Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: lallab    19/04/2015    0 recensioni
Un passato doloroso, una ferita curata male, che solo l'amore, quello vero, può guarire, un'amicizia che salva dalla pazzia, dai demoni interiori, una famiglia dolce, attenta e unita, che aiuta a crescere... piccole grandi follie, commesse tra le pagine di un libro che racconta una perdita, una perdita che non si augura a nessuno, specie ad una ragazza di appena diciotto anni. Josh con la sua dolcezza, la sua armonia, riuscirà a portarla lontano dal mondo di ombre, nel quale Cecilie si è rifugiata...
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                          Cecilie’s POV
Due settimane dopo

Lotto contro la nebbia di sedativo, e cerco di riaffiorare, il petto brucia e mi fa male la spalla,
provo a piegare una gamba e il dolore è acuto alle articolazioni, sento delle voci, un mormorio
sommesso, sembrano preghiere
–amore? Tesoro mi senti?- mamma? Che ci fa qui? Apro gli occhi, la luce vivida riporta alla mente
quello che mi è successo, la botta alla testa, le mani violente su di me, il dolore troppo forte da
farmi urlare tutto quello che avevo nel corpo, i calci, le spinte, le lacrime poi buio. Mi giro
–amore mio- mia madre, pallida spettinata e struccata mi tocca il viso
–cucciola mia, come ti senti?- non riesco a parlare, mi giro dall’altra parte
–è sveglia?- mio padre
–amore come stai? Ha chiamato Josh, vuole venire, lo faccio venire?- mi giro e mi
strappo i tubi dalla bocca
–non voglio nessuno, nemmeno voi, lasciatemi da sola- sibilo infuriata.
Mi sento sporca, mi vergogno di esistere, ho distrutto quello in cui avevo fatto affidamento,
sono un essere orribile, comincio a piangere e degli stupidi aggeggi iniziano a suonare,
entra un’infermiera e inietta qualcosa nella flebo, dopo un po’ il dolore si affievolisce,
come i colori e poi di nuovo il buio. Apro gli occhi e sono staccata dai tubi, muovo le
braccia e le gambe, dalla finestra della stanza vedo i miei genitori che parlano con i
medici, mia madre stringe un fazzoletto, mio padre annuisce grave, sospira, poi mi
fissa vede che sono sveglia ed entra nella stanza
–Cecilie, tesoro, sei sveglia- abbasso lo sguardo rigida
–non mi vedi che sono sveglia?- sbuffo, lui si schiarisce la voce
–il medico dice che le analisi sono normali, non hai contratto niente, tesoro e..ecco non
sei incinta, per fortuna, dal punto di vista clinico stai bene, ti hanno indotto il coma
farmacologico per l’ematoma cerebrale, ma si è ridotto, il medico dice che molto
presto ti riprenderai- alzo lo sguardo
–il medico non sa niente! Io sono morta! Lo capisci? Ho visto l’inferno e ritorno papà!
È dal punto di vista psichico che non sto bene! Nessuno sa come mi sento!
Nessuno di voi ha idea di come mi sento in questo momento, né tu, né la mamma,
ne tantomeno il medico!-  grido infuriata, mia madre prova ad abbracciarmi
–non toccarmi- sibilo, lei si allontana
–cecilie, ascoltami, va tutto bene è finta, sei al sicuro- mi sdraio
–lasciatemi sola- mi giro su un fianco e chiudo gli occhi.

Il rientro in aereo è una tortura, porto dei grandi occhiali scuri, un cappello e
una sciarpa per nascondere i lividi più evidenti, mi torturo le mani, le stringo
una nell’altra e mi mordo il labbro, per poi ricordarmi, con una smorfia di dolore,
che anche lì ho dei punti, deglutisco a vuoto e fisso il finestrino, tengo stretto nella
mano il telefono pieno di chiamate di Josh, mio padre non gli risponde nemmeno
più, non voglio vederlo, non voglio sentire nessuno, O.J. mi ha mandato i fiori e
verrà a trovarmi presto, ma oltre lui non voglio nessuno.
Rifiuto gli abbracci di zia e nonna, vado in camera a testa bassa, mi cambio e mi metto
a letto, Rachel passa verso sera e accende il camino, resto stesa a fissare la finestra,
vassoi di cibo vengono lasciati sul comodino, ma non ho intenzione di mangiare,
mi rannicchio pronta ad affrontare il dolore di nuovo, al posto del mio cuore un cubo
di ghiaccio troneggia, impedendo a qualunque emozione di entrare o uscire, stringo
i denti e chiudo gli occhi. Mi sveglio gridando, come sempre, questa volta sono Charlie
e mia sorella a precipitarsi da me
–Cecilie? Gridavi,hai bisogno di qualcosa? Era un incubo- mia sorella mi stringe al petto,
la allontano e mi rimetto a dormire
– Charlie, vai, ci penso io-  sento  Charlotte che mi sistema le coperte e mi sente la fronte,
attizza il fuoco e chiude le tende, mi giro e cerco di perdermi nel buio. Il telefono squilla,
ma lo fisso senza nemmeno guardarlo realmente, sono davanti al fuoco, i capelli gocciolanti
sulla moquette, mia sorella entra e mi fa sedere sul divano, mi spazzola i capelli e li asciuga
dolcemente, mentre mi racconta cose inutili per distrarmi, fisso il fuoco, arancione, scoppietta
nel camino, fa un rumore simile alle castagne quando scoppiettano, il sapore
delle castagne mi ricorda …
-ho sonno- sbotto alzandomi
–certo, Rachel ha rifatto il letto, mentre eri in bagno- esce, chiudendo la porta, mi sistemo
sotto i piumoni con i capelli caldi di phon, mi rilasso tenendo gli occhi aperti, poi serro la
mascella e sono pronta.

- È un mese ormai che sei qui, non sei mai uscita- mia madre inizia ad urlare raccattando
i fazzoletti sparsi per il letto
–il bagno...- inizio a dire
–non è un luogo che si possa definire tale! Cecilie! Mi sto stancando! Devi reagire, la
vita va avanti, tu devi andare avanti, nessuno può capirti è vero, ma se non provi a riemergere,
da soli non ce la possiamo fare- sollevo lo sguardo
–tornerò a Los Angeles- dico seria
–lo hai detto a Josh?- chiede lei, acquistando un tono ed un colorito normale, scuoto la testa, lei sospira
–devi parlarci Cecilie!- prendo il cellulare, scuoto la testa, vado alla scrivania
e prendo un foglio da lettera bianco :
 

Josh,
sono una codarda, lo so, ma non riesco a parlarti, davvero, sto male, e penso sia meglio
andare avanti per le nostre strade separatamente, sperando che un giorno si riuniscano,
sei stato importante Josh, ti ho amato, ma ora il mio cuore non è più disposto ad
accogliere nessuno, sono una persona orribile,l’ho capito, ti chiedo scusa per questi
mesi sprecati insieme a me. Non ti merito, ne merito il tuo amore.
                                                                                          Addio. Cecilie

Do il biglietto a mia madre
–fai in modo che gli arrivi immediatamente- lei lo prende e sospira
–tesoro, ti prego ...- mi alzo
–dì a papà di prenotare un volo di sola andata per domani, ho intenzione di partire
il prima possibile- mi muovo rigida. Esco dalla doccia e dopo aver asciugato i capelli
entro in camera, Rachel l’ha pulita e rassettata prendo dei pantaloni neri, un maglione
blu notte a collo alto, lascio i capelli sciolti e mi siedo sul divanetto, scaldandomi con il
fuoco, resto a fissarlo finché  il cielo non cambia colore, e mia nonna entra con il tè caldo,
che posa sul comodino, e poi esce, vado alla finestra, Giselle e Charlie che corrono
insieme a mia sorella che tiene alta la palla di gomma rossa di Giselle, abbasso
le spalle e mi suona il cellulare
–pronto?- rispondo
– Cecilie, ti amo, senza di te sto impazzendo, tu sei la mia vita, io non so più come
fartelo capire amore mio, è un mese, che non ti sento, amore, un mese che non ti vedo!
Mi sento perso senza di te amore mio- la mia voce esce fredda e priva di emozioni
–lasciami stare, non sono più quella che conoscevi, quella persona è morta, in quella
strada di Berlino, quella notte- attacco e butto a terra il telefono, mi rimetto sul divano e fisso il fuoco.
Entro in casa, lentamente, casa mia, quella che avevo lasciato per trasferirmi in quella
che avevo preso con Josh, isso la valigia per le scale, e inizio a disfarla lentamente,
poi scendo in salotto e mi metto sul divano, accendo la tv, la CNN da un servizio sugli
alberi di natale, guardo il calendario, siamo a dicembre, tra un po’ sarà Natale, mi
concentro sul telegiornale e chiudo gli occhi.
–E Gary dice che entro Gennaio la post produzione potrebbe rilasciare il trailer, che poi
porterà alla distribuzione in Marzo, devo dire che hanno fatto davvero un ottimo lavoro …
dovrai presenziare ad alcuni eventi … Cecilie, ma mi stai ascoltando?- mi giro, stavo fissando
il giardino dalla finestra
–come?- chiedo riemergendo, stringo le braccia al petto
–aaah niente Cecilie! Lascia stare!- il mio manager prende la valigetta e fa per uscire
–no, O.J. scusami, ero soprappensiero- si volta e vedo il dolore nei suoi occhi
–sono due mesi che sei soprappensiero! Ti trascuri, non esci, hai lasciato Josh, mi
chiedono tutti di te, ho rinunciato a tre talk show, non so più cosa dire ai giornali, Cecilie
ascoltami, non sono la persona giusta, ma te lo dico con il cuore in mano: devi riprenderti,
devi usare la tua forza, esci, fai conoscenze, faccio qualche giro di telefonate per sapere
se ci sono feste carine …- lo blocco con un movimento del braccio
–ti prego basta,ti supplico, lo capisci che per me è una tortura? Io devo riprendermi, lo so,
ma io non ci riesco, dentro di me sento il vuoto, il nulla più totale mi invade, resto priva di
forze ogni volta che sposto lo sguardo, non riuscirò ad uscirne, vorrei, ma non ci riuscirò- mi
abbraccia e scoppio a piangere, dopo due mesi, finalmente da sveglia riesco a sciogliermi in
lacrime, Osvaldo mi da colpetti leggeri sulla schiena
–avanti, ce la farai, sei la persona più forte che io conosca, hai una volontà interiore e una
caparbietà invidiabili, sei dolce, buona, fidati della parola del manager gay, sei la cliente
che tutti vorrebbero- sospiro asciugando le lacrime e annuisco. 

  
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