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Autore: fuyu_chan    19/04/2015    3 recensioni
E se Ed Warber avesse una sorella? E se anche lei giocasse a calcio? Ma fosse andata a studiare all estero e ora, dopo tanto tempo fosse tornata in Giappone?
Genere: Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Warner/Ken Wakashimazu, Kojiro Hyuga/Mark, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'la sorella di cui nessuno sapeva niente'
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La sveglia suonò e lei la maledisse in 48 lingue diverse, aveva un mal di testa terribile ed era sicura che suo fratello non sarebbe passato sopra quella specie di casino che aveva combinato la notte precedente, e in più non sapeva se Mark avesse parlato, era sveglia da qualche minuto ormai e aveva constatato che il ragazzo era andato via; non si era arrabbiata, aveva capito quel gesto, lo avrebbe fatto anche lei.


La sveglia suonò di nuovo, e Yami si alzò con malavoglia dal letto che la continuava a chiamare, si fece una doccia fredda e si vestì con un paio di pantaloncini di tuta e una canotta neri. Scese in sala, andò in cucina e si prese una tazza di caffè e un cornetto al cioccolato, andò in sala e si accomodò al solito posto affianco ai Derrik. Se ne accorse subito che tutti la fissavano, ma non ci diede peso, non ne aveva voglia di inventarsi qualche palla per rispondere alle domande di tutta la squadra.


-Si può sapere che hai fatto ieri sera, Yami?- A quanto pare suo fratello non era dello stesso avviso


-Niente, sto bene, tranquillo. Ieri sera ho solo bevto un po', niente di che-

-Sicura?...é strano, quando ti ubriachi non riesci a salire le scale, lo sai, riesci a camminare, andare in moto, ma non a correre o salire le scale. Quindi?-


Perchè suo fratello doveva conoscerla così dannatamente bene? Alcune volte era dalla sua parte ma quando faceva così non lo sopportava, capiva che lei non voleva parlarne, ma continuava a chiederle e investigare


-Quando sono arrivata Mark era in cucina e mi ha accompagnata in camera ...-


Il ragazzo nominato si alzò lo sguardo verso la ragazza e le lanciò un'occhiata molto eloquente che diceva “prova-a-dire-qualcosa-e-non-vivrai-molto”, e lei lo assecondò


-...non ricordo altro-


Ed si voltò verso la tigre


-Lo accompagnata in camera e sono tornato a dormire-


Finirono la colazione e andarono tutti in campo a cominciare l'allenamento, mentre lei andava in panchina con Julian e il mister.

Cominciarono la giornata pensando a schemi per la partita che si stava avvicinando sempre di più, e che avrebbero vinto a qualsiasi costo, pur trattandosi di un'amichevole.


Passò così il pomeriggio e le manager portarono ai ragazzi qualcosa da bere e gli asciugamani per il sudore. Mentre la squadra tornava in campo vide che Mark la guardava, e subito distolse lo sguardo, e gli tornarono in mente le immagini della sera prima, e anche che doveva parlare con lui, in tutto il giorno le aveva solo rivolto occhiate ghiacciate e lei proprio non ne capiva il motivo; era ubriaca e lo era anche lui, la festa a cui la squadra aveva preso parte doveva essere più movimentata di quella a casa del francese, comunque per lei aveva significato qualcosa, lui però non sembrava dello stesso avviso dal suo comportamento.


Non sapeva come fare per avvicinarlo senza “sospetti”, se gli avesse semplicemente chiesto di parlare suo fratello avrebbe voluto sapere, soprattutto dopo quello che aveva saputo quella mattina, per questo di sicuro non lo avrebbe fatto in modo scontato, per ora nessuno avrebbe dovuto sapere quello che era successo.


La giornata stava per terminare, tra mezz'ora esatta sarebbero andati a cena. I ragazzi erano a farsi una doccia e lei, Julian e il mister stavano discutendo in salotto sulle condizioni fisiche della squadra e le prestazioni del pomeriggio.

Si sedettero a tavola e le ragazze portarono la cena


-Ei, Yami, ti sei divertita ieri sera coi tuoi amici in discoteca?- La voce di Patty le dava sempre ai nervi, qualunque cosa dicesse


-Sì, Patty, mi sono divertita, magari un giorno ti porterò, anche se probabilmente preferisci aspettare che il tuo “sanno-tutti-di-chi-sto-parlando” la smetta di vedere solo erba sintetica e palla al piede e ti sbatta per bene, anche se penso che ci vorranno molti anni ancora.-


Tutti si azzittirono all'istante e dopo pochi secondi, partendo da Bruce, si levò una catena di risatine che fece arrabbiare e arrossire Patty allo stesso tempo, soprattutto quando non fu più l'unica a infierire


-Ei, Patty ,Yami ti ha proprio battuta eh?- Fu Price il primo

-Sì, e secondo me ha ragione, ma che vuoi farci cara,un giorno forse si accorgerà di te- e il secondo fu Mark


Anche questa volta le risate si fecero sentire, e il mister decise di intervenire


-Bene, visto che vi divertite tanto: Benji tu vieni con me e facciamo due chiacchere, Lenders tu e la signorina Warner sparecchierete la tavola e laverete i piatti, DA SOLI-


Rimasero tutti muti e si sentirono dei “aiuto” o “cavoli, se è arrabbiato” e cose di quel genere che non aiutarono i due ragazzi a buttar giù la pillola


-Buona fortuna sorellina-


E dopo quel saluto da parte del maggiore la ragazza rimase sola con la Tigre, quella era la situazione che stava aspettando da tutto il giorno, era sola, con lui, e poteva parlargli senza nessuno intorno ad ascoltare.


Iniziarono a sparecchiare e poi si diressero in cucina per lavare i piatti, il mister gli aveva proibito di usare la lavastoviglie e quando ebbero quasi finito la ragazza prese parola


-Ei, Mark ...-

Quando vide il ragazzo voltarsi nella sua direzione continuò


-Senti,riguardo a ieri sera volevo dirti ...-

-Anche io, eravamo ubriachi, è stato solo sesso, tu?-

-Giusto, anche per me lo stesso-


E detto questo il ragazzo si scusò e le chiese di finire perché doveva parlare col mister di alcune faccende, lei annuì e guardò la schiena del ragazzo scomparire dietro la porta, e in pochi minuti finì il lavoro, per poi correre di sopra e chiudersi in camera a più mandate possibili e lasciando la chiave nella serratura.


Perché ? Perché gli aveva detto così? Quella domanda la tormentava, ma in cuor suo sapeva bene il motivo, non voleva soffrire, non di nuovo, non ancora, aveva già sofferto abbastanza per soli 16 anni di vita e pensava che auto-convincersi che fosse stata solo una notte di follie sarebbe bastato a farle dimenticare i suoi sentimenti verso il moro.

Ma la verità era che nel momento in cui Mark aveva parlato aveva sentito il suo cuore spaccarsi, e ora lo stava rimettendo insieme con la colla, cercando di non dare peso ai fatti; ma anche se ci provava non ci riusciva, e mentre era lì, sdraiata a pancia in sù sul suo comodo letto due lacrime solitarie scivolarono dai suoi occhi sulle sue guance e bagnarono il cuscino senza che lei potesse fermarle in alcun modo.

La mattina dopo la ragazza pensò molto a cosa fare, e decise che per il momento si sarebbe comportata come al solito, esattamente come Lui.

Scese e fece colazione come al solito, salutò tutti e sorrise dolcemente al fratello, riuscendo a far sorridere anche lui e i ragazzi che aveva intorno, non aveva neanche voglia di litigare con Patty e discutere con Amy o Jenni quindi non rispose a provocazioni e obbedì gentilmente a qualsiasi loro richiesta.


La giornata passò così lenta monotona e noiosa.


La settimana passò così più lenta più monotona e più noiosa.


Finché venerdì sera, appena uscita dalla doccia e indossato il suo pigiama di “Edward mani di forbice”, ricevette una telefonata da un ragazzo che conosceva bene


-Ehilà,quanto tempo, come mai questa telefonata?-

-Grazie, sto bene anche io-

-Quante storie, allora?- non riuscì a trattenere una risata-

-Allora, non prendere impegni domani sera perché esci con me, ti faccio sapere come vestirti e l'ora in cui vengo a prenderti domani-

-Grazie per la scelta, non pensi che potrei avere di meglio da fare che uscire con te?-

-Hai di meglio da fare?- stava ridacchiando, e anche lei

-No, aspetto notizie, a domani, ragazzaccio-

-A domani, ragazzaccia-


   
 
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