Proiettili di Ghiaccio
- 17 -
Questa doccia ci
voleva proprio, pensò Luke, uscendo dal bagno coperto solo da un asciugamano
legato in vita, mentre finiva di asciugarsi i capelli. Per fortuna è andato
tutto bene. Non le è successo niente. Impazzisco a saperla girovagare da sola
per la città. Sospirò rassegnato. Vagabonda! Inizio a rimpiangere il caos
tranquillo di Starling City.
Si bloccò in
mezzo alla stanza percependo la sua presenza. Aguzzò meglio
la vista nel buio e finalmente poté scorgere la sua figura accucciata sul
davanzale della grande vetrata.
Inspirò
preoccupato quando i fari di un’auto illuminarono brevemente il volto cupo di
Cindy. Odiava vederla immersa in un mondo in cui solo lei aveva accesso. Ogni
volta lo tagliava fuori e lui detestava essere lasciato in disparte.
Si avvicinò
piano. Cindy non si mosse. Luke lasciò ricadere l’asciugamano sulle spalle.
Raccolse un rametto dai suoi capelli e se lo girò tra
le dita.
Cindy si
riscosse, scivolò con gli occhi sul corpo di Luke fino ad
incrociare il suo sguardo e prese a contare mentalmente. Uno,
due, tre, quattro… solo per provare a se stessa che poteva vincere
quella guerra silenziosa… cinque, sei, sette… maledizione! E scappò da quegli
occhi inquisitori. Lo sguardo le cadde sulla protesi meccanica del braccio per
poi saettare su quella della gamba. Inclinò il viso per un attimo, aveva
imparato da molto tempo a
vederla come una cosa normale, ormai non notava più la differenza. Inspirò a
fondo e riportò gli occhi su di lui. Una gocciolina d’acqua sul petto di Luke
attirò la sua attenzione: Cindy la seguì lungo tutto il percorso fino a quando
scomparve all’interno dell’asciugamano. Sgranò leggermente gli occhi quando si
rese conto di essersi soffermata un po’ troppo in basso. Voltò il capo di lato
per nascondere il suo imbarazzo, anche se sapeva benissimo che lui non si
sarebbe fatto scappare l’occasione di stuzzicarla.
- Vestiti,
prenderai freddo. - Suggerì in tono serio, con noncuranza.
- Pensavo che lo
spettacolo non ti dispiacesse. Continua pure, è gratis. Se lo desideri... ti
mostro la versione integrale… - Cindy riportò l’attenzione su di lui e Luke
fece il gesto di togliersi l’asciugamano.
Lo sapevo! Cindy
strinse le mani a pugno, imbarazzata dalla sfrontatezza dell’amico.
- Ho visto di
meglio. - Lo punzecchiò con aria annoiata, voltandosi
a guardare fuori dalla finestra. - Se non te ne fossi accorto, qui ho
l’imbarazzo della scelta: Oliver, Dig, Bruce, per non parlare di Hal Jordan… -
Si morse il labbro per non scoppiare a ridere.
Luke si avvicinò.
Cindy s’immobilizzò perdendo tutto la sua spavalderia quando avvertì il calore
del suo corpo e qualcosa nello stomaco le si
attorcigliò. Luke appoggiò l’indice sotto il mento di Cindy e la invitò a voltarsi dalla sua parte, facendola quasi
scontrare con il suo viso.
Cindy, sorpresa,
indietreggiò con il capo, ritrovandosi con le spalle al muro. Era intrappola.
Luke si avvicinò
ancora, lasciando tra di loro una piccola distanza. Occhi negli occhi.
Cindy aprì la
bocca per dire qualcosa ma lo sguardo deciso di Luke le fece perdere l’uso
della parola.
Luke sorrise,
compiaciuto di avere la sua totale attenzione. Liberò il mento e scivolò con
l’indice lungo il suo collo, seminando dietro di sé una scia di brividi sulla
pelle. Lentamente le accarezzò la carotide, mentre i suoi occhi precedevano le
dita. Percorse il bordo della scollatura della maglietta, non perdendo mai il
contatto con la sua pelle, fino a quando non si soffermò sullo sterno, poco
prima di raggiungere l’attaccatura del seno.
- Ti sei
dimenticata di Roy. - Il dito avanzò di un passo. - Sono meglio di lui, Sin? -
Puntò lo sguardo nel suo.
- Luke.
Sollevò il primo
bottone che si sfilò facilmente dall’asola e passò al
secondo. - Mi fermo se vuoi…
Cindy, immobile,
in balia degli eventi. Perse un battito e un sospiro profondo scappò dalle sue
labbra. L’incredulità dilagò nei suoi occhi.
Luke accennò un
sorriso e la inchiodò ai suoi occhi. - Basta solo una parola, Sin. - Stuzzicò ancora.
Il dito raggiunse
il terzo e ultimo bottone. Lo accarezzò, attese un
attimo, e poi infilò il dito sotto il bottone per slacciarlo.
Cindy non disse
nulla, lo sfidò con lo sguardo.
Luke sorrise,
indeciso se continuare a giocare o desistere. Abbassò il capo, conscio di
essersi spinto oltre e che lei non avrebbe di certo ceduto orgogliosa com'era.
Luke strinse la
stoffa della maglietta tra le dita. - Sei sporca di
terra… - Levò la crosta di terriccio e se la strofinò tra l’indice e il
pollice, allontanandosi di un passo.
Cindy inspirò
lentamente. Per un attimo aveva creduto che avrebbero infranto quella linea di
confine che delimitava il loro rapporto.
- Perché sei qui,
Sin? - Riportò lo sguardo su di lei.
Cindy rimase in
silenzio. Luke si piegò in avanti, per portarsi ad altezza del suo viso. -
Perché? - Ripeté più piano e il fiato caldo di quella
parola le accarezzò la bocca.
Cindy strinse le
labbra. Per stasera avevano giocato abbastanza. Sono una stupida, che cosa
credevo di fare! Raccolse la giacca e lo sospinse di lato, alzandosi e
maledicendosi mentalmente per essere stata talmente debole da cercare rifugio
presso di lui.
Luke le bloccò la
mano e l’attirò dolcemente a sé senza lasciare la presa ferrea sul polso.
- Ti ascolto.
- Io… - Cindy si
bloccò, e dopo qualche istante inclinò il capo, appoggiando la fronte al petto
di Luke. - Io...
Rimasero fermi in
quella posizione per diversi secondi.
- Roy mi ha
baciato. - Confessò infine.
Oliver fissò a
lungo Felicity, poi si voltò senza dire niente, aprì
la porta ed entrò in casa.
- Oliver, - Lo richiamò Felicity, incredula. - Clark Kent non è quello
che pensiamo che sia! - Ripeté più decisa.
- Hai sentito
Bruce: dobbiamo riposare, ci penseremo domani.
- Ma dobbiamo fare qualcosa, non possiamo lasciare correre, e
se poi domani fosse troppo tardi per… - Oliver si voltò di scatto e le appoggiò
il dito sulla bocca, bloccando la sua protesta.
- Hai bisogno di
riposare. - Si avvicinò al suo viso. - Dai tregua al
tuo cervello. - Le sussurrò sulle labbra. - Domani a mente fresca vedremo il da
farsi. - Si fissò nei suo occhi.
Felicity cercò di
interpretare quello sguardo ma non vi riuscì.
Oliver scivolò
con le dita sul volto di Felicity, lentamente, segnando ogni ruga e piega della
sua pelle. Felicity chiuse gli occhi, rilassandosi sotto quel tocco gentile.
Le ci volle
qualche secondo prima di percepire che la mano di Oliver si era allontanata dal
suo viso. Aprì gli occhi e si ritrovò quelli di lui che la osservavano seri.
- Mangia qualcosa
e poi vai a dormire. - Disse Oliver e senza aggiungere altro la lasciò da sola.
- Oliver, -
sussurrò piano Felicity, incredula. Si portò la mano
al capo, affondando le dita nei capelli. Chiuse gli occhi cercando di capire
che cosa stesse passando nella testa di Oliver.
I suoi occhi le
stavano parlando ma lei si era riscoperta sorda, incapace di ascoltare quello
che avevano da dire.
Sospirò
profondamente, lasciando andare l’aria che aveva trattenuto in quei pochi
secondi.
Ripartire da
zero, pensò, ma così era anche troppo da zero.
- Bionda! -
Felicity sussultò al richiamo di Hal. - Che fai lì
impalata? Dai, vieni, la cena è già in tavola.
- Vorrei avere la
tua velocità. - Constatò Felicity rivolgendo lo sguardo all’uomo. - Ti sei già
cambiato e lavato. Perché non ho i tuoi poteri? - Chiese più a se stessa,
sconsolata e spossata.
- Se vuoi, ti
faccio io il bagnetto? - Hal la guardò, malizioso.
- Hal… - Lo
riprese stancamente. - Non mi tentare, sono così stanca che potrei anche dirti
di sì.
- Davvero?
- No!
Hal scoppiò a
ridere, l’abbracciò e la guidò verso la sala da pranzo.
Luke si staccò da
Cindy freddamente e si accostò alla vetrata. Incrociò le braccia al petto
nascondendovi le mani chiuse a pugno.
- Sono così
confusa. - Confessò Cindy.
- Non era quello
che volevi?
- Sì, no… non lo
so. È stato… è stato… - Chiuse gli occhi. - Diverso. - Sospirò.
Luke si voltò
sorpreso per quella risposta. - Diverso?
- Non lo so, -
Cindy si avvicinò alla vetrata, con lo sguardo perso. - Pensavo di provare
qualcosa di…
- Di?
- Diverso. -
Ripeté.
Luke si grattò il
capo. Osservò attentamente la ragazza con la coda dell'occhio. Inspirò
silenziosamente più tranquillo. - Beh, lo immaginavo.
Cindy si girò
verso di lui confusa. - Che vuoi dire?
Luke ghignò
divertito. - Supponevo già che Roy baciasse da schifo, ora me ne hai dato la conferma.
Cindy gli rivolse
un'occhiataccia. - Sei il solito stronzo, Luke! - Si avvicinò alla porta, stava
per aprirla ma lui l’afferrò per il polso e la voltò verso di sé. - Con te non
si può mai fare un discorso serio per più di un minuto. Lascia
perdere, dimentica che te ne abbia parlato. - Cindy cercò di liberarsi
dalla sua presa, ma lui strinse la mano più saldamente.
Luke la guardò
dritta negli occhi, deciso. - Scusami.
Cindy mise di
divincolarsi, rapita da quegli occhi neri, così profondi, così intensi, che si
dimenticò di respirare per un attimo.
Luke le afferrò
il viso tra le mani, e prese ad accarezzarle la guancia con il pollice. -
Volendo si potrebbe fare un esperimento.
- Che cosa ti
frulla in mente? Dovrei mettermi a baciare chiunque? - Rise divertita.
- No. Solo me.
Luke, senza darle
il tempo di realizzare, la trascinò a sé e appoggiò le
labbra sulla sua bocca. Dolcemente. Attese qualche secondo, lasciandole il
tempo di metabolizzare la sorpresa e aspettandosi da un momento all’altro di
essere colpito da un pugno, che non arrivò.
Cindy si spinse
verso di lui, incrociò le braccia dietro al suo collo. L’attirò a sé per
approfondire il bacio e affondò le dita nei suoi capelli.
- Sin... - Le
portò i polsi sopra la testa e la bloccò con il corpo alla porta. Affondò il
viso nell’incavo del suo collo inspirando profondamente il profumo della pelle.
- Stai giocando con il fuoco. - Le lasciò un bacio sul collo, poi uno sotto il
mento, un altro all'angolo della bocca. - L'esperimento sta funzionando?
Cindy spalancò
gli occhi. - Io… - Quando si rese conto di essersi fatta coinvolgere, o meglio,
travolgere dai suoi baci.
Luke avvertì la
tensione del corpo di Cindy e si fermò. Riportò le sua
braccia vicino al corpo. Si era spinto oltre. Idiota! Indietreggiò di un passo,
dandole le spalle.
Cindy si portò la
mano alla bocca, gonfia dei baci che si erano scambiati. Strinse le labbra,
assaporando ancora il gusto della bocca di Luke.
- Sin, allora? È
stato diverso?
Cindy scattò con
gli occhi alla schiena di Luke. Aprì la bocca ma non riuscì a dire niente.
Respirò a fondo per calmare il cuore che aveva preso a battere velocemente. -
Vado a vedere se è pronta la cena. Rivestiti…
Luke si voltò
sorpreso da quel cambio repentino di discorso. Sorrise,
capendo al volo la situazione dal suo sguardo sfuggente. - Ed io che
volevo presentarmi così, dici che ad Alfred gli prende
un infarto?
Cindy si morse il
labbro per frenare il sorriso. - Stupido, - sussurrò prima di uscire dalla
stanza.
- Porto da
mangiare a Oliver. - Propose Diggle quando ebbe finito.
- Lascia, faccio
io. - Lo bloccò Felicity. - Vai pure a riposarti.
- Va bene,
grazie. - Le baciò la guancia. - Notte ragazzi. - E uscì dalla stanza.
- Che peccato,
sua maestà non ci ha degnato della sua presenza per la cena, ma quanto mi
dispiace. - Hal si guadagnò un’occhiataccia da parte di Felicity. - Voi tre… -
Riversò l'attenzione su Luke, Cindy e Roy. - Siete particolarmente silenziosi,
come mai non avete detto una parola, il gatto vi ha mangiato la lingua? -
- È stata una
lunga serata. - Tagliò corto Roy, lanciando un'occhiata a Cindy.
- Me ne vado a
letto, sono stanca. - Cindy si alzò in piedi evitando di guardare gli altri
negli occhi.
- Ti accompagno.
- Propose Luke.
- Non serve che
mi metti il pigiamino, papà ... - Cindy lo inchiodò
alla sedia con lo sguardo.
Hal non si perse
un attimo di quello scambio di battute tra i tre. Interessante, pensò
strofinandosi il mento.
- Quindi, - iniziò una volta che Cindy se ne fu andata. - Avete
scoperto le vostre carte. Mi avete proprio spiazzato. Non credevo,
ragazzo, che ti saresti fatto avanti anche tu. - Si rivolse a Luke, gongolando.
Roy guardò in
viso Luke, sorpreso.
- Hal, lasciali
in pace. - Lo ammonì Felicity, terminando di riempire il
vassoio per Oliver.
- Va bene,
mammina. - Si stiracchiò e lanciò un’occhiata al vassoio. - Non pensi di aver
un po’ esagerato? Da quello che mi ha riferito Lois, erano già arrivati al
primo. - La guardò dritto negli occhi. - Ho capito. -
Ghignò divertito. - Banale come scusa, Bionda, potevi inventarti qualcosa di
meglio per intrufolarti in camera di Queen.
Un colorito rosso
imporporò le guance di Felicity e i tre scoppiarono a
ridere.
Felicity raccolse
il vassoio in mano e si fermò davanti a Hal.
- Andrew non
dovrebbe essere già qui a quest’ora?
Hal guardò
l’orologio. - Si sarà intrattenuto con quel bocconcino della Dottoressa Snow. -
Gli fece l'occhiolino. - Gli concedo un’altra ora, e se ha fatto anche solo un
graffio alla mia piccolina, lo ucciderò con le mie
stesse mani, te lo prometto.
- Ah no! Quello
spetta solo a me. Non che lo voglia proprio uccidere, ma deve darmi ancora una
spiegazione. - Disse più a se stessa. - Andate a dormire, che domani ci aspetta una lunga giornata.
Felicity bussò
alla porta della camera di Oliver, senza aspettare risposta entrò e lo sorprese
mentre terminava di medicarsi la spalla.
- Oh mio Dio,
Oliver! - Il vassoio le cadde dalle mani quando si accorse della bacinella
ricolma di garze insanguinate. - Sei ferito!
Oliver senza
scomporsi, finì di mettere l'ultimo punto di sutura alla ferita.
- Perché non ti
sei fatto medicare in ospedale? - Felicity nel frattempo si era avvicinata. -
Lascia, - Gli tolse lo strumento dalle mani. - Finisco io.
Prese una garza
pulita, la inumidì con il disinfettante e gliela passò
delicatamente sulla ferita.
- Avrei dovuto
dare troppe spiegazioni.
Felicity si
accorse delle nuove ferite sulla schiena di Oliver. Due anni, un lasso di tempo troppo lungo da riempire.
- Mi potrai mai
perdonare per essermene andata? - Chiese rendendosi finalmente conto di cosa
frenava gli atteggiamenti dell'uomo nei suoi confronti.
Oliver abbassò il
capo. Chiuse gli occhi e si concentrò sulle mani di Felicity che gli toccavano
delicatamente la pelle, tracciando ogni sua cicatrice.
- Quando te ne
sei andata, ho vissuto un periodo buio. Non c'era niente che mi fermava. Non mi importava di quanto la missione fosse pericolosa, mi
buttavo a capofitto nella mischia, fino a quel giorno... per una mia mossa
avventata, Roy ha rischiato di morire per colpa mia.
Felicity si fermò
sulla bruciatura che correva lungo il suo fianco.
Oliver si scostò
da lei e indossò la camicia.
- Hai fatto la
tua scelta. - Si voltò a guardarla. Puntò gli occhi su di lei. Il suo sguardo
era severo, duro, stavano tornando a galla tutti i sentimenti di rancore che
aveva cercato di tenere a bada da quando aveva scoperto la verità. - Hai deciso
di tagliarmi fuori dalla tua vita. Hai deciso di non fidarti di me. Come questa
notte.
- Oliver... - Lo
riprese sottovoce. - Non è vero.
- Invece sì,
Felicity. - Si avvicinò e accolse il viso nella sua mano. - Te ne sei andata,
non mi hai detto niente, perché non ti fidavi di me, non ti fidi
di me, della mia capacità di scelta. Perché hai supposto che se avessi dovuto
scegliere tra te e il mio essere Arrow, avrei scelto sempre e solo te. -
Appoggiò la fronte alla sua. - Eravamo una squadra, eravamo partner, eravamo
una cosa solo tu ed io. - Respirò a fondo. - Ora, non siamo
più niente. Stasera ne ho avuto la prova.
Felicity si
scostò da lui incredula. - Non puoi dire questo...
Oliver si chinò a
terra a raccogliere il cibo sparso sul pavimento, dandole le spalle.
Felicity lo imitò in silenzio. Ad un tratto
afferrarono nello stesso momento il pezzo di pane.
- Ho dovuto andare. Andrew era in pericolo. - Tentò Felicity.
- Ho dovuto scegliere...
- Hai scelto di
non coinvolgermi. Di nuovo. - Oliver la guardò serio.
- Lascia, finisco io di mettere a posto.
Felicity si alzò
ferita dalle sue parole. In silenzio si avvicinò alla porta, gli
lanciò un'ultima occhiata e poi uscì.
Continua...
Angoletto di Lights
Ok, cercate di essere razionali e non uccidetemi, vi prometto che nel
prossimo capitolo andrà meglio… forse, direi di no LOL.
Oliver non ha
tutti i torti, credo che Felicity dovrà faticare un bel po’ per riacquistare i
punti che ha perso con lui.
Vi confesso che
questo è stato uno delle poche volte in cui mi sono ritrovata spiazzata a
scrivere una storia. Classico esempio di quando un personaggio, in questo caso:
Oliver, ha agito di testa sua, perché IO avevo
programmato ben altra cosa!
Sempre detto io
che Oliver Queen soffre di bipolarismo ;)
Stay united, ce la faremo
Hal Jordan, ah
benedetto uomo! Se non ci fosse lui a farmi ridere, saremo tutti in fase
depressiva.
Luke è sceso in
campo, e lasciatemelo dire “wow!” non credevo neanche io che potesse osare così
tanto e nascondere quello che in realtà prova da chissà quanto tempo per Cindy,
dietro alla sua maschera canzonatoria.
Ci sarà un
confronto tra Luke e Roy? Chi lo sa, è presto per dirlo.
Qualche spoileretto sul prossimo capitolo?
Vediamo un po’,
che cosa dirvi, possiamo metterla così: Oliver, Lois, Clark, Felicity +
ristorante + bomba e una bella scoperta.
Qualcuno rimarrà
senza parole.
Ho già parlato
troppo.
Ora tocca a voi!
Quali sono le vostre aspettative? Fatevi sentire che
vi amo troppo quando sclerate insieme con me ^_^
A lunedì ;)