveva preso Hermione tra le braccia baciandola d'avanti ai presenti; compresi Lucius Malfoy e Narcissa, giunti lì con la speranza di poter convincere il primogenito ed erede Malfoy a ritornare a casa e rimettere le cose al giusto posto. Ma di fronte a quel comportamento Lucius aveva ricevuto un getto di acqua fredda con una consapevolezza che faticava ad insinuarsi in lui. Il signor Granger aveva dovuto faticare nel non dover prendere il ragzzo per il colletto e insegnargli il giusto modo di comportarsi con sua figlia; Jane gli aveva ricordato che anche lui aveva avuto comportamenti simili, ignorando il vecchio signor Bruner.
Astoria e Theodore erano diventati la notizia più sussurrata tra i corridoi, ma loro indossavano sorrisi e felicità anche quando i Greengrass - giunti anche loro ad assistere alla cerimonia di Daphne - avevano ignorato Astoria, che indossava la sua pancia con naturalezza e senza vergogna. Kyron Nott, a differenza di tutti invece, aveva abbracciato tutti congratulandosi con ognuno di loro come un qualunque padre avrebbe dovuto fare.
Blaise, invece, aveva accettato con un lieve sorriso quella pergamena e anche gli abbracci della madre e di Greta non erano stati abbastanza a risollevargli il morale. Ma aveva finto perfettamente che tutto andasse bene per poi rintanarsi nei sotterranei, sussurrando una scusa che prese al volo.
 
"Draco devi ancora preparare le valige e noi abbiamo il treno che parte domani mattina" Vedere Hermione nei sotterranei era diventato all'ordine del giorno e le divise, lasciate nei bauli, non facevano più notare la differenza di casa. Draco si passò una mano sul volto e si versò altro whisky.
"Ti prego Hermione, un momento di pace! Abbiamo appena ritirato i M.A.G.O, è finita! Voglio assaporare questo attimo di ozio prima di iniziare a pensare che devo trovarmi un lavoro e un garante che mi permetta di iniziare la mia carriera nell'ufficio misteri!" Draco aveva sempre aspirato alla carriera di Pozionista. I suoi voti, la simpatia che Piton aveva sempre nutrito nei suoi confronti, lo avevano incitato a lasciar perdere gli affari di famiglia e creare una sua carriera, senza l'ombra del padre che lo "aiutasse". E adesso che si era liberato definitivamente di quella maledizione, poteva rimboccarsi le maniche e cavarsela da solo.
"Piton sarà il tuo garante e inoltre sei riuscito ad ottenere il massimo dei voti all'esame finale di pozioni. Cosa hai da lamentarti" Theodore era disteso sul divano con Astoria al suo fianco intenta a leggere una rivista dedicata alle future madri. I rapporti tra lei ed Hermione non erano dei migliori, ma erano giunte ad un accordo dove ignorarsi sarebbe stata la soluzione migliore.
"Voglio gustare il mio Whisky e alle valige penserò dopo! Siamo maghi, un colpo di bacchetta e tutto si risolve" Fece schioccare le dita e la bottiglia di Whisky si mosse verso di lui, versando altro liquido nel bicchiere vuoto. Hermione alzò gli occhi al cielo e comprese che se non si fosse mossa lei, Parigi non l'avrebbe vista.
"Nella vita che ti attende, caro mio, la magia non può essere usata! Quindi prima ti abitui e prima riuscirai ad integrarti" Astoria voltò la pagina con noia, facendo sentire la sua voce solo per ricordare - ancora una volta - che una volta uscito da Hogwarts, Draco avrebbe dovuto cambiare le sue abitudini. Kyron lo avrebbe ospitato ancora, ma lui era deciso ad acquistare una propria indipendenza e abbandonare il suo status di rampollo. E questo avrebbe comportato anche l'accettazione di una vita meno facile, priva di qualsiasi agiatezza.
"Ho capito..." Draco abbandonò il progetto di stare tutto il giorno - e per l'ultima volta - sul divano al centro della Sala Comune dei Serpeverde e raggiunse Hermione in stanza, pronta a preparare le valige per l'indomani. Blaise era silenzioso nel suo solito angolo accanto al camino e guardava la scena con un lieve sorriso che gli incurvava le labbra. Lui quell'estate l'avrebbe vissuta diversamente dagli amici: Theodore e Astoria ormai convivevano e attendevano la nascita di quel bambino. Draco ed Hermione avevano progettato il primo viaggio insieme e lui, invece, si sarebbe diviso tra un posto e l'altro in attesa del suo tirocinio alla Gringott insieme a Theodore.
Bevve ancora, sperando di affogare i ricordi, ma riusciva ancora a sentire la sensazione di benessere che Hanne gli aveva lasciato quella sera e lo strappo doloroso provato al risveglio. Nè più una lettera o sue notizie aveva ricevuto e lui aveva cercato di puntare i suoi pensieri altrove, piuttosto che a lei. Ma non faceva altro che contare i giorni che lo separavano dal giorno del matrimonio e non riusciva a non sentire un vuoto che lo attanagliava e che lo gettava in uno stato di confusione e buio.
"Mentre voi piccioncini date un ultima sistemata alle vostre cose, io raggiungo madama Rosmerta. Li c'è un addio alternativo a quello di Silente. Credo che mi divertirò molto di più" Blaise si alzò di scatto, perche rimuginare sugli eventi lo avrebbe paralizzato in quella poltrona che ne aveva viste tante e adesso stava assistendo anche al suo lasciarsi andare. Lo sguardo insistente di Theodore era fastidioso, ma lui cercò di non darci peso. Si stiracchiò, sentendo i muscoli intorpiditi prendere vita e bevve l'ultima goccia di Whisky lasciato in fondo al bicchiere.
"Sono solo le sei del pomeriggio. Resta ancora un po'" Hermione uscì dalla stanza di Draco. Anche con lui il rapporto era mutato: Blaise vedeva Hermione con occhi diversi; la stima nei suoi confronti era aumentata e non avrebbe mai smesso di ringraziarla per tutto ciò che lei e Draco avevano fatto, anche se farlo le era costato tanto. 
"Pensa a Dracuccio, che non senza di te è un uomo perso" Blaise sorrise divertito nel vedere Draco. L'aveva raggiunta alle spalle, con una pila di abiti da mettere ben in ordine nella valigia: aveva tentato di usare la magia ma, dopo le urla di Hermione, era stato costretto a non utilizzarla e fare alla maniera Babbana.
"Zitto Zabini. Vorrei vedere te alle prese con la Granger. E' un'isterica" Hermione si voltò verso di lui sogghignando malefica.
"Io sarei isterica?" Un piccola vendetta stava bollendo nella sua testa. Vendetta che avrebbe attuato appena si fossero ritrovati soli in stanza.
"Non ci tengo. Preferisco della buona burrobirra ad una donna isterica! Quindi vi lascio... Ci vediamo magari al mio rientro" Stava per lasciare la sala quando Hermione balzò al suo inseguimento: sembrava intenta a non lasciarlo andare, come se fosse preoccupata per lui. Come se temesse che una volta uscito dai sotterranei Blaise avrebbe compiuto qualche sciocchezza.
"Non vuoi salutarci? Passeremo un mese intero a non vederci e sentirci... Non vuoi almeno festeggiare con noi?" Gli stava chiedendo di restare con loro in quel sotterraneo e smetterla di cercare la sua tranquillità altrove che non fossero i suoi veri amici. Blaise le accarezzò la mano, cercando di tranquillizzarla.
"Ci vediamo più tardi... ora ho bisogno di prendere un po' d'aria" Tentò nuovamente di andarsene ma Hermione lo fermò ancora e lo sguardo che gli rivolse fu seguito da parole che fece fatica a credere...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Roma baciata dal sole era spettacolare. I turisti l'ammiravano con il fiato mozzato e c'era gioia sui volti degli abitanti. Era una splendida giornata di fine Giugno e il caldo conduceva a rinfrescarsi. La gelateria "Sweet Moment" attraeva la solita folla di turisti che costringeva ad un duro ma anche appagante lavoro.
"Hanne, tesoro, riposati un po'. C'è Claudia che mi da una mano" La prozia Murphie, proprietaria della gelateria, le accarezzò le spalle invitandola ad uscire e prendere un attimo di riposo. Hanne era stata sempre ospitata ben volentieri in quella piccola attività - a cui prestava una mano - e la sua prozia era lieta di approfittarne per poter godere un po' della compagnia della sua dolce nipote.
"Grazie" Passò l'ordine a Claudia e uscì sul retro per rinfrescarsi un po'.
C'era molto sole quella giornata e, nonostante indossasse un abitino in lino, Hanne sentiva il calore quasi bruciarle la pelle. Bevve dell'acqua e si deliziò di un lieve filo di vento che passò troppo presto.
Sentì dei passi, insospettendosi: dal retro si poteva solo arrivare passando dal negozio, nessuno oltre chi ci lavorava poteva raggiungerlo. Si mise in allerta, con bottiglia di plastica stretta in pugno e ridicolizzandosi da sola: cosa avrebbe potuto fare una bottiglia di plastica contro un aggressore? Ma quando riconobbe il volto la bottiglia le cadde dalle mani e non riuscì a controllare il sorriso di gioia che si allargò sul suo volto. Era ingiusto provare quell'estrema felicità ma non riusciva a controllarsi. Sentiva un leggero formicolio all'addome e il respiro diventò sommosso.
"Hermione mi ha consigliato di trascorrere un'estate a Roma... sai per ricordare l'estate scorsa dove ho trovato un po' di tranquillità" Blaise indossava dei bermuda di Jeans, occhiali scuri e una canotta bianca. Poteva essere scambiato per un turista qualunque ma la sua venuta a Roma non era data dal Colosseo o dal Papa.
"Te lo ha detto..." Hanne era smaniosa, si dondolava da un piede all'altro, tormentandosi le mani. Era nervosa e felice e la voce tremava, tradendo il suo tentativo di sembrare impassibile.
"Avrei dovuto capirlo da solo. Ha progettato un viaggio che la terrà lontana da Londra per due mesi... Non credo che sarebbe mancata al tuo matrimonio." La guardava, e rivederla gli aveva gettato solo felicità, strappando via il ricordo dell'ultima notte passata insieme; strappando via anche l'odio che per un attimo aveva provato per lei. Era bella come sempre, i capelli erano cresciuti di un poco, il viso era sereno e lei era BELLISSIMA. C'era qualcosa che la rendeva più bella di quanto lui poteva ricordare.
"Eri distratto da qualcos'altro magari..." Blaise avanzava lentamente verso di lei, non mostrando i suoi occhi, nascosti dagli occhiali scuri. Si fermò solo quando le fu abbastanza vicina e, sfilando via gli occhiali, li mostrò: un manto di vera tristezza.
"Ho pensato a te... solo a te. Non ho avuto pensieri per nulla oltre che per quell'ultima notte. Hai lasciato un vuoto incolmabile... e non ho fatto altro che contare i giorni che mi dividevano da quel maledetto giorno. Ti saresti sposata ed io sapevo che sarei morto. Poi Hermione mi ha detto tutto. Ma voglio che sia tu a dirmi come sono andate le cose. Voglio la verità" Hanne respirò profondamente: aveva atteso quel giorno come se fosse consapevole che lui sarebbe tornato da lei. Sapeva che l'avrebbe raggiunta a Roma, dove tutto aveva avuto inizio, dove lei sperava che avrebbe portato fortuna per una nuova possibilità per entrambi; per poter ricominciare senza dolore, senza rimpianti, senza inganni. E lei avrebbe dato avvio a quel nuovo inizio.
"Non potevo sposarlo, Blaise. E quella notte non mi è servita per capirlo. Io lo sapevo da tempo, l'ho saputo dal momento in cui lui mi ha chiesto di sposarlo. Ma io volevo ricominciare ed essere felice. Solo che non lo ero più, perché tu non eri con me. Ho tentato con tutta me stessa di essere felice, ci ho provato ma non lo ero. Mi mancavi ma non volevo che mi mancassi. Sentivo le sue mani sul mio corpo e desideravo che fossi tu... e poi sei venuto alla festa di fidanzamento chiedendomi di venire con te e io avrei voluto solo dirti si... ma non era giusto iniziare cosi: come qualcosa di sbagliato. Perché quello che provo per te non è sbagliato: è la cosa più vera che io abbia mai sentito, è la cosa più vera che potrei provare per qualcuno. E dopo la notte passate insieme ho avuto bisogno di trovare il coraggio per lasciare Cyrus e sperare che Hermione parlasse con te e sperare che tu non fossi tanto arrabbiato da ignorarmi. Ho avuto paura che fosse successo, che Hermione ti avesse parlato e che tu aveva già fatto la tua scelta. Ed io sono scappata a Roma per buttarmi tutto alle spalle..." Hanne aveva cercato di trattenere le lacrime ma non era stata in grado di raccontare tutto con naturalezza. Singhiozzava e si manteneva l'addome  perché la paura che era albergata in lei per tutto quel tempo stava riaffiorando. Blaise sembrava impassibile di fronte alle sue parole; la guardava dall'alto, non muovendo un solo muscolo del suo volto rigido e fiero.
"Hermione ha deciso di lasciare a te la decisione di dirmi o meno tutto. Ma dopo due mesi di silenzio ha capito che, se non avesse parlato, io non avrei mai saputo nulla..." Sciolse la sua posa rigida e avanzò ancora verso di lei.
"Mi hai lasciato un vuoto soffocante... e il pensiero di te con quel Babbano mi tormentava ogni giorno. Tu non puoi stare con nessuno che non sia io... E nessuno può averti, se non io" Hanne sentiva la sua figura prepotente su di lei. Ma quando le mani le strinsero le spalle non sentì rabbia, ma ritrovò la dolcezza che aveva lasciato quella notte.
"Ti amo Hanne e non permetterò più che tu vada via da me... Voglio tutto di te, voglio prendermi cura di te e..." Fece scivolare la mano sul ventre, che sporgeva un po'. Hermione era stata attenta a spiegare tutto, così che una volta che lui fosse giunto a Roma, lo avrebbe fatto convinto di accettare ogni cosa.
"Del nostro bambino" Hanne si sciolse completamente e ritrovò conforto nel suo abbraccio. Hermione era stata una parte importante in quella faccenda. Dopo aver lasciato Cyrus con l'intenzione di aspettare Blaise, Hanne aveva scoperto di essere incinta. E, nonostante la sicurezza che quel bambino fosse il figlio di Blaise, aveva voluto dare maggior certezza. Hermione l'aveva aiutata restando zitta anche se fremeva dalla voglia di dire tutto a Blaise: aveva il diritto di sapere come realmente erano andate le cose. Lui aveva il diritto di conoscere la verità.
Si strinsero forte. Non si sarebbero lasciati mai più.
Roma era stata testimone del loro inizio che non aveva mai trovato una fine. Si erano amati da lontano, soffrendo, sentendo la separazione sulla propria pelle. Avevano vissuto come se non si fossero mai conosciuti. Ma non c'era stato attimo in cui non avevano levato lo sguardo verso il cielo e avevano sperato che un giorno le loro strade si sarebbero rincontrate per non separsi mai più... E quel giorno era arrivato e quell'inizio aveva trovato modo per continuare.
 
 
 
 
 
 
 
 
SEI ANNI DOPO...
 
"Odio le vacanze di Natale dai Potter" La bambina bionda uscì di casa con un balzo, affondando totalmente nella neve. Il cappotto verde la copriva abbastanza da lasciare libero solo qualche ciocca bionda, simile a quella del padre che la raggiunse prendendola per mano.
"Dakota smettila di essere come tuo padre e fai la signorina educata" Hermione Granger uscì per ultima da casa, ammonendo la sua primogenita che alzò gli occhi al cielo in segno di dissenso.
"Buon sangue non mente" Draco Malfoy andava fiero della sua dolce Dakota che traspariva il gene Malfoy da ogni poro.
"E tu smettila di incitarla ad essere antipatica come te. Hanne e Blaise già hanno raggiunto Harry, e Theodore sta per arrivare. Siamo i soliti ritardatari" Fioccava e le stradine di Londra erano tutte imbiancate. Poche auto si spostavano tra il manto nevoso e Draco porse il braccio a sua moglie, per poi controllare e assicurarsi che le strade fossero vuote.
"Quanto sei pignola, Granger" In un sonoro pop la famiglia Malfoy si dissolse per apparire nel salone caldo e luminoso della dimora che Harry occupava con sua moglie: Luna Lovegood. Blaise era seduto sul divano intento a giocare con una bambina: tutto faceva pensare che fosse sua figlia tranne gli occhi, che erano uguali a quelli di Hanne, che accolse Hermione, Draco e Dakota con un caloroso abbraccio.
La piccola Malfoy si spogliò del soprabito  e corse nel salone adiacente, dove c'era ad attenderla Drake - primogenito di Blaise e Hanne - che accolse Dakota con un leggero pugno sul braccio.
"Farò ancora fatica ad accettare Potter nella famiglia" Draco si tolse il cappotto e finse di ignorare l'occhiata severa della moglie.
"Devi anche iniziare ad accettare il fatto che io sarò il prossimo Ministro della Magia e questo fa di me un tuo superiore" Harry Potter entrò nel salone, reggendo tre bicchieri colmi di Whisky che servì a Draco e Blaise, che salutò l'amico di vecchia data.
"Per me sarai sempre Potter lo sfreggiato" Hanne tirò via Hermione, raggiungendo Luna alle prese con la cena per quella sera.
"E per me tu sarai sempre l'adorabile furetto" Draco storse il naso, ma non potè rifiutare del buon whisky.
"Zio Furetto" La piccola Mya battè le mani strappando un sorriso a Blaise, che la incitò a seguire la madre: era un momento per soli uomini, lontano dai figli e dalla vita matrimoniale.
"Ora insegni ai tuoi figli come mancare di rispetto?" Blaise lo spintonò, facendo quasi traboccare il whisky fuori dal bicchiere.
"Non essere rompipalle, Draco! E poi sei davvero un furetto" Risero insieme, Harry e Blaise, tenendo fuori il povero Draco ormai abituato alle continue prese in giro.
Un altro sonoro "POP" e Theodore si materializzò nel salone, con al seguito la bella Astoria, che salutò appena i presenti e lasciò che Kyron Jr raggiungesse Dakota e Drake che lo chiamavano a gran voce.
"Salve belli! Ora possiamo iniziare a mangiare, l'ospite d'onore è arrivato" Abbracciò i presenti e privò Draco dell'ultimo sorso di Whisky.
Astoria aveva mantenuto il suo fare alzettoso, ma dopo anni ormai ci si era abituati a quel carattere che solo Theodore aveva imparato ad amare. Si sistemò in poltrona e fece apparire una rivista: sarebbe rimasta lì fino all'inizio della cena, che fu servita poco dopo.
Non sembrava esserci posto per tutti, ma Luna ingegnosamente mise i bambini molto più lontano in modo che loro potessero consumare l'ottima cena lontani dallo stramazzare infantile.
Noah Potter e Dakota Malfoy furono messi vicini, e fu un grosso sbaglio. Come se conoscessero il rapporto che da anni intercorreva tra i rispettivi padri, entrambi i primogeniti, ad ogni occasione di incontro, non rinunciavano a farsi la guerra; che fosse di cibo o di frasi pungenti.
Drake Zabini si divertiva a guardarli e incitava o uno o l'altro a controbbattere, mentre Kyron Nott, Mya Zabini e Bree Potter restavano tranquilli al proprio posto, attendendo l'attimo in cui o Harry o Draco avrebbe compreso che era il momento di agire e mettere fine a quella piccola battaglia. Cosa che accadde quando Dakota fece rotolare Noah dalla sedia e si agguantò a lui, cercando di strappargli dalle mani la forchetta.
"Dakota Malfoy, non è un comportamento degno di una signorina!"Hermione cercò di strappare dalle grinfie di Dakota il povero Noah, ma sua figlia sembrava non volerne sapere.
Solo quando Draco si alzò e fece sentire la sua presenza Dakota sembrò calmarsi e Noah fu libero.
Oltre quell'episodio la cena sembrò proseguire bene, fino alla foto di gruppo di tutti i piccoli di casa.
"Sorridete...." Luna cercò di non notare come Dakota e Noah cercassero di tenersi lontani e come il malefico Drake cercasse invece di tenerli il più vicino possibile.
Un solo scatto fu fatto e ristrasse tutti in pose d'eccezione: Dakota e Noah intenti a farsi la linguaccia, Drake sulle spalle di Kyron schiacciandolo totalmente. Mya e Bree intente a pettinare le rispettive bambole e ignorando del tutto Luna che sospirò arresa.
"Buon natale ragazzi" Si rivolse ai presente sorridendo, anche a quegli ospiti improbabili: se solo qualche anno prima le avessero detto di invitare Draco Malfoy, Theodore Nott, Blaise Zabini e Astoria Greengras lei avrebbe scosso semplicemente il capo, rifiutandosi categoricamente di far entrare quelle persone in casa sua. Ma la vita a volte prepara sorprese inaspettate: erano gli ospiti soliti per festeggiare una qualunque festività. Ormai erano parte della famiglia, anche se piccoli rancori restavano ancora visibili.
Ma dopo tutto, andava tutto bene!
 
 

FINE.
 
  
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