Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Frannie_17    18/04/2015    2 recensioni
Può un unico errore cambiare la propria vita per sempre? Teo ed Erica lo sanno bene. Si conoscono solo di vista a scuola, ma una festa, un po' di alcol, qualche complimento e si ritrovano a tradire i rispettivi partner nella maniera più spregevole. E il prezzo da pagare sarà altrettanto alto e amaro: una vita generata per sbaglio, senza amore, che unirà i loro destini inesorabilmente.
Dal Prologo:
"Ecco, la mia vita finisce qui. In questa macchina, comprata due anni fa dai genitori di Teo. Teo, che in questo momento mi sta scopando come se non ci fosse un domani. Potrei dire qualsiasi cosa a mia discolpa: mi ha sedotto lui, ero mezza ubriaca, è stata l'influenza negativa delle stelle - nonna mi aveva detto che oggi il mio oroscopo portava grandi sventure. Ma la realtà è che sono solo un verme. Vorrei prendermi a pugni, e prendere a pugni Teo e gridargli in faccia il mio disgusto perché non lo amo e sto avendo la mia prima volta con lui nello squallido parcheggio di un supermercato. E invece l'unica cosa che riesco a fare è sospirare con lui, sorridendo."
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 18


-Eri!-, grida Linda fuori da scuola, agitando la mano. Io la raggiungo e la saluto con un bacio sulla guancia, mentre Desi va da un gruppo di amiche del secondo, dopo avermi stretto il braccio per farmi coraggio. –Come stai?

-Insomma, le nausee mi regalano splendide notti insonni, ma ci dovrò fare l’abitudine.-, sussurro attenta che nessuno stia ascoltando, anche se dopotutto mi do della stupida per questa precauzione. Non dovrei vergognarmi di essere incinta, non quando ho deciso di mettere al mondo il mio bambino. –E tu?

-Ho conosciuto un ragazzo.-, dice abbassando il tono della voce. Io la guardo sbarrando gli occhi dalla sorpresa. Non è mai un buon segno quando esordisce con questa frase.

-Raccontami tutto.-, sibilo tirandola in un angolo dietro la colonna del cancello dell’istituto. Il giardino davanti alla scuola si sta riempiendo di studenti di tutte le età, a gruppi o da soli col proprio cellulare, alcuni fumano e altri ripetono ossessivamente la lezione da studiare per l’interrogazione, quasi come fosse un mantra.

-Va al tecnico.-, mormora Linda infervorandosi. –Ha gli occhi azzurri e un fisico da paura. Mi si è scaldato il sangue appena l’ho visto. Poi non puoi neanche immaginarti la sua voce, bassa e roca, quando mi ha detto come si chiamava sono praticamente svenuta.

-Ma dove? Come?-, chiedo confusa, come sempre Linda non fa capire niente quando parla.

-Ieri sera, quando sono uscita con Sofia. Ci siamo incontrati per caso, lui è un suo amico, figurati che conosceva anche te e Teo! Stavamo parlando del più e del meno e lui ha detto che siete usciti proprio ieri…

-Francesco?-, mi rendo conto di aver alzato la voce di due ottave solo quando vedo delle teste girarsi verso di noi.

-Si.-, dice lei eccitata. So che quella luce negli occhi, esattamente come la frase "Ho conosciuto un ragazzo" significa esattamente quello che sto pensando. Io e Linda ci conosciamo praticamente da una vita, ma siamo diventate, dal primo superiore, praticamente inseparabili.

-Lin, non è un bravo ragazzo.

-Andiamo, Eri, sei tu la romantica. Lo sai che non mi interessa se siano bravi ragazzi o meno. Ma lui mi fa ridere come nessuno prima! Non puoi immaginare i discorsi filosofici stupidi che faceva mentre fumavamo erba!-, ride scuotendo i capelli neri e ricci che incorniciano due occhi verdi bellissimi. Linda ha diciotto anni e tutte le curve al posto giusto, curve che puntualmente fanno sbandare i ragazzi.

-Hai fumato ancora quella roba! Oh, Lin, avevi promesso…-, comincio preoccupata, ma lei mi interrompe mettendomi un dito sulle labbra.

-Solo una boccata. E poi era un anno che non lo facevo. Anche Sofia si è fatta, e molto più di me.

Scuoto la testa desolata e agito la mano in segno di resa.

-Ti piace Francesco?-, chiedo.

-Si, e a quanto pare io piaccio a lui. Dopo che l’abbiamo fatto a casa sua mi ha coccolata un sacco e mi ha chiesto di rivederci. In pratica vuole che diventi la sua amica di letto.

Sono stupefatta. Okay, so che non è la prima volta per Linda, so che non crede nell’amore, so che le piace divertirsi, ma il fatto che sia andata a letto con Francesco mi turba profondamente. Sto per aprire la bocca e sputare fuori una serie di raccomandazioni e proteste quando mi sento abbracciare da dietro e scopro che, come al solito, è Alessio. Mi rendo conto di non aver passato affatto del tempo coi miei amici di sempre da quando la scuola è cominciata, né di averne sprecato a parlare di loro. Per esempio, io e Alessio siamo compagni di banco dalle elementari, e per me è stato sempre una persona importante. Poi al nostro duo si è aggiunta Linda in primo superiore.

-Buongiorno, bambola.-, dice lasciandomi un bacino sulla guancia. Quanto mi era mancato. E il bello è che non mi sono neanche interessata di come sia stato o di cosa gli sia successo nelle ultime settimane.

-Di buon umore stamattina, Bianchi?-, ridacchio mettendo le mie mani sulle sue, così familiari e rassicuranti, che mi cingono ancora la vita. Quante volte Benny mi ha fatto scenate di gelosia per gli atteggiamenti confidenziali di Alessio? Eppure per me è sempre stato niente più che un fratello maggiore, e lui nei miei confronti prova lo stesso. E' solo un tipo affettuoso.

-Abbastanza. Come stai, scricciolo? Già fatta l’operazione?-, chiede mettendo il viso nell’incavo del mio collo. Alessio è un gigante, e io sembro sul serio uno scricciolo accanto a lui.

-In realtà non mi opero più, Ale. Lo tengo.-, affermo e lo sento sorridere contro la mia pelle. Niente sorpresa o meraviglia, solo un sorriso. 

-Tanto lo sapevo, Cucci.-, mormora. “Cucci” è uno dei miei soprannomi di quando ero piccola, che, essendo Alessio testimone della mia infanzia, conosce bene. Erica. Ericuccia. Ericucciola. Lo so, questi nomignoli fanno venire voglia di vomitare.

-Buongiorno, gente.-, fa la voce di Teo e io vengo percorsa da un brivido. Lui si para davanti a noi tre, splendido con la felpa e i jeans chiari. Dio, spero non si noti troppo che lo sto mangiando con gli occhi. Alessio si stacca da me dopo avermi lasciato un bacio sulla guancia.

-Ehi, Teo, come va? Non ti si vede più in giro.-, chiede Ale per gentilezza: anche se si conoscono e ogni tanto escono con la stessa compagnia, Teo non gli è mai andato a genio. Ora che ci penso, non so quali siano gli amici di Teo, né quale sia la loro compagnia.

-Bè, come sicuramente saprai, sono stato parecchio impegnato in questo ultimo periodo.-, dice Teo e mi sento andare a fuoco quando mi passa un braccio intorno alla vita con fare confidenziale, come se stessimo insieme. Ovviamente questo gesto non sfugge a nessuno dei presenti davanti a scuola, perché ogni essere vivente, qualunque cosa stia facendo o pensando, guarda inevitabilmente il signorino Colonna di nascosto appena ne ha l’occasione. Teo, bello da togliere il fiato, popolare, con uno sguardo che ti fa diventare le gambe un budino. Mi ricordo ancora il primo giorno di scuola alle superiori, quando proprio davanti a questo cancello Alessio mi disse: “Ehi, Eri, guarda quello sbruffone, chi si crede di essere?”. “Un gran figo.”, risposi poco elegantemente. Mentre tutti fanno finta di fare altro ma in realtà guardano Teo, mentre il braccio sulla mia schiena mi fa tremare come una foglia dalla voglia di lui, mentre guardo i suoi muscoli attraverso la maglietta e i suoi occhi grigio-verdi improvvisamente capisco, ed è una sorta di epifania che mi toglie, dopo mesi, un peso dallo stomaco. Ora so almeno il perché. Non è mai stata colpa di Benny, né dell’amore grande o piccolo che provavo per lui. Si è sempre trattato di Teo. Io lo volevo, inconsciamente, come ogni ragazza diciassettenne sogna il più bello della scuola. È stato semplicemente questo, ed è proprio la chiarezza della soluzione che mi spiazza: ho guardato Teo sospirando per tutti questi anni, non perché ne fossi innamorata ma perché mi attraeva inesorabilmente, e quando lui quella sera ha cominciato a provarci con me mi sono lasciata andare come se si realizzasse un grande sogno erotico a livello inconscio. E mi rendo conto di volerlo anche ora. Il suo sorriso mentre mi guarda è così affascinante che…

Oddio. In effetti sia lui che Alessio mi guardano. Forse dovrei rispondere a qualcosa che hanno detto, ma di che diamine stanno parlando?

-Ehi, Cucci, ci sei o ti devo ripescare dal mondo di Oz?-, fa Alessio scompigliandomi i capelli e scoppiando a ridere insieme a Teo. Teo che sussurra al mio orecchio:

-Se volevo qualcuno che mi facesse la radiografia, mi sarei rivolto a un medico, bimba.-, dice e io arrossisco di colpo. Cazzo. Mezza scuola mi ha vista fissare Teo come una stalker. –Ah, fatti trovare di nuovo con Bianchi spalmato addosso e non avrai più un compagno di banco.

Io sorrido a quell’affermazione e mi volto verso Linda, che sta parlando con Sofia accanto a noi. Svelare o no il suo segreto a Teo? Decido di no. Se vorrà, sarà Francesco a parlargliene.

La campanella suona in quel momento e dei ragazzi che non conosco si avvicinano a Teo.

-Ehi Tè, fumi una sigaretta con me prima di entrare?-, dice uno moro non molto carino. Dev’essere un suo compagno di classe.

-Certo, arrivo.-, fa Teo noncurante, ma al ragazzo brillano gli occhi. Certo che affascina proprio tutti.

-Allora a dopo, io entro.-, dico imbarazzata, soprattutto dal fatto che tutti ci guardano. Non sono mai stata guardata da così tante persone insieme.

-A dopo, Eri.-, mi saluta lui lasciandomi un piccolo bacio all’angolo della bocca che mi fa arrossire come un peperone. Mi volto per entrare a scuola con Linda e Sofia e improvvisamente mi viene la tentazione di girarmi a guardarlo di nuovo. Quello che vedo, però, non mi piace affatto.

-Teo!-, grida una voce femminile e mi volto appena in tempo per vedere una nanetta dai lunghi capelli ricci e castano-dorati che gli si appende al collo e gli allaccia le gambe intorno al bacino, facendolo quasi cascare a terra. Chi diamine è questa cagnetta? E che vuole da Teo?

-Virgi! Sei tornata!-, esclama Teo e sembra felicissimo, il sorriso gli arriva da un orecchio all’altro. Mi viene l’impulso di andare a dirgliene quattro ma preferisco entrare a scuola a testa alta facendo finta di niente, mentre sento il chiacchiericcio dei compagni di classe di Teo con questa ragazza.

-E’ Virginia Valente, o sto sognando?-, fa Sofia. Anche lei a quanto pare ha assistito alla scena.

-No, è proprio lei.-, assicura Linda.

-Ma si può sapere chi cazzo è?-, strepito io, che ancora fremo di rabbia. E…gelosia. Ecco, l’ho detto. Chi le ha dato il permesso di stare così intimamente addosso a Teo? Vedo Linda che ridacchia alla mia reazione e le tiro una gomitata di avvertimento.

-Una ex compagna di classe di quelli della quinta B scientifico. Se ne andò l'estate prima terzo perché i suoi si sono trasferiti a Venezia, ma a quanto pare è tornata.-, spiega Sofia. –Era una delle bestioline che sbavavano dietro a Colonna e a un suo gesto crepavano d’infarto.

A quelle parole mi giro ancora verso l’ingresso, ma dal corridoio il cortile già non si vede più. Arriviamo in classe appena in tempo per l’appello, la prof di matematica non è mai in ritardo, neanche di mezzo minuto.

-Guarini.-, neanche il tempo di sedermi che già mi chiama. –Vieni alla cattedra.

Cazzo. Non ho fatto proprio niente di matematica ieri sera, ho studiato gli arretrati di italiano e quelli di inglese e poi mi sono addormentata. Perché non ho continuato a studiare, a costo di tenermi gli occhi aperti con gli stuzzicadenti? Perché? Le mie gambe si muovono da sole mentre raggiungo la cattedra a testa china, pronta al mio due, ma la prof improvvisamente si alza e mi conduce fuori, dicendo alla classe di stare zitta e ripassare perché, non appena finisce con me, interroga tutti alla lavagna.

-Come stai?-, chiede una volta chiusa la porta dell’aula dietro di noi. Questa domanda mi spiazza. Sebbene tutti i professori sappiano della mia condizione e siano stati molto gentili sia con me che con i miei, nessuno ha mai voluto spingermi a parlarne, rispettando la mia privacy. Cosa vuole che le dica?

-Così così, prof.-, decido di tergiversare, in imbarazzo.

-Scusami, Erica, neanche io vorrei stare qui a discuterne con te, ma come professori siamo preoccupati. Sei sempre stata una delle migliori della classe e proprio quest’anno, l’ultimo, la tua media sta calando. Ovviamente sappiamo dei tuoi problemi, ma spero che questo non vada ad incidere sul tuo rendimento scolastico.-, dice e non leggo nei suoi occhi pietà o scherno, solo sincera preoccupazione. Mi commuove.

-Questo è un brutto periodo.-, dico questa frase scontatissima e mi sciolgo in singhiozzi anche se non vorrei. Virgi. –Ho deciso di tenere il bambino.-, confesso tra le lacrime e lei mi stringe affettuosamente una spalla, offrendomi un fazzoletto col quale mi soffio il naso.

-Erica, non mi permetto di giudicare le tue scelte, ma sappi che da quattro anni a questa parte tutti noi professori siamo d’accordo che tu sia un cento e lode. Cerca, per quanto ti è possibile, di studiare e recuperare. E visto il tuo ultimo compito di matematica disastroso, fatti aiutare da Colonna che fa più matematica allo scientifico.

Io la guardo stupefatta e grata. Un cento e lode. Io! Erica Guarini esce con un cento e lode. Devo averlo, deve essere mio.

-Proverò a impegnarmi, prof, sul serio!-, dico emozionata.

-Ci conto. E mi raccomando a te, Guarini.-, fa infine lei sorridendo e rientriamo in classe. Chissà cosa sta facendo Teo con “Virgi”. Bè, ieri sera mi ha detto di vederci a ricreazione, e io andrò a cercarlo fino in capo al mondo per vedere se sta ancora con quella. Pensare che si è arrabbiato tanto per Alessio… No, Eri, basta pensarci, devi stare attenta alla lezione! Ma che diamine sono questi numeri strani?


***


-Francesco mi ha mandato un messaggio!-, sento strepitare Linda alla mia sinistra al cambio tra la prima e la seconda ora. Tutta eccitata mi passa il cellulare perché possa leggere anche io.

Ciao Lili, so che ci siamo visti ieri sera, ma a me va di rivederti già oggi. Che ne dici di passare la serata insieme? Ah, mi sono rimasti i tuoi graffi sulla schiena. Te la farò pagare per questo :)

Penso che io e Teo non ci siamo mai scambiati neanche una faccina sorridente. Certo, è una cosa stupida, ma improvvisamente mi sembra importante. Quando scrive ai suoi amici, alle sue amiche, lui usa smiley?

-Allora? Visto?-, chiede Linda euforica. –Mi vuole già rivedere!

-Ma per curiosità, Lin, come diamine ti ci sei trovata a letto?-, faccio io. Alessio si sporge dall’estremità destra del banco e ammicca.

-Ehi, si parla di sesso senza di me?-, dice con aria da sbruffone, facendoci ridere. –Fatemi indovinare. Linda è andata di nuovo a letto con un ragazzo appena conosciuto.

-Nonché migliore amico di Colonna.-, fa lei.

-Adesso sei obbligata a raccontare tutto. Francesco Lavini, vero?-, chiede retoricamente Alessio mentre Linda annuisce tutta sorridente.

-L’ho incontrato mentre ero in giro con Sofia, io non lo conoscevo. Lui stava con della gente, ma poi si è unito a noi due insieme a Matteo e Dario, altri due ragazzi e, parlando del più e del meno, ci ha proposto di andare a fumare un po’ di erba a casa sua: i suoi non c’erano, tornano lunedì. Ovviamente siamo andati tutti e ci siamo divertiti, l’erba era buona e anche la compagnia. Poi gli altri verso l’una se ne sono andati ma io avevo immaginato di aver colpito Francesco, almeno quanto lui aveva colpito me, così ho scritto ai miei che dormivo da Sofia e sono rimasta da lui.

-Affascinante, Lin, ma a me interessa la parte spinta.-, commenta Alessio scatenando una risata generale. Appena ci siamo ripresi lei continua il suo resoconto, come al solito priva di pudore di fronte a noi.

-Allora, una volta soli, ancora seduti sul pavimento dove avevamo fumato, lui mi fa: “Come mai non vai con la tua amica?”, e io gli dico “Vuoi che me ne vada?”, e lui “In realtà voglio che tu venga qui.”, e indica se stesso, capite? Mi ha fatto bollire di eccitazione. Appena mi sono avvicinata mi è praticamente saltato addosso, mi ha bloccata sul pavimento e abbiamo cominciato a baciarci. Dio, era così sexy! Si muoveva in una maniera sensualissima, è stata la prima volta che stavo venendo soltanto con le sue carezze!

Io mi copro le orecchie con le mani pregandola di smettere, sto praticamente andando a fuoco dall’imbarazzo, invece Alessio sembra tremendamente interessato. Lui è rimasto l’unico del nostro trio ad essere ancora vergine, e non perché non abbia avuto occasioni, semplicemente perché dice che sta conservando la sua prima volta per la ragazza che avrà accanto per il resto della sua vita. È il ragazzo migliore che io conosca, dopo Benny. Oh, già, dovrei dirgli della mia decisione, prima o poi. Almeno questo glielo devo.

-Il bello è che dopo averlo fatto sul pavimento, lui mi ha presa in braccio e mi ha portata in camera da letto, dove l’abbiamo fatto di nuovo per due ore e mezza. Non ci potevo credere! Stamattina quando mi sono alzata avevo il corpo di gelatina, e in effetti non volevo venire a scuola. Guarda che occhiaie!-, mormora per non farsi sentire dagli altri, indicandosi le borse violacee sotto gli occhi. Io e Alessio ridiamo ancora. Quando fa sesso con una persona ed è assolutamente soddisfatta, Linda è sempre così allegra da far morire dal ridere.

-E aveva in assoluto l’aggeggio più grosso che io abbia mai visto!-, fa ridacchiando sognante.

-Con la tua larga esperienza di ben cinque ragazzi, poi…-, la prendo in giro beccandomi una gomitata.

-Si vede che non hai ancora dato un’occhiata al mio, dolcezza.-, afferma Alessio con scherzosa aria di superiorità.

-Ti piacerebbe, eh?-, lo sfida Linda. –Il fatto è che hai troppa poca esperienza per portarti a letto una esigente come me.

-Questa è una ferita nel mio orgoglio di uomo!-, esclama Alessio simulando una spada che gli trafigge il petto. –Ma dopotutto hai ragione, penso che ti ignorerò e andrò a letto con Cucci.

Io mi giro stizzita ma anche divertita.

-Volete smetterla, voi due? Io non farò sesso proprio con nessuno…

-…che non sia Teo.-, completa Alessio e io mi giro verso di lui ad occhi sgranati.

-Tra me e Teo non c’è quel tipo di…relazione…-, mormoro diventando rossa fino alla radice dei capelli.

-Andiamo, Cucci, te lo mangi con gli occhi! Con Benny non ho mai notato niente del genere.-, insiste lui ma proprio mentre sto per aprire la bocca e protestare mi salva l’ingresso della prof di italiano, così posso tirare un sospiro di sollievo per le prossime due ore che mi separano dalla ricreazione.


***


 
Teo è talmente felice che non ci può credere. Virginia, la sua migliore amica di sempre, è tornata, e questa volta per sempre. Si ricorda ancora quando, tre anni fa, si erano salutati per l’ultima volta e anche se poi si erano sentiti per telefono, messaggi e videochiamate non era mai come essere insieme. Tutti quei pomeriggi passati a coccolarsi nella cameretta di Virginia, con lei che gli piangeva addosso per gli amori andati male e il cuore puntualmente infranto. Quel microbo che, nonostante tutto e tutti, è rimasto. Nonostante la stronzata che avevano fatto prima che partisse…

***

 
Virginia è stretta al braccio di Teo mentre in classe si siedono l’uno accanto all’altra, come se il tempo non fosse mai passato. I suoi compagni sono tutti intorno a lei, le fanno domande, pretendono risposte che lei non riesce a dare, persa com’è nella contemplazione di Teo, il suo Teo. È ancora più bello quando non è dietro lo schermo del cellulare e no, non può descrivere la mancanza che sentiva di lui. Una ferita aperta e infetta avrebbe fatto meno male dell’assenza di Teo nella sua vita a Venezia. Il ricordo del giorno prima della partenza riecheggiava nella sua mente ogni giorno e malgrado gli sforzi non era riuscita a dimenticarlo.

***


“Teo, parto.”

Aveva le lacrime agli occhi mentre lo guardava con quel suo modo buffo di piegare la testa riccioluta di lato.

“Come? Per dove? Per quanto tempo?”

Teo non capiva.

“A Venezia, parto domani, colpa del lavoro di mio padre. Non so se torno. Non volevo dirtelo subito, mi avrebbe fatto troppo male. E forse lì riuscirò a dimenticarti.”

Lui aveva provato ad abbracciarla, ma aveva solo una gran voglia di vomitare e poi piangere, o forse tutte e due le cose allo stesso tempo. Non ci poteva credere. Lei però si era scansata, mentre una goccia salata e luccicante le solcava la guancia destra. Erano seduti sul letto della sua vecchia cameretta rosa. Quella cameretta che, per tanti anni, aveva sentito crescere le loro risate e visto i loro giochi infantili trasformarsi in chiacchiere, in pianti, in confidenze, in compiti, in tè e biscotti ‘come gli inglesi’. Aveva visto lei innamorarsi giorno dopo giorno del bambino, dell’adolescente, del ragazzo.

“Sai, pensavo che fino alla fine, dopo tutti questi anni, ci saremmo messi insieme, come succede nei film. Ma tu non riesci a vedermi come niente di più che una sorella.”

“Lo so, Virgi. Mi dispiace.”

“Ti amo disperatamente.”

“Lo so.”

Erano rimasti in silenzio a guardarsi negli occhi. Lei non voleva piangere, malgrado il suo corpo lo esigesse. Sapeva quello che voleva chiedere a Teo, e sapeva che lui avrebbe accontentato quell’ultimo desiderio. Sapeva anche quanto male avrebbe fatto dopo, ma era convinta di riuscire a sopportare le conseguenze della sua decisione. Era convinta che dopotutto ne sarebbe valsa la pena.

“Teo, una volta ti ho salvato la vita, ricordi?”

“Era l’estate della seconda media, certo che lo ricordo.”

Teo e Virgi erano andati in discoteca per la prima volta, avevano presentato documenti falsi grazie ad un amico più grande e Teo aveva bevuto tanto, troppo. Aveva attaccato briga con un ragazzo ed erano finiti alle mani, poi il ragazzo aveva alzato un coltellino per ferirlo e allora Virgi, coi riflessi di un leopardo, si era parata davanti a Teo, subendo il colpo e ritrovandosi la spalla sanguinante per un taglio -grazie al cielo- solo superficiale. Avevano subìto entrambi aspre punizioni dai genitori, ma alla fine erano due tredicenni in cerca di avventure, entrambi talmente spaventati dall’esperienza da essere prosciolti in fretta da tutte le accuse.

“Mi avevi detto che avresti fatto qualsiasi cosa per ripagarmi.”

“E tu avevi risposto che ci avresti pensato, perché non ti veniva in mente niente.”

“Ora so cosa voglio.”

“Qualunque cosa, Virgi.”

Lei sorrise con gli occhi ancora luccicanti di lacrime.

“Fai l’amore con me, Teo.”

Teo la guardò con gli occhi spalancati dallo stupore. Lei sembrava così tranquilla, come se ci avesse pensato bene, per troppo tempo. Come se avesse valutato ogni sfaccettatura della cosa e non avesse più nulla da perdere.

“Non posso.”

“Andiamo, Teo, hai appena detto ‘qualunque cosa’.”

“Non voglio farti del male. Non a te.”

“Non è la mia prima volta.”

“Virgi, non fare la stupida, sai cosa intendo.”

Lei improvvisamente si era sporta in avanti e lo aveva baciato, così a lungo che si erano quasi sentiti soffocare. Teo si era ritrovato con le mani impigliate nei suoi capelli, mentre lei gli sbottonava la camicia e lo toccava come sognava da anni. Non aveva mai pensato che fosse niente tranne che una cosa giusta mentre lui si spingeva in lei facendo sospirare entrambi. Aveva appena sedici anni e stava facendo l’amore con il ragazzo della sua vita. Saggiò con la lingua ogni anfratto della bocca di Teo, per ricordarne il sapore, sapendo che forse sarebbe stata la prima e ultima volta. Scavò con le unghie nella sua pelle, per fare sì che almeno un segno, uno solo, rimanesse di lei per un po’ dopo la sua partenza. Per ricordargli che forse avevano fatto l’amore per davvero, che non era stato solo sesso. Teo l’aveva coccolata per quasi tre ore, dopo, mentre piangeva rannicchiata contro di lui, quel piccolo corpo nudo e caldo percorso dai singhiozzi. Anche Teo pianse, tirandola contro di sé, per sentire un’ultima volta la sua pelle contro la propria.

“Perché non mi hai fermato? Virgi, perché mi hai permesso di farlo? Oh mio Dio, sono un coglione.”

“E’ stata l’esperienza più bella della mia vita. Nonostante il dolore, nonostante il vuoto ne è valsa la pena. Scusami per avertelo chiesto.”

“Non avrei mai dovuto assecondarti, adesso…”

 
Adesso posso partire felice, Teo. Per un altro pomeriggio d’amore come questo, potrei soffrire tutto il resto della mia vita.”







Salve gente, so che è un po' che non mi faccio sentire ma probabilmente andrà avanti così fino a luglio...quest'anno ho la maledetta maturità! Volevo ringraziare tutti, i lettori silenziosi, coloro che hanno messo la storia tra le seguite/ricordate/preferite, e soprattutto i recensori, mi fa tantissimo piacere leggere i vostri pareri e appena avrò due minuti risponderò ad ognuno! 
In questo capitolo è comparso un nuovo personaggio, che ruolo avrà nella vita che Teo ed Erica si apprestano a vivere? Un bacione a tutti quanti, spero di aggiornare presto e perdonate i continui ritardi...
Ancora GRAZIE. 

La vostra Frannie :)
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Frannie_17