Anime & Manga > Soul Eater
Segui la storia  |       
Autore: BBola    19/04/2015    2 recensioni
Nella lunga notte in cui il Sommo Shinigami generò Kid, tornò con la mente agli eventi che, ottocento anni prima, portarono alla caduta del regno degli otto grandi guerrieri, e alla nascita del mondo di Soul Eater, come lo conosciamo noi...
Avvertimenti: SPOILER dal manga
Genere: Azione, Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Death the Kid, Kishin Ashura, Nuovo Personaggio, Ragnarok, Sommo Shinigami
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Asura! Maledetto! –
Chino sopra Vritra, Shinigami stringeva forte i pugni per tenere a bada la rabbia che sentiva montare alla vista della Follia di Asura che prendeva possesso della mente della sua arma.
-Dobbiamo andare a riprenderlo, subito! Prima che sia troppo tardi! – tuonò.
L’attacco di Follia che aveva colpito Vritra era stato talmente improvviso e inaspettato da aver lasciato spiazzati gli altri guerrieri. Nessuno di loro ebbe la forza di replicare nulla al comando del loro capo.
-È meglio che Vritra non ci segua – si limitò ad osservare Vàrua – Se si dovesse avvicinare alla fonte della Follia, le sue condizioni peggiorerebbero! –
Shinigami annuì, e senza perder altro tempo, si lanciò fuori la sala delle Udienze seguito dagli altri tre compagni, lasciando i servitori ad occuparsi di Vritra perché lo aiutassero a stendersi a letto.
 
La fitta alla testa gli aveva provocato una nuova e più grave reazione di rigetto del sangue del guerriero, che lo stava provando pesantemente.
Vritra cominciò a contorcersi in pose grottesche, mentre sentiva i muscoli del suo corpo contrarsi e dilatarsi, più volte, dilaniati tra l’aspetto che avevano un tempo e quello che avevano assunto adesso.
Non riusciva a reagire ai richiami dei servitori, che furono costretti ad adoperarsi in quattro per sollevarlo e trascinarlo di peso nella sua stanza.
-Codardi! Infami! –
La riconosceva adesso. La voce di Panthera che continuava a risuonare nella sua mente sempre più prepotentemente. Amplificata dalla Follia di Asura, la paura provata dalla strega nel laboratorio di Eibon risuonava ora in tutta la sua forza nell’anima del guerriero.
-Non è quello che sta facendo Shinigami con voi adesso? Non siete più lo stesso, comandante. Non so cosa vi abbiano fatto i grandi guerrieri, ma quello che vedo adesso è più spaventoso di qualsiasi cosa possa immaginare. –
Odio. Aveva provato odio verso Shinigami quel maledetto giorno in cui l’aveva visto dissolvere i corpi delle streghe con una semplice rotazione della mano. Poi, più niente. Ricordava solo la pressione del “trasfiguratore” che, vibrando, premeva contro la sua schiena, mentre un nuovo desiderio gli pervadeva l’anima. Il desiderio di combattere non più da soldato, ma da arma devota al maestro d’armi che l’avesse impugnato.
Se il dio della morte non fosse stato già lontano, avrebbe sentito il suo nome gridato con una collera nuova per quelle pareti.
-Shinigami! –
Il sangue dell’uomo prese il sopravvento su quello del guerriero. Agitato dalla rabbia che ora gli circolava nel corpo, Vritra iniziò ad urlare e a divincolarsi dalla presa degli uomini che lo sostenevano.
Tre servitori furono costretti ad abbandonare la presa, sorpresi da un rapido movimento di Vritra, che voltandosi aveva afferrato la tunica del quarto per il collo e l’aveva colpito con un pugno sullo zigomo.
Gli altri provarono immediatamente a immobilizzarlo, ma il guerriero aveva già trasformato il braccio nella lama della sua spada per iniziarla ad agitare minacciosamente contro loro.
L’uomo colpito, alle sue spalle, si sfilò allora la lunga tunica e la usò per soffocare in essa il volto di Vritra, o almeno cercare di confonderlo. Questi si agitò, e portando le mani sulla testa a cercare quelle del suo avversario, lo afferrò per le braccia, e chinandosi in avanti, o fece precipitare davanti a sé, per poi colpirlo nello stomaco con un pesante affondo del piede.
Si gettò allora su un altro servitore immobilizzandolo per i capelli, mentre con la lama del suo braccio ne colpiva un altro nel fianco. E sgozzato quello che teneva intrappolato, si lanciò all’inseguimento del quarto che si era dato alla fuga. Con poche falcate riuscì ad afferrarlo per le spalle. L’uomo si voltò, e con il terrore negli occhi, balbettò qualcosa in una lingua che Vritra non comprese.
-Rag…Ragnarok… Ragnarok! –
Poi una lama gli trapassò il petto.
 
Vritra era stordito, confuso, ma con un obiettivo ormai preciso in mente.
Disgustato dall’orrenda manipolazione che Shinigami ed Eibon avevano osato compiere sul suo corpo, ora doveva impedire che altri potessero subire quella sorte.
Corse allora nelle prigioni, deciso a liberare i suoi compagni. Giunto nei sotterranei, aggredì la prima guardia che incontrò, e sbattuta la sua testa contro la parete, le sfilò le chiavi delle celle dalla cintola.
Altri uomini suonarono una campanella per lanciare l’allarme ai fedeli di Shinigami che fossero ancora nel castello, e poi agirono, tentando di fermare il guerriero. Ma Vritra aveva già aperto la prima porta, e le guardie dovettero scontrarsi con un’orda di prigionieri dai volti inebetiti dalla Follia, che saltarono loro addosso con fare feroce e animalesco.
Inneggiato dalle grida degli altri prigionieri che chiedevano di essere liberati, Vritra iniziò ad aprire una ad una le altre celle.
I detenuti si riversarono fuori dalle aree in maniera ribelle, disorganizzata, ridendo come pazzi e avventandosi senza pietà sui loro carcerieri. Molti presero direttamente la via delle scale, e si addentrarono per le sale del castello, vandalizzandole, distruggendo i mobili e gli ornamenti che l’arredavano.
Mentre erano in preda al delirio, furono raggiunti dai soldati di Shinigami che avevano risposto prontamente al richiamo.
Quegli uomini erano forti, alti e coriacei, ma nulla poterono contro i loro avversari, che stordendoli con esplosioni di fumo e lampi di luce, li fecero ben presto cadere vittima delle fauci e degli artigli dei mostri inferociti.
Nei sotterranei, finalmente Vritra era riuscito a trovare anche i suoi compagni, che accolsero il suo arrivo con grida di sincera gioia. Tra i tanti, incrociò pure lo sguardo di Savitar, che senza dire una parola, gli regalò un’occhiata d’intesa compiaciuta. L’uomo tentò poi di unirsi ai prigionieri che si affollavano per le scale per risalire in superficie, ma Vritra lo fermò, intimando a lui e agli altri di seguirlo.
-Venite con me, presto. –
E imboccarono un lungo corridoio.
-Il giorno che Shinigami mi prelevò dalle prigioni andammo in questa direzione. – cominciò a spiegare. – Il corridoio conduce ad un’uscita secondaria che porta direttamente al fiume, così potrete evitare i suoi soldati giù in città. Prendete le galee, e percorrete tutto il corso. Quando sarete arrivati nel golfo che conduce al mare… beh, non so dirvi di preciso dove andare, non conosco questi posti. Ma assolutamente non andate a nord. –
-Cosa c’è a nord? – gli domandò Savitar.
-Il dannato castello di Eibon. Evitatelo, lui e il suo padrone. –
-Perché parli di “voi”? Non venite con noi, comandante? –
-Nah, non vi conviene. Appena Shinigami tornerà, il mio nome finirà dritto nella lista dei suoi nemici giurati. Ci sarà un bel po’ di movimento tra noi – disse schioccandosi fiero le dita - non dovete essere coinvolti per forza! –
-E allora dove andrete? –
-Non ci avevo pensato, non credevo di nascondermi. –
-Perché allora non vieni con noi? – gli fece una voce sibilante da dietro le spalle.
-Chi ha parlato? –
-Salve guerriero, non ci siamo ancora conosciuti! Noi tre siamo le Graie! Ti stavamo aspettando! -
 
 
Era ormai notte quando Shinigami fu arrivato al rifugio delle streghe dell’est. Era buio e mortalmente vuoto. C’era quiete, troppa. Neanche il respiro di un animale riempiva l’aria tiepida. Asura doveva aver messo in fuga anche loro.
-Abbiamo finito di perlustrare la zona intorno al fiume Tsavo – annunciò Vàrua, riunendosi come gli altri guerrieri intorno al suo capo.
-Che ne è stato di quelle dannate streghe dell’est? – domandò questi aspro, senza troppe speranze.
Vàrua lanciò una lingua impolverata ai suoi piedi. Quando Eibon ebbe capito di cosa si trattava, voltò lo sguardo, disgustato.
-È decisamente l’opera di uno Shinigami questa – disse.
-A qualche decina di kilometri da qui ho trovato i segni di una strage. Se non si tratta del sangue delle sorelle Hystrix, non so proprio cos’altro possa essere. –
-Ma Vajra, Vajra – si tormentò Eibon – come ha potuto permettere che accadesse? –
-Non credo che Vajra sia responsabile. – continuò Vàrua – Se avesse combattuto con Asura, avrebbero eliminato le streghe con un soffio. Invece lo scontro è stato sofferto. Ho trovato anche stralci degli indumenti di Asura conficcati nel terreno. –
-Pensi che si siano separati allora? – chiese Eibon.
-Non posso dire cosa sia successo, ma se Vajra non è con Asura, potrebbe essere ancora nei dintorni, in preda alla Follia com’è successo a Vritra. Dobbiamo perlustrare la zona interna per cercarlo. Per stanotte non penso che Asura farà altri danni. È pur sempre un vigliacco, e probabilmente ferito. Credo che se ne resterà tranquillo a recuperare le forze, finchè non avrà trovato altre prede facili. –
-Fermiamoci qui allora, per stanotte – suggerì il guerriero della conoscenza. – Domani mattina inizieremo le ricerche non appena sorgerà il sole. –
Shinigami era rimasto silenzioso e cupo durante il resoconto di Vàrua. Mentre dentro Indra era cominciata a salire una rabbia non più contenibile.
-Ecco cosa succede a dare retta a quello che dici! – gli urlò contro, spintonandolo con forza – Rinchiuso in quella torre a delirare doveva stare, ma tu invece no, dovevi fartelo amico! E guarda cosa è successo! –
-Sarebbe successo lo stesso, Indra. Ho fatto tutto quello che potevo per evitarlo, ma ora lo so. Non si può vincere contro il destino. –
-Che cosa vai blaterando adesso? – gli chiese, ormai sfiancato.
Shinigami trasse un profondo respiro.
-La notte in cui ho creato Asura, tre donne, tre mostri, hanno predetto la nostra fine. Mi hanno rivelato che sarebbe arrivato qualcuno che ci avrebbe messo in ginocchio, e che sarebbe stata la fine di questo ordine. –
Indra rimase sbigottito, e cacciò una risata incredula.
-Tu… tu ci hai mentito allora? Avevi detto di esserti liberato di tutte le tue paure per essere un guerriero migliore! Invece ti stavi facendo prendere in giro da delle creature demoniache! Magari ti hanno predetto anche il falso, e tu hai fatto il loro gioco… andando fuori di testa! –
Queste ultime parole le pronunciò dando un secondo spintone che fece sbattere Shinigami contro una parete.
-E tu Vàrua, tu lo sapevi, non è vero? –
-Ad Acquanegra ho avvertito che Shinigami era turbato da qualcosa di terribile che stava condizionando le sue azioni. Non ho chiesto cosa fosse, ma quando nella sala del Consiglio ti sei confrontato con Asura… anche se non potevo vedere il suo volto, ho avvertito per un attimo la Follia che covava dentro… e ho iniziato a capire cosa ci stava aspettando. -
-E non hai fatto niente per impedirlo? Perché hai lasciato che Asura fosse mandato qui da solo a spiare le streghe? Perché non mi hai mai spalleggiato e mi hai lasciato da solo a litigare con Shinigami? –
-Le tue azioni, Indra, anche quando giuste, sono sempre dettate dal tuo desiderio di potenza e dalla tua invidia verso Shinigami per non essere tu il capo. E per questo non potrò mai fare fronte comune con te. In quanto ad Asura… ho lasciato che il suo destino si compisse perché se doveva accadere, cercare di impedirlo avrebbe solo peggiorato ulteriormente le cose. Shinigami non stava facendo che mettere argini per rimediare a quanto fatto, ma era evidente che non avrebbero retto. Dobbiamo accettare la realtà… è finita per noi! -
-No, forse è finita per voi! – ringhiò il dio della guerra al colmo dell’esasperazione – Non mi interessa cosa sia scritto nel futuro di Shinigami, ma io non me ne andrò via di qui se non combattendo! Voi fate quello che volete se avete deciso, le vostre vite non mi interessano più. –
Fece per andarsene, ma Eibon cercò di trattenerlo.
-Come pensi di sconfiggere Asura da solo? Se c’è una cosa stupida da fare in questo momento, è dividerci ancora. –
-Io non sono solo, Eibon… - gli rispose senza nemmeno voltare la testa verso di lui - un dio della guerra non è mai solo. Addio!
E volò via, lasciando gli altri tre più lacerati e sconsolati che mai.
 
-Beh, credo che non ci resti altro che andare a dormire. Domani ci aspetta una lunga giornata di ricerche! – cercò di sdrammatizzare Vàrua.
-Vàrua, perché? – gli domandò esausto Shinigami. – Perché mi sei ancora vicino? –
-Shinigami, il destino è inevitabile, l’hai capito finalmente. Ma questo non è mai una giustificazione per non fare volta per volta quello che va fatto. Ma, ah, lascia perdere, è una cosa complicata, la devi capire da solo… spero che ne avrai l’occasione, prima che sia troppo tardi. –
 
 
Dopo qualche ora di navigazione, le leggere e magiche imbarcazione del dio della morte avevano condotto Vritra, e quanti gli si erano aggregati, in un luogo che le Graie presentarono loro quale il Rio delle Amazzoni.
-Di qui in poi proseguiamo a piedi – annunciò Penfredo. – Non perdeteci di vista, perché la foresta è un luogo pieno di insidie. –
Cominciarono a ridere tra di loro, quando Vritra si fece loro vicino.
-Allora, volete dirci dov’è che stiamo andando? –
-La nostra destinazione è il castello di Baba Yaga. La sede della sua organizzazione. –
-“Sua” di chi? –
-Lo vedrai guerriero, non avere fretta! –
 
Mentre Vritra si domandava se la sua teoria, azzardata nella sala del Consiglio di Shinigami, fosse corretta, il gruppo marciò spedito nella notte verso la più oscena costruzione che il guerriero avesse mai visto in vita sua.
Abituato alla raffinatezza e sobrietà degli edifici della città di Delhi, non potette certo stupirsi che un orrore del genere fosse tenuto ben nascosto nelle profondità di una foresta ostile.
Lo chiamavano castello, ma era piuttosto una torre, con otto ingressi laterali inseriti in strutture angolari che sembravano riprodurre altrettante zampe di un ragno aggressivo.
-Chi diavolo può mai abitare in uno schifo del genere? – si chiese.
Le Graie guidarono il gruppo attraverso il portone principale, che avrebbe dovuto riprodurre la bocca dell’animale.
-Restate qui fermi! – ordinò Penfredo – Tra poco verranno degli uomini a dirvi dove dovrete andare. Tu però, Vritra, vieni con noi. –
Procedendo sempre in linea retta, superando uomini in nero, con la tunica sollevata fin sopra la testa e il volto celato da bizzarre maschere bianche, i quattro arrivarono infine in una sala tetra ma sontuosa, dove ad aspettarli trovarono una strana figura, seduta su un trono di fili sospesi a mezz’aria.
Quell’immagine lasciò sbigottito Vritra, tanto era contrastante col luogo in cui era inserita, di cui sembrava prigioniera, più che padrona.
La donna che vide, infatti, doveva essere la più bella che avesse mai camminato su questa terra.
Così indifesa all’apparenza, stretta in esili e candide spalle, lasciate nude da un lungo e fasciante vestito nero, che risaltava l’armonia di un corpo perfetto. Il suo volto, chino in direzione di un uomo in piedi al suo fianco, era in parte timidamente coperto da morbidi capelli corvini, lasciati liberi di scorrere fluidi sulla sua pelle.
Ragnatele nei suoi occhi, che gli tolsero il fiato, imbrigliandolo in una trappola inestricabile, che lo trascinò inerme sul fondo di un incantevole mare di ametista.
-La strega Arachne, immagino. – le disse.
-Esatto. Benvenuto comandante Vritra. –
La donna non si scompose di fronte alla sicurezza ostentata dal guerriero, e Vritra tentò di non essere da meno.
-Si parla già di me in giro? –
-Grazie ai miei ragni ho occhi dappertutto. So molte cose di te. So chi sei stato e cosa sei diventato. Quello che voglio sapere da te ora, è come è successo. –
-Perché ti interessa? –
La strega fece cenno all’uomo al suo fianco di versarle un bicchiere di champagne.
-Come saprai, Vritra, oggigiorno quelli che tra gli uomini si fanno chiamare “i maestri d’armi” hanno imparato a distinguere le anime di noi streghe e stanno usando questa abilità per farci, semplicemente, sparire dalla faccia della terra. Hanno osato dare la caccia anche a me, che sono la Madre della vita. –
-Mf, un po’ presuntuoso da parte tua, non credi? Se questa vita ha un dio quello dovrebbe essere Vàrua, perché è dall’incontro di due anime gemelle che si comprendono che questa ha inizio! –
A quelle parole il volto di Arachne si tirò in un sorriso, e poi prese a ridere irriverente. Scese allora dal trono e iniziò a camminare, sinuosa, verso il suo interlocutore.
-È stato Shinigami a dirti queste cose? Non farmi ridere! Vogliamo davvero contare quanti figli sono nati dall’unione di due anime e quanti sono il frutto del mero desiderio? Rimarresti sorpreso. Tu sei un soldato, giovane e di bell’aspetto. – notò, girandogli intorno - Non farmi credere che non lo sai. –
-Quindi cos’è che vuoi? Vuoi che gli uomini ti ammirino? Ti venerino? Ti scelgano come loro regina? -
-Gli uomini ci hanno rinnegate, e piuttosto che ammettere le loro debolezze ora si nascondono dietro false virtù, forti dell’aiuto di voi guerrieri. Quello che voglio è rovesciare quest’ordine, e sì, diventare la regina di un nuovo mondo, in cui gli uomini avranno smesso di allontanare le loro perversioni e le avranno accettate come parte di sé. -
-Non c’è più un ordine da rovesciare, Arachne, e tra poco non ci sarà più nemmeno un mondo su cui governare. Asura, il figlio di Shinigami, ha sprigionato la sua Follia… se il tuo obiettivo era quello di mettere in crisi il dio della morte, arrivi tardi! C’è chi ci ha pensato per te! -
-Sei più folle di Asura se credi che me ne resterò semplicemente a guardare mentre ad un despota ne succede un altro! Credi che l’attacco di Follia mi abbia colta di sorpresa? Io non stavo aspettando altro. –
-Ma davvero? –
-“Di rovi e di spine si tinge la terra, dal filo del ragno è vinta la guerra. Un ordine nuovo di là ne verrà, per mano del figlio Shinigami morrà”. Il futuro di questo mondo è già scritto. Asura prevarrà sul suo nobile padre, e diventerà il nuovo sommo Shinigami. –
-Allora, di che ti preoccupi? Se il mondo è condannato a precipitare nella sua Follia non hai più alcun ordine da combattere. Il mondo che verrà è già destinato ad essere il dominio dei malvagi. -
-Coi miei ragni tengo d’occhio Asura, ma tu l’hai conosciuto personalmente. Ancora non l’hai capito? Quale mondo pensi che resterà quando sarà diventato il nuovo sommo Shinigami? Nessuno. Diventerà inarrestabile, insaziabile. Ci ucciderà tutti e divorerà le nostre anime. A meno che non lo fermiamo adesso. -
-E come pensi di farlo? Anche se distruggessi il suo involucro fisico, la sua anima perdurerebbe, e troverebbe un altro corpo in cui vivere. –
-Ma non voglio certo ucciderlo! Non mi ascolti allora, so che non potrei, non è di questo che stavo parlando. Quello che voglio, è assorbire Asura… e quando avrò ottenuto i suoi poteri ucciderò Shinigami, e diventerò la padrona di questo mondo! –
Dal filo del ragno è vinta la guerra…
-Per questo hai già i tuoi uomini, perchè ti interessano le armi metamorfiche? -
-Creerò un esercito di armi umane, e gli uomini ricominceranno a chiamarmi Madre! Quanto a te… anche tu puoi tornarmi immensamente utile, in tutto questo. –
Trasse un profondo respiro, annusando piano l’aria che circondava l’uomo.
-La senti, Vritra? La tua Follia di guerriero, la Follia della Manipolazione. Abbraccia la tua natura e usa il tuo istinto di arma contro Shinigami, e quanti hanno manipolato te finora. –
Gli si fece più vicina, puntando i suoi occhi intriganti pericolosamente verso il suo viso.
-Combatti con me. – sussurrò, mirando avida alle labbra del guerriero.
-Un attimo, Arachne, - la incalzò di rimando, tentando di non perdere la concentrazione - le tue… “amiche”, qui dietro, hanno detto che mi stavano aspettando. Perché, perché cercavate proprio me? Cos’altro sai su di me? –
Arachne non rispose, ma ormai completamente protesa sul guerriero, lo baciò gentilmente.
Impotente di fronte al suo fascino, Vritra smise per un attimo di opporre resistenza, rendendosi così vittima del gioco della strega.
Attraverso le labbra, un filo della ragnatela di Arachne si insinuò nella bocca del guerriero, e raggiungendone l’anima, la irretì in una subdola prigione.
-Arachne? Cosa…? – ebbe a malapena la forza di dire.
-Su Vritra, non fare storie – gli disse posandogli delicatamente un dito sulle labbra – Non ti ho fatto niente di male, dopo tutto! Shinigami ha voluto rinunciare alla sua sperimentazione sulle armi, e io lo accontento! Da adesso non sei più la sua Spada Divina… ora sei la prima delle mie armi demoniache! -
Da dietro il guerriero, le Graie, sghignazzando, confermarono quella sentenza.
 
Nemico naturale del serpente,
il felino alimenta la sua mente.
Con la Spada Demoniaca ha inizio la caduta,
che non s’arresta, finchè la luna più non muta.
E il dì che i guerrieri resteran solo in sei
Ragnarok sarà, “crepuscolo degli dei”. (1)
 
 
Note:
  1. Nella mitologia nordica, “Ragnarok” indica la battaglia delle tenebre sulla luce, il crepuscolo appunto. Da qui inizia il “What if” della mia storia! Nel manga, la Massa Nera che Kid incontra nel libro di Eibon, dice che oltre a Vajra, altri due guerrieri sono stati mangiati da Asura… Nel mio universo questo accade solo metaforicamente, nel senso che due guerrieri smettono semplicemente di “esistere” come tali durante la battaglia contro Asura…  Il resto ve lo racconto nei prossimi capitoli!
 
 
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Soul Eater / Vai alla pagina dell'autore: BBola