[Nota dell’Autrice: eccomi con un nuovo
aggiornamento gente, grazie a tutti voi che state seguendo la mia storia, ormai
siamo vicini alla fine di questa avventura, ci sono ancora alcuni punti oscuri
che solo nell’ultimo capitolo verranno risolti, ma già adesso potrete gustarvi
la soluzione di un enigma che fin dall’inizio ha lasciato tutti con il fiato
sospeso. Ovviamente il tanto atteso SasuSaku, che spero in questo capitolo
soddisferà tutti gli amanti della coppia. Baci baci!]
Cap.10 Doppia faccia
Era buio, come sempre del resto, non esisteva
il giorno in quel posto, Sakura non riusciva ancora a capire come facessero gli
abitanti del Villaggio della Notte a convivere con quella condizione di totale
mancanza di luce; il luogo perfetto per un maniaco eccentrico e folle che era
riuscito ad incantare tutti e mettere in scena quella macabra commedia: erano
morte tante donne e chissà quante altre erano succubi delle sue macchinazioni.
Sasuke le aveva detto di coprirsi i capelli con
una sciarpa che le aveva procurato, in modo da renderla irriconoscibile;
camminava al suo fianco a fatica, Sakura dovette dare fondo ad ogni energia per
recitare al meglio la sua parte ma non era ancora del tutto in forze e la sua
volontà cedette nel momento in cui si avvicinarono al cancello principale del
Villaggio. Il solo pensiero di rimettere piede in quella cittadina le procurò
un senso di nausea e per poco non svenne, ma Sasuke la tenne stretta con un
braccio intorno alla sua vita, incoraggiandola a non cedere, presto sarebbero
stati al sicuro.
“Non
manca molto, cerca di resistere. La casa della donna che ci ospiterà non è
molto distante ed è abbastanza riparata, nessuno si accorgerà che siamo lì. Non
lo permetterò!”
“Che ne è
stato di Naruto? Si preoccuperà se non ci troverà più nella grotta!”
“Ho
mandato un mio clone a cercarlo. Tranquilla, fidati di me e fai solo quello che
ti dirò!”
Ancora una volta doveva farsi comandare a
bacchetta da un uomo, una sensazione che allo stato attuale le risultava
sgradevole, ma trattandosi di Sasuke si sentiva più sicura e la faceva sentire
ancora nella realtà.
Il piano di Sasuke funzionò, le guardie
all’ingresso non fecero molto caso a loro, sembravano una normale coppia di
residenti come gli altri; dietro ai palazzi nel centro cittadino c’era un piccolo quartiere residenziale, si diressero
verso una delle case più grandi dove ad attenderli c’era la donna che Sasuke
aveva incontrato e che gli aveva affittato la stanza.
Si trovava nell’ala posteriore della casa,
rivolta verso il giardino, riservato e tranquillo, con un letto, una sedia ed
un bagno adiacente, ebbero asciugamani e coperte per la notte; Sasuke lasciò il
letto a Sakura mentre lui si sarebbe sistemato sul pavimento, ma dato che aveva
il sonno leggero anche la sedia sarebbe andata bene.
“E’ tutto
così assurdo. Mi hai evitato per anni e adesso ci ritroviamo insieme, da soli
nella stessa camera. Se lo raccontassi non mi crederebbero.”
“Sì hai
ragione non ti crederebbero. Perché non ti riposi, io vado a fare un giro nei
dintorni.”
“Hai
ancora la ricetta della pozione di Ino? Mi sento ancora un po’ fuori fase ed
entrando in casa ho notato che in la signora in cucina tiene delle erbe, vorrei
provare a cambiare le dosi per aumentarne l’efficacia e recuperare più in fretta
le forze”
Sasuke fece un cenno di assenso e sfilò da una
tasca il biglietto di Sai e di Ino porgendolo a Sakura; ci fu un lieve contatto
tra le loro dita, ma nessuno dei due si ritrasse, in quel momento entrambi
avevano bisogno di quel contatto. Quando Sasuke se ne andò, Sakura rimase a
lungo a fissare la porta, provando di nuovo quel senso di inquietudine che
tanto l’aveva accompagnata in quegli anni sperando che prima o poi si sarebbe
ripresentato, ma non era mai accaduto, almeno fino a quel momento e non era
certo dei più felici.
Avrebbe preferito essere a casa, a Konoha,
invece erano nascosti nel luogo più terribile del mondo e doveva accontentarsi;
aveva ancora dei dubbi che sarebbe rientrato presto in quella stanza, ma
preferì non pensarci e a credere che sarebbe andata diversamente, o avrebbe
ancora una volta perso la ragione.
“Folle, ha appena
dimostrato che è corso in tuo aiuto perché glielo avevano chiesto e non certo
perché prova qualcosa per te. Sei ancora una ragazzina stupida che crede nei sogni.”
Sakura si portò le mani alla testa, una forte
attacco di emicrania minacciava di fargliela esplodere in mille pezzi,
possibile che quella voce, quella angusta presenza fosse ancora lì a
tormentarla?
Era chiaro che le droghe che le avevano dato avevano
avuto l’effetto di accentuare quel suo io oscuro, oltre che mandarla fuori di
senno.
Le venne in mente un’idea, qualcosa che aveva
letto nei libri di medicina di Tsunade riguardo ad una pratica poco usata e
poco convenzionale da renderla pericolosa, ma doveva tentare per liberarsi per
sempre di quel fantasma che la opprimeva.
Chiese alla padrona di casa di poter usare le
erbe che aveva in cucina; osservando bene le indicazioni di Ino, non erano del
tutto sbagliate solo un po’ imprecise e si preparò un altro infuso dall’odore e
dal sapore meno sgradevole, aggiungendo degli ingredienti e cambiando le dosi.
Rientrò in camera e si preparò un bagno caldo,
erano trascorsi giorni dall’ultima volta che aveva visto una saponetta e fu
molto grata che in quella casa ci fosse l’acqua corrente, così poté riempire la
vasca e dopo aver ingurgitato l’intero contenuto della sua tazza, si svestì e
si immerse completamente nell’acqua calda.
Per essere sicura che la sua idea funzionasse,
dalla cucina aveva preso un piccolo coltello; quando si immerse nella vasca si
assicurò di tenerlo ben stretto in pugno dalla parte della lama, chiuse gli
occhi ed attese, abbandonandosi completamente agli effetti della sua pozione
fino a cadere in uno stato di totale incoscienza, sprofondando fino nel fondo
della vasca.
Era in un luogo completamente buio, il suo
corpo diviso a metà, così come quello del suo io di fronte a lei; sembrava
reale, ma non lo era eppure lei sorrideva malignamente, avrebbe preso il
sopravvento se solo Sakura gliene avesse dato la possibilità.
“Hai deciso di
incontrarmi di persona? Bastava che ti guardassi allo specchio. Non siamo poi
così diverse, l’unica differenza è che io ammetto ciò che sono veramente!”
“E che
cosa sei veramente? Solo una mera macchinazione che hanno provocato nella mia
mente. Non sei reale, ed io non sono certo tenuta a sopportarti”
“Invece hai bisogno di
me e tu lo sai; dai pure la colpa ad altri se ti fa comodo, in realtà hai
sempre saputo di essere un’inetta ed una mela marcia, hai ucciso, hai odiato,
non c’è nulla di innocente in te tranne il tuo bel faccino. Una maschera
perfetta, persino Sai lo aveva notato, ricordi?”
Sakura rammentò quel fatto, l’anno in cui Sai
divenne parte del team 7, prendendo il posto di Sasuke e Yamato sostituì
Kakashi, temporaneamente indisposto dopo la battaglia per salvare Gaara
dall’Akatsuki.
Sai all’epoca era un membro della Radice agli
ordini di Danzo, privo di ogni sentimento umano, fece una battuta sgradevole
nei confronti di Sasuke e fu lei a fermare Naruto dal prenderlo a botte;
sorrise ironicamente ed un secondo dopo atterrò Sai con un poderoso gancio
destro e tutti rimasero sorpresi.
Fu Sai a complimentarsi per la sua abilità nel
fingere un’espressione amichevole e poi colpire con tutta la rabbia che aveva
in corpo prima ancora che il nemico potesse rendersene conto.
“Vogliamo parlare poi
di come hai ingannato Naruto per fargli credere di essere innamorata di lui e
non di Sasuke? Hai persino drogato i tuoi stessi compagni, architettando per
tuo conto un abile piano per uccidere Sasuke, l’uomo che dici di amare e per la
quale sei disposta a patire in eterno le pene dell’inferno!! Non è esattamente
un comportamento da devota innamorata”
Sakura non ce la faceva più, era troppo da
sopportare; anche se erano passati anni, quei ricordi la tormentavano e sebbene
a quel tempo avesse agì secondo coscienza, dovette ammettere che c’era del vero
nelle parole del suo ego: non era peggio di tutti i nemici che aveva affrontato
nel corso della sua vita. Che cosa di fatto era diventata?
“Hai persino lasciato
morire Karin, che si è sacrificata per darti una possibilità che non meriti.
Guardati, sei stata nuda per giorni davanti ai suoi occhi e neppure ti ha
sfiorato. Ti ha evitato come una lebbrosa. Ma se mi lasci uscire e prendere il
tuo posto, a me guarderebbe di certo. Non fallirei nel togliergli la vita, come
hai fatto tu!”
Sakura stava per perdere il controllo, il suo
piano stava fallendo, come sempre aveva fallito con Sasuke, magari aveva
ragione lei; non riuscì a trattenere le lacrime, il suo corpo stava scomparendo
mentre quello della sua omonima prendeva forma sempre di più.
Era dunque questo il suo destino?
Forse sarebbe stato più facile lasciarsi andare
una volta per tutte, lasciare che fosse “lei” a comandare e vivere al suo
posto; così facendo però avrebbe fatto un grave torto a tutti coloro che le
volevano bene e che su di lei avevano sempre contato: Naruto non l’aveva mai
considerata di fatto una perdente, era il suo migliore amico.
Aveva ancora delle divergenze caratteriali con
Ino, ma era sempre la sua migliore amica. Tutti lo erano e avrebbe dato l’anima
per loro.
Anche a Sasuke, se lui glielo avesse chiesto;
era una fallita per quanto riguardava il suo amore per lui, ma almeno era un
amore sincero.
[Sakura…]
Udì il suo nome come un eco lontano, una
piccola luce infondo al tunnel oscuro che la stava inghiottendo; non vedeva più
la sua mano, ma sentiva che stringeva qualcosa di tagliente e solo in quel
momento rammentò che cosa fosse.
Alzò lo sguardo verso il suo ego e da quegli
occhi ella capì che aveva di nuovo la forza per sconfiggere i suoi incubi;
Sasuke, la sua più grande debolezza, il suo sogno irraggiungibile, avrebbe
lottato per tenersi stretta quella piccola parte di sé che gli era così cara e
familiare, l’unica che facesse parte del suo mondo, l’unica che la facesse
sentire ancora parte del mondo reale.
[Sasuke…]
La luce diventava sempre più forte, il corpo
dell’ego stava scomparendo, mentre quello di Sakura riprendeva la sua
originaria forma.
L’ego cercò di respingerla, di lottare per
restare attaccato a Sakura, ma lei ormai aveva trovato la chiave per
respingerla.
“Se dovrò
cadere, allora, lo farò combattendo per ciò in cui credo ora… la libertà di
essere me stessa! Non sono una persona perfetta, ma questo lo sai già. Ma io
sono reale, sono reali i miei sentimenti, anche se avrò il cuore spezzato
centinaia di volte, io rimarrò fedele ai miei principi. Perché io sono io. Sono
Sakura Haruno. Nessuno potrà mai cambiare ciò che sono.”
Con un grido soffocato, il suo ego scomparve in
una nuvola di polvere, mentre la luce tornava a brillare nella sua oscurità.
Si risvegliò di soprassalto, uscendo dall’acqua
tossendo e spuntando per essere stata immersa a lungo in apnea; rimase a sedere
cercando di respirare, come se si fosse appena risvegliata da un incubo, di
fianco a lei qualcuno le massaggiava la schiena per aiutarla a riprendersi:
quel qualcuno era Sasuke, era appena rientrato nella stanza quando vide la
porta del bagno leggermente aperta e chiamò Sakura svariate volte senza avere
risposta. Quando poi la vide svenuta, completamente sotto l’acqua temette il
peggio.
“Accedenti
a te, che stavi cercando di fare? Volevi forse suicidarti?”
“No…dovevo…
fare una cosa…”
“Ho
vissuto a contatto con Kabuto ed Orochimaru per anni, vuoi che non conosca la
pratica che stavi adoperando? La prigionia ti ha fatto partire il cervello!”
Prese uno asciugamano e glielo mise sulle
spalle, quella situazione si stava facendo per lui sempre più complicata; non
negò a se stesso di aver provato paura in quel momento, allo stesso tempo sentì
il corpo pervadere di desiderio, ogni istante che passava vicino a lei.
Non era semplice fare finta di non vederla,
specialmente senza vestiti, ma nonostante tutto ci teneva a rispettarla.
La aiutò ad uscire dalla vasca e la fece sedere
sul letto, le tolse il coltello dalla mano e prese un altro asciugamano per
tamponarle la ferita; qualunque cosa fosse, qualunque demone cercasse di
affrontare, era il momento di chiarire alcune cose lasciate in sospeso.
Gli era chiaro che la causa di tutto il male a
Sakura, era lui.
“Perché
mi vuoi aiutare se ti faccio così pena?”
La domanda di Sakura lo spiazzò, non era
esattamente il genere di domanda a cui avrebbe voluto rispondere, ma da qualche
parte doveva iniziare.
“Perché,
anche se ti sembrerà assurdo, a mio modo ci tengo a te, come ci tiene Naruto…
non esattamente nella stessa misura credo.”
“Lo stai
facendo per Naruto, allora? La cosa non mi sorprende affatto, tra noi è sempre
stato così…”
“Dovresti
ascoltare la mia versione, prima di trarre conclusioni affrettate.”
“E quale
sarebbe?”
Sasuke prese qualche secondo per cercare le
parole adatte, non era mai stato bravo in quel genere di cose, ma forse era
l’argomento a spaventarlo di più.
“Lo sai
che ho usato lo Sharingan Ipnotico su di te, dovevamo capire che cosa ti era
successo, ma quando parlai a Naruto di ciò che ho visto nei tuoi ricordi, non
gli ho detto tutto. Ho tenuto per me ciò che i tuoi ricordi hanno in verità
rivelato suoi tuoi sentimenti per me. Non che sia una novità, ma fin dal primo
bicchiere di sakè e persino nella cella dove ti avevano rinchiusa, la tua voce
che parlava nel buio verso il nulla, ogni volta sussurravi il mio nome. Non mi
è facile restarti vicino sapendo che la causa di tutto il tuo male in realtà
sono io. Non era esattamente ciò che mi sarei aspettato…”
Sakura ascoltò in silenzio, senza proferire
parola, provando un certo imbarazzo per il fatto che proprio lui aveva avuto
accesso alla sua parte più intima, ma allo stesso tempo era grata per quella
piccola confessione; non glielo aveva mai negato, ma adesso che lui sapeva
poteva comprendere che mai il suo amore era stato più vero e sincero, fino
all’ultimo, quando hanno cercato di portarglielo via.
Sasuke proseguì.
“Ho visto
l’uomo nell’ombra, ho visto le ore che hai trascorso in quella prigione, ho
visto quello che facevano ed ho visto in che modo sei riuscita a scappare e… ho
visto chi ti ha aiutato. Tutte queste informazioni sono importanti per me, non
solo per prendere il responsabile, ma anche perché ora so quanta forza questo
sentimento che da sempre provi per me ti ha aiutata a sopravvivere. E’ un
insegnamento che vale la pena apprendere. Non
voglio farti promesse Sakura; non so se sarò in grado di essere l’uomo
che tu vorresti, ma se sei disposta ad aiutarmi, ci posso provare.”
Una lacrima scese sulla guancia di Sakura, di
certo non si sarebbe mai aspettata una dichiarazione simile, non in quel
frangente; per anni aveva sperato che lui si avvicinasse almeno un poco a lei
ed ora il suo sogno si stava avverando, non esattamente come se lo era
immaginato da ragazzina ma si sarebbe accontentata più che volentieri.
Fu per istinto che gli prese il volto tra le
mani porgendo le sue labbra sulle sue in un casto bacio che valeva più di mille
parole.
Si distaccò lievemente, solo per pronunciare
una sola parola.
“Grazie.”
Lui glielo aveva detto diverse volte in
passato, ora era il suo turno dimostrare la sua riconoscenza; entrambi non
furono in grado di stabilire come si ritrovarono sdraiati sul letto a baciarsi
e ad abbracciarsi appassionatamente, ma nulla contava se non quello che
provavano l’una per l’altra. Nemmeno la notte.
Quando si risvegliò al mattino, Sasuke tastò lo
spazio nel letto di fianco a lui e con stupore si accorse che era vuoto; si
guardò intorno alla stanza con nervosismo, non vedendola da nessuna parte, ma
subito dopo la vide uscire dal bagno fresca e riposata ed si riadagiò sul
cuscino con un sospiro di sollievo.
“Stai
forse cercando di uccidermi, per la seconda volta?”
Le disse in tono ironico, ma lei si limitò a
sorridergli e si rimise di fianco a lui con niente indosso; non era più
necessario provare vergogna a mostrarsi a lui come mamma l’aveva fatta.
“Non ho
ancora avuto occasione di chiederti scusa per quella volta…”
“Non
starti ad angustiare troppo Sakura, ormai è acqua passata.”
“Non lo è
stato per me. Ieri, diciamo, ho dovuto chiudere i conti con alcuni fantasmi
nella mia mente.”
“Lo so
già. Finiscila di scusarti, mi farai addormentare.”
Sakura gli prese la mano, giocando con le sue
dita e tenendola ben stretta come se tra loro fosse sempre stata una cosa
naturale; c’era ancora da risolvere una piccola questione e forse quello era il
momento giusto per affrontarlo.
“Sasuke,
posso farti una domanda? Quando hai usato lo Sharingan Ipnotico, hai visto il
capo di questo villaggio, l’uomo nell’ombra…”
“Se vuoi
sapere se ho visto il suo volto, la risposta è no. Ciò che ho visto erano i
tuoi ricordi, come non sei riuscita a vederlo tu, non sono stato in grado di
vederlo nemmeno io. Però ho udito la sua voce e posso dirti che mi era familiare,
ma non so esattamente chi sia, di sicuro qualcuno con grandi conoscenze mediche
ed informazioni dettagliate su tutti i villaggi ninja, in particolare sulle
migliori donne combattenti. Incluso te.”
Sakura riflettè attentamente su quelle parole,
tutto aveva un senso ma se effettivamente era così, c’era solo una persona che
poteva corrispondere a un tale profilo; quella persona però era scomparsa da
tempo, non poteva essere lui.
“Pensi
possa essere Orochimaru?”
“Ne
dubito, ha lasciato Konoha dopo la guerra e so che se la sta spassando da
qualche parte nel Paese della Pioggia. L’ho anche incontrato una volta durante
il mio viaggio. Sono certo che non si tratta di lui, ma qualcuno di molto più
subdolo”
Nella mente di Sakura iniziò a formarsi un nome
ed il sospetto crebbe ancora di più; se non era Orochimaru, era però qualcuno
che in passato era stato molto vicino a lui, qualcuno che era scampato alla
morte e che era ritornato ancora più spietato.
“Sasuke,
e se fosse…”
Sakura non ebbe il tempo di finire la frase che
bussarono alla porta della camera; la padrona di casa li stava chiamando perché
qualcuno all’ingresso chiedeva di loro, un giovane ragazzo biondo, stando alla
descrizione che ne fece.
Dovettero abbandonare la comodità del letto e
vestirsi in tutta fretta, quando scesero nell’atrio principale della casa
Naruto era appoggiato sullo stipite della porta a braccia conserte con un’aria
che era un misto tra lo scocciato e il divertito.
“Ma che
belli amici che siete, io fuori all’addiaccio mentre voi vi godete la comodità
di una camera.”
“Tempismo
perfetto dobe, hai finalmente ricevuto il messaggio dal mio clone”
“Giusto
in tempo, ho dovuto seminare non so quanti uomini armati prima di incontrare
Gaara al confine tra il Paese del Vento e il Paese dei Fiumi. Ha ricevuto un
messaggio da Konoha ed è subito partito per darci manforte. Attaccherà la
Fortezza insieme a noi per porre fine una volta per tutte ai piani diabolici
del nostro fantomatico MisterX”
“Dove si
trova adesso l’esercito del Kazekage?”
“A pochi
chilometri dal Villaggio della Notte. Dobbiamo andare al punto di incontro
anche noi, tra non molto dovrebbero arrivare anche i rinforzi dal Villaggio
della Foglia.”
“Bene
allora andiamo. Tu Sakura rimarrai qui, è molto meglio se rimani nascosta
ancora per un po’”
“Cosa?
Sasuke mi stai prendendo in giro? Sono l’unica qui che conosce la Fortezza, perché
mi ci hanno rinchiusa e posso sicuramente dare un mano.”
“Proprio
per questo voglio che ti fidi di me e che lasci fare a noi questa volta. Sei
stata troppo coinvolta in questa storia e anche se so quanto sei forte,
preferisco saperti al sicuro che perderti”
Sakura acconsentì a malincuore, avrebbe
preferito stare al fianco di Sasuke e Naruto in quella battaglia, ancora non
gli aveva detto che aveva capito la vera identità del misterioso capo e sperò
che lo avesse capito anche lui. Fece un cenno di assenso e gli diede un fugace
bacio di addio prima di vederlo uscire dalla porta della casa, fu allora che vide
uno strano sorriso sul volto di Naruto.
“Mi
dispiace Naruto, per averti lasciato fuori…”
“Tranquilla
Sakura, non mi sono realmente offeso, semmai ti sia venuto il dubbio. Sono
contento che vi siate messi insieme. Era quello che volevi no? Magari ce la
sbrighiamo in fretta così ce ne torniamo a casa a festeggiare. Offro io!”
“Si certo
e con quali soldi, sei sempre al verde. Ah già dimenticavo, sei sposato ad una
Hyuuga, i forzieri di famiglia pagheranno il conto.”
“Ehi così
mi spezzi il cuore, mi consideri un tale approfittatore?”
Sakura rise di gusto, era un piacere ritornare
a scherzare con Naruto e dopo averlo salutato sparì anche lui dietro a Sasuke,
nella flebile luce del mattino, l’unica luce che potevano vantare almeno per qualche
ora.
L’idea di rimanere chiusa in quella casa senza
fare niente non le andava a genio, anche se aveva accettato la richiesta di
Sasuke, di fatto non gli aveva promesso nulla; conosceva bene il proprio
carattere, recuperò dalla stanza quel poco che aveva e il coltello che aveva
preso dalla cucina il giorno prima.
Si accorse in quel momento che non aveva più
gli occhiali di Karin, si mise a cercarli ovunque nella stanza, ma non erano
lì, probabilmente li aveva persi nella palude o nella grotta fuori dal
Villaggio. Non aveva tempo per andare a cercarli adesso, doveva prima chiudere
quella storia una volta per tutte ma questa volta non era da sola.