The Bees
di Bellatrix
Capitolo 6
Carolina stava disperatamente
cercando di azionare il microonde senza demolire la
cucina quando il telefono squillò.
^Accidenti, proprio ora!^
Appoggiò il piatto sul tavolo, decisamente in bilico, e afferrò il telefono.
“Pronto?”
“Allora, tesoro, come va? Sei riuscita a scaldare la pasta?” chiese la voce di sua
madre.
“Mmm
bene… diciamo che… ho quasi fatto!” rispose lei, notando solo allora la
posizione pericolante del piatto. “E tu, come va il
primo giorno di lavoro?”
“Oh, tesoro, sono tutti così
gentili! Si sono presentati, e sembrano davvero simpatici!” disse
Gianna entusiasta.
Carolina suppose che stesse
parlando dei suoi colleghi. “Bene! Ehm, mamma scusa… devo
proprio andare!” lanciò un occhiata al tavolo: la pasta stava scivolando tutta
da un lato, inclinando pericolosamente il piatto.
^Fa che non cada,
ti prego, fa che non cada!^ pregò.
“Aspetta, non mi hai detto come è andata a scuola!”
“Bene, bene mamma…ora scusa, ma
devo proprio…”
^Resta lì, per favore! Per
favore!^ ordinò mentalmente al piatto, preoccupata al pensiero di rimanere
senza pranzo.
“Sì, d’accordo, vai a mangiare.
Buon appetito!”
“Grazie mamma! A dopo!” detto questo
corse a spostare il piatto, appena in tempo.
In realtà non le fu di molto
aiuto, visto che non sapeva come accendere il forno.
Forse doveva provare a premere quel pulsantino verde,
proprio lì sotto.
Fatto.
Non successe niente.
Provò ancora, questa volta con
maggiore forza.
Ecco, finalmente si accese.
Infilò dentro il piatto. Tempo di cottura: 10 minuti. Gradi? Quanti doveva
metterne? 60? 150? 230? Mah… mise la freccetta sul 200 e andò in soggiorno a
vedere un po’ di tivù mentre aspettava.
Durante la pubblicità di RoomRaiders su mtv
comparve uno spot della Banca Popolare di Milano, che fece ricordare a Carolina
il lavoro di Gianna: era stata assunta come consulente finanziaria o qualcosa
del genere alla Banca di Bergamo, visto che aveva già
avuto altre esperienze nel campo. A quanto pare la
pagavano anche piuttosto profumatamente, il che non era certo un male.
La voce fuoricampo annunciò:
“Chi sceglierà Tom? Jenna, Amy o Theresa? Lo scopriremo fra
qualche istante!” e Carolina si concentrò sul programma, dimenticando il resto.
----------------------------------------------
Giuditta stava preparandosi
qualche cosa da mangiare in cucina, quando le cadde lo sguardo sulla ringhiera
del suo balcone. Istintivamente alzò lo sguardo verso la finestra di fronte, come era abituata a fare sperando di scorgere Simone.
Quel giorno, invece, non aveva
nessuna voglia di vederlo. Dopo la giornata di venerdì, era arrivata alla
conclusione che Simone poteva essere simpatico, carino e tutto il resto, ma a
cantare proprio non era portato. Non quanto Luca, comunque.
Il motivo per
cui non voleva incontrarlo era che si sentiva terribilmente in
imbarazzo: per tutto il tragitto da casa dell’amico alla loro non aveva fatto
altro che chiederle se le canzoni le piacevano. E lei,
da brava, rispondeva: “Certo, sono fantastiche!”.
Peccato
che le cose non stessero esattamente così: le ore passate in quella stanza
erano tra le peggiori della sua vita. Odiava quel tipo di musica, ma sperava di potersela cavare per un paio
d’ore, soprattutto perché era con Simone, ma si erano rivelate ben più di due
ore. Erano ormai le nove quando ebbero finito di
suonare le loro canzoni, e per fortuna avevano concluso che le altre otto
avrebbero potuto fargliele ascoltare una prossima volta.
E così Giuditta si era alzata,
completamente rimbambita, dal suo sgabello e si era scusata dicendo che era
tardi, che le dispiaceva un sacco ma doveva proprio
andarsene. Per fortuna, Simone si era offerto di accompagnarla.
La ragazza aveva sperato che, quando
fossero stati soli, le cose si sarebbero fatte più interessanti. Aveva anche
cercato di incoraggiarlo, ma Simone sembrava non recepire
il messaggio.
Ovviamente a
Elena non l’aveva detto, ma era un po’ delusa. Non che Simone non le piacesse
più, ovvio, anzi sperava sempre che la invitasse a
uscire.
E comunque,
l’indomani avrebbe avuto le prove con Elena e gli altri due, Ale e Luca, e si sarebbe tirata un po’ su il morale.
-----------------------------------------
Elena si sedette al tavolo della
cucina, depressa. Il giorno dopo aveva un test di greco, e non aveva ancora
iniziato a ripassare.
A Elena il greco piaceva, ma ripassare il programma
di un anno in un pomeriggio non era esattamente il suo ideale di divertimento.
Aprì il libro a pagina 6, ‘L’alfabeto greco e le sue particolarità. Che stupidaggine. Sapeva a memoria perfettamente l’alfabeto:
alfa, beta, e così via. Forse però era il caso di rivedersi la
scrittura. La prof aveva consigliato di scrivere una parola italiana con la scrittura greca, tanto per essere sicuri.
La ragazza prese carta e penna e
cominciò a scarabocchiare qualche parola.
...Elena Molinis....
...Qe Bees...
...No Doubt...
Ma sì, si ricordava anche quello.
Girò le pagine in fretta, dando
appena un’occhiata a ciò che vi era scritto, fino ad arrivare all’argomento che
cercava: ‘La prima declinazione’. La parola scelta era
melissa, cioè ape. Elena sorrise fra sé.
Essendo una componente dei The Bees, avrebbe dovuto
chiamarsi Melissa! Bè, d’accordo, era un nome orrendo, però avrebbe
avuto senso!
Stava rileggendo la pagina,
quando il cellulare iniziò a vibrare, producendo un rumore fastidioso sulla
scrivania di vetro. Lo prese in mano, e vide che le era arrivato un messaggio.
Diceva: ‘ciao bellissima! cm va? volevo
sl chiederti se le prove d domani sn confermate! bacioni
ale’.
Elena rimase interdetta.
Bellissima? Bacioni? Da dove veniva questo slancio di affetto?
Senza stare a pensarci troppo,
scrisse velocemente una risposta affermativa e appoggiò il cellulare.
Meno di un minuto dopo, con sua
sorpresa, il cellulare si mosse di nuovo. Era ancora Alessandro. Questa volta
aveva scritto: ‘bene! nn vedo l’ora
d rivederti! a proposito, dp le prove 6 libera? potremmo andare al cinema insieme! rix
presto!’.
Elena rilesse il messaggio,
stupita.
Andare al cinema insieme? Con
Alessandro? Da soli? Bè, magari si poteva fare, tanto erano solo amici. Ma, un attimo dopo averlo pensato, le venne in mente una
certa persona.
Carolina. La ragazza di Ale.
Difficilmente sarebbe stata
d’accordo, anche se Elena e Alessandro erano amici fin da bambini, e poi alla
ragazza non piaceva molto l’idea di stare da sola con lui per così tanto tempo…
ma, d’altronde, andare a vedere un bel film non era una cattiva idea… alla fine Elena decise di acconsentire, e mandò un messaggio
al ragazzo.
D’altronde, non faceva nulla di
male, no?
-----------------------------------------------------------
Carolina, seduta sul suo divano,
guardava la televisione, ancora in attesa che il suo
piatto fosse pronto.
Federico, il vee-j
di Trl, stava annunciando la
posizione numero 8, Guilty dei The Rasmus.
Fare il vee-j
non sembrava un compito particolarmente difficile: dovevi semplicemente
sorridere alla telecamera e annunciare le posizioni della classifica. E in più, eri ben pagato, avevi persone che si occupavano
del tuo aspetto, partecipavi agli eventi musicali più importanti ed eri
popolare.
Magari sarebbe potuta diventare
una vee-j!
Si immaginava già sorridente e sicura di sé che dialogava
amichevolmente con artisti del calibro di Britney Spears, Robbie Williams, e così via…e chissà, se i The Bees fossero divenuti famosi, avrebbe potuto intervistare
proprio loro!
A distoglierla da questi
pensieri fu un fischio che proveniva dalla cucina.
^Ah, finalmente si mangia!^ pensò alzandosi.
Ma, quando entrò in cucina, le
fu chiaro che qualcosa era andato storto: il vetro del
microonde era completamente appannato, e non si distingueva nulla all’interno.
Forse aveva esagerato con i
minuti. O con i gradi. In ogni caso, era meglio tirare
fuori la pasta da lì.
Carolina tirò lo sportello, e
subito dopo si pentì di averlo fatto: un liquido giallastro fumante e
puzzolente si rovesciò sul pavimento mancando di poco i piedi della ragazza,
che si ritrasse di scatto.
La sua pasta… il suo pranzo!
Carolina, sbuffando, afferrò
rabbiosamente uno straccio e cominciò a pulire.
Quando sarebbe diventata vee-j,
avrebbe sicuramente richiesto un cuoco personale!
-----------------------------------------------------
Sono tornata! Finalmente… è
tutta colpa di questo stupido computer, che si è beccato talmente tanti virus
da non riuscire neppure ad accendersi! Fortunatamente i miei consulenti, nonché tecnici del pc, non mi
hanno abbandonato neanche stavolta!
Bè, in ogni caso… questo è
l’attesissimo (sì, come no!) sesto capitolo!
Ed ora la dimostrazione che sono veramente cretina: ancora una volta non mi sono segnata
i nomi dei recensitori (o si dice recensori? Insomma, in ogni caso…), ma
chiunque siano, grazie!
Grazie anche a Martina (nota
anche come kit!), Giulia, Silvia, Fralmy e Nicolò
(non mi ricordo mai… si scrive con una c o due?) che passano le ore di
matematica a leggere la mia fanfic! Grazie, ragazzi! Vi voglio bene! E naturalmente, a Frazzy che con
il suo Pangocciolo quotidiano mi offre delle lezioni
di spagnolo eccellenti e, soprattutto, gratuite… E grazie anche a Marta (sì,
mp3, parlo con te!)… anzi, muchas gracias (ma si
scrive così? Frazzy, dove sei quando servi? Certo che
le tue lezioni sono proprio inutili!)! E poi a Frasky che ha un cul… ehm, sedere grosso così perché pilota
le interrogazioni (meno male che non guidi il motorino, eh?)!
Va be’, la nota è più lunga del
capitolo, ma facciamo finta di niente, d’accordo?
Recensite, mi raccomando!
Bacioni,
Bellatrix