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Autore: Layla    19/04/2015    0 recensioni
Jennifer Jenkins è una cheerleader qualunque.
Tom DeLonge il suo stalker personale che vuole farla diventare la sua ragazza a tutti i costi.
Jennifer non sopporta Tom.
Tom la vuole.
Tutto statico fino a quando, dopo una serie di avvenimenti, Jen si accorgerà che forse non ha poi così bisogno che Tom esca dalla sua vita.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom DeLonge, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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2)Piccole crepe nel castello di vetro.

 

La mattina dopo mi sveglio alle undici e rinuncio a fare colazione.
Non ci sono né mio padre né mio fratello, ho la casa tutta per me!
Bella storia! Non so cosa fare.
Mi metto davanti alla tv e cerco qualcosa di carino da vedere, ma finisco per lasciar perdere presto e mi dedico al mio piacere proibito: quelli che Maddie chiama i terribili cereali al cioccolato.
Cerco una scatola nell’armadio e ne trovo una già aperta da cui traggo generose manciate, che servono ad alzare il mio umore.
In vista dell’appuntamento con Chris mi sono venute le paranoie più terribili e ho una paura metta che non mi voglia e che si penta di avermi invitato fuori.
Per pranzo arrivano i due uomini di famiglia e io scaldo le lasagne, alle due dovrebbe arrivare anche mia madre così lascio una porzione anche per lei.
Come al solito mangiamo in silenzio, ma questa volta non mi pesa, non ho molto da dire o meglio cose che i ragazzi possano capire.
Che ansia!
Verso le cinque arrivano Madison, Jess e Cheryl e cominciano a guardare nel mio armadio, mentre io mi faccio una doccia e mi rado quello che è necessario.
“Avete trovato qualcosa?”
Chiedo, non appena esco.
“Sì. Questo abito rosso valentino.”
Mi mostrano un abito corto senza spalline con un nastro intrecciato in vita.
“Non è troppo?”
“No, è perfetto.”
“Non è che farà freddo?”
“No, la  festa di Ed sarà bollente!”
Mi fa l’occhiolino Maddy, io la guardo a disagio. Non sono mai stata una che cede al primo appuntamento, al massimo un bacio.
“Dai, Jen! Non hai ancora abbandonato le tue idee da vecchia?”
“No.”
Rispondo con una punta di irritazione, non sono idee da vecchia, sono le mie idee e vorrei che fossero più rispettate. Non ho voglia di beccarmi l’aids solo perché per Madison devo darla al primo appuntamento.
“Su, su. Scommetto che stasera cambierai idea.”
“Io sono certa di no.”
Commento rigida.
“Grazie per l’aiuto.”
“Figurati, devi fare colpo  su Chris, sei l’unica che non ha ancora un ragazzo.”
Maddie è la ragazza del capitano della squadra di football, Cheryl del figlio di un avvocato molto ricco e molto maleducato a mio parere e Jess con un altro giocatore di football.
Io sono da sola perché la mia faccia da cavalla non è molto attraente a detta di Maddie, lei non si fa problemi a criticarmi tanto sa che non la sfanculerò mai se voglio rimanere una popolare.
A volte è dura rimanere in cima alla piramide sociale del liceo e a volte mi chiedo che senso abbia impegnarsi così tanto per rimanerci, la vita spesso ribalta quello che si costruisce al liceo: i perdenti hanno successo e le cheerleader finiscono a vent’anni a vivere in una roulotte con un bambino a carico.
“A cosa stai pensando?”
Mi chiede Maddie.
“A Chris.”
Mento io, non le farebbe piacere sentire il mio ragionamento e rischierei il mio posto in squadra.
Finalmente il fuhrer se ne va con le mie due amiche e io rimango da sola a guardarmi allo specchio. Questo vestito è bello, ma a volte mi piacerebbe uscire semplicemente in jeans, converse e una maglia, senza preoccuparmi di tacchi e gonne.
Con un sospiro prendo la pochette nera che hanno scelto e la riempio con il portafoglio, le sigarette  e un accendino, poi scendo dabbasso.
Mia madre è seduta sul divano a guardare la tv e quando mi vede sorride.
“Stai bene, Jenny.”
“Grazie.”
“Vai a una festa con il tuo ragazzo?
Ricordo quando lo facevamo io e tuo padre, ma eravamo già al college.
Gli anni passano alla svelta, figlia mia.”
“E a volte non ti accorgi che passano.”
Finisco io con un sussurro.
“Comunque esco con un amico che spero diventi il mio ragazzo, ma non credo succederà. Maddie dice che questa faccia da cavallo fa scappare tutti.”
“Maddie a volte è molto scortese.
Tu, vai e divertiti, senza pensare a lei.”
Risponde dura mia madre.
“Jenny, sei sicura di vivere la vita che vuoi davvero?”
“Non lo so, mamma. Molte volte me lo chiedo anche io e non trovo risposte, a volte mi manca semplicemente l’aria.”
“Il liceo è davvero un brutto periodo, so che sei in cima alla piramide, come dite voi, ma sei sicura che sia quello che vuoi davvero?”
Io non rispondo, perché è una domanda che mi ha spiazzata e poi suona il campanello: deve essere Chris.
“Io devo andare, mamma.
Riposati, sembri davvero stanca.”
“Lo farò. Grazie per esserti presa cura della famiglia quando io non c’ero.”
“Non è quello che fanno tutte le figlie?”
“No, non tutte e ora vai.”
Mi dirigo alla porta ed esco. Chris mi aspetta appoggiato contro la sua decappottabile rossa, i suoi capelli biondi e i suoi occhi azzurri gli danno l’aspetto di un angelo, ma lo è davvero?
“Ciao, Jen!
Stai benissimo con quel vestito!”
“Grazie, Chris. Anche tu sei bellissimo.”
Lui sorride compiaciuto e si alza il colletto della sua camicia azzurro pallido. Con gentilezza apre la portiera del passeggero e io mi accomodo, pensando che è davvero gentile e che la cosa mi puzza.
Non sono scema e nemmeno l’ingenua che crede Madison, so che ama scopare le ragazze e mollarle e per fare questo sfodera tutte le sue armi, compresa quella di fingere di essere un bravo ragazzo.
“Hai passato bene il sabato?”
“Sì, e tu?”
“Non c’è male.”
“Com’è la festa di Ed?”
“Sarà uno sballo, si è procurato dell’alcool e non manca mai l’erba o la coca se vuoi divertirti sul serio.”
“Wow, fantastico.”
È questa la risposta corretta?
“Sì, una figata pazzesca. I genitori di Ed sono degli scemi, si fidano completamente di lui e gli fanno fare quello che vogliono.”
Io non rispondo e mi godo il vento nei capelli, non mi piace come parla dei genitori del suo amico, stasera il mio disagio non se ne va. Forse per quello che mi ha detto Maddie, forse per la chiacchierata inizio a dubitare che questo sia davvero il mio posto. Forse è solo il posto dove dovrei sentirmi sicura perché amata e potente, ma inizio a intravvedere crepe nelle pareti e sento che il crollo non è tanto lontano.
Arriviamo a casa di Ed e già da qui si sente della musica dance e si vedono persone alticce, qualcuno ha messe delle candele sul vialetto d’ingresso e la cosa non mi piace. Se sono così fuori di testa adesso, chissà a fine festa, probabilmente la casa prenderà fuoco.
Lui parcheggia, esce e mi apre la portiera, io lo ringrazio con un sorriso e poi mano nella mano ci avviamo verso la casa.
Lui sembra perfettamente a suo agio, io invece mi guardo attorno un po’ intimorita: ci sono un sacco di universitari e le mie amiche sono troppo impegnate con i loro ragazzi per poterle disturbare.
“Vado a prendere da bere, raggio di sole.”
“Sì, Chris.”
Mi metto in un angolo e aspetto tentando di battere con il piede il ritmo della canzone dance che la radio sta suonando. Chris arriva poco con in mano un bicchiere pieno di liquido arancione.
“È punch corretto con… qualcosa. Non so nemmeno io di preciso cosa.”
“Grazie mille.”
Ne bevo un sorso, non è male.
“Buono.”
Lui mi sorride e beve il suo punch, una volta vuotati i bicchieri ci mettiamo a ballare e immediatamente le sue mani scendono sul mio culo. La cosa mi dà un po’ fastidio, ma so che la legge della piramide sociale mi impone di lasciarlo fare.
Dopo aver ballato beviamo un altro po’ e poi lui inizia a baciarmi e non è come l’avevo immaginato: mi ficca la lingua in bocca senza dolcezza.
Io rispondo un po’ perché devo, un po’ perché l’alcool me lo lascia fare. Finito di baciarmi ci ributtiamo in pista.
Questa è la routine della serata: ballare, bere, baciare.
È un po’ noiosa, ci mettesse un po’ di sentimento!
Mi sento una bambolina che sta lavorandosi per avere il premio finale, se non stasera la prossima volta che ci vedremo.
Non è una bella sensazione, ti fa sentire vuota dentro e facilmente rimpiazzabile.
Do un’occhiata all’orologio: è un quarto a mezzanotte.
“Chris!”
Lo chiamo, lui mi rivolge la sua attenzione visto che stava parlando con un suo amico.
“Devo andare a casa.”
“Ma piccola, il bello inizia adesso!”
“Mio padre mi ha detto di essere a casa a mezzanotte.”
“Non puoi fare un’eccezione per una volta?”
“No, se voglio continuare a uscire.”
Lui sbuffa seccato e mi dà le chiavi della sua macchina.
“Va bene, ma guida tu. Io ho bevuto troppo.”
“Sta bene.”
Usciamo dalla casa – che fortunatamente non ha ancora perso fuoco – e andiamo verso la sua macchina, Chris canta canzoni sconce. Di minuto in minuto il mio interesse verso di lui scema, mi chiedo come ho fatto a sbavare per un tale scimmione e mi rispondo che è per la regola non scritta che le cheerleader devono stare con i giocatori di football.

 

Il mio letto non mi è mai sembrato così accogliente come stanotte. Mi faccio una doccia per levarmi di dosso l’odore del fumo e dell’erba, poi butto da lavare l’abitino rosso che ho indossato ed infine mi metto a letto.
Non ho bei ricordi di questa serata da ripercorrere, Chris mentre guidavo mi ha toccato ancora e la cosa mi ha infastidito parecchio, quindi spero di addormentarmi subito.
Complice l’alcool bevuto cado subito nelle braccia di Morfeo, la mattina dopo ho mal di testa e c’è un messaggio di Maddie sul cellulare.
Imprecando lo riappoggio sul comodino, non ho voglia di leggerlo.
Prendo un’aspirina e poi scendo ad aiutare mia madre con il pranzo, di sicuro la mia cosiddetta amica vorrà sapere se sono andata a letto con Chris e non mi va di risponderle.
A volte – se devo essere onesta – nemmeno io sopporto Maddie, tende a impicciarsi un po’ troppo dei fatti degli altri.
“Ti sei divertita alla festa?”
“Mh.”
“Devo prenderlo come un “no”, Jen?”
“Come un “ni”. Ho ballato, ma Chris non mi è piaciuto come credevo sarebbe successo.”
“Ci sono tanti altri ragazzi…”
“Lo so, però le cheerleader devono stare con i giocatori di football.”
“Solo se i giocatori di football piacciono a loro.”
Mi risponde serena lei.
“Lo sai che ci sono  delle tegole.”
“Jenny, queste regole valgono per il liceo non per tutta la tua vita! Non legarti a un ragazzo solo perché devi  o peggio ancora andarci a letto. Potresti pentirtene e, una volta uscita dal liceo, essere prigioniera di una vita che non vuoi.
Lo so che il liceo sembra eterno, ma non lo è. Cerca di vedere le cose in questa prospettiva e se alle tue amiche non piace o non lo accettano, forse non sono tue amiche.”
“Grazie dei consigli, a volte ho bisogno di qualcuno che mi metta le cose nella giusta prospettiva.”
Lei mi sorride.
“Le mamme servono anche questo. C’è qualcos’altro che vorresti dirmi.”
“Niente di che. Sul cellulare ho un messaggio di Maddie, ma non ho voglia di risponderle.
Di sicuro vorrà sapere se sono andata a letto con Chris, lei vuole che succeda, vuole che la gerarchia sia rispettata. Non capisce le mie idee e, a volte, penso sia fin troppo invadente.”
"Maddie non mi piace molto, ma – come ho detto – non devi averla per sempre nella tua vita.”
Io sorrido e la aiuto a servire il pranzo.
Dopotutto sono una brava ragazza, non sono una che se la tira come Madison, lei odia aiutare sua madre o badare a suo fratello, a me non dà troppo fastidio. Lei dice che sono troppo remissiva, ma non vedo cosa ci sia di remissivo nel fatto che ti piace stare con la tua famiglia e non pensi che siano un branco di sfigati.
“Che hai fatto ieri sera, Dan?”
Chiedo a mio fratello, che si è infilato in bocca una generosa quantità di arrosto.
“Sono andato a un concerto dei blink, la band di Scott.
Li troveresti simpatici anche tu se solo non fossi così presa dalla tua dannata musica dance.”
Io faccio una smorfia, pensando che Dan a quattordici anni è  nella fase ribelle che io non ho avuto.
“Nella band di Scott c’è anche DeLonge, non lo sopporto.”
“Come mai?
È figo!”
“Perché è un dannato stalker! Me lo ritrovo ovunque e non vorrei.”
“Oh, immagino che a Madison è-una-tragedia-se-mi-spacco-un’-unghia non piacerebbe e tu sei troppo presa a farle da lecchina per contraddirla.”
“Non sono una lecchina.”
“E allora perché esci con Chris McBridge?”
“Mi piace.”
“È solo un gorilla che si vanta di quante tizie scopa, vuoi davvero finire sulla sua lista?”
Io rimango in silenzio, meditando su quello che mi ha appena detto mio fratello. Non voglio finire su quella lista, ma vorrei essere la sua ragazza ufficiale, ma ne vale la pena?
Voglio dire, la sua ex – Amanda – ha sempre avuto un sacco di corna e non era un mistero per nessuno. Forse Chris non è il ragazzo adatto a me, non più.
Devo comunque risponde a Maddie e sarà dura dirle che lui non mi interessa più o che non ci ho fatto sesso. L’adolescenza è un periodo che fa davvero schifo, cristo!
Finisco di mangiare e – dopo aver aiutato mia madre a lavare i piatti – scrivo un messaggio di risposta alla mia cosiddetta amica.
La risposta arriva subito ed è piena di disappunto, com’ è possibile che io non ci abbia fatto niente e che abbia bevuto così poco?
Che noia!
Le rispondo che non ero dell’umore adatto e lei mi risponde che sono una santarellina e devo iniziare a capire come gira il mondo, che esista una scala sociale da rispettare e blablabla.
Non le rispondo nemmeno e inizio a fare i compiti. Forse esiste una scala sociale, ma la prof di letteratura se ne fotte e vuole il suo tema per domani, idem per il resto degli insegnanti.
Vogliono degli scritti o che tu sia preparata e mi va bene, sono arrivata al punto di preferire concentrarmi sulla scuola che sulle noiose cazzate di Madison.
E se mi cacciasse dalla squadra?
Nah, per ora non ne ha motivo.
Esaurita la pila di roba che devo fare mi faccio una doccia e poi guardo un po’ di tv con mio fratello, almeno non mi fa sentire giudicata.
“Jen, se vuoi un consiglio gratuito, molla quella gente. Non sei come loro, ti sprechi a stare con loro, anzi ti insulti proprio. Sei molto più di una cheerleader a cui frega solo del proprio fisico, hai qualcosa in più: il cervello.
Mollale, finché ne hai ancora uno.”
“Ma sono mie amiche, Dan!”
“Un’amica ti capisce e ti supporta, non ti impone le sue decisione e ti fa sentire colpevole se non le rispetti. Madison non ha e non vuole amiche, vuole solo delle schiave.
Se poi ti piace vivere da schiava sono fatti tuoi, io ti sto solo dando un consiglio, evento che non si ripeterà mai più.”
“Grazie, Dan. Ci penserò, è tutto così difficile.
Voglio dire, fino all’altro giorno mi andava bene la mia vita, adesso mi sembra solo un casino senza senso, in cui non sono quello che voglio.”
“Stai crescendo o forse un solo appuntamento con il gorilla ti ha aperto gli occhi.”
“Forse, è stato uno schifo.”
“Ma almeno ti ha aiutato, no?”
“Credi che sia così facile cambiare la propria vita?”
“Se vuoi, sì.”
Io non dico nulla, sono sicura che domani a scuola tornerò a essere la solita Jen e dovrò sorbirmi le prediche di Madison.
Alla sera aiuto ancora mamma a cucinare e lavo i piatti, poi guardo un po’ di tv in camera mia, il mio cellulare ha due messaggi di rimprovero di Maddie a cui non ho risposto e uno di Chris in cui tenta di fare il carino a cui ho risposto.
Finirà che gli darò una seconda possibilità, sono una cretina di prima categoria e un’insicura cosmica. Non ho le palle di Daniel che se ne frega del giudizio degli altri e si veste da skater e si ossigena i capelli, io ho paura di quello che la gente possa dire di me. Stare insieme alle cheerleader mi dà una certa sicurezza, perché sono al posto più alto e nessuno potrà mai darmi una sfigata.
Sono disposta ad accettare una vita che mi uccide  e una maschera che opprime piuttosto che affrontare il baratro che mi aspetta se scendessi dalla cima.
Ho paura.
Ho una dannata paura.
Lo vedo cosa fanno i bulli ai perdenti, vedo quello che fa Madison e preferisco essere dalla parte del carnefice piuttosto che da quella della vittima.
“Jennifer Jenkins, sei una codarda.”
Dico al mio riflesso nello specchio, che rimane muto.
Triste come non mai mi butto a letto e cado in un sonno senza sogni né incubi, interrotto solo dalla sveglia che suona come ogni lunedì.
Mi faccio una doccia, stiro i capelli, mi metto una maglia rossa corta e con una profonda scollatura, una mini di jeans aderente e un paio di ballerine rosse. Mi trucco e metto i libri nella borsa, poi scendo a fare colazione.
Dan mi guarda e scuote la testa, io abbasso gli occhi e mi concentro sulla mia colazione: caffelatte e pancakes.
Finita quella salgo sulla mia macchina e mi dirigo verso la Rancho Bernardo high school. Il sole brilla alto nel sole e – nonostante sia quasi ottobre – non fa ancora freddo.
Parcheggio la macchina al mio solito posto e vengo raggiunta da Jess e Cheryl, Jess indossa un paio di jeans a vita bassa e una maglia a fiori che le lascia scoperto l’ombelico, i suoi capelli scintillano di riflessi blu, quindi deve essersi rifatta la tinta. Cheryl invece indossa una gonna scozzese e una camicia bianca a maniche corte e un paio di tacchi altissimi. I suoi capelli caramello sono gli stessi di sempre.
“Come è andata la domenica, Jen?”
“Uhm, bene. Voi?”
“Nick mi ha portato alla sua villa a Orange County e sono stata  d i v i n a m e n t e. Bagni in piscina e tanto sole e poi beh, chiusi in camera.”
Mi fa l’occhiolino.
Ho capito tra una nuotata e l’altra Cheryl e Nick  hanno scopato come ricci.
“Non sono riuscita a fare gli esercizi di matematica, me li fai copiare, Jen?”
“Certo.”
“Sei un tesoro, Jen!”
Squittisce lei.
“E tu Jess?”
“Una noia mortale. Sono stata costretta ad andare a trovare mia nonna all’ospizio.”
Cheryl si siede su una delle panchine e io gli passo il quaderno di mate, guardandomi intorno.
Quando arriverà Maddie?

   
 
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