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Autore: rossella0806    15/04/2015    3 recensioni
Il commissario Alessandro Terenzi torna all'attacco: dopo averlo lasciato a Porto Ercole, in Toscana, alle prese con misteriose sparizioni e spartiti musicali inesistenti, ora lo ritroviamo nella sua Torino ad indagare su un caso apparentemente semplice.
Al suo fianco ritroveremo l'ispettore Francesco Ghirodelli, la burbera questore e, ovviamente Ginevra, la studentessa di Archeologia e aspirante investigatrice, di cui il poliziotto ha fatto la conoscenza proprio a Porto Ercole, e che si rivelerà una piacevole ed inaspettata compagnia.
La Germania, dove il caso ha avuto inizio nove anni prima, appare lontana, ma ben presto Terenzi dovrà ricredersi, perchè nulla appare come sembra.
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Tre ore più tardi aveva ripreso a piovere, una di quelle piogge che ci si domanda quando ha avuto inizio, perché appena un attimo prima il cielo non dava alcun preavviso dello scherzo che ci avrebbe tirato di lì a breve, sebbene era da giorni che le nuvole si addensassero innocue sopra Torino.
Terenzi ha appena finito di interrogare quelle due teste vuote degli spacciatori arrestati per il caso “Biancaneve”, poco prima del suo viaggio in Germania di inizio settimana.
Dopo essersi rifocillato con un paio dei tramezzini speciali di Maurizio, che gleli aveva portati a domicilio, adesso ha un po’ di tempo per starsene da solo a gustarsi la crêpe al cioccolato fondente cosparsa di scorze di arancia, un altro pezzo forte dell’ex poliziotto ora barista.
Nella sinistra il commissario tiene ben stretta la dolce tentazione, mentre con la destra regge il biglietto da visita che gli ha dato Ginevra il giorno prima.
Con tutti i casini che ho, pensa l’uomo, addentando con un bel morso un pezzo del suo fine cena, è davvero assurdo che stia qui con questo numero tra le mani, ma ho promesso che l’avrei chiamata.
Facendo un rapido calcolo mentale, era da tanto tempo che Terenzi non usciva più con una donna, talmente tanto che si era persino dimenticato l’anno: non che la cosa gli pesasse o gli dispiacesse, perché tra Miss Marple e il lavoro, aveva fin troppe cose a cui pensare, però, da qualche giorno a quella parte, non era raro che pensasse a Ginevra, né che la sognasse, come era successo durante il viaggio di ritorno dopo l’interrogatorio con suor Maria.
Proprio la scorsa notte, ad esempio, si era immaginato insieme alla giovane archeologa, sdraiato su una spiaggia, lui che il caldo lo odiava, a fissare il mare piatto e brillante a pochi metri da loro.
“E’ bello qui, vero?” gli aveva chiesto: era molto carina con il bikini arancione e i capelli castani raccolti in una treccia, gli stessi occhiali da sole che indossava quando si erano incontrati per caso tre giorni prima.
“Sì, molto” le aveva risposto, guardandola con un’espressione da pesce lesso, almeno era la sensazione che aveva provato nel sogno e adesso che ci ripensava.
“Perché non ti sei messo il costume?” Ginevra si era tolta gli occhiali, aveva portato l’asticella tra le labbra per mordicchiarla, e poi si era fermata a fissarlo seria.
“Io cosa?” e solo in quel momento, infatti, il commissario si era accorto di indossare una giacca blu con una cravatta a pois, un paio di bermuda verde acido e degli orribili mocassini rossi.
A quel punto si era alzato rapido come una saetta, ed era fuggito a gambe levate, mentre la risata della ragazza lo inseguiva.
Domani è sabato, continua il poliziotto, scacciando dalla mente quella vergognosa e insensata scena che aveva sognato,  forse non andrà al museo, o forse sì, però sul biglietto c’è anche il cellulare. Se dovessi decidere di chiamarla, potrei sempre provare su quello
Per consolarsi e cercare di risolvere quel dubbio amletico, addenta un altro boccone di crêpe, la parte centrale, la più ricca di caldo e dolce ripieno.
-Commissario, posso?- l’ispettore Ghirodelli socchiude la porta, ed entra reggendo un piccolo plico di fogli in mano.
-Sei ancora qui? E’ tardi, sono quasi le otto- il superiore sta per strozzarsi, nel vano tentativo di nascondere sotto la scrivania il corpo del reato.
-Cosa sta facendo?!- lo apostrofa con un mezzo sorriso l’altro, facendosi sempre più avanti.
-Cosa vuoi che faccia? Sto riordinando tutte le scartoffie arretrate e … ma a te cosa importa, scusa! Piuttosto, dimmi perché sei venuto!-
Reprimendo l’ennesimo sorrisino, l’ispettore ridiventa serio e professionale:
-Prima di andare via, le volevo portare l’elenco che mi ha chiesto: ho trovato una trentina di nominativi che penso facciano al caso nostro-
-Ottimo, fammi vedere-
Terenzi, la crêpe in bilico sotto la scrivania, prende i fogli e comincia a leggere interessato:
-Non c’è nessun italiano … -
-No, infatti. Ho dovuto disturbare i colleghi svizzeri, che però mi hanno dato tutte le informazioni che volevo: gli uomini nell'elenco, infatti, sono stati avvistati l'ultima volta in territorio elvetico-
-Bene, hai già controllato qualche nome?-
-Una decina li scarterei, perché sebbene fisicamente assomiglino a Perrez, sono o più giovani o più vecchi di lui-
-Quindi ne rimangono venti- conclude impensierito Terenzi, lanciando un’occhiata preoccupato in direzione del corpo del reato, nascosto sotto lo scrittoio -lascia pure qui la lista: approfitterò per controllarla adesso che non ho niente da fare-
-Ma commissario, ha appena detto che è tardi!-
-Sì, ma questo vale per te, non per me. Io mi preoccupo per i miei sottoposti, Ghirodelli, ormai dovresti conoscermi … -
-Se mi fermo, sicuramente faremo prima … -
-Non ce n’è bisogno!- si affretta ad aggiungere l'altro; poi, cercando di distogliere l’attenzione dell’ispettore, s’informa innocentemente:
-A proposito, hai aggiustato le manopole del gas?-
E il punto va a segno:
-Non ancora, i pezzi di ricambio arriveranno lunedì … -
-Quindi non hai da cucinare?-
-Eh no, perciò se vuole … -
-Guarda, ho lo stomaco chiuso: tu vai pure, non preoccuparti- e qui, da bravo attore drammatico qual è, Terenzi si porta la mano destra, quella libera, nel punto in cui ha improvvisamente dolore.
-Commissario … -
-Dimmi … - anche la voce è quella di un moribondo: ormai si è proprio calato nella parte.
-Io me ne vado, però le vorrei dire una cosa per il suo bene-
-Certo, mi fa piacere che ti interessi. Allora?-
-Ha del cioccolato su un angolo della bocca, proprio qui- e per infierire, l’ispettore gli si avvicina per mostrarglielo.
-Va bene, Ghirodelli, hai vinto tu!- sbuffa annoiato il superiore, riposizionando la ormai fredda crêpe sulla scrivania  -resta, però, per renderti utile, prenota due pizze-
-Lei parte a cenare dal dolce?!- lo stuzzica ulteriormente
-A dirla tutta, ho già mangiato due tramezzini speciali di Maurizio! Ma visto che mi hai fatto innervosire, mi tocca prendere una pizza: non è perché lavoriamo che non dobbiamo mangiare-
-Subito, commissario! La solita?-
-Sì, quattro stagioni e una birra media. Mi voglio rovinare del tutto-
-Perfetto, vado subito a prenotare-
 


Alle undici, le pance piene come due mongolfiere, sia Terenzi che l’ispettore sono ancora in alto mare: quando pensano di aver trovato finalmente l’uomo giusto, ecco che si accorgono che per un particolare o per un altro, non può essere la persona che probabilmente Sebastian Perrez ha fatto morire al posto suo.
-Siamo sicuri che la pista che stiamo seguendo sia quella giusta? C’è ancora suor Maria da riascoltare, magari lei può darci qualche altra informazione - sbotta improvvisamente Ghirodelli, passandosi una mano tra i capelli pel di carota.
-Ragioniamo un attimo- si concentra il commissario -punto primo, nessuno è venuto a reclamare il corpo di Perrez, quindi non possiamo escludere totalmente l’ipotesi che il cadavere ritrovato in fondo al dirupo non sia il suo.
Punto secondo, suor Maria ci ha già detto tutto quello che sapeva: lei adorava morbosamente Rebecca, non mi avrebbe tenuto nascosto nulla che potesse inficiare il buon esito delle indagini. Quando mi sono accorto del biglietto nascosto nella cornice, era sinceramente stupita, te lo assicuro. La Steinke ha voluto soltanto mettere in dubbio le sue parole per una forma di acredine nei confronti della suora, credo una sorta di gelosia. Con questo non voglio escludere completamente la possibilità di rinterrogarla se fosse necessario, ma adesso non lo ritengo opportuno.
Terzo punto, le lettere che Perrez scriveva alla madrina della sua fidanzata. Guarda!-
Il poliziotto apre un cassetto della scrivania, e tira fuori il sacchetto con le quarantuno buste prelevate durante la trasferta in Germania.
-“Amavo troppo Rebecca per aver fatto quello che dicono. Credimi, Maria, lei era ed è la cosa più importante per me, più importante della mia vita”. Ti pare che uno che scrive queste cose ammazzi la donna con cui sta?! E’ anche vero che, con i tempi che corrono, gli uomini troppo spesso impazziscono, ma così, con questa dichiarazione esplicita, mi sembra quasi impossibile!
Ormai è tardi, non siamo più concentrati- taglia corto, sbuffando -ci sono ancora otto nomi da controllare, lasciamo tutto com’è e finiamo domani!-
-Commissario, e se tutto questo non servisse a nulla? Se Perrez si è davvero ucciso e noi stiamo semplicemente complicando un caso che è già stato risolto nove anni fa?- l’ispettore guarda in faccia il superiore, che si passa affranto la mano sinistra sulla barba incolta.
-Non è solo un presentimento, Ghirodelli! Se vogliamo andare avanti con l’elenco dei fatti, ti accontento subito!
Punto quattro, la lettera che la Dünnerz ha fatto avere a suor Maria proprio per mezzo del fidanzato, in cui esplicitamente la pittrice scrive che sarà lui a far luce sugli eventi accaduti; punto cinque, che è subito sembrato strano anche a te, è perché Perrez si sia suicidato solo dopo nove anni. Cos’è che lo ha spinto a farlo?!-
-I sensi di colpa, lo ha detto lei a Marz…-
-Non solo quelli: non parliamo di giorni o di mesi, ma di anni, molti anni! Deve aver avuto un bel pelo sullo stomaco per dimenticarsi dei rimorsi per tutto quel tempo e poi, improvvisamente, lasciare che questi affiorino di nuovo! No, quell’uomo è ancora vivo!-
-D’accordo, facciamo come vuole lei … però non me ne vado fino a mezzanotte, commissario, se dobbiamo andare fino in fondo, usiamo anche i minuti che ci restano di questo giorno!-
-Perfetto, rimettiamoci al lavoro!-
Venti minuti più tardi, l’agente di guardia bussa alla porta dell’ufficio.
-Avanti!- grida Terenzi, alzando appena la testa dai fogli.
-Commissario, mi scusi. Sto andando a prendere un caffè, ne volete uno anche voi?-
-Sì, Berardi, grazie. Per me macchiato, per te Ghirodelli?-
L’ispettore drizza lo sguardo dal computer su cui sta confrontando i dati mandatigli dai colleghi elvetici:
-Per me senza zucchero-
-Bene, torno subito-
L’agente, un giovane sui trent'anni, è appena rientrato con i due caffè, quando Ghirodelli, alzandosi dalla sedia, esclama spiritato:
-Commissario, l’ho trovato!-
-Ne sei sicuro?!- Terenzi si alza a sua volta e si avvicina al sottoposto.
-E’ lui, corrisponde in tutto e per tutto a Perrez, inoltre è cittadino tedesco, proprio come lo era lui!-
-Fammi vedere: Markus Podonskij, quarantacinque anni, occhi nocciola, capelli castani, alto un metro e ottantaquattro, residente a Berlino: hai ragione, sembra che tutto combaci, anche la data relativa alla scomparsa, lunedì 12 aprile! Chi ha denunciato la scomparsa?-
-Uhm, aspetti che giro la pagina ... la sorella-
-Direi che è proprio l’uomo che cercavamo: a vedere la fotografia di Perrez a confronto con quella di questo Podonskij, chi conosce bene uno dei due sicuramente si accorgerebbe che non sono la stessa persona, ma la somiglianza è piuttosto evidente. Cosa ne pensi?-
-Lo credo anch’io, e poi è l’unico uomo dell’elenco con maggiori punti in comune con il nostro ricercato …  -
-Esatto, a noi serve proprio uno così- Terenzi guarda l’orologio – sono le undici e mezza. Te la senti di stare ancora qui, Ghirodelli?-
-Certamente, fino a mezzanotte, l'ho detto e lo ribadisco! Adesso che abbiamo trovato il nostro uomo, non mi schiodo di qui fino a quando non abbiamo la certezza che sia davvero lui!-
-Molto bene: chiama l’INTERPOL e senti se sanno qualcosa di questo Podonskij, altrimenti domani mattina manderò un fax a Marz per sapere se è schedato-
-Vado subito-
-Io intanto vedo se, per puro caso, è una conoscenza del nostro archivio! Forza, manca poco ormai!-



NOTA DELL’AUTRICE

Ciao a tutti! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e che non lo abbiate trovato troppo confusionario!
Sembra che, una volta per tutte, Terenzi e Ghirodelli siano finalmente sulla buona strada!
Forse Perrez è ancora vivo e, se così fosse, tutto cambierebbe: per prima cosa si farebbe luce sull’omicidio di Rebecca e, di conseguenza, sulla sparizione del fidanzato.
E Markus Podonskij chi è? Cosa c’entra con Sebastian?
Vi aspetto al prossimo capitolo!
Grazie a chi legge e recensisce!!!
A presto!
   
 
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