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Autore: _CreepyAlis_    17/04/2015    1 recensioni
"Ma Hitoto... Dove siamo finiti?!". "Cammina, Mido. Tranquillo. Ma se hai paura, ci sono qua i-". "V-va bene! Uff, tu stà zitto però..."
Piccola avventura di Mido e Hiroto nei giorni natalizi... spero vi piaccia! ^^
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Jordan/Ryuuji, Un po' tutti, Xavier/Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Natale'
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Hey! :)
Questa è la lettera B, come avrete visto dal titolo ^^
B e quindi conclusione felice ma svolta triste... u.u
 
L'ispirazione per il titolo é partita da questa frase: 'Mi sono innamorato proprio come si cade dalle scale... Improvvisamente, capitombolando, senza poter fare niente per frenare la caduta'.
 
Ma, dato che sarebbe troppo lungo come titolo, terrò solo B.~. Ma quello effettivo è questo, eh! x)
 
Alla storia!

B.
 
"Allora, ho parlato con mio padre, e ha detto che puoi utilizzare una stanza del vecchio magazzino, quello giù vicino al fiume.
Lui suggeriva quella a sinistra dell'androne della zona nord, dato che non è grande e ha un soffitto piuttosto basso. Ti sarà più facile arrivarci... Ci dovrebbero esser ancora dei barattoli di colla da parati nel ripostiglio e anche delle scale ha detto. Così riuscirai a lavorare meglio." concluse lei con un sorriso.
 
"Grazie Touko. Davvero. Mi hai aiutato tantissimo!" la ringraziò Midorikawa, felice.
Il piano avrebbe funzionato, e Hiroto avrebbe avuto un pizzico di felicità questo Natale.
 
"... Mido?" lo appellò Touko.
 
Mido schizzò subito all’attenti, non volendo sembrare scortese alla sua 'salvatrice'.
"Sì?"
 
"Perché sei ancora qui~?"
 
La minaccia fu accolta con un sorriso, che rispecchiava il ghigno di lei.

"Zona nord... Zona nord... A-ha!" disse Mido, trovando finalmente l'androne tanto cercato.
Touko aveva ragione, il soffitto  della stanza era basso e raggiungibile con la scala che aveva recuperato prima.
Tornò all'entrata del vecchio magazzino, prese la carta da parati che aveva appoggiato e ritornando alla Zona nord passò a prendere i barattoli di colla.
 
Ritornato, appoggiò tutto sul pavimento e si tolse giacca, la sua amata sciarpa crema e la felpa, rimanendo in jeans e maglia di cotone grezzo bianca. Il collo a v e le maniche lunghe (era inverno!) non gli impedivano i movimenti, e lui stava bene. In più, essendo bianca, almeno sarebbe stato più facile lavarla, visto quello che lo attendeva, e valutando il lavoro constatò che i capelli, già di solito raccolti nella coda alta, non gli avrebbero dato fastidio.
 
Sorrise a se stesso, e tirandosi su le maniche fin sopra i gomiti, prese la scala, i barattoli e cominciò ad aprirli.
 
Poi prese lo scotch di carta e salito sulla scala fissò la parte alta di uno dei grandi fogli all'angolo tra il soffitto e la parete. Prese il rullo con la destra e passò il collante sulla carta da parati, fissando la bellissima stampa a nuvole bianche e cielo azzurro alla parete. Partì dall'alto, e seguendo il movimento della sua mano destra, scese i gradini della scala fino a terra, attaccando il foglio. Risalì la scala e tolse il nastro adesivo. Certo sarebbe stato tutto più facile avere un rullo dal manico un po' più lungo, ma facendo su e giù per la scala avrebbe sicuramente recuperato l'allenamento perso l'altro giorno a causa di Hiroto. Sbuffò a causa della fatica che lo attendeva, e poi sorrise pensando al rosso e al suo comportamento di fronte a giochi e sorprese.
 
Ora gli servivano circa altri cinque fogli per finire la parete, dato che con la porta c'era meno superficie da tappezzare; poi altri cinque per quella alla sua destra, sei per quella opposta e infine altri cinque per la parete alla sua sinistra.
I fogli misuravano circa due metri di base per quattro, esattamente l’altezza della stanza.
 
‘Per fortuna Touko mi ha dato le misure avute dal padre. Così sono riuscito a comprare tutto prima di venire qui evitandomi due viaggi!’ pensò Mido, di nuovo grato all’amica.

Qualche ora dopo, aveva finito di tappezzare il soffitto, e aveva rivestito il pavimento con dell'erba sintetica morbida, un po' diversa da quella usata per i campi. Era stato fortunato: l'aveva trovata alla Raimon, e dato che era di produzione vecchia e troppo poco 'dura' rispetto alle sintetiche moderne, gli era stato dato il permesso di prenderla (e tenersela). A quanto pareva, i giocatori ora avevano bisogno di un terreno meno elastico per eseguire meglio i tiri.
 
'O più stabilità per bloccare una palla Hissatsu!' pensò Midorikawa, sorridendo mentre pensava alle parate di Endō.
 
La luce veniva da alcune lampade realizzate dentro pareti e soffitto, in modo da non occupare spazio e intralciare i lavori a cui una volta serviva il magazzino, e prima di coprirle con la carta stampata Mido si era assicurato che non si surriscaldassero e bruciassero i suoi fogli di cielo.
 
La stanza ora gli ricordava un prato durante un giorno d'estate... Cielo azzurro e prato verde smeraldo. E gli mancava solo l'ultima parete da cinque fogli, quindi si rimise all'opera, promettendo al suo corpo di riposarsi adeguatamente a lavoro terminato. Dopotutto, il lavoro più lungo, cioè fare il soffitto che era parallelo al suolo e quindi più faticoso, era fatta: basta con la schiena piegata!
 
Nonostante stesse facendo tutto da solo, non si sentiva affatto solo. Touko l'aveba aiutato, certo, ma quedto... Questo e ra qualcosa di speciale che solo lui poteva fare. Il più del lavoro spettava a lui.
‘Spero gli piaccia… Mh-hm! Non pensare così Ryuuji!’ si rimproverò, scuotendo la testa.
 
L’importante era metterci tutto… poi, in ogni caso Mido avrebbe avuto il suo luogo, creato con la sua fatica e tutto l’amore che aveva per Hiroto infuso sia nel progettare la sua sorpresa che nel realizzarla.
 
“Eh?” si strabiliò, fermandosi. Abbassò il rullo che aveva nella destra e, poggiando il gomito sul ginocchio, si portò il dorso dell'altra mano alla bocca, come se potesse frenare quello che aveva appena esclamato e pensato. Aveva seriamente inteso amore per… Amore?!
Verso... Hiroto?
 
Sopstò lo sguardo dal secondo foglio degli ultimi cinque al pavimento verde, sempre con la mano appoggiata sulle labbra. Dalla cima scala, il pavimento sembrava così distante... Il mondo, così distante...
 
Così distante lui stesso, da ogni preoccupazione... avrebbe anche potuto accettare di prova-.
Il ginocchio per un attimo gli cedette.
 
Gli era già successo: da quando era finita l'FFI, il ginocchio aveva ripreso a 'funzionare' cortettamente nonostante il danno subito, ma certe volte Midorikawa era aggredito da fitte o cedimenti. A volte tutt' e due.
 
'No...'
 
"No!" urlò, mentre sentiva l'aria scorrergli accanto mentre perdeva l'equilibrio. Mentre cadeva.
 
Si circondò la testa con le braccia istintivamente chiudendo gli occhi, com se potesse in qualche modo completamente salvarsi dall'urto o pensare di star solamente sognando.
E mentre rullo e foglio cadevano sopra di lui, il verde non riuscì a pensare ad altro se non
 
'Mi dispiace Hiro. Non ho finito il tuo cielo...'

Con-ti-nu-aaa~
Hahaha okk~
 
 
Heya! ^^
Immaginatevi la scena che piomba nel nero e intanto sotto la voce (o verso '?') di Laccio dei Croods con tâ-tâ-tã~ [Riferimento... Vi prego capitelo! >.<].
O il classico 'tata-ta-taaa, tata-ta-taaa' se preferite ^^
Spero di non aver spoilerato niente, anche se dubito che nessuno sappia di cosa sto parlando! I vero HiroMido-esi conoscono le loro prede~ u.u   X"D
 
Non uccidetemi... Ho letto altro su Mido, non sono l'unica a martirizzarlo! >.<
 
Comunque, aspettatevi un altro capitolo con un finale... Positivo... Non anticipo altro!  Xp hehe~
 
[Comunque immaginatevi che la stanza sia così e che Mido parta dal MURO da 6 con la freccia: ]

Alla prossima~ ^^*

   
 
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