2)Piccole crepe nel castello di vetro.
La mattina dopo mi sveglio alle
undici e rinuncio a fare
colazione.
Non ci sono né mio padre né mio fratello, ho la
casa tutta
per me!
Bella storia! Non so cosa fare.
Mi metto davanti alla tv e cerco qualcosa di carino da
vedere, ma finisco per lasciar perdere presto e mi dedico al mio
piacere proibito: quelli
che Maddie chiama i terribili cereali al cioccolato.
Cerco una scatola nell’armadio e ne trovo una già
aperta
da cui traggo generose manciate, che servono ad alzare il mio umore.
In vista dell’appuntamento con Chris mi sono venute le
paranoie più terribili e ho una paura metta che non mi
voglia e che si penta di
avermi invitato fuori.
Per pranzo arrivano i due uomini di famiglia e io scaldo
le lasagne, alle due dovrebbe arrivare anche mia madre così
lascio una porzione
anche per lei.
Come al solito mangiamo in silenzio, ma questa volta non
mi pesa, non ho molto da dire o meglio cose che i ragazzi possano
capire.
Che ansia!
Verso le cinque arrivano Madison, Jess e Cheryl e
cominciano a guardare nel mio armadio, mentre io mi faccio una doccia e
mi rado
quello che è necessario.
“Avete trovato qualcosa?”
Chiedo, non appena esco.
“Sì. Questo abito rosso valentino.”
Mi mostrano un abito corto senza spalline con un nastro intrecciato in
vita.
“Non è troppo?”
“No, è perfetto.”
“Non è che farà freddo?”
“No, la festa
di Ed sarà bollente!”
Mi fa l’occhiolino Maddy, io la guardo a disagio. Non
sono mai stata una che cede al primo appuntamento, al massimo un bacio.
“Dai, Jen! Non hai ancora abbandonato le tue idee da
vecchia?”
“No.”
Rispondo con una punta di irritazione, non sono idee da vecchia, sono
le mie
idee e vorrei che fossero più rispettate. Non ho voglia di
beccarmi l’aids solo
perché per Madison devo darla al primo appuntamento.
“Su, su. Scommetto che stasera cambierai idea.”
“Io sono certa di no.”
Commento rigida.
“Grazie per l’aiuto.”
“Figurati, devi fare colpo
su Chris, sei l’unica che non ha ancora un
ragazzo.”
Maddie è la ragazza del capitano della squadra di football,
Cheryl del figlio
di un avvocato molto ricco e molto maleducato a mio parere e Jess con
un altro
giocatore di football.
Io sono da sola perché la mia faccia da cavalla non
è
molto attraente a detta di Maddie, lei non si fa problemi a criticarmi
tanto sa
che non la sfanculerò mai se voglio rimanere una popolare.
A volte è dura rimanere in cima alla piramide sociale del
liceo e a volte mi chiedo che senso abbia impegnarsi così
tanto per rimanerci,
la vita spesso ribalta quello che si costruisce al liceo: i perdenti
hanno
successo e le cheerleader finiscono a vent’anni a vivere in
una roulotte con un
bambino a carico.
“A cosa stai pensando?”
Mi chiede Maddie.
“A Chris.”
Mento io, non le farebbe piacere sentire il mio ragionamento e
rischierei il
mio posto in squadra.
Finalmente il fuhrer se ne va con le mie due amiche e io
rimango da sola a guardarmi allo specchio. Questo vestito è
bello, ma a volte
mi piacerebbe uscire semplicemente in jeans, converse e una maglia,
senza
preoccuparmi di tacchi e gonne.
Con un sospiro prendo la pochette nera che hanno scelto e
la riempio con il portafoglio, le sigarette
e un accendino, poi scendo dabbasso.
Mia madre è seduta sul divano a guardare la tv e quando
mi vede sorride.
“Stai bene, Jenny.”
“Grazie.”
“Vai a una festa con il tuo ragazzo?
Ricordo quando lo facevamo io e tuo padre, ma eravamo già
al college.
Gli anni passano alla svelta, figlia mia.”
“E a volte non ti accorgi che passano.”
Finisco io con un sussurro.
“Comunque esco con un amico che spero diventi il mio
ragazzo, ma non credo succederà. Maddie dice che questa
faccia da cavallo fa
scappare tutti.”
“Maddie a volte è molto scortese.
Tu, vai e divertiti, senza pensare a lei.”
Risponde dura mia madre.
“Jenny, sei sicura di vivere la vita che vuoi
davvero?”
“Non lo so, mamma. Molte volte me lo chiedo anche io e non
trovo risposte, a
volte mi manca semplicemente l’aria.”
“Il liceo è davvero un brutto periodo, so che sei
in cima
alla piramide, come dite voi, ma sei sicura che sia quello che vuoi
davvero?”
Io non rispondo, perché è una domanda che mi ha
spiazzata
e poi suona il campanello: deve essere Chris.
“Io devo andare, mamma.
Riposati, sembri davvero stanca.”
“Lo farò. Grazie per esserti presa cura della
famiglia
quando io non c’ero.”
“Non è quello che fanno tutte le figlie?”
“No, non tutte e ora vai.”
Mi dirigo alla porta ed esco. Chris mi aspetta appoggiato contro la sua
decappottabile rossa, i suoi capelli biondi e i suoi occhi azzurri gli
danno
l’aspetto di un angelo, ma lo è davvero?
“Ciao, Jen!
Stai benissimo con quel vestito!”
“Grazie, Chris. Anche tu sei bellissimo.”
Lui sorride compiaciuto e si alza il colletto della sua camicia azzurro
pallido.
Con gentilezza apre la portiera del passeggero e io mi accomodo,
pensando che è
davvero gentile e che la cosa mi puzza.
Non sono scema e nemmeno l’ingenua che crede Madison, so
che ama scopare le ragazze e mollarle e per fare questo sfodera tutte
le sue
armi, compresa quella di fingere di essere un bravo ragazzo.
“Hai passato bene il sabato?”
“Sì, e tu?”
“Non c’è male.”
“Com’è la festa di Ed?”
“Sarà uno sballo, si è procurato
dell’alcool e non manca mai l’erba o la coca
se vuoi divertirti sul serio.”
“Wow, fantastico.”
È questa la risposta corretta?
“Sì, una figata pazzesca. I genitori di Ed sono
degli
scemi, si fidano completamente di lui e gli fanno fare quello che
vogliono.”
Io non rispondo e mi godo il vento nei capelli, non mi piace come parla
dei
genitori del suo amico, stasera il mio disagio non se ne va. Forse per
quello
che mi ha detto Maddie, forse per la chiacchierata inizio a dubitare
che questo
sia davvero il mio posto. Forse è solo il posto dove dovrei
sentirmi sicura
perché amata e potente, ma inizio a intravvedere crepe nelle
pareti e sento che
il crollo non è tanto lontano.
Arriviamo a casa di Ed e già da qui si sente della musica
dance e si vedono persone alticce, qualcuno ha messe delle candele sul
vialetto
d’ingresso e la cosa non mi piace. Se sono così
fuori di testa adesso, chissà a
fine festa, probabilmente la casa prenderà fuoco.
Lui parcheggia, esce e mi apre la portiera, io lo
ringrazio con un sorriso e poi mano nella mano ci avviamo verso la casa.
Lui sembra perfettamente a suo agio, io invece mi guardo
attorno un po’ intimorita: ci sono un sacco di universitari e
le mie amiche
sono troppo impegnate con i loro ragazzi per poterle disturbare.
“Vado a prendere da bere, raggio di sole.”
“Sì, Chris.”
Mi metto in un angolo e aspetto tentando di battere con
il piede il ritmo della canzone dance che la radio sta suonando. Chris
arriva
poco con in mano un bicchiere pieno di liquido arancione.
“È punch corretto con… qualcosa. Non so
nemmeno io di
preciso cosa.”
“Grazie mille.”
Ne bevo un sorso, non è male.
“Buono.”
Lui mi sorride e beve il suo punch, una volta vuotati i bicchieri ci
mettiamo a
ballare e immediatamente le sue mani scendono sul mio culo. La cosa mi
dà un
po’ fastidio, ma so che la legge della piramide sociale mi
impone di lasciarlo
fare.
Dopo aver ballato beviamo un altro po’ e poi lui inizia a
baciarmi e non è come l’avevo immaginato: mi ficca
la lingua in bocca senza
dolcezza.
Io rispondo un po’ perché devo, un po’
perché l’alcool me
lo lascia fare. Finito di baciarmi ci ributtiamo in pista.
Questa è la routine della serata: ballare, bere, baciare.
È un po’ noiosa, ci mettesse un po’ di
sentimento!
Mi sento una bambolina che sta lavorandosi per avere il
premio finale, se non stasera la prossima volta che ci vedremo.
Non è una bella sensazione, ti fa sentire vuota dentro e
facilmente rimpiazzabile.
Do un’occhiata all’orologio: è un quarto
a mezzanotte.
“Chris!”
Lo chiamo, lui mi rivolge la sua attenzione visto che
stava parlando con un suo amico.
“Devo andare a casa.”
“Ma piccola, il bello inizia adesso!”
“Mio padre mi ha detto di essere a casa a
mezzanotte.”
“Non puoi fare un’eccezione per una
volta?”
“No, se voglio continuare a uscire.”
Lui sbuffa seccato e mi dà le chiavi della sua macchina.
“Va bene, ma guida tu. Io ho bevuto troppo.”
“Sta bene.”
Usciamo dalla casa – che fortunatamente non ha ancora perso
fuoco – e andiamo
verso la sua macchina, Chris canta canzoni sconce. Di minuto in minuto
il mio
interesse verso di lui scema, mi chiedo come ho fatto a sbavare per un
tale
scimmione e mi rispondo che è per la regola non scritta che
le cheerleader
devono stare con i giocatori di football.
Il mio letto non mi è
mai sembrato così accogliente come
stanotte. Mi faccio una doccia per levarmi di dosso l’odore
del fumo e dell’erba,
poi butto da lavare l’abitino rosso che ho indossato ed
infine mi metto a
letto.
Non ho bei ricordi di questa serata da ripercorrere,
Chris mentre guidavo mi ha toccato ancora e la cosa mi ha infastidito
parecchio, quindi spero di addormentarmi subito.
Complice l’alcool bevuto cado subito nelle braccia di
Morfeo, la mattina dopo ho mal di testa e c’è un
messaggio di Maddie sul
cellulare.
Imprecando lo riappoggio sul comodino, non ho voglia di
leggerlo.
Prendo un’aspirina e poi scendo ad aiutare mia madre con
il pranzo, di sicuro la mia cosiddetta amica vorrà sapere se
sono andata a
letto con Chris e non mi va di risponderle.
A volte – se devo essere onesta – nemmeno io
sopporto
Maddie, tende a impicciarsi un po’ troppo dei fatti degli
altri.
“Ti sei divertita alla festa?”
“Mh.”
“Devo prenderlo come un “no”,
Jen?”
“Come un “ni”. Ho ballato, ma Chris non
mi è piaciuto
come credevo sarebbe successo.”
“Ci sono tanti altri ragazzi…”
“Lo so, però le cheerleader devono stare con i
giocatori di football.”
“Solo se i giocatori di football piacciono a loro.”
Mi risponde serena lei.
“Lo sai che ci sono
delle tegole.”
“Jenny, queste regole valgono per il liceo non per tutta la
tua vita! Non
legarti a un ragazzo solo perché devi
o
peggio ancora andarci a letto. Potresti pentirtene e, una volta uscita
dal
liceo, essere prigioniera di una vita che non vuoi.
Lo so che il liceo sembra eterno, ma non lo è. Cerca di
vedere le cose in questa prospettiva e se alle tue amiche non piace o
non lo
accettano, forse non sono tue amiche.”
“Grazie dei consigli, a volte ho bisogno di qualcuno che
mi metta le cose nella giusta prospettiva.”
Lei mi sorride.
“Le mamme servono anche questo. C’è
qualcos’altro che
vorresti dirmi.”
“Niente di che. Sul cellulare ho un messaggio di Maddie, ma
non ho voglia di
risponderle.
Di sicuro vorrà sapere se sono andata a letto con Chris,
lei vuole che succeda, vuole che la gerarchia sia rispettata. Non
capisce le
mie idee e, a volte, penso sia fin troppo invadente.”
"Maddie non mi piace molto, ma – come ho detto –
non devi
averla per sempre nella tua vita.”
Io sorrido e la aiuto a servire il pranzo.
Dopotutto sono una brava ragazza, non sono una che se la
tira come Madison, lei odia aiutare sua madre o badare a suo fratello,
a me non
dà troppo fastidio. Lei dice che sono troppo remissiva, ma
non vedo cosa ci sia
di remissivo nel fatto che ti piace stare con la tua famiglia e non
pensi che
siano un branco di sfigati.
“Che hai fatto ieri sera, Dan?”
Chiedo a mio fratello, che si è infilato in bocca una
generosa
quantità di arrosto.
“Sono andato a un concerto dei blink, la band di Scott.
Li troveresti simpatici anche tu se solo non fossi così
presa dalla tua dannata musica dance.”
Io faccio una smorfia, pensando che Dan a quattordici
anni è nella
fase ribelle che io non ho
avuto.
“Nella band di Scott c’è anche DeLonge,
non lo sopporto.”
“Come mai?
È figo!”
“Perché è un dannato stalker! Me lo
ritrovo ovunque e non vorrei.”
“Oh, immagino che a Madison
è-una-tragedia-se-mi-spacco-un’-unghia non
piacerebbe e tu sei troppo presa a farle da lecchina per
contraddirla.”
“Non sono una lecchina.”
“E allora perché esci con Chris
McBridge?”
“Mi piace.”
“È solo un gorilla che si vanta di quante tizie
scopa,
vuoi davvero finire sulla sua lista?”
Io rimango in silenzio, meditando su quello che mi ha appena detto mio
fratello. Non voglio finire su quella lista, ma vorrei essere la sua
ragazza
ufficiale, ma ne vale la pena?
Voglio dire, la sua ex – Amanda – ha sempre avuto
un
sacco di corna e non era un mistero per nessuno. Forse Chris non
è il ragazzo
adatto a me, non più.
Devo comunque risponde a Maddie e sarà dura dirle che lui
non mi interessa più o che non ci ho fatto sesso.
L’adolescenza è un periodo
che fa davvero schifo, cristo!
Finisco di mangiare e – dopo aver aiutato mia madre a
lavare i piatti – scrivo un messaggio di risposta alla mia
cosiddetta amica.
La risposta arriva subito ed è piena di disappunto,
com’
è possibile che io non ci abbia fatto niente e che abbia
bevuto così poco?
Che noia!
Le rispondo che non ero dell’umore adatto e lei mi
risponde che sono una santarellina e devo iniziare a capire come gira
il mondo,
che esista una scala sociale da rispettare e blablabla.
Non le rispondo nemmeno e inizio a fare i compiti. Forse
esiste una scala sociale, ma la prof di letteratura se ne fotte e vuole
il suo
tema per domani, idem per il resto degli insegnanti.
Vogliono degli scritti o che tu sia preparata e mi va bene,
sono arrivata al punto di preferire concentrarmi sulla scuola che sulle
noiose
cazzate di Madison.
E se mi cacciasse dalla squadra?
Nah, per ora non ne ha motivo.
Esaurita la pila di roba che devo fare mi faccio una
doccia e poi guardo un po’ di tv con mio fratello, almeno non
mi fa sentire
giudicata.
“Jen, se vuoi un consiglio gratuito, molla quella gente.
Non sei come loro, ti sprechi a stare con loro, anzi ti insulti
proprio. Sei
molto più di una cheerleader a cui frega solo del proprio
fisico, hai qualcosa
in più: il cervello.
Mollale, finché ne hai ancora uno.”
“Ma sono mie amiche, Dan!”
“Un’amica ti capisce e ti supporta, non ti impone
le sue decisione e ti fa
sentire colpevole se non le rispetti. Madison non ha e non vuole
amiche, vuole
solo delle schiave.
Se poi ti piace vivere da schiava sono fatti tuoi, io ti
sto solo dando un consiglio, evento che non si ripeterà mai
più.”
“Grazie, Dan. Ci penserò, è tutto
così difficile.
Voglio dire, fino all’altro giorno mi andava bene la mia
vita, adesso mi sembra solo un casino senza senso, in cui non sono
quello che
voglio.”
“Stai crescendo o forse un solo appuntamento con il
gorilla ti ha aperto gli occhi.”
“Forse, è stato uno schifo.”
“Ma almeno ti ha aiutato, no?”
“Credi che sia così facile cambiare la propria
vita?”
“Se vuoi, sì.”
Io non dico nulla, sono sicura che domani a scuola tornerò a
essere la solita Jen
e dovrò sorbirmi le prediche di Madison.
Alla sera aiuto ancora mamma a cucinare e lavo i piatti,
poi guardo un po’ di tv in camera mia, il mio cellulare ha
due messaggi di
rimprovero di Maddie a cui non ho risposto e uno di Chris in cui tenta
di fare il
carino a cui ho risposto.
Finirà che gli darò una seconda
possibilità, sono una
cretina di prima categoria e un’insicura cosmica. Non ho le
palle di Daniel che
se ne frega del giudizio degli altri e si veste da skater e si ossigena
i
capelli, io ho paura di quello che la gente possa dire di me. Stare
insieme
alle cheerleader mi dà una certa sicurezza,
perché sono al posto più alto e
nessuno potrà mai darmi una sfigata.
Sono disposta ad accettare una vita che mi uccide
e una maschera che opprime piuttosto che
affrontare il baratro che mi aspetta se scendessi dalla cima.
Ho paura.
Ho una dannata paura.
Lo vedo cosa fanno i bulli ai perdenti, vedo quello che
fa Madison e preferisco essere dalla parte del carnefice piuttosto che
da
quella della vittima.
“Jennifer Jenkins, sei una codarda.”
Dico al mio riflesso nello specchio, che rimane muto.
Triste come non mai mi butto a letto e cado in un sonno
senza sogni né incubi, interrotto solo dalla sveglia che
suona come ogni
lunedì.
Mi faccio una doccia, stiro i capelli, mi metto una
maglia rossa corta e con una profonda scollatura, una mini di jeans
aderente e
un paio di ballerine rosse. Mi trucco e metto i libri nella borsa, poi
scendo a
fare colazione.
Dan mi guarda e scuote la testa, io abbasso gli occhi e
mi concentro sulla mia colazione: caffelatte e pancakes.
Finita quella salgo sulla mia macchina e mi dirigo verso
la Rancho Bernardo high school. Il sole brilla alto nel sole e
– nonostante sia
quasi ottobre – non fa ancora freddo.
Parcheggio la macchina al mio solito posto e vengo
raggiunta da Jess e Cheryl, Jess indossa un paio di jeans a vita bassa
e una
maglia a fiori che le lascia scoperto l’ombelico, i suoi
capelli scintillano di
riflessi blu, quindi deve essersi rifatta la tinta. Cheryl invece
indossa una
gonna scozzese e una camicia bianca a maniche corte e un paio di tacchi
altissimi. I suoi capelli caramello sono gli stessi di sempre.
“Come è andata la domenica, Jen?”
“Uhm, bene. Voi?”
“Nick mi ha portato alla sua villa a Orange County e sono
stata d i v i n a m
e n t e. Bagni in piscina e
tanto sole e poi beh, chiusi in camera.”
Mi fa l’occhiolino.
Ho capito tra una nuotata e l’altra Cheryl e Nick hanno scopato come ricci.
“Non sono riuscita a fare gli esercizi di matematica, me
li fai copiare, Jen?”
“Certo.”
“Sei un tesoro, Jen!”
Squittisce lei.
“E tu Jess?”
“Una noia mortale. Sono stata costretta ad andare a
trovare mia nonna all’ospizio.”
Cheryl si siede su una delle panchine e io gli passo il
quaderno di mate, guardandomi intorno.
Quando arriverà Maddie?