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Autore: Sirius_01    19/04/2015    0 recensioni
Questa storia si ambienta principalmente in Italia. Parla di una donna ricchissima che però viene minacciata da un gruppo di criminali. La storia ha anche degli altri personaggi molto importanti, che all'inizio non sembrano avere niente a che fare.
Un giorno questa vecchia signora ricca viaggia in Russia per affari e viaggia con la transiberiana in un viaggio che dura una settimana. In questo treno si incontrano i due personaggi principali della storia. A bordo però ci sono degli assassini. Durante il terzo giorno all'una di notte questa vecchia signora viene uccisa. Un detective imbranato non riesce a scovare i colpevoli e il quarto giorno c'e un'altro assassinio. Alla fine i nostri due personaggi vengono uccisi. Una serie di misteriosi eventi permetterà ai criminali di sfuggire. Alla fine però vengono arrestati in Giappone dove si erano nascosti per mesi.
Quando le persone verranno a sapere della morte di questa signora, molti non saranno affatto tristi perché era una persona avida e malvagia che pensava solo ad arricchirsi
Grazie per aver scelto di leggere questo libro spero ti piaccia e che ti incuriosisca il più possibile.
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il giorno seguente Betty si preparò una camomilla e dopo aver bevuto con calma , andò in camera a prendere un'agendina rossa.

Sopra il comodino, un vecchio mobile ottocentesco decorato con motivi d'argento, vi era un'agenda con una fodera di un acceso colore rosso. Su di essa erano incise le iniziali di Betty: B.C. " Betty Castelletti". Aveva riacquistato il suo cognome quando Sergey era venuto a mancare. Per un breve periodo periodo era stata la signora Nimudki.

Allungò la mano e cominciò a consultare l'agenda. La sfogliò velocemente, sembrava isterica, era sotto continuo stress e a volte non riusciva ad autogestirsi. Quello non era per niente un bel giorno e quello precedente non era stato certo meglio, anzi. Nella pagina di 25 gennaio erano annotati degli appunti, sembravano scarabocchi, anche Betty faticò a decifrare la propria calligrafia. Visto che le brutte notizie non vengono mai da sole, il giorno prima aveva ricevuto un SMS da Massimo, il cassiere che gestiva una delle sue gioiellerie, quella di Firenze, vicino al museo degli Uffizi. Gli diceva di venire subito lì perché aveva un problema, ma non aveva voluto specificare quale. Betty però si fidava; se Massimo le diceva di venire voleva dire che era successo qualcosa di veramente importante o pericoloso. Erano circa tre ore di treno, Frecciarossa ovviamente. Guardò l'orologio, erano le 12:45 e il prossimo treno partiva alle 2 e 12 minuti. "Dovrei farcela, però è meglio se chiamo Chi Qi" esclamò sbuffando. Prese dalla tasca dei suoi jeans neri il suo smartphone e digitò il numero del suo autista. Il telefono continuava a squillare mentre per il momento non rispondeva nessuna. - Si, plonto- rispose ad un tratto dall'altro capo del telefono Chi Qi - Si ciao Chi Qi, ho bisogno urgentemente che tu mi accompagni fino ad Ancona. Da lì devo prendere il treno per Firenze. Devo andare alla gioielleria, quella vicino agli Uffizi, hai presente? - Si certo signora ma se mi permette vorrei finire di pranzare- chiese umilmente Chi Qi - No, non c'è tempo ti dico, devi venire subito qui!- esclamò con un tono di voce un pochettino alto Betty - senti, ti do 70€ in più ok? Quella era un'offerta che l'autista non poteva permettersi di rifiutare e lei lo sapeva benissimo. Il povero Chi Qi rispose: - Grazie signora, vengo subito, grazie ancora- riattaccò e si vestì in tutta fretta, mangiò un po' e in pochi minuti giunse in garage per prendere la Audi della Signora. La casa di Chi Qi era in periferia,invece quella di Betty era in piena posizione centrale; quindi distava non poco. Tuttavia in una decina di minuti Betty e Chi Qi stavano partendo a tutta velocità verso Ancona. Di solito non guidava molto velocemente ma se Betty glielo ordinava, non ci pensava due volte e partiva subito col pedale a tavoletta. Imboccarono l'autostrada in direzione del capoluogo marchigiano. Ma siccome purtroppo i mali non vengono mai da soli e quella era proprio una giornata storta accadde un inconveniente che mandò su tutte le furie Betty. Aveva sempre avuto un carattere molto irascibile. Mentre erano a poco più di un paio di chilometri dalla loro destinazione la macchina si inceppò. All'inizio avanzò a scatti per poi fermarsi definitivamente.

- Che diamine succede ora. NON HO TEMPO DA PERDERE IO!- esclamo più che spazientita Betty. - Non so signora, il motore potrebbe avere qualche problema; ma di sicuro non può essere grave- disse con il tono più rassicurante l'autista. Purtroppo si sbagliava, e da li a poco l'avrebbe scoperto. -Ma come questo non può succedere proprio oggi dannazione- il suo viso si era contratto in una smorfia. La giornata era cominciata male e lei non ne poteva già più. -Temo che dovremmo lasciare qui la macchina e proseguire a piedi signora. Sono davvero mortificato, ma non dipende da me. - Ma la strada è tutta dissestata non ce la farò mai con i miei tacchi vertiginosi- aveva ragione, la strada non era affatto in buone condizioni - potrei cadere e farmi male. - Non c'è altra soluzione signora. Betty si era messa a pensare ad una soluzione alternativa, così che potesse continuare il viaggio comodamente. - Ma non potresti chiamare il carro attrezzi? - Questo purtroppo non è possibile. Arriverebbe molto tardi e comunque potrebbe solo portare la macchina dal meccanico. Potremmo chiamare un taxi!- esclamò Chi Qi.

- Non se ne parla proprio, non ho intenzione di spendere un solo centesimo in più del previsto!- esclamò molto infastidita Betty. Odiava questo tipo di situazioni. Voleva sempre avere tutto sotto controllo, voleva essere sempre lei a comandare, e quando ciò non accadeva diventava una specie di bomba pronta ad esplodere. - Come preferisce signora. Allora sono costretto a chiederle di proseguire a piedi - disse Chi Qi con il suo perfetto italiano. L'autista cinese aveva sempre pensato che Betty tenesse molto di più ai soldi, Betty era senza ombra di dubbio la persona più avara che avesse mai conosciuto. Per Chi Qi, il fatto che una persona tenesse molto di più alle cose materiali piuttosto che a se stessa, era inconcepibile, essendo lui infatti buddista. - Uff... non potrebbe andare peggio di così- aveva fatto un grossissimo errore a pronunciare quelle parole. Durante il viaggio il tempo non era mai stato bellissimo. C'erano state grosse nuvole grigie. Infatti dopo un po' di minuti cominciò a piovere. - Oh sigh...sigh adesso anche questo - ora Betty stava piangendo come una fontana,era disperata - perché proprio a me, cos'ho fatto di male per meritarmi questo? Bettty e Chi Qi si misero in marcia lasciando la Mercedes nera parcheggiata in una stradina isolata di campagna, a circa cinque chilometri dalla stazione ferroviaria di Ancona. - Mannaggia a quel catorcio, non vale neanche la metà di quel che ho speso per averla.- esclamò stufa Betty. - In realtà non la definirei proprio un catorcio, si tratta di una Mercedes-Benz Classe S. É una macchina di lusso e lei l'ha pagata 55.000 euro. - Sarà pure vero ma se mi lascia a metà strada mentre piove non vale nemmeno un centesimo. I due proseguirono in silenzio e non si rivolsero più la parola. Dopo circa sette minuti si sentì una sonoro "crock"; Betty inciampò e cadde, per poco non si sbucciò un ginocchio. - Oh povera me, oh povera me, tutte oggi mi dovevano capitare!? - esclamò e continuò ad imprecare. - Su dai aiutami invece di startene lì impalato come uno stupido - disse rivolgendosi a Chi Qi. - Subito signora. Chi Qi la aiutò ad alzarsi e ripartirono. - Ma signora potrei far riparare l'auto e portarvi fino a Firenze, per poi riportarvi indietro. Così facendo risparmiereste tempo e fatica. - propose Chi Qi - Costa troppo - fu la secca risposta di Betty. Dopo circa 45 minuti si trovarono alla periferia di Ancona. Avevano percorso la Via Flaminia lungo la costa. Il paesaggio era bello però dopo quella camminata lunghissima erano entrambi stanchi morti. Quando scorsero per la prima volta la stazione di Ancona sui loro volti apparve un leggero sorriso. Una volta entrati in stazione si precipitarono a vedere gli orari dei treni per Firenze. Non sapeva perché stesse andando lì, ma il messaggio di Massimo l'aveva insospettita. Il suo treno partiva alle 2:12, esattamente 12 minuti dopo. Betty comprò il biglietto e si sedette su una panchina della sala d'attesa. - Bene, puoi andare adesso Chi Qi, grazie- con un cenno della mano lo salutò freddamente. - Signora c'è un piccolo problema: io come torno a casa adesso? - chiese prima di andarsene l'autista. Temeva di dover rimanere lì. - Ah, ci avresti dovuto pensare tu, è un tuo problema adesso caro - esclamò con un sorriso malizioso Betty. Chi Qi stava cominciando ad odiare quell'acida signora. Lo trattava quasi sempre come uno suo schiavetto, e come se non bastasse neanche lo ringraziava per quello che faceva. Chi Qi non poteva dirle quello che pensava di lei, altrimenti avrebbe perso il lavoro. Cercò di nascondere il suo sentimento , ma i suoi piccoli occhi a mandorla sembravano bruciare dall'odio. Se ne andò senza dire una parola. Erano partiti da Milano per andare in un paesino nelle Marche perché Betty doveva sbrigare un affare. Poi il messaggio inviato da Massimo aveva cambiato tutto. Chi Qi doveva trovare un modo per tornare a Milano. Pensò di prendere l'intercity delle 16:36. Quindi andò a guardare in quale binario arrivasse il treno e aspettò. Sarebbero state cinque ore di viaggio, ma non poteva certo permettersi un Frecciarossa. Andò al binario 2. Prima che il treno partisse Betty si sedette in un vagone vuoto. Voleva starsene da sola e riposarsi dopo quello che aveva passato. Dalla borsa prese una rivista; la guardò per alcuni secondi e poi la rimise dentro la borsa. Non aveva voglia di leggere. Dopo neanche un minuto arrivò il controllore. Si avvicinò a lei e le chiese molto gentilmente il biglietto. Senza dire una parola glielo mostrò e subito dopo lo rimise nella borsa. Di solito parlava molto poco con le persone, non si poteva certo dire che fosse socievole, per questo molte persone avevano un immagine negativa di lei. Nessuno teneva particolarmente a lei, ma ormai ci aveva fatto l'abitudine. A volte però questo era molto umiliante.

Dopo che si fu allontanato di qualche metro il controllore mormorò a bassa voce :- Strana donna quella - quelle parole non fecero effetto su di lei e non si sentì affatto offesa. Betty aveva una miriade di difetti ma era sempre stata una donna dal carattere molto forte. Fortunatamente per lei questa fu l'unica nota stonata del viaggio. Quando scese dal treno era riposata e tranquilla, ma subito dopo aver aperto la porta una raffica di pioggia la colpì in pieno viso.

- Oh, porca miseria, anche il meteo c'è l'ha con me oggi!? Si diresse subito verso il Ponte Vecchio, una volta lì si fermò per vedere come andavano gli affari. Da molto tempo ormai lei era diventata un capo del tutto assente. Il suo vice era un altra donna molto più giovane e con molta esperienza nel campo degli affari. Tutto andava per il verso giusto, Almeno il suo lavoro le dava qualche soddisfazione di tanto in tanto. Dopo aver salutato lo staff delle sue tre gioiellerie si diresse vicino agli Uffizi per incontrare Maurizio. Prima di entrare vide che dentro non c'era nessun cliente. - Ah, menomale- disse tra sé - Buongiorno Maurizio, come vanno gli affari. Tutto bene? Maurizio fece di si con la testa e proseguì il suo lavoro. Stava trasportando dei nuovi pacchi di gemme preziose grezze che dovevano essere lavorate. Sopra di essi Betty notò che vi era impressa una scritta: " PROVENIENZA: SIBERIA,RUSSIA". Il suo volto assunse un espressione strana, interrogativa. Non ne sapeva niente. - Maurizio - chiese - chi ha ordinato queste pietre preziose? - - È stata Anna, qualche settimana fa, aveva detto che le servavano urgentemente per un cliente molto facoltoso. Maurizio aveva spostato l'ultimo dei tre pacchi in magazzino, smise di andare avanti e indietro. - Come mai io non ne so niente? - chiese Betty quando vide Maurizio. - Non chiedermelo a me, pensavo ne fossi al corrente. - Va bene, non sono venuto qua per questo. Dimmi piuttosto cosa c'è che non va. Come mai mi hai chiesto di venire qui? - Io? No qua va tutto bene, non so di cosa stai parlando. Betty allora assunse improvvisamente un espressione molto arrabbiata. Questo significava che aveva passato tutti quei guai durante il viaggio per nulla!? No questo non lo poteva accettare. - Ma l'SMS era stato mandato dal tuo numero. - Ma ti ripeto che io non ti ho mandato nessun SMS. Guarda tu stessa se vuoi.- prese il cellulare e fece notare a Betty che effettivamente lui non aveva mandato alcun messaggio. Betty rimase a bocca aperta. Maurizio aveva ragione. - Adesso se non le dispiace ho tantissimo lavoro da sbrigare. Mi sono arrivati degli scatoloni pieni di gioielli dalla Siberia. Ametista per la precisione. Ignorò del tutto Betty e continuò a lavorare come una macchina. Mentre, frettolosamente spostava i pacchi da una parte all'altra, uno cadde per terra. Maurizio sentì un rumore stano; come se la scatola fosse piena di sassi. Per curiosità aprì la scatola e vide che era piena di piccoli, normalissimi sassi. - Uhm... una stranezza dopo l'altra oggi. - esclamò perplessa Betty. - E questo cosa sarebbe, uno scherzo? - Chi ti ha mandato questi pacchi? - Non lo so, dovresti chiederlo ad Anna. Li ho trovati stamattina davanti al negozio, incustoditi. Non c'era nessun biglietto sopra. - Ah, e quindi tu appena vedi dei pacchi per la strada li porti in negozio, perché è così che si fa, vero? - chiese Betty con un tono molto severo. Massimo non rispose e abbassò lo sguardo. - Caro signor Leoni, questo potrebbe nuocere molto al suo lavoro- questo era un brutto segno; quando Betty lo chiamava per cognome significava che erano guai. - No, adesso che ci ripenso, ricordo che c'era un etichetta, ma era scritta in cirillico e non ho capito niente.- detto questo Massimo andò a prendere l'etichetta. Nel frattempo Massimo stava accuratamente raccontando come aveva ricevuto quei pacchi. Betty era più seria che mai. Ascoltava con molta attenzione facendo particolare attenzione ai particolari che lei riteneva importantissimi. Maurizio tornò dopo poco con l'etichetta in mano. La porse a Betty che la posò sl bancone. Come aveva detto Massimo tutto era scritto in cirillico ed era impossibile capire qualcosa.

Sull'etichetta c'era scritto "Сделано в России, содержит драгоценные камни" - Mmm... il cirillico io non lo capisco ma credo che si tratti semplicemente di uno scherzo di cattivo gusto.- mentre diceva quelle parole però Betty pensava invece che potesse essere una minaccia da non sottovalutare. - Io non so che dirle signora - dopo aver detto ciò, Massimo si chinò a raccogliere i sassolini che erano caduti. Quando ebbe finito, alzò la scatola e vide u secondo messaggio. Era scritto in italiano. Il testo sembrava quasi una filastrocca:

" Se tieni alla tua vita dovrai usare mente e matita, con la mente mentir dovrai, con la matita lontano andar potrai" In fondo c'erano due teschi. Maurizio ne rimase notevolmente colpito. Quelle parole lo facevano sentire a disagio. La fece leggere anche a Betty, la quale ebbe la sua stessa reazione. - Proprio non riesco a capire il significato di queste parole - disse tra sé Betty

- Ah, ma guarda, oltre a prenderci in giro, il nostro amichetto russo è anche un simpatico poeta!- esclamò con una nota d'ironia Massimo. Con la coda dell'occhio, Betty notò un altro pezzettino di carta in fondo alla stessa scatola di prima. Lo prese e, con la stessa curiosità di prima cominciò a leggerlo. Anche questo era in rima.

" Se il mistero vuoi svelare il giro per il mondo dovrai viaggiare degli amici non ti fidare saranno loro a tradirti nell'atto finale. Se il nemico vuoi fermare fino ai ghiacci dovrai andare, troverai quel che ti serve, ahimè si scioglierà come neve"

- Uff... queste filastrocche cominciano a darmi terribilmente fastidio. Non riesco a capire se abbiano un senso o meno. Perché non ci chiede semplicemente cosa vuole?- si chiese tra sé Betty. - Ma forse, come ho detto prima, questo tizio vuole solo prendersi gioco di noi. Magari solo per divertimento. - Non riesco a spiegarmelo, ma più tempo passa, e più sono convinta che questo non sia possibile!- esclamò Betty con aria molto seria. Lungo tutta la sua carriera aveva imparato a non sottovalutare nemmeno il minimo dettaglio. - Perché una persona per bene dovrebbe perdere tempo a scrivere delle inutili filastrocche. No sono sicura che non si tratti solo di un giochetto e che ovviamente queste parole abbiano un significato nascosto. - Forse dovremmo lasciar perdere e vedere se ci arrivano altri messaggi del genere. In tal caso faremmo meglio a chiamare la polizia - Su questo ti do ragione Maurizio. È la cosa migliore da fare.

- Bene, adesso che ci siamo chiariti su questa vicenda, io dovrei andare perché ho dei certificati da firmare. - Ok, anch'io ho tantissime cose da fare. Mi sono arrivati dei nuovi pacchi dal Sudafrica; una decina di oro grezzo ciascuno - Mi fa piacere sapere che i lavori vanno a gonfie vele. Uno di questi giorni forse mi conviene scambiare due parole con Anna. Dopodiché Betty se ne andò via con un passo svelto. Proseguì la strada a piedi e dopo 25 minuti giunse alla stazione di Santa Maria Novella. Per lei si trattava di un vero e proprio record: mai in vita sua aveva camminato per ben venticinque minuti. Anche al ritorno prese il Frecciarossa. Una volta salita a bordo prese una rivista di moda e cominciò a sfogliarla senza particolare attenzione. Di solito la sua vita era monotona e priva di particolari soddisfazioni, ma a lei andava bene così. - Ciao Chi Qi, senti tra qualche ora sono ad Ancona e ho bisogno che mi porti fino a Milano.- la sua voce sembrava quella di un generale abituato a dare ordini al suo soldato - anzi no, ho cambiato idea, credo che darò un occhiata al vecchio appartamento di mio padre già che ci sono. - Va bene signora- ora Chi Qi era a Milano e ci avrebbe messo un bel po'. Quel lavoro era terribilmente stressante, si sentiva dire ogni giorno "Fai questo, fai quello".

Dopo un ora e mezzo il cellulare di Chi Qi squillò. Era Betty.  - Si plonto. - Ho cambiato idea. Chi se ne frega di quel lurido appartamento. Io me ne torno in aereo a Milano. Tu puoi anche tornare a casa tua. Scusa, davvero ma sai come sono. - Non si preoccupi, nessun problema.  Arrivata a casa voleva fare una doccia calda.

La doccia l'avrebbe rilassata tantissimo e sicuramente si sarebbe sentita rigenerata. Dopo la doccia si vestì, e con l'asciugamano in mano andò in camera sua.  Per caso, notò che sotto la porta si trovava un minuscolo pezzetto di carta verde. Non l'aveva mai vista prima. Si chinò e la prese. Dopo averlo letto, rimase di stucco. Sul foglietto c'erano due teschi, come nei messaggi che aveva trovato nella gioielleria. Cominciò ad avere paura. Era già la terza volta che riceveva lettere minacciose e ambigue. Su quest'ultimo bigliettino c'era scritto: " Questo è un avvertimento. Devi stare molto attenta. Sappiamo dove abiti e se non farai quello che ti ordineremo, potrebbe essere molto,molto pericoloso per te. Questo non sarà l'ultimo dei messaggi. Gli altri le troverai facilmente. Ti osserviamo da tanto tempo ormai, ma non devi avere paura. Se eseguirai ciecamente i nostri ordini non ti sarà tolto un capello" Infine c'era scritto ironicamente " Con affetto il tuo ammiratore segreto. A fare da cornice vi erano disegnati  dei teschi. Betty era diventata pallida, sembrava essere sul punto di morire, stava cominciando a tremare. Decise che la cosa migliore da fare in questi casi fosse chiamare subito la polizia. Ovviamente temeva per quello che sarebbe potuto succedere in seguito.

Gli avevano ordinato di non dire niente alla polizia. Quello che più la infastidiva però era il fatto che non aveva nessun idea e nessun sospetto su chi potesse essere l'autore di quelle minacciose lettere che la facevano spaventare sempre di più. Aveva però notato un indizio importante: sul pacco dove c'erano i primi biglietti, le scritte erano i cirillico e anche il testo aveva delle parti in cirillico. Quindi l'autore di tutto ciò veniva dall'est Europa o dalla Russia. Però non conosceva nessuno che venisse da quella parte del mondo. -"Ma perché qualcuno mi dovrebbero minacciare?" - si era chiesta Betty tra sé.

Voleva farsi un idea su chi potesse avercela con lei, prima di andare dalla polizia. Era stata solo una volta in Russia, quando si era sposata con suo marito Sergey, un magnate russo del gas. Aveva anche fatto una vacanza in Romania, 12 anni fa. Lì però era andato tutto liscio, non aveva avuto alcun problema.  Era stata "obbligata" da sua cugina con la quale aveva un buon rapporto. Avevano visitato insieme Bucarest, la capitale, Cluj-Napoca e Timisoara. L'avevano colpita maggiormente i monasteri.  Poi però si ricordò che in Romania non usavano l'alfabeto cirillico; quindi il suo "ammiratore segreto" non poteva venire da lì. No, era quasi certa che quella persona venisse dalla Russia, o al massimo dai paesi limitrofi.

- Ma poi quale potrebbe essere il movente di tutto ciò? È davvero strano - si era chiesta. Stava pranzando. Dopo una ventina di minuti si alzò dal tavolo, prese il cappotto di pelliccia perché fuori c'era tanto vento,prese anche la sua inseparabile borsetta e si diresse verso la caserma. Aveva portato con sé anche i messaggi che aveva ricevuto fino ad allora. Temeva che potesse succedere qualcosa di pericoloso per lei; loro le avevano implicitamente detto di non dire nulla alla polizia. Pensava però che la polizia potesse risolvere questo strano e,secondo lei, insensato caso. Ovviamente il fatto di essere presa di mira da dei pericolosi sconosciuti la metteva terribilmente a disagio. Quando uscì, soffiava un forte vento ma in cielo non c'era nemmeno una nuvola e il sole splendeva.

- Almeno il tempo è bellissimo, speriamo che mi porti fortuna. Chissà perché ma quando diceva una cosa del genere, accadeva l'esatto contrario. Non si poteva certo dire che fosse un' indovina. Mentre stava andando verso la caserma, passò vicino al comune. Nell'albo c'era un nuovo messaggio. Dopo averlo letto si arrabbiò molto e quasi imprecò. Il messaggio diceva : "Dal giorno 13, al giorno 21 febbraio la centrale di polizia non sarà disponibile a causa di un incidente che ha causato la morte del maresciallo Roberto Crispi e dei due carabinieri Renato Vinca e Ignazio Disperi. Questo sfortunato incidente è avvenuto durante una breve ma tragica rapina avvenuta in una banca in piazza Duomo, il giorno 12 febbraio. A causa dei taglia al personale, la centrale ora non ha abbastanza personale da poter essere disponibile." Più in basso il messaggio proseguiva " Sono in corso le ricerche dei due uomini che, alle 12:47 del 12 febbraio hanno fatto irruzione, a volto coperto, nella banca di fronte al Duomo. Diversi testimoni hanno affermato che i due malfattori avevano un forte accento dell'est Europa" Quest'ultima frase colpì Betty, che pensò tra sé - Possibile che siano gli stessi che mi stanno alle costole, o è solo una coincidenza? Mah, chi sa; però mi sembra davvero molto strano.

Continuò a leggere l'ultima parte del testo : " I tre agenti della polizia sono rimasti gravemente feriti da diversi colpi da arma da fuoco, che ha poi causato il decesso in ospedale poco dopo. Ci stringiamo alle famiglie delle vittime in questo difficile momento. Sincere Condoglianze" - Che sfortuna - esclamò Betty - dunque oggi è il 17, quindi mi toccherà aspettare altri 5 giorni per poter sporgere denuncia - aggiunse sconsolata. Si diresse, con passo lento, capo chino, verso casa. Era molto demoralizzata.

   
 
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