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Autore: LittleGinGin    19/04/2015    2 recensioni
La grande guerra ninja è terminata e una nuova pace sembra essere sbocciata dalle macerie di un sanguinoso scontro. Eppure qualcosa non quadra ...
Una nuova minaccia sorge da un passato sconosciuto.
Un nuovo pericolo insorge alle porte di Konoha.
Due innamorati separati dal destino avverso.
Riusciranno i due amanti a ricongiungere il filo rosso che li univa?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la serie
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Nota del fantasmino: Mi odiate, lo so e fate benissimo! Non ricordo nemmeno l'ultima volta che ho aggiornato. Beh, non ci sono scuse per il mio catastrofico ritardo, ma ho fatto una fatica bestiale per concepire questo cavolo di capitolo. L'ho scritto, corretto, cancellato, scritto ancora e di nuovo cancellato così tante volte che ho perso il conto.  Tra la passione per Naruto che sta drasticamente, e a mal in cuore, scemando e i vari impegni che non smettono di aumentare ho lasciato perdere questa storia per troppo tempo. Sicuramente non vi ricorderete nemmeno a che punto siamo arrivati e cosa suia successo prima. Non so come farmi perdonare per avervi fatto aspettare così tanto e prometto di impegnarmi affinchè questo non riaccada più. Inoltre sono tentata di far finire la storia male e mi odio per questo perchè vorrei per loro due una happy ending.
Sono una cattiva autrice T___________T



Capitolo XI -Missione-

Che stupida. Aveva veramente creduto che Naruto le avrebbe detto che l'amava ancora? Che quello che era successo a casa di Sasuke significasse qualcosa?
Stupida! Stupida!
Inizió a correre cercando di scappare da quei sentimenti che non facevano altro che farla star male.
Non sarebbe stato piú semplice non amarlo? Non poteva continuare a vivere nell'illusione di amare la solita persona di quando aveva dodici anni?
Non ce la faceva piú.
Era stanca, stremata, non voleva piú combattere per qualcosa che aveva ormai perso, per qualcosa di irraggiungibile, che la faceva solo star male.
Eppure non riusciva ad abbandonare quel sentimento, così profondo da aver piantato radici ben più solide di quelle che credeva.
Partí per la missione quella stessa notte tra le oscure tenebre e le ferite ancora dannatamente aperte. Ma non le importava. Ciò che voleva era solo prendersi una pausa da tutto, una pausa da lui. Doveva dimenticarlo, lo sapeva, ma come poteva fare? Non era facile cancellare i solchi profondi che aveva lasciato nella sua vita, eliminare tutto quello che era stato, perché voleva dire eliminare una parte di lei. Tante volte aveva pensato che andarsene sarebbe stata la cosa migliore, per entrambi. Il problema più grande però era, non solo lasciare il ricordo e tutto quello che era stata una persona speciale, ma bensì lasciare ogni cosa che aveva sempre conosciuto e imparato ad amare: Konoha, il monte degli Hokage, Tsunade, Ino, i suoi genitori. Fortunatamente questa missione era ció che ci voleva per schiarirsi le idee e non pensare a nulla. Sospirò stremata asciugandosi le ultime lacrime, fortunatamente nessuno se ne accorse.
 
Visto che era notte e non vi era nemmeno il bagliore della luna ad illuminare il loro cammino, ad aspettarli davanti alle porte della città vi era una carovana di legno, trainata da due cavalli possenti, uno bianco con una folta criniera setosa che scivolava delicatamente sul suo splendido manto e una arruffata frangia ricadeva su quegli occhi neri e profondi, l'altro era nero e possente, la criniera maestosa e lo sguardo fiero e cristallino. Salirono e si mossero all'istante.
Per circa un paio di chilometri, forse di più o forse di meno, l'aria fredda e vuota era storpiata solamente dalla soffice luce della lanterna che li affiancava. Erano in tutto in cinque, due ragazze e tre ragazzi, ninja come lei, con le proprie vite e le proprie storie. Un giovane ragazzo, dal corpo mingherlino e slanciato e i capelli rossi arruffati, fu il primo a rompere il ghiaccio.
"Mi chiamo Gwaine." Lo osservarono senza proferir parola, spiazzati.
"Io Jasmine." Disse una ragazza dietro un paio di spessi e grossi occhiali neri mentre si torturava una ciocca di capelli neri.
"Sakura." Proferí Sakura raccogliendo coraggio e decidendo di eliminare la timidezza che non era appropriata per lo svolgimento di una missione.
"Oh finalmente si parla un po'! Io mi chiamo Sui e lui é il mio amico Tadashi!" Tiró una pacca ben assestata sulle spalle del suo compagno che timidamente teneva la testa bassa mormorando un' offesa all'amico che se la rideva beatamente. Sakura non poté far altro che sorridere. Non li aveva mai visti a Konoha quei ragazzi, non aveva mai fatto veramente caso alle altre persone che non rientravano nella loro quotidianità, in quel vecchio gruppo di ninja novellini con il desiderio di imparare e mettersi alla prova. Raccolse il proprio coraggio con meno forza di quanto credesse e, sempre von il sorriso sulle labbra, strinse le cosce attorno alle mani per riscaldarle.
"Io sono un ninja medico, e voi?"
La ragazza seduta di fianco a lei, Jasmine, sistemò con l'indice gli occhiali sul naso stringendosi a lei. Era così minuta.
"Specialista nell'analisi."
"Io un Jonin speciale, mentre questo qui - conficcó il gomito tra le costole dell'amico - un jonin a pieno titolo."
"Io uno specialista della difesa." Proferí fiero l'altro.
"Secondo voi perché l'Hokage ha scelto un gruppo di ninja così..." Disse gesticolando il ragazzo che ancora non aveva parlato senza che l'ultima parola gli uscisse dalle labbra.
"Sconosciuti tra loro?" Annuí Gwaine, seduto alla sua sinistra.
"Beh... Sinceramente non ne ho idea." Sbuffó rilassando il proprio corpo su quella stretta panca di legno.
"É strano." Intervenne Sakura portandosi le dita alla bocca pensante.
"Oi oi fermi tutti!" Si bloccò il ragazzo di nome Sui, era muscoloso e un po' scemo, ma sembrava molto tenero. "Non iniziamo a pensare a cose inutili già da adesso." Si portò le dita sugli occhi strofinandoseli.
Il carro son alzava ad ogni buca provocandole un leggero dolore che ormai si era amplificato a causa delle varie ore di viaggio. Non sapeva di preciso che ore fossero, il vento soffiava leggero nella notte rinfrescandola e loro si erano persi in inutili chiacchiere e risate sommosse. Sakura doveva ammetterlo, quella missione era iniziata realmente bene.
Le luci dell'alba si facevano prossime mentre i contorni degli oggetti prendevano forma e colore. L'aria si era fatta più gelida e si insinuava fastidiosamente tra gli abiti, penetrando nelle ossa. Il viaggio era ancora lungo e sfortunatamente non avrebbero avuto soste neanche per sgranchirsi le gambe. La sua mente vagava leggera tra i paesaggi che accoglievano quel leggero calore donatogli dalla mattina mentre la brina brillava aggraziata regalando uno splendido spettacolo.
"Quanto pensate che manchi?" Si lamentó sbuffando mentre giocherellava con una ciocca di capelli rossa. Sakura fece spallucce guardando gli altri che non seppero dare una risposta, esclusa Jasmine ovviamente.
"Se la carovana continua con questa andatura e non incontra intoppi lungo il cammino..." Prese fiato "Beh direi al massimo arriveremo al villaggio per quando il sole sarà alto."
Gwaine lasciò andare un gemito di sofferenza sprofondando in quell'agognante posizione a cui era stato costretto per tutta la notte. Il timido Tadashi tamburellava spasmodicamente irritando Sakura. Di solito non si infuriava per certe inezie, ma era stanca e scomoda, era rimasta nella stessa posizione per ore e il suo livello di sopportazione era drasticamente calato.
Fortunatamente riuscirono a trovare qualche argomento di cui parlare, per conoscersi meglio, e qualche stupido gioco da fare nell'attesa che il sole salisse nella sua vetta più alta e i nitriti dei cavalli annunciavano il glorioso arrivo al villaggio. Silenziosamente e furtivamente Sui le si avvicinò.
"Ti ho già visto per caso?" Strinse gli occhi scrutandola nei minimi particolari, registrando ogni suo lineamento e provocandole una seria irritazione.
"Non penso..." Mormorò Sakura cercando di trattenere l'impulso di spingerlo violentemente via e dargliele di santa ragione.
E quella sensazione fece solo riaffiorare vecchi e dolorosi ricordi.
Scosse il capo cacciando quel pensiero, quella cosa che malignamente era diventata un tarlo e non le dava pace.
"Eppure..." Insisteva mettendo a prova il suo autocontrollo.
"Giusto!" Batte il pugno sul palmo della mano mentre i grandi occhi verdi si illuminarono e un sorriso ampio e orgoglioso si stampava sul suo volto.
"Tu sei l'allieva dell'Hokage! Haruno Sakura giusto?" Tutti la fissarono e lei non desiderò altro che sprofondare in una fossa per non uscirne mai più. Strinse le gambe e abbassò lo sguardo mentre le guance si imporporavano.
"Tu eri nel team con Naruto e Sasuke?!"
Non si accorse chi li nominò, non fece caso al timbro della voce con cui la frase era stata pronunciata, non si accorse nemmeno che la carovana aveva preso un grosso dosso ed erano sobbalzati tutti ritrovandosi leggermente accartocciati gli uni sugli altri. Quei nomi rievocavano ricordi troppo dolorosi e non abbastanza dispersi in un passato chissà quanto distante. Le ferite erano fresche, aperte e nonostante il viaggio avesse anestetizzato quel dolore rendendolo impercettibile, era tornato a bussare alla porta del suo cuore ormai distrutto, ormai inesistente. E poi non solo. Oltre al ricordo di un passato troppo diverso dal presente, c'era anche l'amara delusione che dovette ingoiare difficilmente. Ovvero che lei era solo un'inutile soprammobile, inesistente al resto del mondo, visibile solo grazie alla loro luce. Già, perché se lei era conosciuta non lo doveva alla sua bravura da medico, non lo doveva al sacrificio costante a cui si era sottoposta in battaglia, in quella battaglia che le aveva portato via più di quanto credesse, ma perché era stata semplicemente la compagna di quelli che ora erano gli eroi del villaggio.
Sentì un magone pesante opprimerle l'esofago e la retina bruciarle fastidiosamente. Le parole le morirono in gola, nonostante i suoi sforzi per parlare. Avrebbe voluto sorridere e proferire allegramente con un , ma non ci riusciva, non ci riusciva proprio. Lei era un'ombra, inesistente, insignificante, lei era-
"Tutto bene?" Alzó lo sguardo verso quella voce mentre il carro si fermò e il nitrito dei cavalli interruppe quel silenzio asfissiante. Si alzò come di riflesso mentre lo sguardo pensieroso e preoccupato di Suk la osservava da dietro le spalle. Scesero senza neanche ripeterselo due volte, alzando le braccia al cielo. Si senti posare una mano sulle spalle e si giró sussultando. Sui non disse niente, la guardava nei suoi occhi verdi smeraldo, per poi eliminare quel contatto.
"Finalmente!" Urló dirigendosi verso il suo amico che non si era scomposto nemmeno un secondo. Jasmine subito le si affiancò come ormai faceva sempre sulla carovana, quasi la tranquillizzasse. Sakura sospirò ricacciando con forza quei sentimenti opprimenti e, scuotendo la testa, sorrise dolcemente riportandosi la tracolla sulla spalla.
"Adesso andiamo."
 
Il villaggio era molto piccolo, ospitava si e no mille abitanti ed aveva un'aria molto vecchia e classica. Sakura poteva avvertire un odore di polvere nell'aria e nei passanti, in ogni cosa che facesse parte di quello strano paesaggio. I paesani indossavano strani abiti rendendo i ninja facilmente visibili. Un senso di inadeguatezza li colse per poi sciogliersi lungo la spina dorsale.
"Dire che é meglio cercare il capo villaggio." Deglutí a vuoto sistemandosi la montatura sul naso. Si incamminarono verso una meta non molto precisa, mentre giovani donne chiacchieravano allegre e pettegole, i bambini scorrazzavano agitati e incontenibili, gli anziani sedevano sotto il portico per bearsi dei piccoli sorsi d'ombra in quel caldo pomeriggio.
Più si addentravano nel cuore della città, più la gente si accalcava e si animava. Alla fine arrivarono davanti ad un grande tempio, maestoso e , probabilmente, secolare. Entrarono quasi timorosi, un po' incerti, lasciati spiazzati da quel grosso monumento architettonico di straordinaria bellezza che si scontrava con l'umile paesino, ma che allo stesso tempo lo armonizzava perfettamente. Furono accolti da quelli che all'apparenza sembravano monaci: Pelati, indossavano una lunga tunica arancione, tenevano giunte le mani come in preghiera. Un particolare attirò la loro attenzione, beh se non quella di tutti almeno la maggior parte di loro, tatuaggio di esimia bellezza ricoprivano i loro corpi in diversi luoghi e con strane forme. Non tutti i monaci avevano i soliti disegni sul corpo.
"Benvenuti nel nostro umile villaggio." Si fece avanti un anziano signore dalla barba lunga e bianca, il tipico saggio narrato nelle leggende o nei racconti. Si inchinò leggermente mentre i ninja della foglia facevano altrettanto.
"Siamo i ninja che avete richiesto." Proferì Sakura sbilanciandosi leggermente in avanti.
"Sí" sorrise loro pacato con sguardo sereno. "Se volete seguirmi ..." Spostò il proprio corpo di profilo indicando loro la strada. Entrarono in una piccola sala circondata da scaffali altissimi contenenti chissà quanti libri e chissà quanto antichi. Una finestrella dava sulla piazza principale e irradiava la stanza nutrendosi dei raggi solari che filtravano dolcemente rivelando i vari acari di polvere che risedevano in quel luogo così ... Intelligente? Beh, non so come si possa definire un luogo pieno di libri antichi e conoscenza. Sapeva di vecchio.
Quando Sakura varcò quella soglia, i suoi neuroni inviarono uno strano impulso al proprio cervello richiamando alla mente stupidi ricordi che alla fine non erano poi così collegati a quell'ambiente. Si ricordò che anni e anni prima, lei, Naruto e Rock lee furono inviati dall'Hokage al cospetto di una sacerdotessa di una religione antica - non si ricordava perfettamente di cosa era sacerdotessa la fanciulla - e delle prodezze del suo giovane compagno dal carattere irrequieto e iperattivo. Sentí una fitta mordergli il petto e inconsapevolmente si portò una mano sul cuore attirando l'attenzione di Sui che subito le si affiancò.
"Tutto ok?" Bisbigliò ponendosi una mano sulle labbra. Sakura annuí sorridendo, addolcita dal comportamento dolce che le dimostrava il compagno nonostante si fossero conosciuti neanche da un giorno.
"Abbiamo richiesto il vostro aiuto per indagare su ció che sta accadendo nelle foreste che circondano il villaggio. Cinque lune fa una donna del villaggio si é svegliata nel pieno della notte urlando come una forsennata. Suo marito, preoccupato, l'ha portata immediatamente da noi. Quando siamo riusciti a calmarla ci ha raccontato di un sogno che aveva fatto e di quanto fosse stato realistico. Ci raccontò di mostruose figure che albergavano nei nostri boschi. Erano di anima malvagia e demoniaca. Non ricordava nulla di loro se non gli occhi rossi come il sangue che brillavano nella notte. Tre lune fa una giovane ragazza si é svegliata in preda al panico. Sua madre l'ha portata da noi e come l'altra donna, ci raccontò il suo sogno: Bestie orribili e disumane sostavano nei boschi vicini al nostro villaggio aspettando il momento giusto per attaccarci. Di loro si ricordava solo che avevano zanne affilate e bianche come la luna." Teneva lo sguardo verso un punto indefinito mentre passeggiava su e giù per la stanza. La sua preoccupazione era palpabile.
"Saranno stati solo degli incubi. La prima donna avrá raccontato il suo sogno a giro e la povera ragazza si sarà lasciata condizionare dal racconto." Si prestò a dire Tadashi, ma il saggio scosse la testa stringendo le sottili labbra.
"Dopo che si era tranquillizzata le abbiamo dato delle erbe per farla dormire e le abbiamo chiesto di non proferir parola con nessuno di quello che era successo, di dire ai più curiosi che l'avevano vista portare qui in lacrime dal marito che aveva avuto un incubo, niente di più e che noi le avevamo dato delle erbe per farglielo dimenticare e dormire. Così anche per la seconda. Queste ragazze, queste donne, nella nostra religione vengono chiamate nella vostra lingua Voci del vento, perché sono in grado di comunicare con gli spiriti, la loro mente é ampia e vede oltre il sole. Queste donne sono scelte dagli dei come messaggere."
Rimasero con il fiato sospeso, tra la meraviglia e l'incredulità. Il suono della vita nella grande piazza rompeva quello strano silenzio. Ognuno rimase immobile nella posizione in cui si trovava con il sospiro tagliato a metà nella gola. Il sacerdote congiunse nuovamente i palmi e si fece loro vicino.
"Beh spero ci vogliate comunque aiutare. So che per voi può sembrare strano, ma per noi ... tutto questo è segno di cattivo presagio."
"Certamente." 
"Ottimo. Vi abbiamo preparato una stanza dove pernottare. Non siamo abituati a ricevere tanti viaggiatori, é raro che qualche nuova anima passi nelle nostre vicinanze e in più le poche stanze disponibili sono tutte occupate - tranne una - da alcuni malati." Annuirono seguendolo fino ad arrivare alla stanza designata al loro riposo.
"Grazie ancora da parte di tutto il villaggio." Si inchinò il vecchio sacerdote. I ragazzi fecero altrettanto per poi entrare nella stanza. Era spaziosa, spoglia, una piccola finestra faceva passare l'aria e candele sparse un po' ovunque permettevano di illuminare la stanza quando il sole calava ad oriente. Al centro della stanza vi erano i classici letti giapponesi, un velo di qualche stoffa pregiata separava i letti delle ragazze da quelli degli uomini. Posarono le loro cose. Il viaggio era stato lungo e scomodo e nessuno di loro aveva intenzione di cominciare già qualche ricerca. Si sedettero in cerchio.
"Che proponete di fare?" Disse pensierosa Jasmine.
"Potremo ascoltare cosa le Voci del vento hanno da dirci in merito a questa faccenda." Rispose Gwaine stiracchiandosi le braccia.
"Di la verità. Vuoi vedere se sono carine o meno. Ti conoscerò da poco ma sono sicuro che sia così." Lo ammonì Tadashi provocando risate generali mentre Gwaine gli scoccó un' occhiata gelida.
"Per me in quella specie di biblioteca dove siamo stati prima ci potrebbe essere qualcosa su questa specie di entità demoniache." Riferì Sakura conle dita sul mento.
"Beh però non so voi, ma io opterei per iniziare le ricerche domani. Siamo stanchi per colpa del viaggio, anche se avessimo degli indizi sotto il naso non ce ne accorgeremo."
Sui aveva ragione, erano stanchi e doloranti. Tutto quello a cui Sakura riusciva a pensare era al letto comodo di casa sua e a ... Sfortunatamente a cosa aveva lasciato prima di partire da Konoha, Nar-
"Sakura potresti dormire tu vicino alla tenda?" Bisbigliò timidamente Jasmine sistemandosi la montatura degli occhiali sul naso. La giovane Konuichi si riscosse annuendo. Si morse un labbro. Era di nuovo incappata in- No! Non doveva pensarvi assolutamente. Dopo aver deciso di prendersi un attimo di riposo dovevano decidere cosa ne avrebbero fatto del tempo libero.
"Che ne dite di visitare un po' il paese?" Disse allegro Sui come se l'avesse letta nel pensiero.
"Perché no."
 
Quel paesino semplice e pacato, immerso nella natura più selvaggia, sembrava totalmente astorico, come se lí il tempo scorresse con più calma e tranquillità. Non disponevano di grandi tecnologie, non erano ninja né soldati, praticavano un'antica religione e vivevano una vita semplice ma piacevole. Erano molto amichevoli e loquaci e per far sentire a loro agio gli ospiti, considerati come qualcosa di prezioso, avevano organizzato un banchetto al calar del sole, ricco di musica e intrattenimento. Fu una serata piacevole dove la squadra ebbe l'opportunità di conoscersi meglio e di prendere piú familiarità con il posto. Risero, scherzarono e alzarono anche un po' il gomito e Sakura per una sera ritrovò quella pace e quella serenità che da tempo l'aveva abbandonata sostituita da un macigno enorme che pareva irremovibile. Fortunatamente, mentre Jasmine si era ubriacata con nemmeno mezzo bicchiere di vino, non aveva pensato a ciò che era stato e a quello che l'aspettava alla fine di quella missione, ma riuscì a godersi quel momento.
Rientrarono nella propria stanza quando ormai la notte era inoltrata e la luna splendeva meravigliosamente circondata da miliardi di stelle. Una leggera brezza soffiava rinfrescando il volto arrossato per l'alcool. Jasmine era crollata quasi subito dopo aver bevuto, non reggeva per niente! Gwaine aveva dato il meglio di se trascinando pure il silenzioso e pacato Tadashi che dopo qualche drink di troppo e serenate stonate si era addormentato. Sui e Sakura erano gli unici rimasti con un po' di lucidità e, presi tra le braccia i festaioli, erano tornati nelle loro stanze. Posata Jasmine nel letto, rimase un attimo a guardarla scostandole un ciuffo corvino posatosi sugli occhi abbandonati al sonno.
"É stato molto divertente." Spaccò il silenzio con la sua dolce e, ma allo stesso tempo, forte voce posando l'ultimo dei due.
"Giá. Chi si aspettava un'accoglienza così?" Trattenne una risata.
"Hai visto come cantava Tadashi? Ahahah! Non l'avevo mai visto così estroverso in tutta la sua vita!"
"L'alcool fa di queste prodezze." Ammiccò coricandosi tra le morbide coperte, ma senza aver l'intenzione di dormire. Lo vedeva da dietro quel setoso velo che separava i ragazzi dalle ragazze.
"Veramente." Disse facendo altrettanto. Si osservarono per quelli che poterono essere cinque secondi, ma che durarono un'eternità. Forse era vero che lí il tempo scorreva lentamente. Sakura si sentì avampare e nascose la testa tra le coperte .
Sicuramente era per via dell'alcool. Non c'era altra spiegazione.
"Sei una ragazza strana." Sbuffó ghignando e avvicinandosi maggiormente a quel velo che li separava.
"Che vorresti dire?!" Lo squadrò imbronciata provocando un attacco di ridarella all'altro e un sonoro pugno nel braccio.
Era da tempo che non si esponeva così tanto con una persona, che non si mostrava per quello che era senza nascondersi dietro una maschera. Aveva paura, realmente. Non sapeva quello che poteva pensare, la sua reazione. Il terrore si faceva largo nel suo corpo mordicchiandola incessantemente. Velocemente si giró dalla parte opposta del letto mormorando uno scusa a fior di labbra. Un pesante silenzio piombó nella stanza.
Cazzo
"Sakura?" Le toccò la spalla con le punte delle dita. "Tutto ok?"
Non voleva girarsi. Non voleva vedere il suo volto. Si vergognava tremendamente e non voleva mostrare il suo imbarazzo. Prese un bel respiro e lo guardó per poi pentirsene subito.
"Perché ti sei scusata?" Le parole le morirono in gola.
Sui sorrise dolcemente per poi afferrarla per le spalle e scuoterla violentemente.
"Ma che fai?!" Si ravvivò tutta facendolo scoppiare a ridere.
"Ecco la mia Sakura!" Quel mia la distrusse ed entrambi ricaddero in uno sconvolgente silenzio. Sui voltó il volto coprendosi gli occhi. Era stranamente silenzioso.
"Non mi capita di ... Espormi così tanto ..." Gesticoló attirando la sua attenzione. "Solitamente tento a ... Nascondermi." Lui l'afferrò per un polso. Un leggero battito risuonò in quel vuoto oscuro.
"Perché ti dovresti nascondere? Sei fantastica." Erano vicini, troppo vicini.
Tante emozioni, tanti ricordi.
La mente annebbiata dall'alcool, le sensazioni amplificate, le emozioni più intense, lo stomaco in subbuglio, il petto congelato riscaldato, gli occhi lucidi e appannati.
Le labbra così vicine e-
Gwaine tiró un calcio nella schiena di Sui facendolo sussultare e imprecare.
"É anche insopportabile mentre dorme." Si staccarono mentre l'imbarazzo si disegnava sui loro volti.
"Beh é parecchio tardi, penso sia meglio dormire."
"S-sí. Buonanotte Sakura."
"Buonanotte Sui."
E così si voltarono dandosi la schiena mentre nella mente non c'erano altro che le immagini di quel momento e di ciò che sarebbe potuto succedere. Il cuore batteva all'impazzata e le guance bruciavano intensamente.
Eppure a Sakura faceva male. Tanto male.
   
 
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