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Autore: Dedenputtis    17/04/2015    3 recensioni
Questa storia è ambientata in un ipotetico periodo posteriore a DB-GT. Re Pilaf, per la seconda volta, viene in possesso delle sfere del drago. Questa volta hanno delle stellette blu ed esprime erroneamente il desiderio di far tornare Goku bambino. Solo che, questa volta, con lui c'è anche Vegeta. I due tornano immediatamente ad essere piccoli sayan, con tanto di coda che gli garantisce la possibilità di diventare ssj4 solo in alcune 'occasioni'. Solo che la trasformazione può durare, ogni volta solo per due ore, dopodiché i due tornano piccoli e non ricordano cosa succeda loro quando sono adulti.
Buona lettura!
PS: I fatti raccontati NON sono frutto dell'invenzione dell'autore.
ATTENZIONE: lettura sconsigliata a tutti coloro che desiderano sapere come sarebbe la loro vita con un bambino in età prescolare...
Io vi ho avvisato.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goku, Pan, Trunks, Vegeta | Coppie: Pan/Trunks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NA: le parole in sayan si leggono sempre da destra verso sinistra...



Il mattino seguente, mentre Pan e Trunks dormivano ancora per riprendersi della notte passata a rotolarsi fra le lenzuola, Vegeta si svegliò molto presto con addosso una strana sensazione. Scese dal letto a castello e si mise a guardare il suo amichetto, che dormiva al piano di sotto, che era sdraiato a pancia in su con le gambe e le braccia aperte, formando una sgangherata X. La coda si agitava leggermente tra le gambe, come se scodinzolasse e la cosa fece sorridere Vegeta che, per fargli uno scherzo, la prese tre le mani tirandogliela leggermente.
“No, no…Supremo…non mi staccare la coda di nuovo…faccio il bravo, non la guardo più la Luna…ti prego…” bofonchiò Goku nel dormiveglia.
Vegeta si sorprese molto della frase detta inconsciamente dal suo piccolo amico sayan e immediatamente lasciò la presa.
Poi si sedette sul lettino, vicino ai piedini di Goku e lasciò che la sua coda si arrotolasse con quella dell’amichetto. Il piccolo principe tirò su le gambe stringendosele al petto e, appoggiando il mento alle ginocchia, si mise a pensare…a pensare…a pensare.
Più pensava e più la sua coda giocherellava simpaticamente con quella di Goku che dormiva ancora beatamente, ridacchiando ogni tanto per il probabile solletico che gli veniva trasmesso dalla sua appendice.
Vegeta pensava e guardava le due piccole codine che si divertivano a inseguirsi e ad intrecciarsi. Ad un tratto, i suoi pensieri giunsero finalmente ad una conclusione. Saltò giù dal letto strattonando la coda di Goku, che era ancora avvinghiata alla sua, facendolo svegliare di soprassalto con un terribile:
“AHIO!”
“Kaaroth, svegliati! Ti devo parlare”
“Sono già sveglio, mi hai fatto male…cosa facevi alla mia coda?”
“Io niente. Era lei che giochicchiava con la mia. Poi si sono arrotolate e non è stata colpa mia se ti devo dire una cosa importante. Forza, alzati!” lo incalzò Vegeta vedendolo poltrire.
“Sì, sì, va bene…ma…aspetta un attimo…” gli rispose Goku mettendosi a sedere sul letto per poi voltarsi ed alzare in tutta fretta il suo cuscino.
“Guarda! Ѐ venuto il topino, Vegeta!!! Come sono contento! Mi ha portato il soldino, mi ha portato il soldinoooo!” cominciò a strillare mettendosi a saltellare per tutta la camera.
“SSSHH…E sta’ fermo, Kaaroth! Questa non è la cosa più importante. Te l’avevo detto che sarebbe venuto, ma adesso tu ti calmi, ti rimetti seduto e mi ascolti, chiaro?”
“Ok…” disse Goku rassegnato rimettendosi a sedere sul bordo del letto.
Vegeta rimase in piedi davanti a lui, a braccia incrociate e fare da duro. Si schiarì la voce, come se dovesse fare il discorso del secolo e, guardandolo seriamente, gli disse:
“Kaaroth, hai pensato a come chiedere a Shenron di farci tornare adulti?”
“In che senso, Vegeta?” chiese Goku guardando l’amichetto altrettanto seriamente.
“Voglio dire, non possiamo dirgli semplicemente: ‘Ciao Shenron, per favore facci tornare come eravamo prima di essere trasformati in bambini’. Io non voglio tornare esattamente com’ero prima” proseguì Vegeta.
“Noo? E come vorresti essere? Più forte? Più alto? Più grasso? Coi capelli viola come Trunks? Eh, Vegeta? Come?”
“Ma nooo! Ma quale alto, basso, grasso…io voglio…vorrei solo che Shenron mi desse la possibilità di tenermi la coda. A me piace averla e, non so per quale motivo, anche a Bulma non dispiace affatto. Non la voglio tenere per trasformarmi in scimmione e distruggere tutto…come facevo una volta…credo…Ma se Shenron mi fa tornare grande senza coda, io non posso più diventare ssj4. E io voglio ancora allenarmi con te…così…Non mi va di dover chiedere a Bulma, tutte le volte, di accendere quella maledetta macchina che fa i raggi per farmi trasformare. Non voglio dipendere da lei…” concluse abbassando lo sguardo per non far vedere a Goku quanto quella cosa fosse frustrante. 
“Mhmm…capisco. Dimmi un po’, Vegeta…sei sicuro di non rivolere la coda per conquistare la Terra, vero?” gli chiese Goku non perfettamente convinto della sincerità del principe.
“Cosa? Ma come ti permetti, Kaaroth? Ritira subito quello che hai detto, sai? O vuoi che ti faccia saltare gli altri quattro denti che ti stanno dondolando? Guarda che io sono cambiato…e parecchio, anche! Come puoi pensare una cosa simile?” lo apostrofò Vegeta tornando a fissarlo negli occhi con un’aria rabbiosissima.
“Mhmm…sarà…ma la scusa dell’allenamento non mi convince molto, sai?” insistette Goku scuotendo la testa.
A quel punto, Vegeta non ci vide più dalla rabbia. Gli saltò addosso facendolo ricadere sul letto e, mettendosi a cavalcioni della sua pancia, cominciò a riempirlo di pugni in faccia che ebbero l’effetto scontato di far saltare due dei dentini ciondolanti di Goku che finirono sul cuscino sporcandolo.
“UHAAA! Basta Vegeta! Mi fai male! UHEEE!” cercò di bloccarlo Goku mettendosi a frignare come un poppante.
“Ritira quello che hai detto altrimenti…
“…MAY DAY…MAY DAY…onuclauq im evecir? Im omaihc BEET, OPAC led atenaip VEGETA 3…Im etitnes? Omais itats itaccatta. Otepir. Omais itats itaccatta. Es onuclauq ic evecir…Iv ogerp…icetat(uia)…AHAAAAA..
La voce disperata proveniente dalla radio di bordo interruppe la rissa tra Vegeta e Goku. Entrambi sgranarono gli occhi spaventatissimi per quanto avevano appena sentito e perfettamente compreso: il pianeta Vegeta 3 era in forte pericolo e gli unici che potevano fare qualcosa erano proprio loro.
I due bambini scattarono in piedi e, disinteressandosi completamente del loro litigio, Vegeta disse:
“Kaaroth, dobbiamo aiutarli. Vado a rispondere alla radio. Tu vai a svegliare Trunks e Pan. Dì a Trunks di venire subito in sala comandi. Facciamo rotta sul pianeta Vegeta 3. Va’, corri”
“Sì, vado subito” rispose Goku infilandosi la tuta e correndo fuori dalla camera.
Solo un minuto dopo, Vegeta era davanti alla radio a cercare di contattare inutilmente il pianeta colonia, mentre Goku entrava nella camera di Pan e Trunks sbattendo la porta e facendo sobbalzare i due giovani, che si misero seduti sul letto coprendo le loro ‘grazie’ come meglio poterono.
“Presto, Pan, Trunks! Venite! Ѐ successa una cosa terribile! Correte presto!” gridò loro con tono disperato.
“G-Goku? Ma che diavolo…” tentò di dire Trunks ancora frastornato per il cruento risveglio.
“Trunks, sbrigati! Dobbiamo cambiare rotta. Il pianeta Vegeta 3 è in grave pericolo, vieni!” insistette il bambino andando a fianco al letto e prendendo Trunks per un braccio per trascinarlo fuori dalle coperte.
“CHE COSA!? Il pianeta colonia? Come fai a saperlo?” chiese il ragazzo raccattando la parte inferiore del pigiama per rimettersela, prima di uscire dalle lenzuola.
“La radio! Nella radio c’era la voce di Beet! Diceva MEIDEI MEIDEI, ci hanno attaccato! Aiutateci!” spiegò Goku, a grandi linee.
“Ok, andiamo…dov’è mio papà?” chiese alzandosi.
“Sta provando a contattarli, ma finora non ci è riuscito! Presto!”
Goku lo prese per mano e lo trascinò fino alla sala comandi dove trovò Vegeta che, microfono alla mano, chiamava Beet come un disperato.
Come prima cosa andò a modificare la rotta, impostando, come nuova destinazione, il pianeta attaccato. Notò con sua grande soddisfazione che sarebbero arrivati lì in meno di mezz’ora. Reimpostò il pilota automatico e andò da suo padre, accovacciandosi a fianco alla poltrona su cui era seduto. Gli prese il microfono dalle mani e gli disse:
“Papà, lascia, bisogna premere contemporaneamente questi due pulsanti per comunicare con qualcuno…vedi? Tu hai le manine troppo piccole. Ora io li premo e tu chiami Beet, ok? Digli che saremo lì fra una ventina di minuti e di cercare di resistere. Cerca di capire chi li ha attaccati, ok?”
Il piccolo principe lo guardò con due occhi pieni di lacrime e di gratitudine per aver accettato di cambiare rotta, per tentare di salvare quella che lui considerava la sua colonia.
Trunks premette entrambi i pulsanti ai lati opposti del microfono e Vegeta iniziò a parlarci dentro scandendo bene le parole:
“Beet, Beet! Onos Vegeta, im itnes? Omeras ìl arf 20 itunim. Ihc iv ah itaccatta, Beet?”
Fruscio…
Urla…
Fruscio…
Stridio della radio…
Poi, dopo qualche istante di attesa insopportabile, finalmente la nota ma ansimante voce di Beet disse:
“Re Vege-ta…etaf otserp! I inomrev… i inomrev…ic onn-ah otaccatta…onn-ats od-na-rovid…ott-ut!”
“I inomrev? Ilauq inomrev?” chiese Vegeta senza avere risposta.
“I vermoni del pianeta su cui abbiamo trovato la sesta sfera…” disse Goku dimenticandosi totalmente che Vegeta non ne sapeva nulla.
“La sesta sfera? Ma quale pianeta, Kaaroth?” chiese Vegeta sempre più confuso, ma stranamente per nulla terrorizzato all’idea di dover affrontare questi famigerati vermoni.
“Papà, il giorno del mio compleanno siamo atterrati su un pianeta e io e Pan siamo andati a cercare la sfera perché tu avevi una strana sensazione, appena siamo atterrati, ti ricordi? Il pianeta era abitato da grossi vermi giganti che si nutrivano di insalata altrettanto gigante. Sembravano innocui…non pensavo potessero muoversi su altri pianeti e divorare tutto…” tentò di spiegare Trunks.
“Come erano? Com’erano i vermoni, Trunks?”
“Boh… enormi, verdognoli, morbidi, disgustosi, striscianti, viscidi…come sono normalmente…dei vermi…solo un bel po’ più grandi…” cercò di spiegare Trunks tentando di essere il più preciso possibile.
“Sono Quatch” disse secco Vegeta.
“Quatch?!” chiesero all’unanimità Trunks e Goku.
“Sì. I Quatch sono parassiti che si trasferiscono da un pianeta all’altro, divorando tutto ciò che trovano. Poi, quando non c’è più nulla da mangiare, creano dei bozzoli orribili dai quali nascono delle enormi farfalle che sono in grado di volare nello spazio aperto, senza problemi. Quando arrivano su un nuovo pianeta, le farfalle depositano le uova, dopodiché muoiono. Dopo poche ore nascono i nuovi Quatch che, in meno di mezza giornata, possono devastare un intero pianeta, grande come la Terra. Sono pericolosissimi. Se me lo aveste detto, l’altro giorno, sarei sceso io stesso a distruggere il pianeta su cui si trovavano, prima che andassero a distruggere la mia colonia” spiegò Vegeta quasi con le lacrime agli occhi.
“Oh, papà…mi dispiace davvero tanto. Sembravano innocui…non avrei mai creduto che potessero essere mostri simili…” tentò di giustificarsi Trunks.
“Già, non potevate saperlo…” rispose Vegeta abbassando lo sguardo sconsolato.
“Che succede?” chiese Pan appena arrivata alle spalle di Trunks, già vestita di tutto punto con tuta e stivaletti da combattimento.
Goku le spiegò tutto, sempre a grandi linee e, alla fine della spiegazione, la ragazza guardò Vegeta che ancora teneva lo sguardo basso e sembrava assorto in chissà quali pensieri e, avvicinandosi, si fece lasciare il posto da Trunks. Si accovacciò davanti al piccolo sayan, per poterlo guardare negli occhi. Quando lui alzò lo sguardo, lei, con un tono di voce fermo e serissimo, gli disse:
“Vegeta, dimmi la verità: tu hai paura dei Quatch?”
Vegeta si fece improvvisamente serio e le rispose:
“No, non ho paura di loro. Ho paura di ciò che fanno e di arrivare troppo tardi…quando non ci sarà più nulla da fare per salvare Vegeta 3”
“Questo non succederà, arriveremo in tempo e lo salveremo, ma tu…tu ora devi ascoltarmi attentamente…Tu sei il principe dei sayan. Hai conquistato centinaia di pianeti e colonizzato altri. Nessuno meglio di te può sapere come possiamo fare per salvare la colonia. Devi solo dirci cosa dobbiamo fare e noi eseguiremo tutti i tuoi ordini, per filo e per segno. L’unico che ci può guidare in questa missione, sei tu, Vegeta. Gli abitanti di questo pianeta ti considerano il loro re, non puoi deluderli. Contano sul fatto che tu andrai a salvarli. Quindi ora, tu e Trunks andate ad infilarvi una tuta, perché fra poco saremo arrivati e non abbiamo tempo da perdere. Prima di atterrare ci dirai qual è il piano. Hai capito?” spiegò Pan senza mai spostare lo sguardo da quello del bambino.
“Ma io sono soltanto un bambino, Pan! Non mi ricordo come si conquista un pianeta, non mi ricordo niente…e per favore, non fare nulla che mi faccia trasformare in ssj4, solo per farmi tornare la memoria di come ero e delle terribili cose che credo di aver fatto. Forse ci vorranno più di due ore per eliminare tutti i Quatch e io non voglio essere piccolo e inutile e stanco a causa della trasformazione…ti prego…” disse Vegeta con un tono di voce misto tra disperato e supplicante, che non era da lui.
“No, Vegeta, non ho la minima intenzione di farti trasformare. Io credo che non ce ne sarà nemmeno bisogno, neppure quando atterreremo, ma ora devi smetterla di piangerti addosso come una femminuccia. Tu sei il principe della razza dei guerrieri più potenti dell’intero universo. La conquista dei pianeti ce l’hai nel sangue, non nella mente, come…come…un programma per computer. Ora tu ti infili quella diavolo di tuta e poi torni qui e ci dici cosa dobbiamo fare appena atterrati, è chiaro?” concluse duramente Pan con uno sguardo che sembrava severo quanto quello di suo suocero da adulto.
Vegeta non fece altro che fare cenno di sì con la testa e saltare giù dalla sedia per poter correre in camera ad eseguire l’unico ordine che, in quella giornata, gli sarebbe stato impartito.
Per il piccolo principe fu una vera sorpresa ciò che avvenne di lì a poco. Si infilò la tuta, gli stivaletti e i guanti in miniatura che Bulma gli aveva riadattato con le sue nuove misure. Non appena ebbe finito, si guardò i palmi delle mani, rivestite da quei candidi guanti bianchi e strinse i pugni un paio di volte, come faceva sempre, un po’ come gesto scaramantico, un po’ per alleviare la tensione di un imminente attacco, prima di qualche conquista. Fu in quel preciso momento che sentì dentro di sé una forza indescrivibile. Spalancò gli occhi guardando fisso il vuoto davanti a sé e restò immobile per qualche secondo, come se stesse prendendo coscienza della sue capacità. Riabbassò lo sguardo per osservare le sue mani ancora per qualche istante, dopodiché, uscì a grandi passi dalla stanza per tornare nella sala comandi ad impartire gli ordini ai suoi aiutanti.
Trovò Pan e Trunks seduti ai posti di comando che stavano preparando la navicella all’atterraggio che sarebbe avvenuto di lì a pochi minuti e Goku che guardava fuori dall’oblò il pianeta in avvicinamento.
“Quanto manca all’atterraggio?” chiese appena arrivato.
“Cinque minuti, papà. Dove preferisci che atterriamo?” chiese Trunks un po’ per indagare se il padre avesse preso coscienza dell’importante incarico che gli era stato affidato.
“Dobbiamo cercare il nido dove hanno deposto le uova. Ce ne saranno a centinaia, non possiamo permettere che i Quatch nascano tutti, altrimenti non ci sarà più nulla da fare, per il pianeta. Quando siamo abbastanza vicini alla superficie, dobbiamo perlustrarla dall’alto. Dovremmo trovare un’enorme buca di colore scuro” iniziò a spiegare Vegeta confermando di avere le idee ben chiare su come agire.
“E quando l’abbiamo trovata cosa facciamo? Eh, Vegeta?” chiese Goku a cui il piano dell’amichetto stava iniziando a interessare parecchio.
“Kaaroth, vieni qui, per favore. Così vi spiego cosa dobbiamo fare”
Quando Goku si avvicinò, il principe poté proseguire:
“Quando troviamo il nido, Pan e io scendiamo in volo dalla navicella e andiamo a distruggerlo. Trunks, tu e Kaaroth atterrate con la navicella in un posto sicuro, il più possibile vicino alla città. Dopodiché, Trunks andrà a distruggere tutti i Quatch che la stanno attaccando e Kaaroth, tu devi andare a cercare Beet e accertarti di metterlo in salvo, sperando che non sia troppo tardi, per lui. Quando la città sarà al sicuro e il nido sarà distrutto, ci rincontreremo e finiremo di uccidere tutti i maledetti vermi che si staranno divorando le piantagioni di Vegeta 3. Ѐ chiaro? Qualche domanda?” spiegò Vegeta con una sicurezza decisamente inusuale, per un bambino di sei anni.
“Per me è tutto chiaro” disse Pan seriamente.
“Ma scusa, Vegeta, perché ci devo andare io a cercare Beet? Non ci può andare Trunks? Io sono un bambino, cosa vuoi che possa fare quando lo trovo?” chiese Goku un po’ sconsolato.
“Trunks non parla sayan e poi tu non sei in grado di attaccare un essere che non ti abbia attaccato per primo o che stia minacciando te o la tua famiglia. Te ne troveresti uno davanti e, come minimo, cercheresti di farci amicizia per tentare di convincerlo a non comportarsi male. Ma i Quatch sono esseri privi di cervello…la feccia della feccia dell’intero universo…vanno distrutti, tutti. Trunks è mio figlio, confido che sappia cosa sto provando, in questo momento. Il mio desiderio di eliminare quegli esseri infimi deve essere anche il suo. So che non mi deluderà”
“Puoi contarci papà. Farò tutto ciò che mi hai detto. Conta su di me” rispose il ragazzo facendogli un sorriso.
“E su di me” aggiunse Pan.
“Kaaroth? Ci sei?” chiese Vegeta voltandosi verso l’amichetto.
“Ovvio che sì. Sono un sayan, no?” rispose lui ormai convito che l’incarico che gli aveva affidato Vegeta, fosse di gran lunga il più importante e ‘adatto’ alla sua persona.
Solo due minuti dopo, la navicella entrò nell’atmosfera del pianeta Vegeta 3 e, come ordinato, Trunks sorvolò la superfice in cerca del famigerato nido che fu avvistato poco dopo, in una zona incolta, ad una ventina di chilometri dalla cittadella.
“Apri il portellone, Trunks!” ordinò Vegeta appena furono sopra l’enorme buca marrone scura piena di disgustose uova verdognole e appiccicose.
“Andiamo, Pan”
“Sì. Sta’ attento Trunks, e anche tu, nonno…A più tardi” disse Pan alzandosi e mettendosi a fianco a Vegeta che era già davanti all’uscita, in attesa che si aprisse.
“Ciao, piccola…sta’ attenta anche tu…” le disse Trunks accarezzandole la mano prima che si allontanasse dalla poltrona di comando.
“Ciao Pan, falli secchi! Eheh…secchi…vermi secchi…secchi vermi…vermi secchi…secchi vermi…
“Goku!” lo interruppe Trunks prima che andasse avanti tutta mattina con quell’assurda tiritera.
“Non ti fa ridere Trunks? Vermi secchi…secchi vermi…?” chiese lui andandosi a sedere nella postazione di Pan, a fianco al ragazzo.
“No, schiaccia quel pulsante verde, per favore. Così Pan e mio papà possono uscire” rispose secco Trunks impegnato nella manovra per far sbarcare i distruttori del nido.
Un istante dopo, i due volavano a pochi metri sopra la fossa puzzolente lanciando sfere di energia a destra e sinistra, distruggendo senza pietà le centinaia di uova contenenti piccoli mostri, ignari del motivo per cui non erano nemmeno riusciti a nascere.
La navicella si diresse verso la cittadella sorvolando campi devastati da quelle assurde creature che stavano letteralmente divorando qualsiasi cosa. La maggior parte delle bellissime colture che gli abitanti del pianeta avevano amorevolmente curato per mesi e mesi, prima del raccolto, erano andate completamente distrutte. Strisce di terra rimossa e ricoperta da una disgustosa bava giallognola si intrecciavano e si estendevano un po’ ovunque, creando un senso di profonda tristezza nei due sayan che, dall’alto, guardavano inorriditi quello scempio.
La navicella atterrò in una zona coperta da una folta vegetazione, non molto distante dalla cittadella. Goku e Trunks si prepararono in silenzio, rattristati da ciò che avevano visto e scesero dalla navicella partendo subito in volo, per andare ad eseguire gli ordini che Vegeta gli aveva assegnato.
Arrivati ad un centinaio di metri dalle musa, i due si divisero. Trunks si diresse deciso verso il fronte dei vermoni che avanzavano lentamente e inesorabilmente verso la città e Goku proseguì dritto per atterrare, pochi istanti dopo, proprio davanti al palazzo di Beet.
Ciò che il piccolo sayan si trovò davanti, però, fu davvero uno schock, per lui. Sgranò gli occhi e spalancò la bocca esterrefatto per ciò che fu costretto a vedere, alzando lentamente lo sguardo verso il cielo…





 
   
 
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