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Autore: nuvole_e_popcorn    14/04/2015    4 recensioni
Tutte le volte che lo vedeva, aggirarsi per il Campo, abbaiando ordini a destra e a manca, gli si spezzava il cuore. Era come vedere metà di una persona vagare in cerca dell’altra metà senza posa. Jasper dubitava perfino che dormisse davvero. Quando avevano perso Clarke Griffin avevano perso anche Bellamy Blake, era lì fisicamente, ma c’era ancora qualcosa che vagava nell’aria. Quell’insieme che lui aveva fallito. [BELLARKE!]
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Marcus Kane, Octavia Blake, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo X 

Tragic man 

 

Erano partiti. La loro guida li stava conducendo per sentieri che sia Bellamy che Clarke conoscevano fin troppo bene. Il Terrestre aveva preteso che Clarke camminasse di fianco a lui e che il suo protettore di fianco a lei, gli altri potevano andarsene all'Inferno per quanto lo riguardava, lui aveva la chiara missione che condurre l'Erede Clarke Griffin al suo colloquio con Heda Lexa, degli altri non gli interessava, non erano una sua responsabilità.  

Abby e Kane osservarono i due ragazzi che camminavano a passo spedito davanti a loro. Abby non osava ammetterlo, ma sua figlia le somigliava anche troppo per i suoi gusti, avrebbe voluto avesse preso più del suo altruismo dal padre, non desiderava certo che la ragazza avesse ereditato anche il suo atteggiamento, ma pareva che invece Clarke fosse la sua esatta fotocopia con il temperamento della madre e l'altruismo del padre, una combinazione con cui Abby odiava scontrarsi. Poi c'era Bellamy, quel ragazzaccio che aveva messo gli occhi addosso a sua figlia e che non le piaceva per niente, Kane d'altra parte le diceva continuamente che gli ricordava se stesso da giovane, ma Abby una cosa la sapeva per certo: Bellamy Blake avrebbe dato la vita per sua figlia e per questo gli permetteva di stare vicino a sua figlia, anche se dubitava che anche se si fosse opposta a sua figlia sarebbe interessato.  

 

"Spero solo che tutto questo conduca a un trattato più solido del primo che abbiamo intrattenuto con i Terrestri" bofonchiò Clarke, quando si fermarono per la notte, a piedi ci avrebbero impiegato una giornata intera a raggiungere l'accampamento dei Terrestri. Abby e Kane erano seduti a poca distanza ed erano presi da loro chiacchiere concitate, ma comunque le sue parole erano intese solo per le orecchie di Bellamy, che le colse e con una nota di amarezza rispose: 

"Clarke, non è stata colpa tua se Lexa ci ha traditi" 

"Non posso fare a meno di pensare che lo sia" rispose Clarke "In fondo, se non l'avessi respinta quando mi ha baciata, forse non ci avrebbe traditi" 

"Lei cosa?!" esclamò concitato il ragazzo, spostandosi i ricci ribelli dalla fronte. 

"Lei mi ha baciato e io l'ho respinta" sillabò Clarke "credo che ci abbia traditi così su sue piedi per quello" spiegò ancora "ma io non potevo, non con te che avevi rischiato la vita facendo l'infiltrato... e comunque non avrei voluto... così l'ho respinta e lei si sarà sentita tradita.. non posso fare a meno di pensare che per questo sia colpa mia che tutte quelle persone siano morte" sussurrò portandosi le mani a coprire il viso, quello che fece Bellamy la sorprese, le prese dolcemente le mani fra le proprie e la fissò intensamente. 

"Hai risposto al bacio?" 

"Di tutto quello che ti ho detto, ti interessa sapere solo quello?" 

"Tu rispondi e basta, Principessa" 

"In un primo momento, perché era quello che volevo: volevo che meritassimo di meglio, che meritassimo amore e pace... ma non appena ho sentito le sue labbra ho capito che non era davvero quello che volevo, ciò di cui avevo bisogno" rispose Clarke sinceramente "Lo so, che sei arrabbiato che non te l'ho detto, ma eri distante..." 

"E quindi cosa, finirai col baciare Capi stranieri ogni qual volta che io sarò da qualche altra parte a combattere le tue battaglie? Sono quasi morto là dentro Clarke! Per te!"  

Stava dando di matto. Clarke poteva capirlo. Lo avrebbe capito perfino se non l'avesse più voluta. Ma doveva spiegarsi. Gli prese il volto fra le mani e Bellamy la fissò con i suoi occhi scuri e - per sua sorpresa - bagnati di lacrime che minacciavano di sgorgare. 

"Bellamy. Io ti amo. - scandì ogni parola per darvi ancora più forza - non sono mai stai più sicura di nient'altro nella mia vita. Ma non lo sapevo. Quando Lexa mi ha baciato l'ho capito... Ho sbagliato a non dirtelo, ma temevo che questo ti avrebbe allontanato. Ma io amo te, non Lexa, mai Lexa. Lo capisci, vero?"  

"Non fare mai più una cosa del genere, Principessa - suonava tanto come una minaccia, ma era addolcito dai suoi gesti, le aveva portato una mano sulla nuca e aveva appoggiato la fronte a quella della ragazza - perché non credo potrei sopportarlo" e allora fu Clarke a stupirlo. Incurante delle persone che avevano attorno si avventò sulle sue labbra, ignorando il gridolino scandalizzato di sua madre e le parole che Kane le rivolgeva per calmarla.  

"Non lo farei comunque - promise - ora che so cosa significa avere te, non credo che potrei mai avere altro" 

"E non hai ancora provato il meglio, Principessa" ghignò lui. L'atmosfera che si era fatta plumbea fu risollevata di colpo e Clarke scoppiò a ridere.  

"Mi toccherà provarlo allora, prima o poi" 

"Io voto per il prima" scherzò lui. Finalmente tutto era tornato alla normalità. 

 

Lexa li attendeva in un bunker ed era seduta sul suo trono, la lunga gonna sfilacciata, senza i trucchi propri di una guerriera, i suoi occhi verdi li osservarono dal momento che misero piede all'interno della stanza fino a quando non presero posto seduti al tavolo.  

"Ci hai fatti chiamare" iniziò Clarke, per nulla intimorita dalla postura algida della donna che si trovava di fronte.  

"Sì. Sono anni che gli Sciamani imperversano e sfruttano la nostra gente, se insieme abbiamo sconfitto gli Uomini della Montagna, insieme possiamo sconfiggere loro" 

"Ti ricordo che  a sconfiggere gli uomini della montagna siamo stati noi, Lexa, senza il vostro aiuto, quindi dimmi - rispose Clarke acida - perché dovremmo allearci con voi?" 

"Perché questo è un nemico che va al di là delle vostre forze, ma delle nostre forze unite no" rispose pragmatica Lexa. Clarke rimase in silenzio, e la parola passò a Bellamy.  

"Gli Sciamani, - disse lui - sembrano interessati a un determinato gruppo di persone come è possibile che voi non abbiate mai instaurato una rivolta insieme alle altre tribù?" 

"Siamo troppo divisi. Ma i Terrestri e gli SkyPeople, insieme possiamo farcela" 

"Non vedo per quale ragione dovremmo fidarci di te, Lexa. Ci hai già traditi in passato, una volta coniglio, coniglio sempre" disse acida Clarke, che mal aveva digerito il comportamento dell'altra donna.  

"Dammi l'occasione di dimostrare che non è vero. - pregò Lexa - non voglio che il mio popolo debba soffrire oltre le atroci pratiche degli Sciamani... sto chiedendo il tuo aiuto, Clarke degli SkyPeople" il discorso le parve così sentito e gli occhi di Lexa così determinati che Clarke rimase ancora una volta in silenzio e lanciò un'occhiata di intesa a Bellamy, che le posò una mano su un ginocchio cercando di sostenerla, qualsiasi fosse la scelta che decidesse di prendere. 

"Molto bene... sentiamo cosa si può fare" 

"Gli sciamani non ci daranno tutto il tempo di prepararci non è vero?" domandò Bellamy. 

Infatti" rispose Lexa "per questo ancora prima della fine dell'Inverno vi ho fatti chiamare" 

"Dobbiamo attaccare per primi" comprese finalmente Clarke, la donna annuì.  

Il piano era semplice, di sicuro gli Sciamani erano già partiti lasciando la loro Capitale quasi completamente sguarnita, se li avessero preceduti, seguendo un passo impervio fra le montagne e seguendo il corso del Fiume Lungo verso la Diga Artificiale, li avrebbero battuti sul tempo, attaccando la capitale, le altre truppe sarebbero rimaste indietro e avrebbero così chiuso il nemico in un braccio di ferro, costringendolo ad arrendersi. 

 

 

"Non ti lascerò andare laggiù da sola!" sbottò Bellamy portandosi le mani ai fianchi. Qualcuno dei Terrestri era stato posto a difesa dell'Erede (la cui nomina ufficiale si sarebbe tenuta il giorno della partenza) e cercavano di essere il più discreti possibile, nei riguardi di quella che era già considerata una coppia fatta e finita. Ma la tenda non avrebbe attutito così tanto i loro battibecchi. 

"Anche io preferirei di no, ma devi capire che non posso lasciarli senza una guida! Ho bisogno che tu rimanga qui!" Clarke sarebbe dovuta partire per tradizione (nelle spedizioni l'Erede deve sempre seguire l'Heda) e aveva chiesto a Bellamy di restare indietro (sacrilegio!). 

"Non ti guarderò andartene un'altra volta, Clarke - rispose lui determinato, puntandole contro un indice accusatore, la ragazza da seduta che era sul letto non ebbe il coraggio nemmeno di muovere gli occhi dai suoi - se tu vai, io vengo con te. Fine della discussione. Jasper e Monty possono occuparsi di loro e con loro ci saranno anche Raven e Wick, sapranno badare a loro stessi. Tu non lascerai la mia vista di nuovo, Clarke Griffin - suonava come una minaccia - o giuro che ti legherò a questo letto e non usciremo mai più dalla nostra tenda. Tu vai, io vengo. Tu resti, io resto. Punto" Clarke non sapeva se strangolarlo o baciarlo. Ma come sempre alla fine, l'avrebbe baciato, l'avrebbe perdonato e l'avrebbe accontentato, non poteva farne a meno, anche perché anche lei lo sapeva, quando non erano insieme si trovavano sempre nei guai. Ma non l'avrebbe abbandonato per nulla al mondo.  

"Quanto sei melodrammatico" scherzò lei. 

"Sono solo preoccupato. Non voglio lasciarti sola" rispose lui, allora Clarke si alzò e gli prese il viso fra le mani. 

"Neanche io voglio che tu lo faccia" 

"Allora non chiedermi di rimanere" pregò lui. Clarke annuì appoggiando la propria fronte alla sua e sospirando. 

"Ok. Partiremo insieme" 
Fine decimo capitolo

Nel prossimo capitolo:
Clarke sbuffò, osservandosi attorno, faceva freddo lassù fra le montagne e il piccolo fuoco che avevano acceso non scaldava chissà quanto, Bellamy le aveva avvolto la propria sciarpa intorno al collo, pretendendo che lei la tenesse e poi l'aveva abbracciata rimanendo in silenzio. E in quel silenzio Clarke guardò il ragazzo, no l'uomo, che amava e giurò a se stessa che nulla li avrebbe allontanati e nulla li avrebbe divisi, mai più.


Eccoci qua, voi che ne pensate??? Attendo vostri commenti! Ringrazio ancora tutti i lettori silenziosi o meno e vi auguro buona giornata... cercherò di aggiornare al più presto! Un bacione Giu

 

  
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