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Autore: Juuri    19/04/2015    1 recensioni
Un fascio di lettere - di lui, di lei, di entrambi.
Gestite come pagine di diario, custodite nei cassetti, nei bagagli, sotto il cuscino, tra le pagine di libri ingialliti dal tempo.
Nascoste agli occhi indiscreti del destinatario, e custodi silenziosi dei pensieri che mai sarebbero stati detti.
Ma le frasi contenute su quella vecchia pergamena esprimono molto più delle parole, e James e Lily lo sanno.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Legami di sangue
 

 

21 ottobre 1981

 

Buonasera, Tunia.
O forse, se ti arriverà con i raggi di un nuovo dì, buongiorno.

La tua lettera è arrivata con le intemperie del freddo inverno, ed è parsa lo spiraglio di una primavera che appare restia nel mostrarsi. Ne sono stata contenta.

Ma mi dispiace dirti che non posso tornare. Ho riletto le righe di quel foglio talmente tante volte da ricordarle una per una, e so qual è la richiesta dietro quei caratteri stampati.
Non ti è mai piaciuto scrivere le lettere.
Non so come tu sia riuscita a farla arrivare fin qui, ma Sirius, quando è venuto a trovarci, l'aveva tra le mani. Non so come tu sia diventata consapevole dei problemi che affliggono il mondo magico, ma ciò dimostra che non mi hai dimenticata, che non mi odi e che sei preoccupata.
Ma ne ho colto i riferimenti indiretti, e posso solo declinare l'offerta.

Quando ha visto la mia espressione, James ha sorriso del mio sorriso.

Tu non accetteresti mai James, e io non posso lasciarlo qui. Perché lo amo. Perché mi mancherebbe.
Mi mancherebbe il modo in cui, al mattino, mi rivolge un sorriso colorato dai rimasugli di sonno sul suo viso. Mi mancherebbe vederlo allacciarsi sempre la camicia con i bottoni spaiati, e a volte nemmeno accorgersene – mi preoccupo di aggiustargliela prima di uscire, perché so che lui sarebbe in grado di lasciarlo inadatta per l'intera giornata.
Mi mancherebbero i suoi occhiali che gli scivolano giù dal naso quando si addormenta sul divano, e quando provo a svegliarlo mi trascina giù con lui chiedendomi di restargli accanto.
E io resto.

Amare qualcuno va oltre la possibilità di salvare se stessi. Recide quell'egoismo che si radica negli uomini e li rende incapaci di provare sentimenti che si ancorino a qualcun altro al di fuori della concezione antropocentrica che, indissolubilmente, l'uomo ha di sé.
Amare qualcuno è essere pronti a sacrificare la tua vita per lui, o perderla insieme a lui.
Non lo lascerò da solo in tutto questo, così come lui non lascerebbe me.

Io sono felice, Tunia.
Inoltre, adesso siamo in tre.
Il piccolo Harry è tutto suo padre, ma ha il colore dei miei occhi e James è fiero di questo. Vorrei presentarti il piccolo Harry, vorrei che tu potessi amarlo come se fosse tuo figlio.
Hai un nipote, ed hai una sorella.

Ma sono anche consapevole di quale ferita al tuo orgoglio sia costato inviarmi questa lettera, e non voglio regalarti una risposta che possa urtarti. Perdonami per l'aggiunta di queste righe, ma non posso non pensare.

Ricordo un'altalena che ci dondolava, quando sembrava che fosse il vento a spingerla. Ricordo che ridevamo e ci divertivamo, prima che cambiasse tutto. Quando era ancora tutto normale – ma è sempre stato normale: lo è tutt'ora.
Volevi giocare spesso ed amavi il tè. Ti lamentavi dei peluche sul mio letto, anche se sapevi che ne ero tremendamente innamorata.
Ho ripensato spesso a quei giorni, Petunia. Ho ripensato a come le cose siano cambiate da un giorno all'altro, quando il sole, all'improvviso, è parso splendere di un'altra luce.
Mi sono chiesta più volte quale fosse la luce migliore per me, per te, per noi, e non ho mai avuto risposte. Poi ho capito: è il modo di apprezzare il mondo che caratterizza le differenze.
Non spenderò altre parole, ma voglio che tu sappia che io sono felice.
Spero che lo sia anche tu.

Non dubitare mai dell'affetto che provo nei tuoi riguardi, Petunia.
Con amore,
Lily.


Petunia si ritrovò a pensare a quanto, quella vita, l'avesse motteggiata nel peggiore dei modi, resa bersaglio facile per quell'invidia che l'aveva divorata e per quel dolore che la stava divorando.
La lettera arrivò con un ritardo che qualcun altro, al suo posto, avrebbe perdonato.
Nove giorni sono poco o niente per chi ha un lavoro che l'aspetta e una famiglia di cui occuparsi, scivolano via come la pioggia dai vetri e dopo resta solo una reminescenza dei giorni appena passati, e una vaga e piacevole sorpresa quando scorgi l'arrivo di una risposta dimenticata.
Ma Petunia conobbe come ultimo quell'arrivo, quando, insieme ad una lettera piegata alla perfezione, vi trovò delle condoglianze di persone che non aveva mai conosciuto, né avrebbe mai voluto conoscere.
Si sentì infinitamente stupida, eternamente sola.


Non solo tu hai perso una madre, quella notte a Godric's Hollow, sai? Io ho perso una sorella.

  
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