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Autore: Joy2000    19/04/2015    0 recensioni
Dato che non riesco a trovare delle parole adatte a descrivere la mia storia, ho deciso di far parlare la protagonista: Alex
"Sola, in un mondo pieno di ingiustizie e di violenza. Sola, ad affrontare ogni singolo ostacolo che la vita mi pone davanti. Ho quattordici anni, e ho perso i miei genitori quando ne avevo quattro. A volte la vita è dura, davvero dura, e fai fatica a rialzarti e a guardare oltre, ad andare avanti! Altre volte, invece, sa come premiarti. Ho incontrato una persona che ha saputo capirmi sin dal primo momento in cui mi ha vista! All'inizio non volevo conoscerla...Credevo che fosse una star come le altre, la solita celebrità smaniosa di fama e denaro. Ma mi sbagliavo. Oh, e quanto mi sbagliavo! Abbiamo attraversato non poche difficoltà, che a volte erano sul punto di separarci, ma alla fine quello che conta è il lieto fine!"
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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JOHNNY POV---
-Commissario, Alex è sparita!
-Come sarebbe a dire è sparita?
-Non lo so, a casa non c'è e quando sono tornato da Parigi ho trovato i due cani davanti a casa mia. Sono preoccupato!
-Bene, signor Depp, inizieremo le ricerche in questo istante.
Ero dentro la macchina del commissario, e mi stavo scervellando su dove avrebbe potuto essere il mio tesoro. Forse alla casa-famiglia...no, impossibile...lei la odiava...
-Signor Depp ha qualche idea su dove cercarla?
-No!    Aspetti, quel giorno in cui Alex assistette all'interrogatorio Mike le disse che si sarebbe vendicato con lei.  Magari se andiamo ad interrogare Mike, lui ci dirà qualcosa!
-Okay, speriamo in bene...
Ci dirigemmo verso la prigione locale. Io e il commissario andammo in una stanza con un vetro separatorio, che divideva la parte di libertà dalla parte di prigionia. C'era un telefono, con il quale dovevamo parlare con il detenuto. Mike fu davanti a noi, con quella sua faccia da puttaniere. La rabbia iniziò ad invadermi il corpo, e se non ci fosse stato il vetro, l'avrei già ammazzato di botte! Ci munimmo del telefono e iniziammo a parlare.
-Che volete?
-Sapere dov'è Alex.- dissi io, fermo
-Oh, quindi l'hanno già presa i miei ragazzi! Ottimo lavoro!
-Signor Hughway, lei starà in galera per cinque anni, se non erro. Se collabora potremmo diminuire la pena...
-E se non collaboro?
-Aumentarla- proseguii io, con gli occhi infuocati
-Il signor Depp ha ragione, la sua pena diverrà ergastolo, perchè verrà accusato anche
di sequestro di persona. E...se Alex...non verrà trovata...anche di omicidio!- fece il commissario, terrorizzato all'idea di trovare Alex...senza vita! Se lui era terrorizzato io ero disperato! Il mio tesoro! Era colpa mia! Se io non avessi accettato di partire Alex sarebbe ancora a casa a quest'ora!
 
-Dimmi dov'è Alex, o giuro che ti faccio marcire in galera anche dopo la morte- ringhiò il commissario, determinato più che mai.
-Forse lo so...forse non lo so...
-Stronzo! DOVE HAI MESSO LA MIA BAMBINA?!?!- urlai incazzandomi di brutto.
-Signor Depp, si calmi!
Mike rideva, rideva e rideva. Quanto avrei voluto spaccare quel vetro del cazzo e rompergli la testa sul muro!
-Bene, signor Hughway, ho capito, vuole l'ergastolo! La accontento!
Io e il commissario stavamo per andarcene quando il puttaniere ci chiamò
-27 street Avenue. Sono lì!
Avevamo il luogo! Ora dovevamo solo raggiungerlo!---
 
Marshal aveva iniziato dai pugni. Mi aveva riempito di cazzotti, ovunque. Alla pancia, sulle braccia e soprattutto sul volto. Perdevo sangue da tutte le parti, ed ero debole, non riuscivo a stare con la faccia alzata. E la cosa che trovavo più ingiusta era che non potevo reagire!
-Fa male, dolcezza?
Il mio orgoglio troppo sviluppato mi impediva di rispondere sì, e in questo caso fu un bene, secondo me!
-No! Sei uno stronzo- e detto questo gli sputai il mio sangue in faccia
-Piccola puttana!- Si toccò la guancia sinistra, dove brillava il mio sangue. Poi mi diede un altro pugno, nello stomaco, più doloroso degli altri, che mi fece mancare il respiro. Davvero, non riuscivo a respirare, e mi parve di morire. Mi mancava il fiato e credevo di non farcela.
Poi ripresi a respirare, ma con un dolore ai polmoni che si accentuava ad ogni respiro che facevo...
-Bene, sessione pugni finita, ora passiamo ai tagli.
Merda, i tagli no! Ma era pazzo?! Tagliarmi la pelle...sangue su sangue....merda! Ero fottuta. Marshal si armò di un coltello da macellaio. Dovevo impedirglielo...
-Non possiamo fare...la sessione scopare, prima?- Chiesi con un'enorme sforzo.
-Oh, la puttana vuole scopare eh...aggiudicato.
Avevo fatto bene? Se non altro sarei rimasta ancora un po' viva!
Marshal mi slegò dalla corda, ma mi mise un paio di manette, poi mi portò su un letto, o meglio un materasso sporco e puzzolente che lui chiamava letto.  Per fortuna la mia mente non aveva mai smesso di lavorare, ed ebbi presto un piano più che geniale: quando Marshal si fosse svestito gli avrei preso la pistola che teneva dietro ai pantaloni. Era rischioso, perchè Marshal avrebbe potuto accorgersene e mi avrebbe direttamente sparato un colpo in testa, ma ci dovevo provare, anche perchè era la mia unica  chance!
-Stai comoda dolcezza?
-Starei più comoda se mi slegassi…
-Sese contaci baby, non sono scemo come tu pensi!
Iniziò ad avvicinarsi a me, al mio collo, al mio seno. Iniziò a togliermi la maglia, i pantaloni, fino a lasciarmi solo con il reggiseno e con gli slip. Sulla mia pancia si potevano vedere i segni evidenti dei suoi cazzotti, lividi scuri e larghi che al solo tocco mi facevano un male dannato! Poi toccò a lui svestirsi. Iniziò a togliersi la maglia, e si mise sopra di me, iniziando a toccarmi un po' ovunque, cosce, culo...insomma era sopra di me. E fu quello il momento giusto: gli massaggiai la schiena, facendogli credere che stavo al gioco. La pistola era lì, incastrata tra i pantaloni e il suo sedere. Con un movimento rapido me ne impossessai.
-Alza le mani o ti sparo una pallottola dritto in testa!
-Puttana!- esclamò semplicemente, con gli occhi che gli rodevano.
-Forza, liberami- e fui finalmente libera da quelle cazzo di manette. Ero adrenalinica, morivo dalla voglia di sparagli un colpo ovunque, ma dovetti trattenermi, anche perchè i cazzotti di prima stavano cominciando a farmi effetto, soprattutto allo stomaco.
-Vuoi uccidermi?
-E dimmi, Marshal, perchè ora non dovrei farlo? Sono libera, e tecnicamente potrei!
-Non lo so...ma se vuoi farlo non ti biasimerei!
-Come potresti? Hai ucciso mia madre!- e ora basta, non ce la facevo più a trattenere le lacrime! Aveva ucciso sangue del mio sangue, e poco fa stava per uccidere anche me!
-L'ho fatto perchè me lo ha detto Mike!- Marshal era lì, a un metro da me, in piedi, con un tono di voce forse pentito, e con gli occhi lucidi, che mi fissavano. Io non ce la facevo più, morivo dalla voglia di ucciderlo, per fargliela pagare, per vendicarmi, e volevo farlo! Il dolore allo stomaco aumentava sempre più, tanto da farmi sedere. La pistola era sempre puntata verso Marshal. Nessuno poteva fermarmi.
-Dolcezza, io vivo ogni giorno con il rimorso di aver ucciso tua madre, e puoi credermi!
-No, non ti credo, tu e Mike siete fatti della stessa pasta: siete due bastardi! E tu meriti di morire,  così come lui- Mi alzai dal letto, raccogliendo tutta la forza che mi era rimasta. Strinsi tra le mie mani la pistola, con l'indice sul grilletto. Stavo per premerlo quando fui interrotta da una voce maschile, molto sensuale, che conoscevo bene!
-Alex, non farlo, te ne potresti pentire! Non voglio che tu viva con il rimorso! Posa la pistola- Era Johnny, ma in quel momento, anche se avrei voluto corrergli in contro e abbracciarlo forte, mi limitai a rispondergli
-Ha ucciso mia madre. Mi ha pestato. Stava per scoparmi. Merita di morire!
-Alex, se lo uccidi andrai nel carcere minorile, posa la pistola, ce ne occuperemo noi- questo era il commissario. Guardai fisso negli occhi Marshal e………. premetti il grilletto.
Ma non lo uccisi: sapevo che aveva messo il blocco! Gettai l'arma a terra
-Vaffanculo!- le mie ultime parole rivolte a Marshal. Sentii una stretta mortale allo stomaco, davvero molto dolorosa, che mi fece accasciare a terra.
-Tesoro, cos'hai?- mi chiese Johnny prendendomi in tempo tra le sue forti braccia
-Ti voglio bene Johnny!
Non vidi più niente. Ero morta? Forse, ma almeno avevo detto le ultime parole più belle all'unico uomo che se n'era fregato qualcosa di me!
JOHNNY POV---
-Chiamate un'ambulanza! VELOCI cazzo!
Alex era tra le mie braccia, con gli occhi chiusi e il respiro affaticato, sempre più flebile, sempre più sottile. Era piena di sangue, e soprattutto di lividi, sulla pancia, sulle braccia.
Ero preoccupatissimo per lei, l'avevo appena ritrovata e non volevo perderla di nuovo! L'ambulanza arrivò in fretta. Ci portò in ospedale. I dottori la ricoverarono con urgenza. Il commissario era accanto a me, a farmi forza, ma non avevo bisogno di forza, in quel momento, avevo bisogno solo di Alex!
 
Dopo un'ora di irrequietezza e agitazione, alle due e un quarto di notte, finalmente un dottore mi venne incontro
-Si riprenderà?
-Si riprenderà...ha parecchie fratture e numerosi lividi, ma sta bene. Lo stomaco, per fortuna è intatto, ma non potrà mangiare fino a stasera. Rimarrà in ospedale, con la flebo. Ora sta riposando nella stanza 19. Cerchi di non stressarla.
Mi recai immediatamente nella stanza numero 19, con il commissario. Alex era distesa sul letto, con il respiratore al naso, e la flebo attaccato al suo braccio sinistro. Era viva. Forte e coraggiosa come sempre! Il commissario mi lasciò entrare da solo. Mi sedetti sul letto, accanto a lei. Le presi la mano sinistra, e le accarezzai il volto, che portava come cicatrice un occhio nero. Iniziai a parlarle: sapevo che mi avrebbe sentito!
-Tesoro, è tutto finito ora! Ti giuro che non ti lascerò più da sola! Mi sei mancata!
Le stampai un bacio sulla fronte, e notai che iniziò a farfugliare qualcosa nel sonno, fino a svegliarsi---
 
Aprii gli occhi e fui travolta da una luce immensa, simile a quella del paradiso. Ma non ero in paradiso, per fortuna. La prima immagine che vidi fu Johnny.
-Johnny!- esclamai cercando di alzarmi per abbracciarlo, ma il dolore fu tanto, troppo, tanto da farmi ritornare alla posizione in cui ero. Avevo il braccio destro ingessato e numerosi cerotti sparsi su tutto il corpo.
-Tesoro mio! Mi sei mancata!- disse stringendomi in un abbraccio che avevo desiderato da giorni oramai
-Tu mi sei mancato Johnny! Non sai quanto! Beh, come va con Vanessa? Avete fatto pace, no!?
-No...mi ha tradito...e l'ho lasciata
-Mi spiace
-No, va bene così...e poi l'amore era finito, ne ho avuto la conferma! Tu, che hai combinato al supermercato?- mi chiese con un sorriso malizioso.
-Lo hai visto? E ti è piaciuto? Lo sai che sono stata pagata 1500$!?
-Sì, sì, ottimo lavoro!
Ci fu un momento di silenzio, dovuto anche ad un po' di imbarazzo. Sapevo che Johnny avrebbe voluto chiedermi 'che è successo?' e apprezzai il suo silenzio, ma per rispetto, e anche per sfogarmi fui io a volerne parlare!
-Vuoi sapere come è andata, vero?!
-Sì, ma solo se te la senti, capisco che è molto doloroso per te, ma io ho bisogno di sapere...
-Lo so...Marshal è uno dei bastardi di Mike, tipo molto violento. Mentre ieri pomeriggio tornavo a casa sono stata catturata da due uomini che mi hanno portato nell'appartamento di stanotte. Lì c'era Marshal, che mi ha legata, picchiata e presa a pugni. Stava per scoparmi, ma io gli ho rubato la pistola e lo stavo per sparare...poi siete arrivati voi e il resto lo sai già...- Non mi venne da piangere nel momento in cui tirai fuori tutto, perchè per fortuna era passato! Notai nello sguardo di Johnny un bagliore quasi inquietante che conoscevo bene: era incazzato con Marshal. Incazzato della serie John Cena quando è sul ring!
-E ora? Come stai?
-Ora sto bene: ci sei tu accanto a me!
-Puoi giurarci, non ti lascerò mai piccola!
 
DUE SETTIMANE DOPO
L'Italia, il paese dell'arte, della cultura e del buon cibo. Una città importante era Venezia, dalle origini artistiche molto curiose e affascinanti. Volete sapere perchè vi sto parlando di Venezia? Semplice, perchè ormai ero una alunna del liceo artistico veneziano! Sì, ce l'avevo fatta! Una settimana fa io e Johnny siamo partiti per l'Italia. Grazie ai soldi ricavati dal murales del supermercato e anche grazie ad una mano -molto generosa- di Johnny ho potuto iscrivermi al liceo! E ora vivo qui, ovviamente insieme al mio angelo! Quel giorno in ospedale ci facemmo una promessa: non ci saremmo lasciati mai, mai,mai più!
Per quanto riguarda Mike e Marshal, sono stati messi nella stessa cella, dove Marshal ha picchiato Mike a causa della sua infamata. Vanessa e i ragazzi vivono sempre a Parigi, ma qualche volta mi vengono a trovare qui in Italia. Johnny e Van hanno divorziato, rimanendo amici. I ragazzi hanno compreso la situazione, e senza fare storie e capricci hanno accettato i patti. E ora ero a disegnare in veranda, godendomi la brezza artistica di Venezia. Johnny era accanto a me
-Che disegni?- mi chiese incuriosito osservando il disegno che mostrava un uomo e una ragazzina mano nella mano.
-La mia vita! La mia fantastica, strana, bizzarra e ormai perfetta vita!
FINE

Siamo giunti al 23° ed ultimo capitolo. Spero la mia storia vi sia piaciuta! Scusate se ho commesso errori (o orrori xD) Se vi va fatemi sapere con un commento! Alla prossima!
tatinalove
  
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