Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: LadyRealgar    17/04/2015    6 recensioni
Chiara strinse i pugni, desiderando di essere più alta dei suoi 156 cm e di avere un qualunque oggetto da lanciare su quei mascalzoni, cancellando i sorrisi idioti dalle loro brutte facce. Sentiva la rabbia e la vergogna crescere nel cuore e salirle fino alla gola, finché non esplose in un grido: -Dove diavolo mi trovo?
-Ad Asgard!- rispose una voce maschile in lontananza, molto più calda e ferma di quelle delle due guardie, al cui suono erano balzate sull’attenti e (finalmente) si erano zittite.
Premetto che questo è il primo racconto steso di mio pugno che rendo pubblico e spero davvero che questa storia possa far vivere a chi la legge delle belle emozioni.
Attenzione: nel corso della narrazione vi saranno spoilers per coloro che non hanno visto Thor: the Dark World, dato che i fatti qui descritti sono ambientati dopo gli eventi illustrati dal film.
Vi auguro una buona lettura. Lady Realgar
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Loki, Odino, Thor, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Si lasciò cadere sulle coperte del suo letto e, ancora avvolta dall’accappatoio, si soffermò ad osservare i giochi di luce e ombre che il tramonto disegnava sul suo soffitto, attraversando le semplici geometrie del lampadario.

Non riusciva a togliersi di dosso quella stramba sensazione di inquietudine, come se avesse dovuto fare qualcosa di importante e se ne fosse dimenticata; provò a ricordare tutti i suoi impegni scolastici, ma non riusciva a capire cosa avesse scordato di fare: tutti gli appunti erano stati ricopiati, le dispense scaricate e la relazione conclusa e inviata. Cosa poteva aver dimenticato?

Il cellulare sul comodino trillò e Chiara lesse sul display:

Da Gabry: Incontro confermato per le 8 al Pub. Passo a prenderti per le 7.30. A dopo.

La sveglia accanto a lei segnava le 18.30, così si alzò e iniziò a cercare nell’armadio qualcosa da indossare per la serata: quella sera Antonella avrebbe dovuto essere, ovviamente, la più graziosa del gruppo, ma Chiara non aveva alcuna intenzione di uscire di casa senza un abbigliamento adeguato.

Estrasse dall'armadio praticamente ogni pezzo di stoffa che era contenuto al suo interno, ma alla fine optò per una minigonna nera e una camicetta turchese con un bel paio di stivali neri di pelle; si osservò allo specchio e, nel complesso soddisfatta del risultato, passò alla titanica impresa di dare una piega ordinata ai suoi capelli. Mentre passava la spazzola tra quei fili ribelli, per un attimo le parve di vedere con la coda dell’occhio una brocca argentata sulla scrivania accanto a lei, ma, quando si voltò, l’unica cosa che vide fu la lampada da lettura.

I denti della spazzola si bloccarono su un nodo, provocandole una scossa di dolore: -Maledizione!- si lamentò la ragazza, cercando di sbrogliare la matassa di capelli senza farsi lo scalpo; sconfitta, decise di inforcare un paio di forcine e risolvere il problema con uno chignon.

Sembrava una segretaria appena uscita dall’ufficio, ma oramai si erano fatte le 19.15 e Gabriella sarebbe passata da lì a poco.

Scese in cucina, dove sua madre e sua nonna stavano allestendo la tavola per la cena: -Stai uscendo?- domandò la nonna, osservando il suo abbigliamento poco casalingo.

-Sì- rispose la ragazza  -Stasera siamo a caccia per Anto.

-Cerca di non fare troppo tardi, per favore- le raccomandò la madre -E controlla che Gabriella non beva!

-Sono anni che passa a prendermi per far serata- ribatté Chiara, rubando dalla fruttiera una mela e addentandola -E non ha mai bevuto nemmeno un goccio di birra. È molto affidabile!

-Comunque sia, sta’ attenta, ok?- insistette la donna -Se succede qualcosa, chiamami!

-Va bene, va bene.

“La mamma è sempre la mamma” ridacchiò tra sé la ragazza, finendo di mangiare la sua mela, poi un rumore di clacson annunciò l’arrivo dell’amica, così prese il cappotto e, dopo aver velocemente salutato la sua famiglia, uscì di corsa verso la vecchia Toyota di Gabri, che l’accolse domandandole: -Stai andando a un colloquio di lavoro?

-Piantala!- la zittì Chiara, chiudendo la portiera alla sua destra -Stasera non ero in vena di tacchi a spillo e scollature, ma vedo che tu, invece, sei ben equipaggiata- aggiunse poi, notando il vestito rosso dallo spacco vertiginoso che l’amica indossava.

-Non dovrebbe essere Antonella quella più appariscente?- domandò Chiara, mentre la ragazza metteva in moto e dirigeva l’auto verso la strada.

-Anto è una ragazza stupenda e dalla conversazione piacevole, anche se con un pessimo gusto in fatto di ragazzi- rispose Gabriella -Non ha bisogno di bei vestiti per piacere, al contrario di me, quindi sono sicura che non le ruberò affatto la scena.

-Gabri…- sospirò Chiara -Non essere ridicola! Anche tu sei una ragazza splendida e chi si avvicina a te solo perché indossi un vestito provocante è un completo idiota!

Gabriella le rispose con un sorriso imbarazzato e Chiara seppe di averla rassicurata: la ragazza aveva sempre avuto, da quando la conosceva, un brutto complesso di inferiorità nei confronti delle altre persone ed era stata soggetta più volte a fenomeni di bullismo, che l’avevano portata a isolarsi e, nei suoi momenti peggiori, a smettere di mangiare.

Chiara l’aveva conosciuta nei bagni femminili al primo anno del liceo, trovandola in lacrime seduta su un gabinetto; da allora avevano affrontato insieme sia le cattiverie dettate dalla stupidità di coloro che traevano piacere nel ferirla, sia il poco amore che Gabriella nutriva per se stessa e che Chiara cercava in tutti i modi di trasmetterle con la sua amicizia.

Dopo tutto quel tempo, finalmente Gabriella era una ragazza nuova e, anche se aveva mantenuto la brutta abitudine di vedersi sempre in difetto rispetto alle altre persone, aveva imparato che ognuno, a modo proprio, è unico e importante; dopo gli esami di maturità aveva deciso, così, di trasmettere questa lezione anche agli altri, facendo volontariato presso una clinica dedicata agli adolescenti affetti da depressione e disturbi alimentari e dedicando ogni momento a sua disposizione per impedire che altri ragazzi e ragazze cadessero nella stessa trappola in cui lei era rimasta invischiata qualche anno prima.

E Chiara era fiera di lei.

 

 

Davanti ai cancelli del palazzo, il re di Asgard urlava ordini a destra e a manca ai suoi soldati per organizzare la difesa della città nel caso in cui Phoneus avesse deciso di attaccare nuovamente; in realtà dubitava che ciò sarebbe accaduto: egli aveva Chiara tra le sue disgustose grinfie e di certo non avrebbe perso tempo nel tentativo di riprendersi le marionette che aveva perduto, ma Asgard non era mai stata tanto vulnerabile e le sue stanze nascondevano reliquie e armi che avrebbero potuto far gola a un mostro dello stampo di Phoneus. Loki non poteva permettere che prendesse anche quelle.

Cercava di convincersi che le parole di Jarosit non l’avessero colpito, ma, sebbene esercitare il proprio potere lo facesse sentire più calmo e padrone di se stesso, non riusciva a togliersi dalla mente la macabra immagine di Chiara riversa al suolo, con la gola aperta da un taglio profondo, e Phoneus in preda al riso, intento a leccarsi le dita bagnate del suo sangue.

Al suo fianco la regina degli Elfi Chiari aspettava in silenzio che la sua arciera le facesse segno dal fondo al ponte della buona riuscita della sua ricerca. In faccia, per quanto tentasse di apparire impassibile come la pietra, le si leggeva distintamente la tensione dell’attesa.

Poi accadde: Ahzurit emerse dalla cupola bronzea del Bifrost e agitò il braccio a destra e a sinistra. L’aveva trovata.

-È ora di muoversi- gli disse la donna -Non possiamo perdere altro tempo. Come intendete procedere?

-Fandral! Sif! Volstagg! Hogun!- chiamò il sovrano e in un lampo i guerrieri  gli si affiancarono, pronti a ricevere comandi.

Per gli astri, quando gli piaceva vederli scattare sull’attenti al suo comando!

-Chiara è stata individuata e ora è tempo di andare a regolare un paio di conti con Phoneus: dovremo agire veloci e nel silenzio, voi e Thor terrete impegnati gli uomini di Phoneus, anche qualora si trattassero di bambini. Non voglio altre morti, dovete solo tenerli impegnati il tempo necessario per permettermi di eliminare una volta per tutte quel mostro.

-Non mi escluderete da questa spedizione!- si impose Jarosit, mentre la compagnia iniziava l’attraversata del ponte -Phoneus ha ancora mia figlia e non resterò con le mani in mano!

-E sia- concesse il re di Asgard -L’abilità degli Elfi potrebbe tornarci utile.

Raggiunsero in fretta la fine del ponte e trovarono il varco del Bifrost già pronto per la partenza, indirizzato verso il punto che Ahzurit aveva individuato.

-Padre…- esordì Thor quando vide arrivare il gruppo di guerrieri, ma il sovrano non disse nulla e si affrettò a oltrepassare la soglia del varco.

-Coraggio, Thor- disse Fandral all’amico, rivolgendogli un largo sorriso e dandogli una pacca ben assestata sulla spalla -Andiamo a riprenderci Chiara!

 

 

Il pub dove Chiara e le sue amiche erano solite andare a caccia era un locale famoso per la sua musica e per i cocktail a buon prezzo, sicché ogni venerdì e sabato sera era colmo di ragazzi e ragazze, indigeni e stranieri, pronti a consumare la pista da ballo e a svuotare il portafogli per riempirsi lo stomaco di alcolici.

Le due ragazze trovarono Antonella e Valentina già sedute ad un tavolo, impegnate a sorseggiare dei cocktail di un brillante color arancio.

-Ciao!- le salutò raggiante Valentina -Chiara, hai trovato lavoro come maestra?- domandò poi ridacchiando.

-Molto divertente!- rispose la ragazza, emettendo una risata sarcastica, poi, notando l’abbigliamento di Antonella, aggiunse: -Anto, lasciatelo dire: sei splendida!

La ragazza ridacchiò imbarazzata, stringendosi nell’attillato vestito nero di satin che metteva in risalto le sue forme e rifletteva al contempo le luci al neon del locale, emettendo bagliori multicolori dall’effetto quasi ipnotico.

-Molto bene, ragazze!-  esordì Valentina, mandando i capelli dietro le spalle e estraendo un’agendina rossa dalla borsetta: -Ho fatto una veloce ricerca sui social per assicurarmi di conoscere le nostre prede di stasera e…

-Aspetta un attimo!- la interruppe Antonella -Mi avete portato qui per la questione di Guido?

-Esatto!- rispose Valentina, imitando un famoso conduttore televisivo -Grazie per aver partecipato a questo gioco! Come premio vinci il prossimo drink! Ora, tornando agli affari- riprese seria, sfogliando la sua agendina sotto gli occhi smarriti e ammiranti delle amiche -Ho selezionato tra le varie possibilità quattro candidati: uno studente di legge, uno di medicina, un geologo e un filosofo. Il filosofo, dagli ultimi messaggi che ha lasciato sui social, pare si sia appena lasciato con la fidanzata storica e voglia trovare qualcun’altra con cui discutere di Kant e Hegel; il geologo, invece, è al compleanno di un amico ed è in città solo per stasera, praticamente il tipo da una serata di fuochi artificiali e poi relazione a distanza; l’avvocato è quasi una presenza fissa in questa zona, più adatto ad una relazione stabile, ama il tennis e la musica country, ma pare che abbia una certa predilezione per le donne più vecchie di lui; infine, last but not least, lo studente di medicina è anche un violoncellista, è iscritto al WWF come socio attivo, viene da un’ottima famiglia e ha fama di essere un vero gentleman.

-Io punterei direttamente al medico!- disse Gabriella, bevendo un  sorso di cola da un bicchiere che il barista le aveva appena servito.

-C’è da chiedersi come faccia ad essere ancora single, viste le sue credenziali…- aggiunse Antonella, giocherellando con la cannuccia dentro al suo cocktail.

-Beh, avrai il tempo di chiederglielo tu stessa- disse Valentina indicando la porta del locale con l’indice -Il dottore è appena arrivato e non dubito che voglia conoscere nuove “pazienti”, non so se mi spiego.

Antonella arrossì violentemente, diventando di un vivace color pomodoro, poi, incoraggiata dai sorrisi delle sue amiche, bevve l’ultimo sorso del drink e si diresse verso la sua preda, mentre Chiara, Valentina e Gabriella rimanevano al tavolo in attesa.

-Lasciatelo dire, Vale- esordì Chiara lanciando un’occhiata veloce all’agenda dell’amica -Quando fai così mi metti i brividi!

-Non mi sembra che ti sia lamentata dei miei metodi quando abbiamo trovato Marco- rispose quella, facendo scivolare l’agenda all’interno della sua borsa.

-Dico solo che è piuttosto inquietante che in un solo pomeriggio tu sia riuscita a trovare tutte queste informazioni su dei perfetti sconosciuti.

-Si chiama efficienza, tesoro, e poi sono loro che mettono i fatti loro sui social, a me non resta che leggere uno schermo, ma mi basta dare anche solo un’occhiata in giro per capire chi è appetibile e chi no, per esempio quel tipo in fondo alla sala non ha smesso un attimo di guardarti e ora si sta avvicinando al tavolo.

In meno di un  minuto, Chiara sentì un leggero colpo di tosse alle sue spalle e si trovò un ragazzone con una matassa di capelli castani ricci e gli occhiali da vista a lente rettangolare sugli occhi azzurri: -Ciao, scusa se ti disturbo mentre sei qui con le tue amiche, ma mi stavo chiedendo se avessi voglia di ballare.

-Mi dispiace, caro, ma io non ballo- rispose quella, sforzandosi di apparire gentile e rammaricata, quando, in realtà, avrebbe voluto semplicemente mollare tutti lì dov’erano e tornarsene a casa seduta stante.

-Potrei offrirti da bere, allora- insistette il ragazzo.

-Io ho un’idea migliore: visto che in tutta questa conversazione non mi hai nemmeno chiesto come mi chiamo, IO mi offrirò da bere e tu tornerai da dove sei venuto, possibilmente evitando di infastidire altre ragazze. Cortesemente.

Quello rimase di sasso e, visibilmente irritato, fece dietrofront e ritornò in fondo alla sala senza nemmeno salutare.

-Si può sapere che cosa ti è preso?- domandò sconcertata Valentina, mentre Gabriella se la rideva sotto ai baffi -Ti ha solo chiesto di ballare!

-Tu non conosci la teoria di Chiara sul ballo!- ridacchiò Gabriella -Per lei il ballo una sorta di affermazione di affetto e di completa fiducia.

-Esatto!- rettificò Chiara -Ballare per me è affidarmi a qualcuno completamente, visto che non sono capace di mettere un piede davanti all’altro a ritmo di musica senza sembrare una papera; è lasciare che sia un altro a guidarmi a tempo di una melodia e impedirmi di fare una figuraccia. Potrei anche accettare di ballare con un caro amico, ma addirittura desiderare di ballare con qualcuno… beh, in quel caso, potrei chiederlo solo alla persona che riterrò la più importante della mia vita.

-Allora ballerai solo con tuo nonno!- ridacchiò Gabriella, lanciandole un occhiolino di complicità.

-Che teoria assurda!- sbuffò, invece, Valentina..

-Si chiama “dare valore a qualcosa”, tesoro- rispose inviperita Chiara, che, stufa della piega che il discorso aveva preso, si alzò dal tavolo e, borbottando una scusa, si allontanò dalle amiche per andare al bancone del bar.

Si sedette ad uno sgabello e chiese a Matt, un ragazzo lentigginoso coperto di tatuaggi e piercing e benedetto dal sacro dono di fare dei cocktail da favola, di servirle una birra piccola.

Mentre Matt spillava dal distributore la fresca bevanda al luppolo, Chiara si soffermò a giocare con i sottobicchieri di cartone malamente impilati sul banco.

Sapeva che non sarebbe dovuta uscire di casa quella sera: non era dell’umore giusto per sopportare Valentina mentre faceva l’agente matrimoniale, né tantomeno per filosofeggiare sulla sua idea riguardo al ballo.

Avrebbe voluto essere a casa sua a leggere un buon libro e, magari, approfondire la sua conoscenza della mitologia nordica (aveva ancora in testa qualche breve frammento del sogno di quella notte e desiderava saperne di più riguardo quel mondo così affascinante).

Ad un tratto sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla sinistra e stringerla, mentre una voce diceva: -Comunque sei stata scortese prima, io volevo solo fare la tua conoscenza.

“Di nuovo quel tipo, è esasperante!”

-Senti, bello- esordì Chiara irritata dall’insistenza dell’individuo e, soprattutto, da quel contatto indesiderato e impostole -Se non levi immediatamente quella mano, il mio pugno farà la conoscenza del tuo naso!

-Piccola impertinente!- rise quello, stringendo di più la presa sulla sua spalla, fino a farle quasi male -Mi piacciono da morire le ragazze con il pepe tra le gambe!

Con quella volgare provocazione aveva oltrepassato ogni limite! Chiara stava per fratturargli il setto nasale con le nocche, ma venne anticipata da una piccola testa d’ariete in ottone, che caricò decisa sulla mano del ragazzo.

L’avventore gemette di dolore e di sorpresa e, fuori di sé dalla rabbia, si voltò nella direzione del suo aggressore.

-La signorina non gradisce la tua presenza- disse calmo l’anziano signore con la benda sull’occhio, brandendo il suo bastone da passeggio -Ti suggerirei di non importunarla ulteriormente.

-Razza di vecchio bastardo!- imprecò il ragazzo. Fu come un lampo, Chiara vide le mani del giovane avventarsi sulla giacca dell’uomo, ma quello non si scompose, anzi, afferrò il ragazzo per il colletto e, con la stessa nonchalance con cui avrebbe sollevato un bambolotto di pezza, lo alzò di peso da terra.

Gli occhi del giovane si spalancarono per la sorpresa e la paura, poi, dimenando le gambe nel tentativo di raggiungere il suolo, balbettò pietosamente: -Ok, ok, nonno, scusami! Scusami! Fammi scendere e non mi vedrai più!

Quando l’uomo fu soddisfatto dell’apologia balbettante e patetica dell’individuo, lo depose malamente a terra e lo osservò andarsene quasi strisciando fuori dal locale. Nel suo occhio si percepiva una malcelata soddisfazione.

Chiara, in tutto questo, era rimasta ad osservare la scena a bocca aperta, sconvolta e allo stesso tempo attratta dalla forza e dalla fredda determinazione che si nascondevano dietro quel corpo anziano e apparentemente stanco.

“Doveva essere un militare” pensò tra sé, mentre sorseggiava la sua birra.

-Sono desolato per questo increscioso spettacolo- si scusò l’uomo, sedendosi accanto a lei al bar -Se non altro la prossima volta quel mascalzone ci penserà due volte prima di importunare una fanciulla.

 -La ringrazio- disse Chiara -Ma non era necessario che intervenisse: me la sarei potuta sbrigare benissimo anche da sola.

-Non lo metto in dubbio, ma volevo avere il piacere di insegnare personalmente una lezione a quel mascanzoncello.

-Come crede... Posso offrirle qualcosa?

-Gradirei volentieri della cervogia fresca, grazie molte.

"Della cervogia? Ma da che secolo sbuca fuori questo?"

-Matt- chiamò la ragazza -Dà per favore una bionda al signore e mettila sul mio conto- poi, rivolgendosi di nuovo al suo accompagnatore, chiese -Mi perdoni, ma oggi è già la terza volta che la incontro e dubito che si tratti di una coincidenza: la conosco per caso?

"Brava, Chiara, sii diplomatica!"

-Non di persona- rispose l'uomo -Ma io conosco te e ho bisogno di parlarti urgentemente.

-Prego?- domandò sconcertata.

-Devi svegliarti!- l'uomo la scrutò con il suo cupo occhio azzurro, stringendo saldamente le dita squadrate sulla testa d'ariete.

-Matt, lascia stare la birra- urlò la ragazza al barista -Un'aranciata al signore, che per stasera ha già bevuto abbastanza.

-È una questione di vitale importanza!- insistette l'uomo, battendo con violenza la mano sul banco e facendo sobbalzare Chiara, che si alzò di scatto dallo sgabello e si allontanò di un passo dal vecchio -Devi svegliarti! Quello che vedi non è reale!

-Matt, chiama un taxi al signore, per favore: sta cominciando a delirare.

-Ascoltami, Chiara, devi prestare ascolto! Non è reale!- le gridò il vecchio mentre Chiara si allontanava a grandi passi da lui in direzione delle amiche, interdette da quella scena insolita.

-Chi era quel tipo?- chiese Gabri, quand'ella le ebbe raggiunte al tavolo.

-Non ne ho idea, un ubriaco, probabilmente- rispose Chiara, poi prese il cappotto dalla sedia e se lo infilò.

-Allora come faceva a conoscere il tuo nome?- domandò Valentina, sospettosa.

-Come prima, non ne ho idea. Scusate, ma non posso tollerare un altro minuto qua dentro. Me ne torno a casa.

-Vuoi un passaggio?- il volto di Chiara, per quanto la ragazza cercasse di dimostrarsi calma e tranquilla, rispecchiava anche troppo nitidamente il suo disagio, e Garbiella cominciava a preoccuparsi.

-No, stai tranquilla Gabri- rispose Chiara all'amica, sforzandosi di usare un tono rassicurante -Prenderò un taxi.

Ciò detto, salutò velocemente le amiche e uscì in fretta dal locale, godendosi la frescura della brezza serale.

L'aria frizzante la calmò un poco e, quando si sedette sul sedile posteriore del primo taxi che riuscì a trovare, si convinse che quella brutta esperienza si era definitivamente conclusa.

                                                                                                                                                

Angolo dell’autrice: ¡Hola chicas! Ben ritrovate a tutte quante e un grande, grandissimo abbraccio alle deliziose fanciulle che hanno iniziato a seguire la storia! Siete favolose e spero di ripagare la vostra fiducia con dei bei momenti e una bella storia con cui passare il vostro tempo libero J

Come promesso, sono tornata carica di un glorioso proposito ;) quello di pubblicare un nuovo capitolo XD

Avrei dovuto farlo stasera, ma non riuscivo a studiare nulla con questo pensiero in testa e così ho anticipato un po’ ^-^”

Ad ogni modo, rieccoci qui e la domanda sorge spontanea: che ne pensate del capitolo 25?  ^-^

Ad Asgard ci si prepara ad affrontare la missione di recupero di Chiara, che nel suo mondo fa un incontro piuttosto singolare, che cosa significano quelle parole? E cosa farà ora?

 Lo scoprirete settimana prossima ;) *risata malvagia*

Vorrei portare alla vostra attenzione una bellissima immagine che MARS88 ha realizzato ispirandosi a La sua paura :D questo è il link: http://s7.postimg.org/sqqgu5aez/Your_fear.jpg

I miei più sentiti complimenti vanno a questa cara ragazza per la sua creatività e, con essi, i miei ringraziamenti per aver realizzato una così bella immagine basata sul mio testo!

Tantissimi ringraziamenti vanno anche a tutte le lettrici che continuano a seguire la mia storia e a omaggiarmi delle loro recensioni, che sono sempre fonte di immensa gioia ^-^  

Un abbraccio a tutte quante e alla prossima! J

Lady Realgar

Ps. 5 punti a Serpeverde per il giochino di due capitoli fa, grazie a sefoev che ha indovinato e ha dichiarato la sua casa. Se avete indovinato ma vi siete dimenticati di specificare la vostra casa, siete sempre in tempo per rimediare ;)

Un bacio a tutte

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: LadyRealgar