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Autore: Clairy93    14/04/2015    11 recensioni
Si sa, il successo dà alla testa.
Per non lasciarsi ingannare dalla seducente e pericolosa luce della fama, il Detective Sara Carter dovrà ben ponderare le sue mosse per risolvere un caso di omicidio nel quale capire chi recita e chi no sarà indispensabile.
Sara è giovane, ma è intraprendente e sicura di sé.
Forse fin troppo.
Aggrapparsi alle proprie certezze può rivelarsi controproducente. Soprattutto quando dietro l'angolo, è appostato un affascinante attore inglese, pronto a smentirle.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A leopard doesn't change his spots - Il lupo perde il pelo ma non il vizio


Terminato l’interrogatorio con Ben Barnes, l’adrenalina accumulata defluisce e provo una fulminea sensazione di stanchezza.
Fiacca, mi dirigo alla mia scrivania quando incrocio la vivace espressione di Richard.
“Buongiorno bellissima!” mi accoglie lui, spalancando allegro le braccia.
Io lo freddo con un cenno eloquente.
“Ma da dove ti arriva tutta questa energia?”
“Si chiama dormire Sara.” risponde Rick, candido “Sai, dovresti provarci.”
Accenno un sorrisetto velenoso.
“Spiritoso… Per tua informazione, mi hanno affidato l’interrogatorio di Barnes. Sono qui dall’alba.”
“Wow! Hai conosciuto l’attore!” dichiara, reclinando la testa interessato “Hai scoperto qualcosa?”
Mi appoggio al bordo della scrivania, sollevando esitante le spalle.
“Barnes era a conoscenza dei problemi di droga e alcool di Amanda Seyfried. Lui provò ad aiutarla a venirne fuori, ma la ragazza non ne volle sapere e gli fece capire piuttosto chiaramente di non intromettersi.”
Richard incrocia le braccia al petto, silenzioso.
Poi alza il capo, indirizzandomi un’occhiata perplessa.
“Amanda lo tradiva?”
“Barnes non era sicuro. Ma temo che in fondo ne nutrisse il dubbio...”
“E questo Barnes non ha saputo segnalarti il nome di qualche ex fiamma gelosa?”
Al quesito di Richard, scuoto il capo desolata.
“La Seyfried si è data piuttosto da fare nel tenere ben nascosti certi dettagli della sua vita.”
Rick si abbandona pensieroso sulla poltrona, ponendo il gomito su un bracciolo per sostenersi il mento con il dorso della mano.
“E c’è qualcosa…di sospetto, su cui poter indagare nel passato del nostro bell’attore?”
“Ma che!” ribatto, facendo cadere esasperata le braccia sui fianchi “Sembra un ragazzo assolutamente normale! Ha finito da qualche mese di girare il suo ultimo film ed è stato sul set che ha conosciuto Amanda. Per il momento vive a Londra con i suoi genitori, padre psichiatra e madre terapeuta. Ha un fratello minore, Jack. Si è laureato in recitazione e ha un passato imbarazzante in una boy band dal nome impronunciabile.”
Ripercorro mentalmente ogni passaggio dell’interrogatorio, nella speranza che mi sia sfuggito qualcosa, finché non avverto lo sguardo insistente di Richard.
“Sei arrossita.”
“Cosa?” domando con tono fin troppo acuto.
“Parlare di Ben Barnes. Ti ha fatto arrossire.”
“Non è vero!”
Rick sfoggia un ghigno sagace.
“Lui ti piace.”
“Ma cosa dici?!” ribatto stizzita, trafficando impacciatamente sul tavolo.
“E’ un ragazzo affascinante, non c’è che dire.”
“Vuoi piantarla Rick?!” intimo io, scagliandogli un foglio di carta appallottolato “Sono una professionista. E Barnes è ancora indagato per omicidio, che io lo trovi attraente o no.”
Richard mostra divertito i palmi in segno di resa, ruotando sulla sedia girevole per dileguarsi dal mio campo visivo.
“A proposito…” mormoro, sollevando concitata le numerose cartelle sparse sulla scrivania “Puoi passarmi l’indirizzo dell’agenzia di moda, quello che ci ha consegnato Gabriella Wilde la scorsa notte?”
“Non lo avevi tu?” mi fa notare Rick.
Mi fiondo sul cappotto appeso allo schienale della seggiola.
Frugo nelle tasche e recupero il biglietto da visita della Wilde.
Rick mi raggiunge in un paio di falcate, osservandomi dubbioso.
Io gli indico con l’indice il nome stampato in grassetto.
“Barnes ha manifestato un evidente sospetto verso questo Signor Henry Ward, proprio come Gabriella Wilde.”
“Ricordo.” Richard si accarezza incuriosito la barba irsuta “Gabriella ha dichiarato che un paio di mesi fa il Dirigente Ward ci aveva provato con la Seyfried…”
“Ricevendo in risposta una bella porta in faccia.” termino io, concisa “E sappiamo a cosa ciò può condurre...”
“Rabbia, gelosia, orgoglio ferito. Ottimi moventi per un omicidio. E’ proprio il caso di fare due chiacchere con Ward.”
Annuendo risoluta, adocchio l’agente Romero precipitarsi entusiasta verso di noi.
“Romero! Si può sapere di cosa accidenti ti fai?!” inveisce Rick, sobbalzando non appena si trova alle spalle il sorriso elettrizzato del giovane “La tua foga sta iniziando a darmi sui nervi!”
“Mi dispiace Mills! Ma questo è il mio primo omicidio e…wow! E’ tutto così nuovo per me!” si giustifica Romero, con un vivo luccichio nello sguardo “Mi sento su di giri!”
“Beh, vedi di darti una calmata ragazzo! Sei angosciante.”
“Non dargli retta Romero!” lo rassicuro “Hai scoperto qualcosa?”
Il giovane agente raddrizza fiero le spalle.
“In effetti sì Sara! Mi hanno dato conferma che Ben Barnes era a casa con la sua famiglia la notte dell’omicidio.”
Il suo alibi regge.
“Dobbiamo concentrarci sulle precedenti relazioni della Seyfried.” sostiene Rick, agitando energicamente l’indice verso di noi “Partiamo da qui. Romero! Telefona all’agenzia di moda per la quale Amanda lavorava, chiedi quando è possibile fissare un incontro con il Signor Ward.”
“Corro!”
Il ragazzo si avventa con scatto fulmineo sulla postazione telefonica più vicina, componendo il numero con rapidità allucinante.
“Ward accetterà di parlare con noi?”
Constatando il mio tono scettico, Richard abbozza un sorriso.
“Non lo stiamo ponendo di fronte ad una scelta. È un sospettato. Sarà obbligato a darci qualche spiegazione, in un modo o nell’altro…”
Romero ci raggiunge di corsa.
“La sua segretaria ha riferito che potrete trovare il Dirigente Ward nel pomeriggio.”
“Ottimo!” prorompe Rich, sfregandosi le mani
soddisfatto “Sara, tu andrai ad interrogarlo. E tu Romero, indaga sul passato di Amanda Seyfried. Scopri chi ha frequentato, con chi ha lavorato, ogni cosa! Non tralasciare nessun dettaglio, voglio qualche nome entro fine giornata.”
“Certo Mills!” assicura Romero, tornando lesto e scattante alla sua postazione.
Non si può certo dire che io sprizzi altrettanta vitalità.
Mi massaggio le tempie, sfinita.
Con l’apertura del nuovo caso e l’interrogatorio di Barnes fissato all’alba, non ho dormito quasi nulla la scorsa notte…
Richard schiocca le dita davanti al mio naso.
“Caffè?” propone, con un sorriso complice.
Piego la testa di lato, illuminandomi nell’udire tali parole celestiali.
“Magari!”


Parcheggiata la mia Cabrio, entro nell’agenzia di moda Fashion Personelle, un elegante edificio vittoriano immerso nell’agitazione pomeridiana di Londra.
La sensazione che mi pervade appena le porte dell’ascensore si spalancano, è quella di pigiare svelta il pulsante e togliere il disturbo.
Bianco.
E’ tutto, troppo, bianco.
Una linea di severa austerità percorre l’ambiente circostante.
Attraversa le pareti perfettamente cadenzate da locandine di modelle, contraddistingue il mobilio minimalista, finendo addirittura per inquadrare le segretarie.
Magrissime, identico tailleur scuro, perfette ed imperturbabili equilibriste sui loro vertiginosi tacchi a spillo.
Mi squadrano celeri quanto letali, con una presunzione che non mi mette propriamente a mio agio.
Mi passo nervosa una mano tra i capelli, maledicendo Richard per avermi spedita in questa inquietante casa delle bambole, e mi dirigo alla reception dove una bionda dagli zigomi sporgenti è immersa in un’impegnativa conversazione al telefono.
Quando mi vede arrivare, tipo devastante terremoto nella perfetta quiete, la donna liquida freneticamente il suo interlocutore, si aggiusta sulla poltrona e incrocia le dita davanti a sé.
“Possa aiutarla?” domanda lei, esibendo un sorriso stucchevole.
“Sono il detective Sara Carter. Devo parlare con Henry Ward.”
“Oh certo!” pigola la bionda “Il signor Ward la sta aspettando nel suo ufficio. Prosegua dritto, ultima porta a destra.”
Raggiunta la stanza, busso decisa e una voce mi esorta ad entrare.
Il signor Ward, fiero e composto nel suo completo elegante, è alla finestra e fuma assorto una sigaretta.
L’uomo dà una scorsa all’orologio sulla parete, spegne il mozzicone nel portacenere e, finalmente, mi degna della sua attenzione.
“Detective Carter, giusto? Piacere, sono Henry Ward.”
Stringendomi la mano, ne approfitta per sbirciare l’orologio al suo polso.
“Sembra di fretta, signor Ward.” insinuo, mordace “Per caso non è un buon momento?”
“No detective, si figuri! A dire il vero, ho una riunione tra dieci minuti ma non si preoccupi. Tanto…è una cosa breve, giusto?”
“Questo lo vedremo.”
L’uomo si allenta
impacciato il nodo della cravatta.
“…Posso sedermi?” avanzo io.
“Oh ma certo, certo!” ridestandosi bruscamente dai suoi pensieri, Ward mi invita ad accomodarmi sulla poltrona dall’altra parte della scrivania.
“Signor Ward, da quanto Amanda Seyfried lavorava per lei?”
Lui m’interrompe subito, con un gesto che trovo altamente fastidioso.
“Detective Carter, le farò risparmiare tempo. Sono addolorato per Amanda, dico sul serio. Ma non sono io l’assassino, cerchi altrove.”
“Se permette, questo è il mio lavoro e gestisco le indagini come più mi aggrada.”
“Non se questo prevede piombare nella mia agenzia per scagliare accuse infamanti!”
“Io non la sto accusando di niente.” obietto, ostentando una calma serafica.
“Allora perché alimentare questa pagliacciata?!” sbotta lui, irruente “L’assassino è là fuori e venendo qui sta sprecando occasioni preziose per acciuffarlo!”
Sospiro.
Poi mi alzo, poso tranquillamente i palmi sulla scrivania e chinandomi verso Ward, gli lancio un’occhiata tanto raggelante che indietreggia sulla poltrona, ammutolito.
“Mi ascolti bene, Henry. Il suo atteggiamento la sta ponendo in una posizione alquanto inconveniente.” gli faccio notare, con un sorriso sardonico “E sa cosa mi fa pensare? Che fosse davvero attratto da Amanda, ma la ragazza non nutriva il minimo interesse verso di lei. Il suo orgoglio smisurato non poteva certo sopportare un tale affronto. Così, la scorsa notte, si è recato al Buckingam Palace Hotel con l’intenzione di sedurre la Seyfried. Ma una volta nella stanza, Amanda lo ha rifiutato, per l’ennesima volta. In quel momento, una rabbia irrefrenabile lo ha assalito, voleva vendicarsi per le umiliazioni subite. In uno scatto d’ira, ha afferrato la bottiglia di champagne sul bancone, ha aspettato che Amanda si voltasse…e l’ha colpita, frantumandole il cranio.”
“No! Aspetti… Detective, ha frainteso…” biascica Ward, pallido, mentre le sue pupille si muovono come impazzite “Sì, è vero, feci delle avance ad Amanda. Ma appena mi resi conto di non essere ricambiato, lasciai perdere…”
Scoraggiato dalla mia pungente diffidenza, Ward reprime un gemito frustrato.
“Non mi crede, vero? Detective, lo giuro, non sono andato in quell’albergo! Quale senso avrebbe avuto uccidere la mia miglior modella?! E poi sa che bella pubblicità per l’agenzia...”
“Dov’era ieri notte, tra le 22:00 e le 22:30?” domando.
“Al club di poker, come ogni lunedì sera. Se non si fida, può controllare.” aggiunge, con un’arroganza tale da richiedermi uno sforzo non indifferente per non riempirgli la faccia di schiaffi.
“Ci può giurare.” sibilo, apprestandomi a lasciare la stanza “E mi dia retta Ward, eviti di provarci con le sue dipendenti. E’ poco professionale. E davvero di pessimo gusto.”



Angolino dell'Autrice: Ciao miei soffici plumcake!
Le indagini proseguono e la nostra Sara ha fatto la conoscenza di quel simpaticone di Henry Ward. Il suo atteggiamento nasconderà qualcosa? O è solo molto, molto antipatico?
Fatemi sapere le vostre impressioni, miraccomando! Potere scrivermi anche sulla mia pagina Facebook --> https://www.facebook.com/pages/Clairy93-EFP/400465460046874?ref=hl
Grazie per il grande affetto e la stimolante fiducia che mi dimostrate! Siete semplicemente fantastici!
Ve amo 'na cifra!
Clairy.
   
 
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