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Autore: peetarms    14/04/2015    12 recensioni
Winter Davis, ragazza totalmente imprevedibile, testarda e chiusa nel suo dolore si ritrova a essere la damigella d'onore al matrimonio di sua madre quasi tre anni dopo la perdita di suo padre. Ma quello che Winter non sa è che da questo matrimonio la sua vita cambierà.
«Catching Fire?» una voce mi fa uscire dal meraviglioso mondo della lettura facendomi tornare alla realtà.
«Si, di Suzanne Collins, lo sto rileggendo per la milionesima volta, lo hai letto?» non alzo lo sguardo dal libro quindi non vedo da chi proviene la voce.
«Posso sedermi vicino a te?» chiede il ragazzo.
«Solo se mi rispondi» controbatto mentre finisco di leggere la pagina.
«Facciamo che se mi siedo ti rispondo» la sua voce è divertita.
«Okay» alzo le spalle mentre cerco il segna libro nella borsa. Sento che si è seduto vicino a me dal calore del suo corpo di fianco al mio ormai freddo per le ore passate a leggere fuori «Allora, mi rispondi?» finalmente trovo quello che stavo cercando.
«Certo che l’ho letto, l’ho anche interpretato, piacere Josh Hutcherson»
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Think i can fly
Think i can fly,
When i´m with you
My arms are wide
Cathing fire as the wind blows
I now that I´m
Rich enough to pride your eyes
Even if we´re strangers till we die
I wanna runaway
I wanna runaway
Anywhere out this place
I wanna runaway
Just u and i-i-i-i-i

Runaway, Ansolo Remix


 


 


 

POV Winter Davis.


 

L'aria che si respira a casa Elgort è davvero rilassante e rigenerante. Io ed Ansel siamo arrivati da poche ore ma mi sento completamente a mio agio. Siamo seduti tutti attorno al tavolo della sala da pranzo ascoltando la sorella di Ansel che racconta un fatto successo pochi giorni fa ad un centro commerciale mentre faceva gli ultimi acquisti per Natale. Sento la mano calda di Ansel sulla mia fredda, sorrido leggermente mentre bevo un sorso di vino rosso che Arthur mi ha gentilmente versato.

«Tutto bene, amore?» la dolcezza di questo ragazzo mi lascia ogni giorno sempre di più a bocca aperta.

«Sì, mi sto divertendo. Tua sorella è davvero simpatica» sorrido appoggiando la testa sulla sua spalla.

Rimango in questa posizione fin quando non sento il mio nome. Mi stacco a malincuore dal mio ragazzo per prendere una posizione più eretta per fare fronte all'argomento.

«Winter tu sei metà italiana?» mi chiede Warren sorridendomi.

«Sì» annuisco.

«Lo sai parlare bene?» interviene Arthur a sostegno del figlio, anche lui sorridendomi.

«Sì, mio papà me lo ha insegnato prima che morisse e ho letto tutti i suoi libri italiani. Diciamo che me la cavo a parlarlo, è una lingua molto impegnativa da studiare e bisogna amarla. Personalmente io credo che sia una delle più belle al mondo, ma la si considera molto poco» spiego brevemente.

«Mi ha insegnato un paio di frasi, lo studiando» annuncia fiero il ragazzo di fianco a me appoggiando le braccia sul tavolo.

«Cosa gli hai insegnato Win?» mi chiede Sophie ridendo.

«Per ora gli ho insegnato a presentarsi, piano piano imparerà tutto» rido leggermente mentre osservo le espressioni della famiglia di Ansel.

«Tesoro, vediamo se hai imparato, presentati» mamma Grethe prende parola incitando il figlio, non posso fare a meno di soffocare un sorriso. Lui se ne accorge e mi tira un pizzicotto nella coscia, mi lascio sfuggire un urletto. Non me l'aspettavo.

«Muoviti, non abbiamo tutta la serata» lo prendo in giro io, allunga la mano per darmi un altro pizzicotto ma gliela blocca intrecciando le nostre dita e lui si calma. Si schiarisce la voce e comincia.

«Mi chiamo Ansel Elgort, ho 20 anni, sono un attore e vivo a New York. Mia mamma si chiama Grethe ed è una regista teatrale, mio papà Arthur è un fotografo che ha lavorato per Vogue. Ho due fratelli maggiori, mio fratello Warren è montatore cinematografico e mia sorella Sophie è una fotografa. Ho iniziato a studiare recitazione all'età di 12 anni. La mia ragazza si chiama Winter Davis ed è bellissima, ma lei questo non lo vuole capire»

L'ultima parte non l'avevamo fatta insieme, la deve aver preparata da solo e mi manca il fiato, mi volto verso di lui e lo bacio istintivamente. È così dolce, e non credo di meritarmelo.

«Qualcosa mi dice che l'ultima parte è stata una sorpresa anche per Win» annuncia fiera di suo fratello Sophie.

«Sì» dico con il poco fiato che trovo appena mi separo dalle labbra di Ansel.

«Sempre il solito esagerato» lo prende in giro Warren e non posso a fare a meno di ridere.

«Warren, prendi esempio da tuo fratello minore, è così tenero nei confronti della sua ragazza» lo riprende Grethe, marcando la parola minore.

«Okay basta – dice ridendo Arthur – Figliolo, sono fiero di te e grazie Win per stargli insegnando l'italiano è da quando piccolo che lo vuole imparare e finalmente lo farà» mi sorride per l'ennesima volta il capofamiglia.

«Non c'è di che, è divertente e quel suo accento è così tenero» dico mentre tiro una guancia del mio ragazzo, gesto che causa le risate di tutta la famiglia, mentre Ansel fa il broncio guadagnandosi di nuovo un bacio.


 

Infilo la felpa di mio papà lentamente mentre osservo Ansel togliersi la felpa nera che aveva indosso. Mi mordo un labbro per reprimere un sospiro. Mi volto e indosso i leggins. Appoggio i miei vestiti sulla scrivania e poco dopo mi raggiunge facendo la stessa cosa. Mi abbraccia da dietro e mi lascia un bacio sul collo.

«Come ti è sembrata la mia famiglia?» mi chiede a due centimetri dalle sue labbra, il suo profumo è inebriante e mi fa avvicinare di più a lui.

«Mi piace, siete molto vivaci e affettuosi. L'opposto della mia famiglia» sospiro sulle sue labbra.

«Domani conoscerei anche i miei nonni e i miei zii, sei pronta?» le nostre labbra quasi si toccano, e il suo profumo mi sta causando problemi di concentrazione.

«Sì, la cosa peggiore che può accadare è che mi odino» alzo le spalle e poco dopo mi trovo tra le sua braccia. Si avvia a grandi falcate sul letto e mi appoggia delicatamente sul materasso. Si china su di me e mi incatena con lo sguardo.

«Nessuno ti odierà perché sei meravigliosa, okay?» me lo dice in italiano, e mi vengono le lacrime agli occhi. Annuisco mentre lo tiro verso di me annullando tutte le distanze tra di noi.

«Ti amo» sussurra appena si stacca dalle mie labbra.

«Davvero?» chiedo impaurita.

«Sì» mi sorride lui, dopo di che sento di nuovo le sue labbra sulle mie e mi lascio trasportare dal bacio.

 

 

POV Josh Hutcherson.


 

Due colpi alla porta mi svegliano di colpo, mi alzo controvoglia e mi dirigo lentamente verso la porta, sbadiglio mentre la apro e vengo stretto in un abbraccio. Riconosco la presa, è mio fratello.

«Buon Natale Josh» urla entusiasta.

«Connor, quando sei arrivato?» mi stacco e lo guardo.

«Cinque minuti fa?» risponde lui ridendo.

«Ah, buon Natale anche a te Conn» lo intrappolo in un abbraccio mentre gli scompiglio i capelli come facevo quando eravamo piccoli.

«La colazione è pronta ragazzi» esclama felice nostra madre comparendo su per le scale.

«Arriviamo» rispondo io per entrambi.

Lei annuisce e scompare nuovamente giù per le scale.

«Un sorriso potevi farglielo Josh» mi guarda in malo modo mio fratello minore.

«Non stressare Conn, oggi ne dovrò fare anche troppi. E finti, tra l'altro» incrocio le braccia al petto, lui mi guarda come se sapesse a cosa sto pensando.

«Sta bene, veramente. Quando l'ho lasciata con Ansel dopo la nostra chiacchierata era quasi serena» si appoggia allo stipite della porta della sua camera «Come stai tu dopo quasi cinque mesi dalla vostra rottura?»

«Mi chiedo come abbiamo potuto sbagliarci tanto. Me lo chiedo spesso, più di quanto forse dovrei: la notte, quando non riesco a dormire, per strada mentre passeggio e non ho la sua mano da stringere, quando guardo un film e vorrei chiamarla per raccontarglielo. Lo ripeto a chi chiede di me e di lei prima di sussurrare un paio di frasi di circostanza, quelle che si dicono in questi casi e che detesto perché alimentano ricordi mai sepolti. Mi chiedo come abbiamo potuto sbagliarci tanto e vorrei sapere se ogni tanto se lo domanda anche lei» sospiro chiudendo gli occhi.

«Se lo chiede, se lo chiede» mi rassicura lui. «Appoggio la valigia poi andiamo a fare colazione, okay?»

«Sì» annuisco a malapena, perso tra i miei pensieri. Dopo qualche minuto, Connor torna e insieme scendiamo le scale diretti verso la cucina intenti a fare colazione.


 

Ho sempre detto che amo passare tempo con la mia famiglia. Ma non quando sono instabile e specialmente non in questo periodo, quando avere vicino più di tre persone mi causa fastidio e irritazione.

Mi alzo dal tavolo della sala da pranzo facendo finta di aver ricevuto una chiamata e sgattaiolo fuori di casa, mi siedo sugli scalini al freddo, che a malapena sento. Chiudo gli occhi e rimango lì per non so quanto tempo. Prendo un respiro profondo e sblocco il mio iphone, apro Whatsapp e cerco la chat con Winter. Non entra da ieri pomeriggio alle tre. Alzo le spalle e comincio a digitare.
 

Ciao, come stai? Scusa se non aspetto risposta e se sembra che ti scriva solo per motivi miei, ma mi interessa davvero sapere come stai. E’ che è passato un po' di tempo dall'ultima volta che abbiamo parlato.
Sto male.
Sto male da morire. E non ne posso piú. Non ce la faccio piú.
Ti prego tientele per te queste mie parole.
Mi manchi.
Mi manchi dal suono della tua voce, al colore dei tuoi occhi. Mi manchi dai tuoi balli stupidi alle litigate. Mi manchi dagli abbracci alle mani intrecciate.
Mi manchi. E mi manco io.
Mi sento solo, solo come possono sentirsi soli quelli che alla stazione, fra tutta la gente, aspettano un solo treno contenente quell’unica persona che alla fine non arriva mai. Solo come si può sentire solo un qualsiasi individuo fra la gente.
E va tutto male.
Di recitare non ho voglia, la musica mi innervosisce, odio chi si ama, odio chi vuole bene alle persone a cui voglio bene io, odio il mio riflesso, odio me, odio le parole, odio il silenzio, odio i fiori e aspetto che appassiscano, odio. Odio questa merda e non vedo l’ora che tutto finisca. Non ho le forze per fare niente. Piango ogni giorno, piú volte, ogni notte, tutta la notte. Ho perennemente la nausea, nausea di vivere.
Avrei altre milioni di cose da dire ma mi fermo qui. Ormai, per ora, è uscito tutto dalla mia testa e quello che è uscito è questo. Puoi pure non leggere, volevo solo scrivertelo perché ho deciso che è ora di andare avanti. Tu lo hai fatto e sei felice con Ansel, e io sarò felice un giorno con qualcun'altra.
Ho finito davvero questa volta, volevo solo salutarti.
Ciao, ah, dimmi come stai, dico davvero.

 

Rileggo quello che ho scritto un paio di volte e premo il tasto “invia” mentre una lacrima mi riga il volto. Devo andare avanti. Prendo un respiro profondo, mi alzo e ripongo il mio cellulare nella tasca dei jeans scuri che indosso. Respiro di nuovo dopo di che rientro in casa.


 

POV Winter Davis.


 

Ansel è alla console, è tutto sudato e i suoi occhi brillano, sorrido istintivamente mentre Warren mi porge un altro drink.

«Sei sicura di reggerlo Win?» mi chiede lui premuroso a voce alta sovrastando la musica di Ansel.

«Si Warr» sorrido e glielo prendo dalle mani, mentre lui annuisce apprensivo.

«Guarda che se ti succede qualcosa, quello là sopra se la prende con me» mi indica suo fratello che ha le mani alzate e sta saltando dalla gioia insieme a migliaia di persone in questo club.
Hanno ingaggiato Ansel per la sera dell'ultimo, e io sono qui in compagnia di suo fratello a vedere il mio ragazzo divertirsi come lo avevo visto in poche occasioni.

«Non ti farà assolutamente nulla perché starò benissimo» rispondo bevendo un sorso del mio ennesimo Long Island.

«Sei pronta ad accogliere il nuovo anno?» mi chiede alle 11.58pm. Ripenso all'anno passato, a tutte le emozioni e a tutte le cose successe. A quante cose sono cambiate nella mia vita. Al fatto che non ho più Matt nella mia vita e neanche Josh. All'amicizia, anzi al rapporto fraterno instaurato con Connor. Al mio trasferimento a Los Angeles dove ho conosciuto la verità sulla mia vita e l'aver conosciuto Nick e Hailee. All'avere realizzato il mio sogno e all'essermi diplomata con il massimo dei voti. Ripenso alla sera del matrimonio, a quando ho incontrato Josh e al provino quando mi sono trovata davanti Ansel. Bevo tutto il mio Long Island e rispondo un “si” convinto quando il mio ragazzo alza ancora di più la musica e urla buon anno. Sorrido mentre vengo stretta tra le braccia di suo fratello maggiore. Poco dopo mi volto e Ansel mi sta fissando mentre lascia la console all'altro dj. Mi allontano da Warren raggiungendo il palco, lui scende e mi corre in contro. Mi prende in braccio e mi urla per sovrastare la musica “Buon anno amore mio” prima di baciarmi. Sorrido durante il bacio mentre mi stringo più a lui, le sue braccia forti mantengono la presa salda e lo bacio fin quando il fiato me lo permette.
Poco dopo deve tornare alla sua postazione, mi saluta con un veloce bacio a stampo e ritorna sul palco. E mentre si allontana, mi viene in mente Josh. Apro la pochette e afferro il mio iphone, lo accendo e poco dopo il mio telefono comincia a riempirsi di messaggi e chiamate perse.

«Win ti va se andiamo nel backstage?» mi chiede Warren.

«Andiamo, neanche io sono un'amante delle discoteche» sorrido mentre tiro fuori i pass che gli uomini della sicurezza ci avevano dato quando siamo arrivati. Pochi minuti dopo siamo distesi entrambi nei divanetti nel backstage. Tolgo i tacchi e mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo. Ora, lontano dalla folla di persone, inizio a sentire freddo. Noto immediatamente la felpa di Ansel sulla poltrona. Mi alzo velocemente raggiungendo la meta ed infilo la felpa blu del mio ragazzo sopra la canottiera rossa che ho deciso di abbinare insieme a dei pantaloni a vita alti neri.

«Immaginavo che l'avresti fatto»

«Ho freddo» sorrido mentre ritorno sul mio divanetto e porto le gambe al petto. Riprendo il cellulare dalla pochette e per poco non sbianco.

324 messaggi su Whatsapp.

12 messaggi.

35 chiamate perse.

Comincio con il visualizzare le chiamate, che provengono da Nick, Dylan e Nolan e una da Letice la mia agente. Sorrido, mentre apro i messaggi. Auguri di buon natale e di buon anno da parte di Christine, George, mia nonna e la mamma di Nick e Hailee. Rispondo a tutti, facendo dei semplici auguri di buon anno.

«Ti hanno cercata in molti?» mi chiede Warren appena alzo lo sguardo.

«Sì, mi ha persino cercato la mia agente» alzo le spalle mentre apro Whatsapp.

Il primo nome che mi colpisce è Josh. Deglutisco a fatica e decido di tenerlo per ultimo.
Leggo i vari messaggi di Nick, Nolan, Dylan e anche Connor, e ci parlo un po' con entrambi.

«Non credevo di trovare la mia ragazza alle 2.30 del mattino a scrivere come una dannata sulla tastiera del suo iphone» è la prima cosa che Ansel esclama divertito appena entra in backstage. Lascio cadere il telefono sul divano e corro di scatto verso di lui baciandolo di slancio provocando una fitta alla gamba in quanto mi devo alzare in punta di piedi visto che è molto più alto di me.

«Scusa amore» rispondo sulle sue labbra.

«Con questo ti sei fatta perdonare, e anche con il fatto che hai indosso la mia felpa» gli accarezzo i capelli bagnati, non mi da per niente fastidio toccarglieli in quanto noto la felicità nei suoi occhi.

«Ti amo» mi lascio sfuggire, non so se sia vero o meno, ma lo dico istintivamente e il suo sorriso si allarga ancora di più. Mi bacia togliendomi il fiato. Solo quando mi lascia tornare al divano mi ricordo del messaggio di Josh. Chiudo Whatsapp, lo leggerò più tardi, quando Ansel si sarà addormentato. Poco dopo quando il mio ragazzo è tornato ed ha salutato tutto indossiamo i nostri giubbotti e torniamo a casa.

Durante il tragitto Ansel si appoggia sulla mia spalla e mentre mi ripete quanto sia contento quasi si è addormenta. Mi provoca talmente tenerezza che mi diventano gli occhi lucidi. Lo stringo forte a me e ci addormentiamo entrambi. Warren ci sveglia entrambi quando siamo nel vialetto di casa Elgort, il primo pensiero è al messaggio che devo ancora leggere, quello di Josh.

«Che ore sono Warr?» chiede il mio ragazzo con voce impastata dal sonno mentre sale a fatica gli scalini, è una scena esilarante e scoppio a ridere.

«Le quattro meno dieci Ans» gli risponde lui bloccandolo visto che mi stava per cadere a dosso. «Ce la fai a portarlo di sopra o hai bisogno di una mano?» mi chiede una volta che ci siamo tolti i giubbotti.

«Ce la faccio, tranquillo» dico mentre prendo entrambe le mani di Ansel «Andiamo bell'addormentato» soffoco una risata. Portarlo al piano di sopra è stato più semplice di quello che mi ero aspettata, una volta entrati in camera mi levo definitivamente i tacchi e li lancio dalla parte opposta della camera.

«Li odi proprio» dice ridendo Ansel mentre mi levo la felpa rimanendo nuovamente come ero vestita questa sera «Te l'ho detto che questa canottiera ti sta particolarmente bene?» si avvicina a me e fa cadere una spallina mentre mi bacia il collo.

«Tu non eri addormentato?» gli mordo l'orecchio e lui per ripicca mi tortura il collo «Avrò un bel ricordino» sussurro al suo orecchio mentre gli levo la maglietta.

«Avrei bisogno di una doccia ma la farò domani mattina» esclama mentre si toglie anche i jeans, rimango estasiata dalla sua bellezza ma presto quel ben di dio viene coperto da i pantaloni della tuta e una maglietta a maniche corte monocolore.

«Hai per caso bisogno di aiuto?» mi chiede con sguardo malizioso mentre indica i miei jeans e la mia canottiera.

«No, ho ancora le mani» rispondo facendogli la lingua.

Alle 4.29am siamo stesi sul letto, io abbracciata ad Ansel il quale prende immediatamente sonno. Appena noto che il suo respiro è diventato regolare, mi distacco da lui e prendo il cellulare da sopra il comodino. Lo sblocco, apro Whatsapp e premo sulla chat con Josh. Chiudo gli occhi e prendo un respiro profondo.

Da: Josh.
Ciao, come stai? Scusa se non aspetto risposta e se sembra che ti scriva solo per motivi miei, ma mi interessa davvero sapere come stai. E’ che è passato un po' di tempo dall'ultima volta che abbiamo parlato.
Sto male.
Sto male da morire. E non ne posso piú. Non ce la faccio piú.
Ti prego tientele per te queste mie parole.
Mi manchi.
Mi manchi dal suono della tua voce, al colore dei tuoi occhi. Mi manchi dai tuoi balli stupidi alle litigate. Mi manchi dagli abbracci alle mani intrecciate.
Mi manchi. E mi manco io.
Mi sento solo, solo come possono sentirsi soli quelli che alla stazione, fra tutta la gente, aspettano un solo treno contenente quell’unica persona che alla fine non arriva mai. Solo come si può sentire solo un qualsiasi individuo fra la gente.
E va tutto male.
Di recitare non ho voglia, la musica mi innervosisce, odio chi si ama, odio chi vuole bene alle persone a cui voglio bene io, odio il mio riflesso, odio me, odio le parole, odio il silenzio, odio i fiori e aspetto che appassiscano, odio. Odio questa merda e non vedo l’ora che tutto finisca. Non ho le forze per fare niente. Piango ogni giorno, piú volte, ogni notte, tutta la notte. Ho perennemente la nausea, nausea di vivere.
Avrei altre milioni di cose da dire ma mi fermo qui. Ormai, per ora, è uscito tutto dalla mia testa e quello che è uscito è questo. Puoi pure non leggere, volevo solo scrivertelo perché ho deciso che è ora di andare avanti. Tu lo hai fatto e sei felice con Ansel, e io sarò felice un giorno con qualcun'altra.
Ho finito davvero questa volta, volevo solo salutarti.
Ciao, ah, dimmi come stai, dico davvero.

 

Una lacrima solitaria scorre lungo la mia guancia mentre il senso di vuoto si impossessa nuovamente di me. Rispondo quello che è meglio per lui, digito un “bene” mentre un'altra lacrima scende. Perché sì le cose vanno bene in parte ma non completamente.
Chiudo Whatsapp non prima di aver inoltrato il messaggio a Connor. Dopo di che blocco il telefono e lo appoggio sul comodino. Ritorno tra le braccia di Ansel e in poco tempo di addormento ripensando al messaggio di Josh.














 


Ehi bellezze, ho finalmente aggiornato. Il capitolo è anche più lungo del solito. 
Sembra che Josh abbia detto addio a Winter..sarà vero, che succederà ora? Che cosa voleva l'agente di Win?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo, ma sono ben accette i vostri pensieri nelle recensioni.
Ringrazio come sempre le persone che seguono e recensiscono questa storia, grazie mille di cuore.
A presto (spero),
-peetarms.

   
 
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