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Autore: Sirius_01    03/02/2015    0 recensioni
Questa storia si ambienta principalmente in Italia. Parla di una donna ricchissima che però viene minacciata da un gruppo di criminali. La storia ha anche degli altri personaggi molto importanti, che all'inizio non sembrano avere niente a che fare.
Un giorno questa vecchia signora ricca viaggia in Russia per affari e viaggia con la transiberiana in un viaggio che dura una settimana. In questo treno si incontrano i due personaggi principali della storia. A bordo però ci sono degli assassini. Durante il terzo giorno all'una di notte questa vecchia signora viene uccisa. Un detective imbranato non riesce a scovare i colpevoli e il quarto giorno c'e un'altro assassinio. Alla fine i nostri due personaggi vengono uccisi. Una serie di misteriosi eventi permetterà ai criminali di sfuggire. Alla fine però vengono arrestati in Giappone dove si erano nascosti per mesi.
Quando le persone verranno a sapere della morte di questa signora, molti non saranno affatto tristi perché era una persona avida e malvagia che pensava solo ad arricchirsi
Grazie per aver scelto di leggere questo libro spero ti piaccia e che ti incuriosisca il più possibile.
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mentre "Botte di Veleno", Teo e Nunzia ricostruivano il locale devastato, dall'altra parte dell'Italia, abitava una persona molto ricca di nome Betty. Viveva nel centro di Milano al quindicesimo piano di un lussuoso condominio ottocentesco. Gestiva un azienda di gioielli e possedeva moltissime gioiellerie sparse per l'Italia.

Si vestiva sempre in modo elegante ma questo non la faceva sembrare più bella, in alcuni casi aveva l'effetto contrario. Viaggiava moltissimo per lavoro. Però Betty odiava moltissimo i viaggi. Secondo lei erano un inutile spreco di tempo e servivano solo scomodare le persone e portarle in qualche posto sperduto chissà dove. Era però consapevole che questi le fruttavano un mucchio di soldi perché le permettevano di fare affari importantissimi con alcuni magnati che provenivano da vari paesi europei: Inghilterra, Germania, Francia,Spagna, Serbia, Russia e persino Kirghizistan. Quest'ultimo paese la affascinava molto. Lei stessa diceva che quello fosse l'unico posto dove sarebbe andata volentieri. Però in generale provava un inspiegabile odio verso i viaggi.

Oltre ai viaggi odiava anche i bambini e in genere tutto quello che piaceva ai giovani. Per questo motivo si era sposata ma non aveva mai voluto avere dei bambini

L'appartamento di Betty era certamente bellissimo e lussuosissimo con tante decorazioni d'oro, d'argenti, d'avorio e persino un favoloso lampadario di diamanti in soggiorno. L'aveva comprato in Kirghizistan. Gliel'avevano venduto tre contrabbandieri al mercato nero di Biškek. L'appartamento era però quasi completamente privo di aggeggi tecnologici. Eccezion fatta per la tv da settantadue pollici e per il suo amatissimo smartphone. La sua abitazione era in stile ottocentesco.

Questo contrastava molto con la modernissima Milano in cui abitava.

 

Viaggiava soprattutto in Svizzera e anche oltreoceano a Panama. Per viaggiare non spendeva mai tanto perché duravano solo pochi giorni, spesso meno di una settimana. Una caratteristica che rendeva Betty unica era il fatto che fosse furbissima e che concludeva affari, anche di una certa importanza, in pochissimo tempo.

Una delle poche cose che le piacevano era il Bingo. Ci andava ogni domenica, non per vincere qualcosa, ma per lo più per incontrarsi con le suo care amiche. La sua più grande amica era Lucia a aveva cinquantasette anni. Apparteneva all'alta aristocrazia e suo padre, un certo Astolfo de Augusti, conosceva tutti i nobili più importanti.

Quando morì alla veneranda età di centocinque anni, al suo funerale parteciparono le più alte cariche dello Stato. Oltre a essi erano presenti anche conti, marchesi, duchi, provenienti da ogni dove.

Un giorno Betty aveva confidato a Lucia che evadeva le tasse da parecchi anni e le aveva consigliato di fare lo stesso. Ma siccome Lucia era una brava e onesta persona aveva detto tutto a chi di dovere.

Senza dire niente alla sua amica, Lucia continuò per un po' a spiarla. Voleva sapere tutto dei suoi affari loschi e delle sue illegali attività.

Dopo un po' di tempo però Betty cominciò a insospettirsi e iniziò a darle delle informazioni sbagliate, per metterla fuori strada. Anche se a prima vista non sembrava era molto furba e intelligente. Chissà perché le persone potenzialmente pericolose per la polizia erano quasi sempre molto astute.

Una domenica mattina doveva andare al Bingo con Anna e Lucia. Quelle due erano le sue migliori amiche ed entrambe avevano un capitale piuttosto ingente.

Si alzò di buona mattina, alle 7.00. Come abitudine anche quella mattina si era alzata presto. Non riusciva mai a dormire tanto, forse a causa dello stress. Si alzò ancora assonnata, andò in cucina, prese una brioche del giorno prima dal frigorifero e cominciò a mangiare. Era freddo, senza sapore, secco. Ma lei non ci faceva mai caso e mangiava sempre con un'aria avvilita, come se per lei mangiare fosse una condanna, anziché un piacere

Dopo una decina di minuti andò in camera sua, prese dall'armadio: una camicetta lillà, una gonna beige, un paio di stivali neri. Andò verso la finestra, sposto leggermente le tende di lino e si rese conto che fuori pioveva. Quella era proprio una giornata grigia e Betty aveva l'impressione che qualcosa dovesse andare storto. Prese anche l'ombrello e si preparò ad uscire. Proprio poco prima di uscire, suonò il campanello. Lei aprì e vide davanti a se il sorridente viso del signor Takawai, l'autista.

- Che ci fai qui Chi Qi?- chiese con il solito tono aspro Betty.

- Buongiorno signora, le volevo chiedere se oggi avesse bisogno di me visto che piove-

- No, no lascia pure la Porsche in garage per oggi. Voglio camminare un po'-

- Come vuole la signora- esclamò Chi Qi- adesso se non le dispiace mi allontano.

- Vai, vai pure tranquillo- Betty cercò di sorridere ma ne venne fuori un ghigno alquanto spaventoso. Chi sa perché ma quando cercava di essere gentile non ci riusciva mai.

Chi Qi era un signore di quarantacinque anni. Veniva dalla Cina e da quindic'anni viveva in Italia con la sua famiglia. Aveva tre figli. Lavorava per Betty da sette anni. Con lei aveva un rapporto piuttosto buono e amichevole. Era un uomo abbastanza basso, aveva dei piccoli occhi, più piccoli del solito, aveva un pizzetto nero e dei capelli brizzolati. Era sempre sorridente ed inoltre molto affidabile.

Quando Chi Qi se ne andò Betty mormorò tra sé - Adesso e meglio che vada, è già tardi. Scese le scale in tutta fretta e all'ultimo gradino inciampò. Per fortuna però non cadde perché un uomo la stava sostenendo. Betty però chiuse per istinto gli occhi. Quando gli riaprì vide davanti a sé un altro uomo. Era biondo, aveva dei bei capelli e degli occhi di un nero quasi terrificante.

- Oh, grazie al cielo.

- Non vi preoccupate, signora niente di che.

La sua, era una vice molto bella e melodica. Sembrava quella di un cantante.,

- Permettetemi di ringraziarvi almeno- insistette Betty.

- Oh ma si figuri è stato un piacere.

- Su, mi dica almeno il suo nome, così da poter ricambiare un giorno, la sua cortesia.

- Mi chiamo Marteen Van Kuum.

- Olandese vero?- domandò Betty

- Si ma da anni vivo in Italia.- disse ancora una volta sorridendo Marteen.

-Bene adesso la devo lasciare- disse Betty - ho delle faccende da sbrigare.

Marteen guardò il suo orologio da polso. Però Betty vide una cosa molto strana. In quel orologio mancava il quadrante, quindi per logica, Betty capii che Marteen aveva solo fatto finta di guardare l'orologio. -Ma perché?- si domandò tra sé Betty.

Siccome non voleva sembrare sgarbata fece finta di nulla. Era già strano che uno sconosciuto le parlasse così gentilmente, lei ovviamente non voleva rovinare tutto per una sciocchezza.

L'uomo si congedò con un delizioso inchino, sembrava essere arrivato dal Medioevo.

Forse perché aveva capito che Betty fosse una signora all'antica.

Betty uscì un po' di fretta, era già in ritardo e non voleva ritardare ulteriormente. Una delle sue poche qualità, era indubbiamente la puntualità.

Fuori pioveva molto, lei indossava delle scarpe abbastanza scomode, che certamente non la aiutavano ad essere più veloce. Cominciava a pentirsi di non aver accettato il consiglio di Chi Qi, adesso era tutta inzuppata d'acqua e le sue scarpe erano diventate pesanti come due grossi secchi d'acqua.

D'altronde Chi Qi l'aveva sempre consigliata bene, a volte sembrava un vecchio saggio venuto apposta per lei. Come quelli che si vedono nei film.

Nel frattempo cominciò a starnutire :- Magra come sono - si diceva tra sé- non riuscirei neanche a guarire da un semplice raffreddore. In più ho anche una certa età.

Però dopo dieci minuti, che a lei sembravano durare un eternità, giunse finalmente al Bingo. Era molto determinata in tutto quello che faceva.

Quando entrò, salutò molto frettolosamente le amiche e si andò a sedere in un tavolo lontano. La sala da Bingo era sufficientemente illuminata. I tavoli erano di marmo e le comode poltrone avevano dei braccioli di legno molto decorati. Quando Betty si allontanò, Anna e Lucia, le sue due amiche cominciarono a parlare di lei.

Nonostante la notevole distanza, Betty riuscì a capire alcune frasi.

- Ma non ti è sembrata un po' strana oggi?

- Si, lo hai notato anche tu? Hai visto com'è pettinata,i suoi capelli sembrano quelli di una strega uscita da qualche film dell'orrore!- esclamò con una palese ironia Lucia.

Anche Anna si mise a ridere.

Verso il pomeriggio, un'ora e mezzo dopo, le signore decisero di andare a casa. Poco prima di uscire, Betty vide con la coda dell'occhio Lucia. Si diresse verso di lei imbufalita, con un ghigno in faccia.

- TU BRUTTA SGUALDRINA, COME HAI POTUTO FARMI QUESTO- era su tutte le furie. La sua voce solitamente acuta si udì a parecchi metri di distanza.

- COME MI HAI CHIAMATA BRUTTA STREGA, DRITTA AL INFERNO DOVRESTI ANDARE - gridò Lucia con la stessa voce forte e convinta di Betty.

- PENSAVO FOSSIMO AMICHE - gridò per l'ennesima volta Betty. Era sul punto di piangere ma non voleva farlo vedere.

- Oh, questo è solo la punta dell'iceberg, ti ho fatto anche cose peggiori, credimi- sogghignò malvagiamente Lucia. Ora sembrava totalmente una persona diversa.

Visto che Betty non la interruppe Lucia continuò con lo stesso tono: - Ti ricordi quel bellissimo giorno in cui mi hai "accidentalmente" accennato il fatto che facevi la furba con le tasse. Beh devo dirti che hai commesso un grandissimo errore.

La faccia di Betty assunse un'espressione disgustata:- Tu, non avrai per caso...- non ebbe la forza di proseguire. Le ultime parole le morirono in gola.

- Oh si, l'ho fatto eccome. Adesso sei nei guai fino al collo e dovrai pagare centesimo per centesimo. Ti consiglio di non continuare con il tuo sporco giochetto; almeno ché

non voglia finire in bancarotta.

- Questa me la pagherai cara.

Betty era diventata rossa di rabbia, pareva pronta ad esplodere. Alla fine se ne andò piangendo.

Era ora di pranzo. Andò da Luigi, il suo pizzaiolo di fiducia. Voleva consolarsi con una pizza ai funghi. La sua preferita.

Entrò. All'interno faceva molto caldo. Vide Luigi che le sorrideva di fronte alla cassa.

- Buongiorno Luigi, come va il lavoro?- esordì lei accennando un sorriso. Tuttavia non riuscì a trattenere un singhiozzo

- Tutto bene, grazie- le rispose allegramente Luigi- ma tu piuttosto, che ti è successo. Sembra che abbia visto un fantasma. C'è qualcosa che non va?

- Ehm...no niente, non ti preoccupare per me!- esclamò lei con aria rassegnata. Luigi era un amico fidato, non certo come Lucia, ma aveva deciso di non dirli niente per il momento.

Dalla sua borsa di pelle di serpente verde smeraldo prese il portafogli. In tutto aveva solo 10€, una carta di credito che quasi non valeva più niente e dei documenti. In un angolo c'erano anche dei fogliettini.

- Betty prendi qualcosa?

- Ehm... si grazie prendo una pizza ai funghi. Mi raccomando mettici una tonnellata di funghi. Sai bene che gli adoro.- anche questa volta cercò di sembrare meno triste possibile ma ci riuscì a malapena.

- Te la preparo subito sono 7,50€, grazie.

Lei pagò e andò a sedersi in un angolo semi nascosto. Ad un tratto però,ritornò al bancone e decise di prendere una Coca-Cola .

Dopo cinque minuti Luigi la servì. Mangiò abbastanza lentamente, anche perché non aveva niente da fare e non aveva voglia di tornare a casa. Sbuffava molto spesso e Luigi, che la stava osservando la sua cliente le chiese:

- Betty, lo sai che di me ti puoi fidare. Sono sicuro che c'è qualcosa che non va. Su sfogati, ti farà bene. Ci conosciamo da tanto tempo ormai.

- Hai ragione Luigi. E vero, sono molto triste. Una persona che credevo essere mia amica mi ha messo in guai molto seri.

- Che tipo di guai?

-Ehm... ha detto delle cose false su di me - . Su questo ovviamente Betty mentì perché non voleva assolutamente che qualcuno venisse al corrente del suo piccolo segreto.

-Oh, capisco.

Finì di mangiare e tornò a casa. Voleva farsi una bella dormita per cercare di dimenticare quell'evento.

Moltissime persone parlavano male di Betty, e sicuramente non avevano tutti i torti.

Era una donna senza sentimenti, pensava solo a se stessa, per lei gli altri non contavano niente, era molto egocentrica. Inevitabilmente tutte le sue amiche, la maggior parte "false" avevano cominciato ad abbandonarla. Betty non ne era tanto dispiaciuta, non le era mai importato granché di loro.

Viveva molto meglio da sola, nella sua grandissima abitazione. Poteva occuparsi di più ai suoi importanti affari, senza qualcuno come amico.

L'unica cosa che le importava davvero era il suo conto in banca.

 

 

 

 

 

   
 
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