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Autore: Lights    20/04/2015    7 recensioni
Proiettili di ghiaccio si può considerare il seguito di Metodo Scientifico, ma può essere seguita anche senza aver letto la precedente storia. Un nuovo gruppo, una nuova dinamica, un cattivo invisibile che miete il panico in diverse città, e ora è approdato anche a Starling City.
Oliver si dovrà confrontare con il nuovo cattivo ma non sarà solo, al suo fianco ha una nuova squadra, e poi c'è lei: Felicity Smoak, ma sarà come prima? Scopriamolo insieme. Buona lettura, Lights.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Felicity Smoak, Oliver Queen, Roy Harper
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Proiettili di Ghiaccio

 

- 17 -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa doccia ci voleva proprio, pensò Luke, uscendo dal bagno coperto solo da un asciugamano legato in vita, mentre finiva di asciugarsi i capelli. Per fortuna è andato tutto bene. Non le è successo niente. Impazzisco a saperla girovagare da sola per la città. Sospirò rassegnato. Vagabonda! Inizio a rimpiangere il caos tranquillo di Starling City.

Si bloccò in mezzo alla stanza percependo la sua presenza. Aguzzò meglio la vista nel buio e finalmente poté scorgere la sua figura accucciata sul davanzale della grande vetrata.

Inspirò preoccupato quando i fari di un’auto illuminarono brevemente il volto cupo di Cindy. Odiava vederla immersa in un mondo in cui solo lei aveva accesso. Ogni volta lo tagliava fuori e lui detestava essere lasciato in disparte.

Si avvicinò piano. Cindy non si mosse. Luke lasciò ricadere l’asciugamano sulle spalle. Raccolse un rametto dai suoi capelli e se lo girò tra le dita.

Cindy si riscosse, scivolò con gli occhi sul corpo di Luke fino ad incrociare il suo sguardo e prese a contare mentalmente. Uno, due, tre, quattro… solo per provare a se stessa che poteva vincere quella guerra silenziosa… cinque, sei, sette… maledizione! E scappò da quegli occhi inquisitori. Lo sguardo le cadde sulla protesi meccanica del braccio per poi saettare su quella della gamba. Inclinò il viso per un attimo, aveva imparato da molto tempo a vederla come una cosa normale, ormai non notava più la differenza. Inspirò a fondo e riportò gli occhi su di lui. Una gocciolina d’acqua sul petto di Luke attirò la sua attenzione: Cindy la seguì lungo tutto il percorso fino a quando scomparve all’interno dell’asciugamano. Sgranò leggermente gli occhi quando si rese conto di essersi soffermata un po’ troppo in basso. Voltò il capo di lato per nascondere il suo imbarazzo, anche se sapeva benissimo che lui non si sarebbe fatto scappare l’occasione di stuzzicarla.

- Vestiti, prenderai freddo. - Suggerì in tono serio, con noncuranza.

- Pensavo che lo spettacolo non ti dispiacesse. Continua pure, è gratis. Se lo desideri... ti mostro la versione integrale… - Cindy riportò l’attenzione su di lui e Luke fece il gesto di togliersi l’asciugamano.

Lo sapevo! Cindy strinse le mani a pugno, imbarazzata dalla sfrontatezza dell’amico.

- Ho visto di meglio. - Lo punzecchiò con aria annoiata, voltandosi a guardare fuori dalla finestra. - Se non te ne fossi accorto, qui ho l’imbarazzo della scelta: Oliver, Dig, Bruce, per non parlare di Hal Jordan… - Si morse il labbro per non scoppiare a ridere.

Luke si avvicinò. Cindy s’immobilizzò perdendo tutto la sua spavalderia quando avvertì il calore del suo corpo e qualcosa nello stomaco le si attorcigliò. Luke appoggiò l’indice sotto il mento di Cindy e la invitò a voltarsi dalla sua parte, facendola quasi scontrare con il suo viso.

Cindy, sorpresa, indietreggiò con il capo, ritrovandosi con le spalle al muro. Era intrappola.

Luke si avvicinò ancora, lasciando tra di loro una piccola distanza. Occhi negli occhi.

Cindy aprì la bocca per dire qualcosa ma lo sguardo deciso di Luke le fece perdere l’uso della parola.

Luke sorrise, compiaciuto di avere la sua totale attenzione. Liberò il mento e scivolò con l’indice lungo il suo collo, seminando dietro di sé una scia di brividi sulla pelle. Lentamente le accarezzò la carotide, mentre i suoi occhi precedevano le dita. Percorse il bordo della scollatura della maglietta, non perdendo mai il contatto con la sua pelle, fino a quando non si soffermò sullo sterno, poco prima di raggiungere l’attaccatura del seno.

- Ti sei dimenticata di Roy. - Il dito avanzò di un passo. - Sono meglio di lui, Sin? - Puntò lo sguardo nel suo.

- Luke.

Sollevò il primo bottone che si sfilò facilmente dall’asola e passò al secondo. - Mi fermo se vuoi…

Cindy, immobile, in balia degli eventi. Perse un battito e un sospiro profondo scappò dalle sue labbra. L’incredulità dilagò nei suoi occhi.

Luke accennò un sorriso e la inchiodò ai suoi occhi. - Basta solo una parola, Sin. - Stuzzicò ancora.

Il dito raggiunse il terzo e ultimo bottone. Lo accarezzò, attese un attimo, e poi infilò il dito sotto il bottone per slacciarlo.

Cindy non disse nulla, lo sfidò con lo sguardo.

Luke sorrise, indeciso se continuare a giocare o desistere. Abbassò il capo, conscio di essersi spinto oltre e che lei non avrebbe di certo ceduto orgogliosa com'era.

Luke strinse la stoffa della maglietta tra le dita. - Sei sporca di terra… - Levò la crosta di terriccio e se la strofinò tra l’indice e il pollice, allontanandosi di un passo.

Cindy inspirò lentamente. Per un attimo aveva creduto che avrebbero infranto quella linea di confine che delimitava il loro rapporto.

- Perché sei qui, Sin? - Riportò lo sguardo su di lei.

Cindy rimase in silenzio. Luke si piegò in avanti, per portarsi ad altezza del suo viso. - Perché? - Ripeté più piano e il fiato caldo di quella parola le accarezzò la bocca.

Cindy strinse le labbra. Per stasera avevano giocato abbastanza. Sono una stupida, che cosa credevo di fare! Raccolse la giacca e lo sospinse di lato, alzandosi e maledicendosi mentalmente per essere stata talmente debole da cercare rifugio presso di lui.

Luke le bloccò la mano e l’attirò dolcemente a sé senza lasciare la presa ferrea sul polso.

- Ti ascolto.

- Io… - Cindy si bloccò, e dopo qualche istante inclinò il capo, appoggiando la fronte al petto di Luke. - Io...

Rimasero fermi in quella posizione per diversi secondi.

- Roy mi ha baciato. - Confessò infine.

 

 

 

 

 

Oliver fissò a lungo Felicity, poi si voltò senza dire niente, aprì la porta ed entrò in casa.

- Oliver, - Lo richiamò Felicity, incredula. - Clark Kent non è quello che pensiamo che sia! - Ripeté più decisa.

- Hai sentito Bruce: dobbiamo riposare, ci penseremo domani.

- Ma dobbiamo fare qualcosa, non possiamo lasciare correre, e se poi domani fosse troppo tardi per… - Oliver si voltò di scatto e le appoggiò il dito sulla bocca, bloccando la sua protesta.

- Hai bisogno di riposare. - Si avvicinò al suo viso. - Dai tregua al tuo cervello. - Le sussurrò sulle labbra. - Domani a mente fresca vedremo il da farsi. - Si fissò nei suo occhi.

Felicity cercò di interpretare quello sguardo ma non vi riuscì.

Oliver scivolò con le dita sul volto di Felicity, lentamente, segnando ogni ruga e piega della sua pelle. Felicity chiuse gli occhi, rilassandosi sotto quel tocco gentile.

Le ci volle qualche secondo prima di percepire che la mano di Oliver si era allontanata dal suo viso. Aprì gli occhi e si ritrovò quelli di lui che la osservavano seri.

- Mangia qualcosa e poi vai a dormire. - Disse Oliver e senza aggiungere altro la lasciò da sola.

- Oliver, - sussurrò piano Felicity, incredula. Si portò la mano al capo, affondando le dita nei capelli. Chiuse gli occhi cercando di capire che cosa stesse passando nella testa di Oliver.

I suoi occhi le stavano parlando ma lei si era riscoperta sorda, incapace di ascoltare quello che avevano da dire.

Sospirò profondamente, lasciando andare l’aria che aveva trattenuto in quei pochi secondi.

Ripartire da zero, pensò, ma così era anche troppo da zero.

- Bionda! - Felicity sussultò al richiamo di Hal. - Che fai lì impalata? Dai, vieni, la cena è già in tavola.

- Vorrei avere la tua velocità. - Constatò Felicity rivolgendo lo sguardo all’uomo. - Ti sei già cambiato e lavato. Perché non ho i tuoi poteri? - Chiese più a se stessa, sconsolata e spossata.

- Se vuoi, ti faccio io il bagnetto? - Hal la guardò, malizioso.

- Hal… - Lo riprese stancamente. - Non mi tentare, sono così stanca che potrei anche dirti di sì.

- Davvero?

- No!

Hal scoppiò a ridere, l’abbracciò e la guidò verso la sala da pranzo.

 

 

 

 

Luke si staccò da Cindy freddamente e si accostò alla vetrata. Incrociò le braccia al petto nascondendovi le mani chiuse a pugno.

- Sono così confusa. - Confessò Cindy.

- Non era quello che volevi?

- Sì, no… non lo so. È stato… è stato… - Chiuse gli occhi. - Diverso. - Sospirò.

Luke si voltò sorpreso per quella risposta. - Diverso?

- Non lo so, - Cindy si avvicinò alla vetrata, con lo sguardo perso. - Pensavo di provare qualcosa di

- Di?

- Diverso. - Ripeté.

Luke si grattò il capo. Osservò attentamente la ragazza con la coda dell'occhio. Inspirò silenziosamente più tranquillo. - Beh, lo immaginavo.

Cindy si girò verso di lui confusa. - Che vuoi dire?

Luke ghignò divertito. - Supponevo già che Roy baciasse da schifo, ora me ne hai dato la conferma.

Cindy gli rivolse un'occhiataccia. - Sei il solito stronzo, Luke! - Si avvicinò alla porta, stava per aprirla ma lui l’afferrò per il polso e la voltò verso di sé. - Con te non si può mai fare un discorso serio per più di un minuto. Lascia perdere, dimentica che te ne abbia parlato. - Cindy cercò di liberarsi dalla sua presa, ma lui strinse la mano più saldamente.

Luke la guardò dritta negli occhi, deciso. - Scusami.

Cindy mise di divincolarsi, rapita da quegli occhi neri, così profondi, così intensi, che si dimenticò di respirare per un attimo.

Luke le afferrò il viso tra le mani, e prese ad accarezzarle la guancia con il pollice. - Volendo si potrebbe fare un esperimento.

- Che cosa ti frulla in mente? Dovrei mettermi a baciare chiunque? - Rise divertita.

- No. Solo me.

Luke, senza darle il tempo di realizzare, la trascinò a sé e appoggiò le labbra sulla sua bocca. Dolcemente. Attese qualche secondo, lasciandole il tempo di metabolizzare la sorpresa e aspettandosi da un momento all’altro di essere colpito da un pugno, che non arrivò.

Cindy si spinse verso di lui, incrociò le braccia dietro al suo collo. L’attirò a sé per approfondire il bacio e affondò le dita nei suoi capelli.

- Sin... - Le portò i polsi sopra la testa e la bloccò con il corpo alla porta. Affondò il viso nell’incavo del suo collo inspirando profondamente il profumo della pelle. - Stai giocando con il fuoco. - Le lasciò un bacio sul collo, poi uno sotto il mento, un altro all'angolo della bocca. - L'esperimento sta funzionando?

Cindy spalancò gli occhi. - Io… - Quando si rese conto di essersi fatta coinvolgere, o meglio, travolgere dai suoi baci.

Luke avvertì la tensione del corpo di Cindy e si fermò. Riportò le sua braccia vicino al corpo. Si era spinto oltre. Idiota! Indietreggiò di un passo, dandole le spalle.

Cindy si portò la mano alla bocca, gonfia dei baci che si erano scambiati. Strinse le labbra, assaporando ancora il gusto della bocca di Luke.

- Sin, allora? È stato diverso?

Cindy scattò con gli occhi alla schiena di Luke. Aprì la bocca ma non riuscì a dire niente. Respirò a fondo per calmare il cuore che aveva preso a battere velocemente. - Vado a vedere se è pronta la cena. Rivestiti…

Luke si voltò sorpreso da quel cambio repentino di discorso. Sorrise, capendo al volo la situazione dal suo sguardo sfuggente. - Ed io che volevo presentarmi così, dici che ad Alfred gli prende un infarto?

Cindy si morse il labbro per frenare il sorriso. - Stupido, - sussurrò prima di uscire dalla stanza.

 

 

 

- Porto da mangiare a Oliver. - Propose Diggle quando ebbe finito.

- Lascia, faccio io. - Lo bloccò Felicity. - Vai pure a riposarti.

- Va bene, grazie. - Le baciò la guancia. - Notte ragazzi. - E uscì dalla stanza.

- Che peccato, sua maestà non ci ha degnato della sua presenza per la cena, ma quanto mi dispiace. - Hal si guadagnò un’occhiataccia da parte di Felicity. - Voi tre… - Riversò l'attenzione su Luke, Cindy e Roy. - Siete particolarmente silenziosi, come mai non avete detto una parola, il gatto vi ha mangiato la lingua? -

- È stata una lunga serata. - Tagliò corto Roy, lanciando un'occhiata a Cindy.

- Me ne vado a letto, sono stanca. - Cindy si alzò in piedi evitando di guardare gli altri negli occhi.

- Ti accompagno. - Propose Luke.

- Non serve che mi metti il pigiamino, papà ... - Cindy lo inchiodò alla sedia con lo sguardo.

Hal non si perse un attimo di quello scambio di battute tra i tre. Interessante, pensò strofinandosi il mento.

- Quindi, - iniziò una volta che Cindy se ne fu andata. - Avete scoperto le vostre carte. Mi avete proprio spiazzato. Non credevo, ragazzo, che ti saresti fatto avanti anche tu. - Si rivolse a Luke, gongolando.

Roy guardò in viso Luke, sorpreso.

- Hal, lasciali in pace. - Lo ammonì Felicity, terminando di riempire il vassoio per Oliver.

- Va bene, mammina. - Si stiracchiò e lanciò un’occhiata al vassoio. - Non pensi di aver un po’ esagerato? Da quello che mi ha riferito Lois, erano già arrivati al primo. - La guardò dritto negli occhi. - Ho capito. - Ghignò divertito. - Banale come scusa, Bionda, potevi inventarti qualcosa di meglio per intrufolarti in camera di Queen.

Un colorito rosso imporporò le guance di Felicity e i tre scoppiarono a ridere.

Felicity raccolse il vassoio in mano e si fermò davanti a Hal.

- Andrew non dovrebbe essere già qui a quest’ora?

Hal guardò l’orologio. - Si sarà intrattenuto con quel bocconcino della Dottoressa Snow. - Gli fece l'occhiolino. - Gli concedo un’altra ora, e se ha fatto anche solo un graffio alla mia piccolina, lo ucciderò con le mie stesse mani, te lo prometto.

- Ah no! Quello spetta solo a me. Non che lo voglia proprio uccidere, ma deve darmi ancora una spiegazione. - Disse più a se stessa. - Andate a dormire, che domani ci aspetta una lunga giornata.

 

 

 

 

Felicity bussò alla porta della camera di Oliver, senza aspettare risposta entrò e lo sorprese mentre terminava di medicarsi la spalla.

- Oh mio Dio, Oliver! - Il vassoio le cadde dalle mani quando si accorse della bacinella ricolma di garze insanguinate. - Sei ferito!

Oliver senza scomporsi, finì di mettere l'ultimo punto di sutura alla ferita.

- Perché non ti sei fatto medicare in ospedale? - Felicity nel frattempo si era avvicinata. - Lascia, - Gli tolse lo strumento dalle mani. - Finisco io.

Prese una garza pulita, la inumidì con il disinfettante e gliela passò delicatamente sulla ferita.

- Avrei dovuto dare troppe spiegazioni.

Felicity si accorse delle nuove ferite sulla schiena di Oliver. Due anni, un lasso di tempo troppo lungo da riempire.

- Mi potrai mai perdonare per essermene andata? - Chiese rendendosi finalmente conto di cosa frenava gli atteggiamenti dell'uomo nei suoi confronti.

Oliver abbassò il capo. Chiuse gli occhi e si concentrò sulle mani di Felicity che gli toccavano delicatamente la pelle, tracciando ogni sua cicatrice.

- Quando te ne sei andata, ho vissuto un periodo buio. Non c'era niente che mi fermava. Non mi importava di quanto la missione fosse pericolosa, mi buttavo a capofitto nella mischia, fino a quel giorno... per una mia mossa avventata, Roy ha rischiato di morire per colpa mia.

Felicity si fermò sulla bruciatura che correva lungo il suo fianco.

Oliver si scostò da lei e indossò la camicia.

- Hai fatto la tua scelta. - Si voltò a guardarla. Puntò gli occhi su di lei. Il suo sguardo era severo, duro, stavano tornando a galla tutti i sentimenti di rancore che aveva cercato di tenere a bada da quando aveva scoperto la verità. - Hai deciso di tagliarmi fuori dalla tua vita. Hai deciso di non fidarti di me. Come questa notte.

- Oliver... - Lo riprese sottovoce. - Non è vero.

- Invece sì, Felicity. - Si avvicinò e accolse il viso nella sua mano. - Te ne sei andata, non mi hai detto niente, perché non ti fidavi di me, non ti fidi di me, della mia capacità di scelta. Perché hai supposto che se avessi dovuto scegliere tra te e il mio essere Arrow, avrei scelto sempre e solo te. - Appoggiò la fronte alla sua. - Eravamo una squadra, eravamo partner, eravamo una cosa solo tu ed io. - Respirò a fondo. - Ora, non siamo più niente. Stasera ne ho avuto la prova.

Felicity si scostò da lui incredula. - Non puoi dire questo...

Oliver si chinò a terra a raccogliere il cibo sparso sul pavimento, dandole le spalle.

Felicity lo imitò in silenzio. Ad un tratto afferrarono nello stesso momento il pezzo di pane.

- Ho dovuto andare. Andrew era in pericolo. - Tentò Felicity. - Ho dovuto scegliere...

- Hai scelto di non coinvolgermi. Di nuovo. - Oliver la guardò serio. - Lascia, finisco io di mettere a posto.

Felicity si alzò ferita dalle sue parole. In silenzio si avvicinò alla porta, gli lanciò un'ultima occhiata e poi uscì.

 

 

 

Continua...

 

 

 

 

 

Angoletto di Lights

 

Ok, cercate di essere razionali e non uccidetemi, vi prometto che nel prossimo capitolo andrà meglio… forse, direi di no LOL.

 

Oliver non ha tutti i torti, credo che Felicity dovrà faticare un bel po’ per riacquistare i punti che ha perso con lui.

Vi confesso che questo è stato uno delle poche volte in cui mi sono ritrovata spiazzata a scrivere una storia. Classico esempio di quando un personaggio, in questo caso: Oliver, ha agito di testa sua, perché IO avevo programmato ben altra cosa!

Sempre detto io che Oliver Queen soffre di bipolarismo ;)

Stay united, ce la faremo

 

Hal Jordan, ah benedetto uomo! Se non ci fosse lui a farmi ridere, saremo tutti in fase depressiva.

Luke è sceso in campo, e lasciatemelo dire “wow!” non credevo neanche io che potesse osare così tanto e nascondere quello che in realtà prova da chissà quanto tempo per Cindy, dietro alla sua maschera canzonatoria.

Ci sarà un confronto tra Luke e Roy? Chi lo sa, è presto per dirlo.

 

 

Qualche spoileretto sul prossimo capitolo?

Vediamo un po’, che cosa dirvi, possiamo metterla così: Oliver, Lois, Clark, Felicity + ristorante + bomba e una bella scoperta.

Qualcuno rimarrà senza parole.

Ho già parlato troppo.

 

Ora tocca a voi! Quali sono le vostre aspettative? Fatevi sentire che vi amo troppo quando sclerate insieme con me ^_^

 

A lunedì ;)

 

 

 

   
 
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