Ero in giardino, quando notai Lily che correva verso di me sventolando un foglio. I suoi capelli rossi come ciliegie mature svolazzavano nel vento, e anche se così da lontano non riuscivo a distinguere il colore dei suoi occhi, sapevo che erano verdi e brillanti, come l’erba del prato a primavera. Lily è la mia migliore amica, ma ultimamente ho desiderato che fosse qualcosa di più. Credo di essermi innamorato del suo viso, dalla pallida pelle di alabastro, le labbra carnose che spesso ho fissato incantato immaginandone la morbidezza, gli smeraldi incastonati nel suo volto, limpidi e sinceri, da cui riesco a capire il suo umore. E l’avrei dovuta lasciare. Al pensiero di essere senza di lei anche andare ad Hogwarts non era più così eccitante, ma ormai ero sicuro di essermi sbagliato sui suoi poteri. Erano passate quasi due settimane da quando un gufo dal pelo fulvo aveva bussato alla mia finestra, portando quella lettera che aspettavo da anni, e Lily non aveva ancora ricevuto niente. Mi alzai dall’amaca su cui ero sdraiato e le andai incontro. Avvicinandomi mi accorsi che era molto eccitata e felice, e mi incuriosii tantissimo, senza osare ricominciare a sperare. “SEVERUS, SEV!” il suo urlo mi giunse limpido e forte nonostante fosse ancora lontana, questo voleva dire che si stava veramente sgolando. La speranza crebbe nel mio petto, ma cercai di contenerla per non rimanere deluso. “Sono qui!” Le risposi, ma nonostante mostrò di avermi sentito facendomi un segno continuò a chiamarmi finché non mi fu di fronte. “SEVERUS, ieri sera è arrivata la mia lettera, sono una strega, andremo ad Hogwarts!” La speranza fiorita nel mio petto si tramutò in una certezza. Strinsi la mia Lily in un immenso abbraccio, e poi mi scostai imbarazzato quando mi resi conto di cosa stavo facendo. Probabilmente percepì il mio imbarazzo, perché cominciò subito a parlare: “C’è un’immensa lista di roba da comprare, andiamo a Diagon Alley insieme? Io non saprei come fare da sola. I miei genitori volevano andarci domani, per te va bene?” “Perfetto. Sono contentissimo di venire a scuola con te, non immagini quanto! Allora…” Ma lei si era già girata e stava correndo verso casa sua. “…a domani.” Conclusi salutandola.