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Autore: Dedenputtis    16/04/2015    2 recensioni
Questa storia è ambientata in un ipotetico periodo posteriore a DB-GT. Re Pilaf, per la seconda volta, viene in possesso delle sfere del drago. Questa volta hanno delle stellette blu ed esprime erroneamente il desiderio di far tornare Goku bambino. Solo che, questa volta, con lui c'è anche Vegeta. I due tornano immediatamente ad essere piccoli sayan, con tanto di coda che gli garantisce la possibilità di diventare ssj4 solo in alcune 'occasioni'. Solo che la trasformazione può durare, ogni volta solo per due ore, dopodiché i due tornano piccoli e non ricordano cosa succeda loro quando sono adulti.
Buona lettura!
PS: I fatti raccontati NON sono frutto dell'invenzione dell'autore.
ATTENZIONE: lettura sconsigliata a tutti coloro che desiderano sapere come sarebbe la loro vita con un bambino in età prescolare...
Io vi ho avvisato.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goku, Pan, Trunks, Vegeta | Coppie: Pan/Trunks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pochi minuti dopo, Trunks entrò in cucina e trovò la sua ragazza assorta in mille pensieri mentre, distrattamente e senza molto successo, con un coltello tentava di recuperare il nocciolo-sfera dal frutto che aveva tra le mani.
Il sayan si avvicinò e, incuriosito dall’inutilmente faticoso metodo che si era trovata per recuperare la sferetta a quattro stelle, le disse:
“Pan, lascia…è molto meno complicato di così”
Detto ciò, le tolse il frutto dalle mani e tenendolo bloccato tra il braccio e il fianco sinistro, infilò tutte e cinque le dita della mano destra nella polpa per andare ad afferrare la sfera che era proprio nel centro.
Una volta presa, la estrasse senza alcuna difficoltà facendo comparire un leggero sorriso sul volto di Pan che lo osservava come inebetita.
A quel punto, non gli rimase altro da fare che gettare il ciliegione denocciolato nel cestino, sciacquare la sfera e asciugarla con un panno per poi depositarla al centro del tavolo.
Trunks si sedette dalla parte opposta rispetto a dove era seduta Pan, in modo tale da poterla guardare. In mezzo a loro, la sfera si era leggermente illuminata, probabilmente iniziava a sentire l’effetto della vicinanza delle altre sei. I due sayan stettero in silenzio per qualche minuto ad osservare quel luccichio che andava via via scomparendo. Quando si spense del tutto, Trunks alzò lo sguardo che, per un istante, incrociò quello della sua amata la quale, poco dopo,  lo riabbassò mestamente.
Il ragazzo si rattristò parecchio nel vederla così amareggiata e decise che era giunto il momento di scoprirne il motivo. Allungò una mano sul tavolo per poter accarezzare e prendere quella di lei e le disse:
“Pan, ti va di dirmi cosa c’è che non va?”
La ragazza fece un enorme sospiro. Certo era inutile tenersi tutto dentro, sapeva che Trunks le voleva bene e non l’avrebbe sicuramente preso malamente, il motivo per cui lei era così triste. Con la mano libera si asciugò velocemente gli occhi che si erano di nuovo riempiti di lacrime, fece un secondo sospiro per farsi coraggio e, alzando lo sguardo per andare ad incrociare quello di lui, gli disse:
“Trunks, promettimi che non ti arrabbierai”
“Ma per cosa, piccola? Mi fai preoccupare, per cosa non dovrei arrabbiarmi?” rispose lui accarezzandole delicatamente la mano che stringeva ancora nella sua.
“Vedi, fra qualche giorno saremo tornati e mio nonno e tuo papà…ecco…loro torneranno ad essere adulti…ma io…io…ecco…io vorrei che rimanessero così, per sempre…soprattutto tuo papà. Io…lo adoro. Ѐ un bambino davvero speciale. Certo voglio bene anche a mio nonno, ma sai, lui da adulto non è così differente da com’è adesso, mentre tuo padre…beh…lo sappiamo com’è, no? Temo che mi mancherà tantissimo. Lui, il suo essere cinico e pungente anche se ha sei anni…Mi mancheranno tante di quelle cose che tu nemmeno puoi immaginare: quando mi da la manina appiccicosa, quando fa finta di non voler essere toccato, ma poi viene e ti abbraccia forte – pausa, sospiro -
Sai? Un giorno è entrato in camera, mentre facevo la doccia per calmarmi, dopo l’ennesima lite in cui mi avevano veramente stufato…mi ha chiesto se la pazienza si poteva ricomprare, da qualche parte…che lui qualche soldino lo aveva e se volevo me li dava…per ricomprarla. Gli ho detto che non ce n’era bisogno e l’ho mandato via…in malo modo, direi…Prima di uscire sai cosa mi ha detto? Mi ha chiesto scusa. Scusa per essersi comportato male. Ti rendi conto? Tuo padre! Il principe dei sayan! Non potevo crederci…Appena è uscito sono scoppiata a piangere. Ora, mentre guardo il disegno così…orribile…fatto da MJ, mi sento esattamente come quella sera. Non riesco a trattenere le lacrime e sai perché…perché io non voglio che questo viaggio finisca. Non voglio dire addio a quei due bambini e so di essere egoista e che questa cosa sarebbe…terribile…per tutti. Tua madre e nonna Chichi mi odierebbero e forse anche tutti gli altri, ma mi hai chiesto perché sto male ed è inutile nasconderti ciò che provo, perché tanto mi conosci meglio di chiunque altro e, in un modo o nell’altro, lo avresti capito comunque”
Pan disse tutto senza mai abbassare lo sguardo da quello attento di lui. Trunks l’aveva ascoltata ed era allo stesso tempo stupito e sollevato perché la cosa che rendeva infelice Pan aveva una sola e semplicissima soluzione. Certo non immediata, ma nemmeno così impossibile da realizzare. Il ragazzo le fece il sorriso più dolce e sincero che lei gli avesse mai visto dipinto in volto e aggrottando la fronte, un po’ indispettita gli disse:
“Ti fa ridere, Trunks?”
“No, non mi fa ridere ciò che hai detto, ma il fatto che forse ho una soluzione, al tuo ‘problema’”
“Ah sì? E quale sarebbe? Prendiamo le sfere ed evochiamo Shenron per chiedergli di farli rimanere piccoli?” chiese lei non troppo convinta che fosse la soluzione più adatta.
“No, non potrei mai fare una cosa del genere, né a mio padre, né a mia madre e nemmeno a noi” proseguì il ragazzo.
“A noi?” lo interruppe Pan perplessa.
“Certo, a noi. Vorresti veramente vivere tutta la tua vita con me e mio padre che ci gira per casa? So che è piccolo e carino e capisco che tu ti ci sia affezionata, ma lui è sempre mio padre e sa di esserlo. Non lo posso educare e far crescere secondo i miei principi perché sono io a dover stare alle sue regole, non lui alle mie. Non è mio figlio e non lo sarà mai. Sono io il suo e devo solo rispettare il suo desiderio di tornare ad essere l’adulta cinica carogna che è sempre stato…”
“E quindi? Quale sarebbe la tua soluzione? Che torni da Cell e mi faccia fare un bambino identico a tuo papà, come il fratello di RJ? O posso chiederlo a Shenron?” chiese Pan sparando idee a casaccio.
A quel punto Trunks scosse la testa. Si alzò lasciando la presa della mano di Pan per poter girare attorno al tavolo e andarle vicino. Prese la sedia su cui era seduta e la fece roteare di novanta gradi, verso di lui. Le braccia di Pan le caddero dal tavolo lungo i fianchi. Lui si accovacciò davanti a lei e le prese le mani tra le sue. La guardò dritta negli occhi per farle capire quanto sincero fosse quanto le stava per dire. Fece un sospiro e le disse:
“Non devi chiedere a nessun altro che a me, Pan. I sayan devono nascere dai sayan. Se è questo che vuoi, devi solo dirlo, principessa. Per me sarà solo un’immensa gioia, darti un figlio e crescerlo, assieme a te”
Pan, dopo un primo momento di incredulità, e dopo aver ingerito aria per circa una decina di volte, riuscì, in sequenza a far tornare: gli occhi nelle loro orbite, il cuore a battere, la connessione della rete neurale a funzionare e, addirittura, a formulare una frase di senso compiuto. Fece un gran respiro e la frase di senso compiuto, secondo lei, che ne uscì fu:
“E se poi esce come mio nonno?”
“Beh, sarà sempre un sayan, no?”
“No, non nonno Goku…nonno S…
“NOOOO! Non lo nominare nemmeno!” la interruppe Trunks sgranando gli occhi dalla paura all’idea di vedere un piccolo Mr. Satan girargli per casa. Pan, invece, pensando alla soluzione propostagli da Trunks, riuscì finalmente a farsi comparire in volto il sorriso che lui tanto desiderava vedere.
Staccò le mani dalle sue per andare a cercare l’elastico che gli aveva tenuto i capelli legati tutto il giorno e poterlo togliere, per lasciarli cadere sulle spalle e infilarci finalmente le dita per poterli accarezzare. Poi gli prese il viso tra le mani e lo avvicinò al suo per poterlo baciare per poi sussurrargli nell’orecchio un tenero ‘Grazie’, pieno di gioia e felicità per come lui le aveva prospettato il loro futuro assieme.
Dopo un lungo e appassionato bacio che servì solo a confermare la volontà di realizzare il loro progetto di vita, si guardarono teneramente negli occhi e, per una strana coincidenza, dissero entrambi la stessa identica cosa:
“Hey, io ho fame”
“Pasta e barbabietole, Pan?” le chiese Trunks per scherzare su cosa i due bambini si erano dovuti ingurgitare per tentare inutilmente di vincere la sfida contro Majin Bu.
“Nooo, per carità! Non ne voglio più nemmeno sentire l’odore…Ti rendi conto che ne hanno mangiati una cinquantina di piatti senza nemmeno assaggiare la pasta ai fagioli…che, secondo me, era nettamente migliore?” rispose lei agitando le mani davanti a sé per accentuare ancora di più la sua totale abnegazione ad ingurgitarsi di nuovo quel piatto disgustoso.
“PAAN! I sayan non mangiano le verdure, non l’hai ancora capito?” gli rispose lui tirandosi in piedi e imitando un po’ il tono di voce di suo padre.
“Ma scusa, Trunks…non è per puntualizzare…ma anche la barbabietola è una verdura…eh?!” cercò di controbattere lei, alzandosi dalla sedia.
“Ma la barbabietola è ‘molle’, come i pomodori…Quindi si può mangiare…capito?”
“Mi stai prendendo in giro, Trunks?”
“Eheh! Un po’…ma penso che sia veramente questo il motivo, non ne vedo altri…domani possiamo chiederglielo, comunque…Cosa ti andrebbe?”
“Te”
“Ma non hai detto che hai fame? Ti faccio una spremuta di arance, se hai sete…il te è pieno di caffeina, non va bene la sera…”
“Te nel senso di tu…comunque ti tengo per dopo…ora vorreiiii…mhmm…
“Pasta? Pizza?” propose il ragazzo sempre più famelico.
“Sushi!”
“E no daiiii…il sushi no! Pan! Mi vuoi vedere morto?!”
“Nooo! Che dici? Perché?” chiese con tono malizioso sapendo a cosa si stesse riferendo il suo fidanzato.
“lo so come lo prepari…il sushi…Ti metti lì, con quella calma e meticolosità assurda…pretendi che io ti stia a guardare, senza che possa aiutarti…e poi ti ciucci le dita e mi fai l’occhiolino e mi fai assaggiare i bocconcini…il tutto in un modo che non è descrivibile perché il rating di ‘sta storia è verde…Ѐ…Ѐ…Ѐ…troppo difficile, per me…da sopportare…Quindi, pasta, corta, così non fai nemmeno quel giochetto che fai di solito con i bucatini…” ribattè Trunks sull’orlo di una crisi ormonale.
“Ok…fusilli?”
“Fusilli”
 
I due si presero tutta la serata per loro. Cenarono ricordando la strana giornata trascorsa sul pianeta infernale, di come fossero cambiati i vari personaggi che avevano incontrato e della fortuna che avevano avuto a recuperare la sfera da Majin Bu senza che nemmeno lui se ne ricordasse.
“Sai, penso che alla fine ce l’avrebbe data lui stesso, senza fare troppe storie. Penso che, alla fine, anche lui si volesse divertire ancora un po’ con noi…Dai, anche lui sarà cambiato, no? Hai visto come si è messo a festeggiare con suo figlio quando Goku e mio papà si sono dichiarati sconfitti…Non è da lui” disse ad un tratto Trunks dopo aver riflettuto sullo strano comportamento dimostrato dal mostro rosa.
“Sì, lo penso anch’io…Forse ci avrebbe trattenuto volentieri per un paio di giorni, per inventarsi nuove sfide con mio nonno e tuo papà…Ma non credo che qualcuno di noi sarebbe rimasto volentieri. Troppa puzza, troppo caldo, troppo cibo orribile…è stato meglio venire via subito” rispose Pan prendendo un pezzo di pane per fare la scarpetta.
“Se fosse stato il pianeta Vegeta 3 mi sarei trattenuto volentieri. Lì sì che si mangiava bene, ti ricordi Pan?”
“Già…pensi che…
“Che?”
“Non è sulla rotta di ritorno il pianeta Vegeta 3? Potremmo farci una capatina, fare un po’ di rifornimento di cibo, salutare gli abitanti e poi ripartire. A tuo papà farebbe piacere, non credi?”
“Sì…beh, penso di sì…non dovremmo deviare molto per poterci passare di nuovo. Domattina chiederemo a mio padre e a Goku se gli va, ok?”
“Ok…Trunks?”
“Sì?”
“Ti va una doccia? Mi sembro un cerino con questo odore di zolfo addosso…”
“Bagno?”
“Bagno”
“Allora vado a riempire la vasca, tu porta il soldino sotto il cuscino di Goku…sai, per il dentino…Altrimenti domattina chi lo sente?”
“Oh, sì, già…me ne ero scordata. Vado subito”
Pan fece per uscire dalla cucina per andare a compiere la sua missione. Poco prima di varcare la porta, si voltò verso Trunks che stava mettendo piatti e pentole a mollo e gli disse:
“Trunks”
“Sì, Pan”
“Ti voglio bene”
“Anch’io, Pan”
“Sarai un papà fantastico”
“Sì, lo spero tanto…finisco qui e arrivo, ok?”
“Ok”




 
   
 
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