Fanfic su artisti musicali > Taylor Swift
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Autore: messoftwodreamers    14/04/2015    0 recensioni
La vidi portarsi una ciocca di capelli dietro le orecchie.
Un gesto semplice, quasi scontato.
Eppure.. la trovavo più aggraziata e bella di quanto ricordassi..
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Taylor Swift
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sveglio e senza nemmeno aprire gli occhi, allungo il braccio verso il comodino per prendere il telefono. Accendo lo schermo e un immediato sorriso da pesce lesso mi si stampa sul volto.
Oggi è domenica. Oggi esco con Lucas. Il solo pensiero mi fa arrossire e mi copro il viso con le mani.
Di solito nel finesettimana voglio solo starmene a letto a dormire e guai a chi mi sveglia. 
Invece, stamattina mi sento tipo Cenerentola, che canta, si alza tutta contenta dal letto, chiacchiera con gli uccellini e si veste di mattina presto.
Danzo giù per le scale, facendo una piroetta quando scendo l'ultimo scalino.
«Oggi è il gran giorno, eh?», si prende gioco di me mia madre. Ma non ci casco. «SI!», canto io.
Mia madre scoppia a ridere, un suono gioioso e divertito. «Sai già dove andrete?».
Scuoto la testa, versandomi del latte in una tazza con i cereali. «Sarà una sorpresa a quanto pare», faccio un gran sorriso, trattenendo a stento l'entusiasmo. Non vedo l'ora!

Dopo aver fatto colazione, vado di sopra a studiare. Ho ancora tre saggi di letteratura da fare, ripetere per il test di storia e degli esercizi di matematica che grazie agli insegnamenti di Lucas, sono finalmente in grado di capire (amen).
Ho la testa da tutt'altra parte, non riesco a concentrarmi e non posso fare a meno di fantasticare su stasera. Il cuore prende a battere velocemente, ma scuoto la testa, nel tentativo di tornare ai miei compiti e concentrarmi.
I saggi hanno richiesto più tempo di quanto avevo immaginato: mia madre mi ha chiamato più volte per il pranzo ma devo ancora finire. Che strazio. Ma non posso tornare a scuola senza aver finito. «Così impari a ridurti alla domenica per fare i compiti, Taylor», ricordo a me stessa.
Dopo una merendina (MERITATISSIMA) e un bicchiere d'acqua torno ai miei saggi e li completo. Finalmente. E adesso la parte più semplice: storia e matematica. Faccio una risatina.  Chi l'avrebbe mai detto che trovassi matematica facile?

Dopo aver finito l'ultimo esercizio, mi lancio di scatto dalla scrivania, con la mia piccola sedia da studio. Mi stiracchio e do un'occhiata all'orario. Sono appena le 5 e mezzo, giusto il tempo per farmi la doccia e prepararmi. Non perdo un secondo di più e mi fiondo in bagno. Devo fare in fretta, ripeto tra me come un mantra.
Una volta lavata e asciugata, mi infilo il vestito che io e Sarah abbiamo preso ieri quando siamo uscite a fare shopping. Un semplice vestitino di pizzo bianco con le maniche a tre quarti decorato alla vita con un cinturino di pelle lucida nera. È più corto di quello che indosso solitamente io, e il pensiero che le mie gambe siano così in vista mi fa arrossire, ma Sarah ha insistito tanto.. non avevo altra scelta.

Comincio a sentirmi un po' nervosa, via via che i minuti scorrono. Prendo un bel respiro per calmarmi e faccio la messa in piega ai capelli, senza applicarmi più di tanto. Dopo varie idee decido di portarli semplicemente su una spalla: non ho la pazienza per pettinarli in modo elegante.
Metto le parigine di vernice e prendo la borsa. Sono pronta. Il cuore sta per uscire fuori dalla cassa toracica. Sarò abbastanza carina? E se faccio figuracce? Devo stare superattenta ora che ho i tacchi. Oh no, e se mi bacia? Cavolo, non so baciare per niente! Oh, povera me.
Qualcuno suona al campanello e i battiti accelerano. Ancora.
«È per me mamma, ci vediamo dopo!», grido fiondandomi alla porta.
Con grazia, Taylor, con grazia.
Faccio un respiro profondo (cavolo, a forza di farne finirò l'aria sull'intero globo) e apro la porta.
«Ehi», mi sorride Lucas sicuro di sé, ma dolce al tempo stesso. I capelli spettinati e uno sguardo quasi arrogante mentre stringe tra le mani un piccolo mazzo di fiori di campo. Semplici e delicati.
«Ciao», dico, prendendogli il mazzo dalle mani. «Grazie sono bellissimi», ricambio il suo sorriso.
«Mai quanto te stasera. Fatti guardare», fa un passo indietro, facendomi fare delle piroette. Non posso fare a meno di ridacchiare come l'imbecille perfetta che sono.
«Sei da mozzare il fiato», sussurra tirandomi a sé, mordendosi il labbro.
Arrossisco. Vorrei scappare a nascondermi dall'imbarazzo. Invece abbasso la testa e dico: «Ehm.. vogliamo andare?». La mia voce è appena un sussurro.
Sento Lucas ridere tra sé. «Certo», dice, intrecciando le sue dita alle mie. Ah, cavolo. Se continua così, non arriverò nemmeno a metà serata.

Mi accompagna alla parte del passeggero di una BMW rossa. Ha l'aria di essere molto costosa.. non mi aspettavo che Lucas fosse anche ricco, oltre che bello (e dolce e cortese e perfetto) ma non mi sorprende nemmeno più di tanto.
Mi infilo dentro, dopo che lui con tanto di inchino e un dolce: «Dopo di te», mi apre la portiera.
Rispondo con un sorriso, incapace di spiccicare parola.
Una volta sistemato anche lui, fa partire la macchina e intreccia di nuovo la sua mano alla mia. Arrossisco di nuovo sentendo il suo sguardo su di me.
«Cos'hai fatto oggi?», mi chiede all'improvviso. 
Vorrei filarmela. Ma non voglio allo stesso tempo. Oh, santo cielo. «I compiti per domani. Ho fatto gli esercizi di matematica. Mi trovo in tutti», dico con una punta d'orgoglio.
«Davvero?», esclama entusiasta.
Annuisco vigorosamente. Piano piano, sento il nervosismo scivolare via. «Si! Non è fantastico?! Quasi non mi sembra vero! La matematica non è più una sconosciuta per me».
«Vola basso Swift, il merito è tutto mio», sghignazza.
Alzo un sopracciglio, dandogli una gomitata. «Ma smettila! Sono una brava alunna apprendo in fretta», ghigno anch'io. Scoppiamo a ridere entrambi.
Dopo dieci minuti arriviamo al cinema. Stavo per scendere, ma Lucas mi precede aprendo di nuovo la portiera per me. «Che galante», commento scherzosamente, ridacchiando (proprio non riesco a fare a meno di ridere come un'idiota. Perfetto).
Lui mi sorride e mi cinge la vita con un braccio. Ah, cavolo.

«Che film vorresti vedere?», mi chiede una volta dentro.
«Ah.. non saprei. Per me va bene qualsiasi cosa, tranne gli horror», aggiungo con un brivido. «Mi spavento facilmente e avrò gli incubi per tutta la notte. Non vorrai avermi sulla coscienza, vero?», ghigno, guardandolo con la coda dell'occhio.
«Ti starei accanto finché gli incubi non vanno via». Detto questo mi prende la mano e la bacia, tenendo sempre gli occhi fissi nei miei.
Arrossisco di colpo e tiro via la mano, distogliendo lo sguardo. Mi sta mandando in pappa il cervello.
Lui fa una risata sommessa e mi prende per mano.
Dopo aver preso i biglietti, ci avviciniamo al mini bar per prendere una ciotola enorme di pop corn e delle coca cola. Ottima distrazione dal film, nel caso sia terribile.
Lo vedo destreggiarsi a fatica con tutte le cose che porta in mano, quindi intercedo e prendo la mia coca cola e i pop corn.
«Chiedere aiuto non ti rende meno figo, sai?», dico alzando un sopracciglio.
Lucas si limita a ridere, facendo entrare prima me in sala. Gli faccio un sorriso di gratitudine, ed insieme scegliamo i posti dove accomodarci.
È appena iniziata la pubblicità e pop corn mi stanno praticamente supplicando di mangiarli tentandomi con il loro odore. Devo resistere.
Lucas accanto a me fa per prenderne un po' ma scaccio via la mano. «Ah no, caro, aspetta che inizia il film».
Lucas alza le mani in segno di resa. «Mi scusi, sergente Swift», dice trattenendo a stento una risata.
«Scuse accettate».

Il film parla di ladri, rapine, tradimenti, sparatorie e c'è decisamente troppo sangue. Impercettibilmente, mi avvicino a Lucas tenendolo per il braccio e nascondendomi dietro la sua spalla. «S-scusa..», mi sposto dall'altra parte, coprendomi il viso con le mani.
Lucas mi cinge le spalle e mi avvicina a lui. «Sshh, non è nulla», mi sussurra in un orecchio. I suoi sussurri mi mandano brividi lungo la schiena, mentre dagli altoparlanti, sento il rumore degli spari fermarsi.
Mi rimetto dritta, avvampando, e la scena si ripete ancora, finché non rimaniamo così, lui che mi stringe a sé, per tutta la durata del film.

Le luci finalmente si accendono ed emetto un sospiro di sollievo.
«Oh andiamo, non era così terribile!», esclama Lucas, il suo braccio ancora intorno a me.
«Lo era. Il novanta per cento del film era sangue», dico imbronciata.
Lucas fa una risatina. «Andiamo, mi farò perdonare offrendoti la cena».
Mi aggiungo alla sua risata, guardando l'orologio. «Sarà meglio che mi porti a casa. Ti farai perdonare la prossima volta».
«La prossima volta? Vuol dire che ci vedremo per un secondo appuntamento?», esclama lui, sorpreso ed entusiasta.
Arrossisco alla sua reazione, abbassando lo sguardo.
«Lo prendo per un si», sussurra, prendendomi di nuovo per mano, lasciandola solo per entrare di nuovo in macchina per poi riprenderla nella sua e posarla sulla sua gamba mentre guida.

«Ti accompagno alla porta». Stavo per dirgli che non ce n'era bisogno, ma me lo ritrovo improvvisamente dal mio lato della macchina.
«Grazie», mormoro, chiudendo lo sportello alle mie spalle.
Ci fermiamo davanti la mia porta, i suoi occhi fissi nei miei. Si avvicina con lentezza calcolata al mio viso e di colpo so cosa sta per succedere. «Ehm.. ci vediamo domani a scuola», mormoro abbassando la testa. Il cuore mi batte così forte che temo che riesca a sentirlo.
«Ah.. certamente. Buonanotte Taylor», fa qualche passo indietro.
«Buonanotte..», sussurro, entrando in casa, con il cuore pulsante di gioia.

 
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Dopo secoli e secoli (amen), finalmente aggiorno. Quasi non riesco a crederci. Probabilmente se non fosse stato per la mia amica che mi spingeva a scrivere, probabilmente ora non sarei qui xD quindi la ringrazio. Ebbene, spero che non ci abbiate già abbandonato, e spero che il capitolo vi piaccia. ** A bien tou ~
Edit: siamo approdate su Wattpad! Questo è il nostro profilo dove troverete la nostra storia. ♥
   
 
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