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Autore: Bellatrix    17/02/2005    0 recensioni
Ciao! è la mia prima ff originale, e soprattutto la prima a capitoli. Non lasciatevi ingannare dal titolo, la storia non parla di api! parla di un gruppo musicale, i the bees, appunto, formato da ragazzi molto diversi tra loro ma anche molto amici... spero vi piaccia! un bacio
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The Bees

The Bees

 

di Bellatrix

 

 

Capitolo 6

 

 

Carolina stava disperatamente cercando di azionare il microonde senza demolire la cucina quando il telefono squillò.

 

^Accidenti, proprio ora!^

 

Appoggiò il piatto sul tavolo, decisamente in bilico, e afferrò il telefono.

 

“Pronto?”

 

“Allora, tesoro, come va? Sei riuscita a scaldare la pasta?” chiese la voce di sua madre.

 

Mmm bene… diciamo che… ho quasi fatto!” rispose lei, notando solo allora la posizione pericolante del piatto. “E tu, come va il primo giorno di lavoro?”

 

“Oh, tesoro, sono tutti così gentili! Si sono presentati, e sembrano davvero simpatici!” disse Gianna entusiasta.

 

Carolina suppose che stesse parlando dei suoi colleghi. “Bene! Ehm, mamma scusa… devo proprio andare!” lanciò un occhiata al tavolo: la pasta stava scivolando tutta da un lato, inclinando pericolosamente il piatto.

 

^Fa che non cada, ti prego, fa che non cada!^ pregò.

 

“Aspetta, non mi hai detto come è andata a scuola!”

 

“Bene, bene mamma…ora scusa, ma devo proprio…”

 

^Resta lì, per favore! Per favore!^ ordinò mentalmente al piatto, preoccupata al pensiero di rimanere senza pranzo.

 

“Sì, d’accordo, vai a mangiare. Buon appetito!”

 

“Grazie mamma! A dopo!” detto questo corse a spostare il piatto, appena in tempo.

 

In realtà non le fu di molto aiuto, visto che non sapeva come accendere il forno. Forse doveva provare a premere quel pulsantino verde, proprio lì sotto.

 

Fatto.

 

Non successe niente.

 

Provò ancora, questa volta con maggiore forza.

 

Ecco, finalmente si accese. Infilò dentro il piatto. Tempo di cottura: 10 minuti. Gradi? Quanti doveva metterne? 60? 150? 230? Mah… mise la freccetta sul 200 e andò in soggiorno a vedere un po’ di tivù mentre aspettava.

 

Durante la pubblicità di RoomRaiders su mtv comparve uno spot della Banca Popolare di Milano, che fece ricordare a Carolina il lavoro di Gianna: era stata assunta come consulente finanziaria o qualcosa del genere alla Banca di Bergamo, visto che aveva già avuto altre esperienze nel campo. A quanto pare la pagavano anche piuttosto profumatamente, il che non era certo un male.

 

La voce fuoricampo annunciò: “Chi sceglierà Tom? Jenna, Amy o Theresa? Lo scopriremo fra qualche istante!” e Carolina si concentrò sul programma, dimenticando il resto.

 

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Giuditta stava preparandosi qualche cosa da mangiare in cucina, quando le cadde lo sguardo sulla ringhiera del suo balcone. Istintivamente alzò lo sguardo verso la finestra di fronte, come era abituata a fare sperando di scorgere Simone.

 

Quel giorno, invece, non aveva nessuna voglia di vederlo. Dopo la giornata di venerdì, era arrivata alla conclusione che Simone poteva essere simpatico, carino e tutto il resto, ma a cantare proprio non era portato. Non quanto Luca, comunque.

 

Il motivo per cui non voleva incontrarlo era che si sentiva terribilmente in imbarazzo: per tutto il tragitto da casa dell’amico alla loro non aveva fatto altro che chiederle se le canzoni le piacevano. E lei, da brava, rispondeva: “Certo, sono fantastiche!”.

 

Peccato che le cose non stessero esattamente così: le ore passate in quella stanza erano tra le peggiori della sua vita. Odiava quel tipo di musica, ma sperava di potersela cavare per un paio d’ore, soprattutto perché era con Simone, ma si erano rivelate ben più di due ore. Erano ormai le nove quando ebbero finito di suonare le loro canzoni, e per fortuna avevano concluso che le altre otto avrebbero potuto fargliele ascoltare una prossima volta.

 

E così Giuditta si era alzata, completamente rimbambita, dal suo sgabello e si era scusata dicendo che era tardi, che le dispiaceva un sacco ma doveva proprio andarsene. Per fortuna, Simone si era offerto di accompagnarla.

 

La ragazza aveva sperato che, quando fossero stati soli, le cose si sarebbero fatte più interessanti. Aveva anche cercato di incoraggiarlo, ma Simone sembrava non recepire il messaggio.

 

Ovviamente a Elena non l’aveva detto, ma era un po’ delusa. Non che Simone non le piacesse più, ovvio, anzi sperava sempre che la invitasse a uscire.

 

E comunque, l’indomani avrebbe avuto le prove con Elena e gli altri due, Ale e Luca, e si sarebbe tirata un po’ su il morale.

 

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Elena si sedette al tavolo della cucina, depressa. Il giorno dopo aveva un test di greco, e non aveva ancora iniziato a ripassare.

 

A Elena il greco piaceva, ma ripassare il programma di un anno in un pomeriggio non era esattamente il suo ideale di divertimento.

 

Aprì il libro a pagina 6,L’alfabeto greco e le sue particolarità. Che stupidaggine. Sapeva a memoria perfettamente l’alfabeto: alfa, beta, e così via. Forse però era il caso di rivedersi la scrittura. La prof aveva consigliato di scrivere una parola italiana con la scrittura greca, tanto per essere sicuri.

 

La ragazza prese carta e penna e cominciò a scarabocchiare qualche parola.

 

...Elena Molinis....

 

...Qe Bees...

 

...No Doubt...

 

Ma sì, si ricordava anche quello.

Girò le pagine in fretta, dando appena un’occhiata a ciò che vi era scritto, fino ad arrivare all’argomento che cercava:La prima declinazione’. La parola scelta era melissa, cioè ape. Elena sorrise fra sé. Essendo una componente dei The Bees, avrebbe dovuto chiamarsi Melissa! Bè, d’accordo, era un nome orrendo, però avrebbe avuto senso!

 

Stava rileggendo la pagina, quando il cellulare iniziò a vibrare, producendo un rumore fastidioso sulla scrivania di vetro. Lo prese in mano, e vide che le era arrivato un messaggio.

 

Diceva: ciao bellissima! cm va? volevo sl chiederti se le prove d domani sn confermate! bacioni ale’.

 

Elena rimase interdetta. Bellissima? Bacioni? Da dove veniva questo slancio di affetto?

 

Senza stare a pensarci troppo, scrisse velocemente una risposta affermativa e appoggiò il cellulare.

 

Meno di un minuto dopo, con sua sorpresa, il cellulare si mosse di nuovo. Era ancora Alessandro. Questa volta aveva scritto:bene! nn vedo l’ora d rivederti! a proposito, dp le prove 6 libera? potremmo andare al cinema insieme! rix presto!’.

 

Elena rilesse il messaggio, stupita.

 

Andare al cinema insieme? Con Alessandro? Da soli? Bè, magari si poteva fare, tanto erano solo amici. Ma, un attimo dopo averlo pensato, le venne in mente una certa persona.

 

Carolina. La ragazza di Ale.

 

Difficilmente sarebbe stata d’accordo, anche se Elena e Alessandro erano amici fin da bambini, e poi alla ragazza non piaceva molto l’idea di stare da sola con lui per così tanto tempo… ma, d’altronde, andare a vedere un bel film non era una cattiva idea… alla fine Elena decise di acconsentire, e mandò un messaggio al ragazzo.

 

D’altronde, non faceva nulla di male, no?

 

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Carolina, seduta sul suo divano, guardava la televisione, ancora in attesa che il suo piatto fosse pronto.

 

Federico, il vee-j di Trl, stava annunciando la posizione numero 8, Guilty dei The Rasmus.

 

Fare il vee-j non sembrava un compito particolarmente difficile: dovevi semplicemente sorridere alla telecamera e annunciare le posizioni della classifica. E in più, eri ben pagato, avevi persone che si occupavano del tuo aspetto, partecipavi agli eventi musicali più importanti ed eri popolare.

 

Magari sarebbe potuta diventare una vee-j!

 

Si immaginava già sorridente e sicura di sé che dialogava amichevolmente con artisti del calibro di Britney Spears, Robbie Williams, e così via…e chissà, se i The Bees fossero divenuti famosi, avrebbe potuto intervistare proprio loro!

 

A distoglierla da questi pensieri fu un fischio che proveniva dalla cucina.

 

^Ah, finalmente si mangia!^ pensò alzandosi.

 

Ma, quando entrò in cucina, le fu chiaro che qualcosa era andato storto: il vetro del microonde era completamente appannato, e non si distingueva nulla all’interno.

 

Forse aveva esagerato con i minuti. O con i gradi. In ogni caso, era meglio tirare fuori la pasta da lì.

 

Carolina tirò lo sportello, e subito dopo si pentì di averlo fatto: un liquido giallastro fumante e puzzolente si rovesciò sul pavimento mancando di poco i piedi della ragazza, che si ritrasse di scatto.

 

La sua pasta… il suo pranzo!

 

Carolina, sbuffando, afferrò rabbiosamente uno straccio e cominciò a pulire.

 

Quando sarebbe diventata vee-j, avrebbe sicuramente richiesto un cuoco personale!

 

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Sono tornata! Finalmente… è tutta colpa di questo stupido computer, che si è beccato talmente tanti virus da non riuscire neppure ad accendersi! Fortunatamente i miei consulenti, nonché tecnici del pc, non mi hanno abbandonato neanche stavolta!

Bè, in ogni caso… questo è l’attesissimo (sì, come no!) sesto capitolo!

Ed ora la dimostrazione che sono veramente cretina: ancora una volta non mi sono segnata i nomi dei recensitori (o si dice recensori? Insomma, in ogni caso…), ma chiunque siano, grazie!

Grazie anche a Martina (nota anche come kit!), Giulia, Silvia, Fralmy e Nicolò (non mi ricordo mai… si scrive con una c o due?) che passano le ore di matematica a leggere la mia fanfic! Grazie, ragazzi! Vi voglio bene! E naturalmente, a Frazzy che con il suo Pangocciolo quotidiano mi offre delle lezioni di spagnolo eccellenti e, soprattutto, gratuite… E grazie anche a Marta (sì, mp3, parlo con te!)… anzi, muchas gracias (ma si scrive così? Frazzy, dove sei quando servi? Certo che le tue lezioni sono proprio inutili!)! E poi a Frasky che ha un cul… ehm, sedere grosso così perché pilota le interrogazioni (meno male che non guidi il motorino, eh?)!

Va be’, la nota è più lunga del capitolo, ma facciamo finta di niente, d’accordo?

Recensite, mi raccomando!

Bacioni,

 

                                               Bellatrix

  
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