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Autore: foodporv    20/04/2015    1 recensioni
«Allora? Com'è questo Ludwig?»
«Non lo conosco un granché, però mi sembra un tipo a posto»
«Ti piace?»
«Non lo so, Zayn. Sicuramente è un bel ragazzo, ma si vedrà col tempo»
«Mh...»
«Cosa “mh”?»
«Eh? No, niente, tranquilla»
«Dai, dimmi»
«È che l'idea che tu esca con quello lì non mi fa impazzire, mi piacerebbe essere al suo posto. Molto»
«...»
«Non dici niente?»
«Sei brillo, Zayn. Domani non ti ricorderai nulla di questa conversazione»
«Forse»
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologue



«Basta, non ce la faccio!»
Jasmine Lawson strappò la pagina dal blocco, l'appallottolò e la lanciò verso il cestino, mancandolo disastrosamente. Così l'undicesimo, fallimentare tentativo di iniziare il tema “Re Lear: peccatore o vittima del peccato?” andò ad aggiungersi agli altri dieci in un angolo della stanza.
Prese un elastico dal comò accanto al letto e si legò i capelli. Decise di concedersi una meritata pausa e quindi di andare al piano inferiore per farsi uno spuntino.
Da due anni circa, Jasmine condivideva un appartamento modesto posto su due piani con l'amica Lyla, anche lei studentessa universitaria, che in quel momento si stava gustando un'insalata leggera nella loro cucina. 
Lyla alzò lo sguardo dalla sua insalata e guardò l'amica, che aveva un'espressione stanca stampata in viso. 

«Pare ti sia morto il gatto» esalò, continuando poi a masticare lentamente. 
«Ti ringrazio, tu sì che sai come farmi sentire meglio!» esclamò ironica Jasmine, rubandole un pomodoro dal piatto, guadagnandosi un'occhiataccia da parte della ragazza di fronte a lei che si sistemò una ciocca di capelli mori dietro le orecchie.
Le volte in cui la sua autostima decideva di abbandonarla, Jasmine si ritrovava ad invidiare la bellezza di Lyla. Non che si si sentisse una brutta ragazza 
era abbastanza sicura di sé per potersi definire almeno "carina" , ma avere la carnagione leggermente scura e gli occhi grandi dell'amica non le sarebbe dispiaciuto, ecco.
«Come prosegue con Shakespeare?» le chiese Lyla, non che fosse veramente interessata. In quel momento le priorità erano la sua insalata e il dannato pomodorino che non ne voleva sapere di infilzarsi nella sua forchetta, perciò lo prese con le mani, portandoselo alla bocca.
«Lo odio con tutto il cuor» borbottò Jasmine, aprendo una confezione di crackers e iniziando a schianocchiarne un pezzo. 
«Comunque stasera si va a casa dei ragazzi e non accetto un no come risposta» si affrettò a dire Lyla con un sorriso sbarazzino. 
«Sì capo! imitò il saluto militare Ho proprio bisogno di un po' di svago» 
«Come va con Payne?» chiese poi curiosa e impaziente di ricevere una risposta dalla castana
«Come vuoi che vada? Mi piace, lui lo sa benissimo ma non ho idea di che diavolo gli passi per la testa e, niente... È complicato, Jas» le spiegò, concludendo con un'alzata di spalle e portandosi alla bocca una forchettata di insalata.
Jasmine sbuffò, guardando l'amica: non capiva dove fosse la complicazione di cui tanto parlava, ma in ogni caso farlo sapere a Lyla avrebbe acceso una discussione inutile, dato che alla fine l'avrebbe data vinta a lei, perciò risparmiò fiato e forze 
avendone già poche. 
«Tu invece? Che mi dici di... Ludwig?» Lyla pronunciò quel nome quasi con disprezzo ma la castana, che ormai sapeva il perché, fece finta di niente.
Ludwig era un ragazzo dal lieve accento tedesco che frequentava la facoltà di filosofia insieme a lei e che le aveva chiesto di uscire. L'aveva conosciuto durante una pausa tra un corso e l'altro: sbadata com'era, si era lasciata sfuggire uno dei suoi fogli per gli appunti e lui gentilmente gliel'aveva raccolto, consegnandoglielo. I suoi occhi azzurri le avevano trasmesso benessere e serenità e tra un ringraziamento e l'altro, lui l'aveva invitata a prendere insieme un caffè; dopo il caffè c'era stato un pranzo e da una settimana circa Jasmine si era ritrovata un bel tedesco dalla chioma dorata che le faceva la corte.

«Ci sentiamo qualche volta per messaggio, ma per ora non è niente di serio» le spiegò, fissandola in attesa di una sua risposta o reazione.
«Tanto lo sai come la penso a riguardo...» borbottò Lyla, mettendo su un broncio che la faceva sembrare una bambina e alludendo ad un discorso che le due avevano precedentemente affrontato più e più volte.
«Lo stesso vale per te: anche tu sai come la penso a riguardo. E poi è molto più complesso di come la fai sembrare, Lyla. Quel ragazzo è incapibile, dio! Non ha senso rimanere con le mani in mano e che... che ne so, intervenga lo spirito santo» le riservò un'occhiata dura stirando le labbra carnose.
«Se lo dici tu»



 
Nuovo messaggio
Ore: 15.33 / Da: Amber
“Sono fuori con Ilyas

Zayn Malik lesse il messaggio della sua ex-ragazza e si diresse verso la porta d'entrata. Il corpo asciutto era fasciato da una maglietta rossa e dei pantaloni grigi di una vecchia tuta gli coprivano le gambe magre. Indossò alla bell'e meglio le sue sneakers e percorrendo velocemente la breve rampa di scale che divideva casa sua al mondo esterno, arrivò fuori.
Vide una Citroën c2 parcheggiata in modo approssimativo e la raggiunse a passo svelto, impaziente di rivedere quella piccola peste.
Essere genitori a soli vent'anni poteva essere un'impresa ardua: le responsabilità erano maggiori rispetto alla maturità raggiunta, però Zayn, dal canto suo, se l'era cavata discretamente. Il piccolo Ilyas Malik, di quasi tre anni, era la gioia più grande della sua vita.
La figura di Amber con in braccio suo figlio gli si avvicinò: 
«Attento, dorme» lo avvisò a bassa voce senza aggiungere altro, consegnandoglielo fra le braccia muscolose.
I rapporti con la madre di suo figlio erano finiti in modo piuttosto brusco, perciò questi si limitavano ad esistere solo quando il piccolo veniva portato a casa di uno o dell'altra e in altre rare occasioni.
Ne era ancora innamorato?
Di certo provava dell'affetto per lei, d'altronde aveva davanti la prima ragazza di cui si era innamorato ed era comunque la madre di suo figlio, ma oltre a quello poteva sinceramente affermare di non provare più amore. Voleva il suo bene, sì, ma nient'altro.

«Tutto bene?» le domandò Zayn con tono gentile, scrutandola attentamente. Il moro aveva cercato in tutti i modi di rendere tutta quella situazione pressoché civile e pacifica, per il bene di Ilyas e per la serenità di tutti, ma Amber con le sue occhiate fredde e ricche di rancore rendeva il tutto difficile e complicato.
«Sì, grazie, tu?» chiese a sua volta Amber, indossando gli occhiali da sole, nonostante fosse pomeriggio e non ce ne fosse bisogno: voleva proprio renderlo palese che ce l'aveva a morte con Zayn. Ma per cosa, poi?
«Anch'io» rispose pacato e rassegnato all'idea di poter intavolare con lei una conversazione degna di quel nome.
«Ci vediamo domenica, allora. Ciao» concluse Amber, dopo aver consegnato le cose di Ilyas al moro. Andò al posto del guidatore e sfrecciò via senza nemmeno dare il tempo al moro di ricambiare il saluto, facendolo sbuffare frustrato.
Zayn tornò in casa e si diresse subito nella sua camera per posare il corpo esile di Ilyas nel suo lettino e lasciarlo riposare, anche se in quel momento neppure i petardi avrebbero potuto svegliarlo. In quello aveva proprio preso da lui: quei due non dormivano, andavano in letargo.
«Com'è andata? Con Amber, intendo» sentì la voce del suo amico Louis, senza però scorgerne la figura, essendo girato di spalle.
Louis Tomlinson era appoggiato allo stipite della porta ed osservava l'amico mettere a letto il figlio. I capelli castani erano disordinati ma seguivano un loro criterio e ricadevano sulla sua fronte, lasciando vedere poco dei suoi occhi azzurri. Le braccia muscolose erano conserte, il petto scoperto e le gambe fasciate da dei pantaloncini della squadra calcistica del suo vecchio liceo. 

«Incazzata come al solito» ridacchiò il moro, scherzandoci su. «Ormai ci si fa l'abitudine» aggiunse, alzando poi le spalle. 
«Amico, non t'invidio» commentò Louis, avvicinandosi e dandogli una pacca sulla spalla.
Zayn spense le luci, lasciò socchiusa la porta della sua camera come era solito fare ogni volta che ci dormiva Ilyas e si diresse in soggiorno seguito dall'amico.

«Partita a FIFA?» chiese Zayn con sorriso complice, sapendo che il castano non avrebbe mai e poi mai declinato la proposta.
«Ti faccio mangiare la merda, Malik»
«Ma sta' zitto, coglione»






«Harry toglimi immediatamente quelle mani dalla faccia. Chissà che cosa ci hai fatto prima di toccarmi!» quasi strillò Lyla, facendo ridere sguaiatamente il riccio, Niall e Louis. Liam aveva appena staccato dal lavoro e sarebbe arrivato di lì a poco, cosa che metteva in ansia la castana.
Erano tutti riuniti in casa Tomlinson-Malik per la famosa serata tra amici e Harry Styles si stava divertendo a stuzzicare la povera Lyla, continuando a farle stupidi dispetti, ai quali però la ragazza abboccava.
Chi seduto sul divano e chi sul tappeto, tutti attendevano che Jasmine finisse di preparare i pop corn per poi guardarsi un film horror, ignorando bellamente le proteste delle due ragazze che avrebbero di gran lunga preferito una commedia.
La castana fece capolino nel salotto con due ciotole piene di pop corn e patatine in mano e un ampio sorriso stampato in viso. 

«Il resto è sul tavolo, le gambe ce le avete e sapete anche dov'è la cucina» mormorò Jasmine con sorriso sornione, indicando la cucina col capo.
Si andò a sedere sul divano accanto a Zayn che subito le rubò la ciotola piena di pop corn iniziando a sgranocchiarne una manciata.

«No, ma fai pure, tranquillo» borbottò Jasmine fintamente infastidita, dandogli una pacca all'altezza del petto. Zayn la ignorò e le cinse le spalle con un braccio, dandole un sonoro bacio sulla guancia e sussurrandole un «Hai un buon profumo» che la fece arrossire.
Quel momento venne interrotto dalla vibrazione insistente del suo cellulare che aveva messo nella tasca anteriore dei suoi jeans e «Ludwig? Chi è Ludwig?» domandò il moro, avendo scorto il nome dal display.
Jasmine gli fece segno di aspettare, si alzò e si mise in corridoio, concedendosi di rispondere alla chiamata con tranquillità e soprattutto senza gli occhi di Zayn addosso che la mettevano in soggezione.

«Ludwig!»
«Ehi Jas, come stai?» le domandò lui, con voce pimpante. La castana poteva immaginarlo con un ampio sorriso.
«Tutto a posto, tu?»
«Bene, grazie. Senti, scusa il disturbo  sentì uno sghignazzare nervoso  Volevo chiederti se una sera di queste ti andrebbe di uscire a mangiare qualcosa... Insomma, sì, sarebbe un appuntamento» Jasmine non poté far altro che sorridere per il suo fare così impacciato ma lusinghiero nel contempo.
«Sì, voglio dire... Perché no? Ti faccio sapere che giorno sono libera: sai, lo studio mi tira via un sacco di tempo, perciò ti avviso io» rispose, cercando di non far trapelare troppo entusiasmo dalla voce.
«Okay, allora ci vediamo una di queste sere. Ci conto, sai!  ridacchiò  Ci sentiamo!»
«Ciao Ludwig!» e attaccò. Fissò per qualche secondo lo schermo del suo cellulare con un ampio sorriso stampato in volto e poté sentire le gote arrossarsi.
Tornò in soggiorno e trovò tutti 
 o quasi  a fissarla con sguardo malizioso ed il primo a proferir parola fu Harry: «Hai capito Jas... Se la fa coi crucchi» mosse le sopracciglia su e giù in un modo che Jasmine trovò inquietante, ma non lo cagò di striscio. Come faceva a sapere che era tedesco? Si girò in direzione di Lyla, lanciandole un'occhiata severa, poi si risedette alla sua postazione d'origine.
«Styles, piantala di fare la pettegola. Io non me la faccio con nessuno, non conosco nemmeno il suo cognome» disse, lanciandogli un pop corn tra i ricci folti.





«Allora? Com'è questo Ludwig?»
«Non lo conosco un granché, però mi sembra un tipo a posto»
«Ti piace?»
«Non lo so, Zayn. Sicuramente è un bel ragazzo, ma si vedrà col tempo»
«Mh...»
«Cosa “mh”?»
«Eh? No, niente, tranquilla»
«Dai, dimmi»
«È che l'idea che tu esca con quello lì non mi fa impazzire, mi piacerebbe essere al suo posto. Molto»
«...»
«Non dici niente?»
«Sei brillo, Zayn. Domani non ti ricorderai nulla di questa conversazione»
«Forse»








 
Yeeeah buddy!
La colpa del fatto che io abbia pubblicato questo prologo - e in generale che mi sia venuta in mente questa storia - va a
holding onto you dei 21 pilots perché quella canzone è meravigliosa!
Bon, è una storia dalla trama diversa dalle solite, che spero non vi sembri banale, perciò mi auguro di avervi incuriositi, specialmente con la parte finale.
Mi auguro che questo prologo vi sia piaciuto almeno un po', in ogni caso mi piacerebbe sentire un vostro parere che non fa mai schifo ahah :)
Un abbracco grande, 
Enrica

(@social)
 
 
  
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