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Autore: _joy    20/04/2015    10 recensioni
«Dai: esprimi un desiderio!»
Io mi mordo un labbro, poi scuoto il capo.
«Ma non bisogna esprimerlo mentre la vedi cadere?»
«Come fai a sapere quando cadrà una stella? No, dai, adesso!»
«E tu?» gli chiedo «Non hai un desiderio da esprimere?»
 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nessun problema può essere risolto congelandolo
Winston Churchill





Vado immediatamente a cercare Ben, prima di perdere il coraggio.
 
Busso alla sua porta e lui apre subito.
Appena mi vede mi rivolge un sorriso stanco.
«Lo sapevo» dice.
«Cosa?» chiedo, aggrottando la fronte.
«Che saresti venuta»
Io faccio una smorfia.
«Non sei Sibilla Cooman, eh!» dico «Ci vediamo praticamente tutte le sere»
«Sì, ma stasera è diverso. Sbaglio?» domanda.
Mi fa cenno di entrare e io vado a sedermi sul letto, per abitudine più che altro.
Non so bene dove mettere le mani, all’improvviso, per cui le serro in grembo.
Ben resta in piedi.
Dopo un attimo, mormoro:
«No, non sbagli»
Lui annuisce, poi si passa una mano tra i capelli.
 
«Senti…»
«Senti…»
Iniziamo a parlare nello stesso secondo e ci interrompiamo subito, imbarazzati.
«Prima tu» dico.
Lui sospira, ma va dritto al punto.
«Volevo scusarmi per oggi» si morde un labbro, indeciso «Stavo giocando, ma mi spiace se ti ho messa in imbarazzo»
Io lo guardo, calma.
«Stavi giocando?» ripeto «E basta?»
C’è un momento di silenzio teso.
«Miki» fa poi lui «Cosa vuoi che ti dica?»
«Dimmi la verità» ribatto, scrollando le spalle «La verità su quello che sta… Insomma. Tu mi hai baciata… Per davvero. E anche io ho baciato te»
La verità di quelle parole resta sospesa tra noi.
Ben mi guarda negli occhi e io sostengo il suo sguardo.
Dopo un attimo aggiungo:
«Ben, io… Non so bene cosa sta succedendo, ma… Mi confonde. E molto»
Trattengo il fiato in attesa della sua risposta.
Lui sospira e poi dice:
«Confonde anche me. E non sai quanto… Non mi era mai successo»
 
Mi rendo conto ora, improvvisamente, di quanto fossi agitata, perché di colpo è come se riuscissi a respirare di nuovo.
Tutta la tensione si scioglie almeno un po’ e riesco a dire:
«Io non ho esperienza di vita sul set… Ma posso dire la stessa cosa? Anche a me non era mai successo prima»
Ben viene a sedere accanto a me.
Mi sorride e mi prende delicatamente la mano.
«Non dovresti dirlo» mormora «Perché, per quanto possa sembrarti strano, su un set è tutto amplificato: viviamo a stretto contatto quindici ore al giorno, siamo qui soli. Siamo lontani dalle nostre case, dalle nostre famiglie, dai fidanzati…»
La sua voce sfuma e mi prende un colpo.
Non ci avevo pensato.
Non ci avevo proprio pensato!
«Tu… Che sciocca sono. Hai una fidanzata, vero?» chiedo.
«No» risponde lui, lasciandomi di stucco.
«Oh» ribatto «Credevo… Hai appena detto…»
Ben fa un sorriso un po’ tirato.
«Veramente» spiega «Non so se tu hai un fidanzato»
Inorridisco.
«Certo che no!» esclamo.
«Perché lo dici come se fosse una cosa brutta?» domanda, curioso.
«Perché, se avessi un fidanzato, non sarei certo qui a fare certi discorsi con te!»
Ben sorride e mi stringe dolcemente la mano.
«Ecco, vedi? Tu sei così…»
«Così?» chiedo, perplessa.
«Così innocente. Così dolce. Mi porti un thè perché pensi che stia congelando, vieni a cercarmi per chiarire le cose… Non te la tiri, non ti atteggi a diva, non affoghi nelle paranoie. Sei così diversa dalle persone che girano in questo ambiente. E io…»
Esita, sembra non sapere bene come concludere la frase.
Io ricambio la stretta della sua mano.
«Non è poi questo granché» dico, per sdrammatizzare.
Lui scuote il capo.
«Scherzi, vero? Sei… Sei così diversa, così unica…»
Io arrossisco.
Ha detto proprio “unica”?
 
Lui ridacchia.
«E sei adorabile quando arrossisci»
«Smettila!» gli faccio la linguaccia per nascondere la confusione «Lo fai apposta allora! Mi stai mandando di nuovo in confusione!»
«Ti mando in confusione, quindi?» domanda lui, sornione.
Accidenti.
Quanto a flirtare, evidentemente Ben ha una Laurea Honoris Causa.
Alzo il naso in aria.
«Smettila di dire cose al posto mio, grazie» dico, secca, ma davanti alla sua aria contrita mi scappa da ridere.
«Ben, sei tremendo!» dico, scuotendo il capo «Davvero, tu…»
Lui sembra in attesa e io non so bene cosa dire.
«Forse sono troppo ingenua per un ambiente come questo» dico, dopo un po’ «A me sembrate tutti così… Umani. Tutti gentili, spontanei. Non vedo divismi qui… Siamo tutti uguali. O no?»
Lui sospira.
«Su questo set si sta molto bene, ho fatto esperienze molto peggiori. Ma sono tutte persone che sanno che si tratta di qualche mese e poi ci si saluta. Magari non ci si incontra più. E questo incide sul tipo di rapporti che si creano, capisci? Se sai che, per lavoro, incontrerai sempre delle fantastiche persone che però dopo un paio di mesi dovrai salutare e che, per quanto tu ti sia trovato bene, magari non ti capiterà più di sentire… Bè, diventi più freddo. Impari a controllare i sentimenti. Io sono vissuto per qualche mese così a stretto contatto con dei colleghi che mi sembrava quasi di sentirli come fratelli… Poi, semplicemente, spariscono. E resti solo»
Io inorridisco.
«Ma che orrore!» esclamo «Vorresti dire che, in questo ambiente, non esiste l’amicizia? Non esiste l’amore?»
Alla parola “amore” i suoi occhi si incupiscono, lui però dice:
«L’amicizia vera è rara. E, in questo ambiente, lo è ancora di più. Molti sono falsi, opportunisti. Altri ancora, semplicemente, hanno imparato che fa parte del gioco»
«E quindi cos’è?» chiedo «Un meccanismo di difesa?»
«Sì, esatto»
«Io non potrei mai vivere così» commento «E non potrei mai intendere la vita in questo modo!»
«Lo so» lui sospira «L’ho capito subito. Sei così trasparente… Ti si legge dentro con facilità. E, per questo, devi stare molto attenta, Miki»
Lo scruto con attenzione.
«A te?» bisbiglio poi.
Lui si morde un labbro.
«No…» inizia «O meglio: no, nel senso che io non voglio farti del male. Ma se resterai nel mondo del cinema dovrai imparare questa regola, prima di farti davvero male»
«Non parliamo del mondo del cinema» ribatto «Parliamo di te. E di me»
«Non ti arrendi, eh?» dice, scherzoso.
Io, invece, sono serissima.
«Tu vuoi evitare l’argomento, mi pare di capire»
Di nuovo lo vedo esitare.
«Non, è che non… Non so dove ci porterà e quindi…»
«Quindi, secondo te, è meglio far finta di niente, in attesa di non vederci più?» domando, in tono leggero.
Dal suo silenzio capisco che lo pensa.
«Bene» dico.
Libero la mano dalla sua presa e mi alzo.
«Non sei la persona che credevo fossi» esordisco, decisa «Da questo momento, per favore, evita di fingere di essere mio amico. Buonanotte»
 
Non faccio in tempo a muovere un passo che lui è già saltato in piedi.
«Miki!» esclama, agitato «Ma cosa dici?»
«Dico che manca quanto: un mese? Di meno? Non è così tanto tempo: puoi tranquillamente già fare finta che io non esista più»
«Ma io non voglio!» fa, alzando la voce «Non voglio rovinare il nostro rapporto e non…»
«Non vuoi rovinare quale rapporto?» lo interrompo «Quello lavorativo? Stai tranquillo, non ci sono problemi: è tutto falso, no? I baci, gli scherzi. Che problema c’è? Facciamo ancora finta, sul set. Ci pagano per questo, vero?»
A giudicare dalla sua espressione, questo mio discorso da dura sembra aver fatto effetto.
«Miki, io non volevo!» dice, afferrandomi il braccio.
«Voglio andare via» dico, gelida «Lasciami il braccio, per favore»
Ma lui, per tutta risposta, mi afferra per entrambe le braccia.
«Aspetta» dice, concitato «Aspetta un attimo… Non andare via. Parliamo, ti prego»
«Perché, finora cosa abbiamo fatto?» domando, secca.
Lui sospira, poi si avvicina di un passo.
Distolgo gli occhi dai suoi: siamo troppo vicini per i miei gusti, al momento.
Ma Ben mi prende il mento con due dita e, dolcemente, mi fa alzare il capo.
«Guardami» mormora.
E non è valido: lo sa che fa girare la testa a una donna, se fa così.
Lo sa per forza.
Cerco di restare impassibile mentre lui dice:
«Sai, vorrei davvero che tu non fossi capace di mettermi in questa situazione»
«Quale situazione?» chiedo, fregandomene di sembrare polemica.
«Una situazione incasinata come questa. Tu…» esita, poi dice «Tu mi piaci davvero, Miki»
 
In una condizione normale farei i salti di gioia a sentire una frase del genere.
Ma questa non mi sembra una condizione normale, ecco.
So che Ben ha notato che sono ancora rigida e scostante, ma prosegue con calma:
«Mi piaci e io… quasi vorrei che non fosse così. Perché stiamo lavorando insieme, perché questa cosa potrebbe fare del male a entrambi e perché non ho idea di come venirne fuori»
«Questa cosa?» ripeto «Venirne fuori? Ma tu parli sempre così di sentimenti?»
Sono infuriata, ma lui sembra ponderare seriamente la domanda.
«Non sono molto bravo, con i sentimenti» dice alla fine «È molto tempo che io non… Non ho una storia con qualcuno»
Sono talmente sorpresa che mi dimentico persino di essere arrabbiata.
«Tu?»
Lui ridacchia.
«Perché, cosa pensavi?» chiede «Che essere un attore faciliti avere delle relazioni? Guarda che è il contrario. È molto difficile creare dei rapporti stabili e farli poi durare nel tempo»
«È difficile per tutti» obietto «Non solo per gli attori»
Lui scuote il capo.
«Non voglio fare del vittimismo, ma per gli attori è peggio. Essere sempre sotto pressione, essere sempre in giro per il mondo… è deleterio nel costruire una relazione. Facciamo un lavoro per il quale è molto facile scoprirsi folgorati da qualcuno. Si sta a stretto contatto per dei mesi, lontani dal mondo reale… Poi, però, si torna alla vita normale e allora quelle folli passioni devono fare i conti con la lontananza, la quotidianità, i viaggi, gli altri lavori e i conseguenti altri incontri…»
«Ben» lo interrompo «Va bene, ho capito, ma preferirei evitare i grandi discorsi generici e concentrarci su noi due»
«Grandi discorsi?!» lui sembra indeciso se essere scioccato o arrabbiato «Ma io sto parlando di noi due!»
«Per niente!» ribatto «Scusa ma non c’è una cosa, nella mia vita, che coincida con quanto hai appena detto. E, prima che tu aggiunga qualcosa, sappi che non c’è nulla, nella prospettiva che hai dipinto, che potrebbe farmi desiderare una vita del genere!»
Lui fa un sorriso storto.
«Sono scelte di vita, Miki. È un lavoro che ti toglie alcune cose, ma ti dà anche tantissimo»
«Io odierei penalizzare la mia vita personale a favore di quella lavorativa, ma è una mia idea. Ora… Mi spieghi come si fa a coniugare questo tuo discorso con… Be’, con noi due?»
Lui sospira.
«Miki, ascolta, io… Io non penso di volere una relazione, in questo momento»
Mi scruta, preoccupato, e io sospiro.
«Tu non pensi di volere una relazione» ripeto, con voce atona.
Lui annuisce, mordendosi il labbro.
Mi passo una mano tra i capelli.
«Ben, se c’è una cosa che veramente non tollero sono quelli del “non penso di volere una relazione”. Che vuol dire? Una relazione dipende dalla persona che hai davanti, dalla situazione, dalle implicazioni. Non puoi sapere a priori se ne varrà la pena o come andrà a finire… Se non vuoi provarci è perché una persona non ti interessa abbastanza»
«No!» fa lui «Davvero, io…»
«No, ascoltami!» lo interrompo «Davvero, è facile. Ci sono le persone che ti piacciono e quelle che invece non ti piacciono. Basta riconoscerlo e tutta questa storia del non volere relazioni assume un contorno più chiaro»
«Miki, no, ti sbagli!»
Ben sembra agitato, muove un paio di passi nervosi per la stanza, poi torna accanto a me.
«Siediti, ti va?» chiede «Voglio parlarne… Non mi va che pensi che ho giocato con te e ora voglio tirarmi indietro da perfetto stronzo»
Mi siedo sul suo materasso e lui mi imita.
«È tanto tempo che non ho una relazione» ricomincia lui «E questo perché ho sperimentato come questo tipo di vita renda molto difficile dedicarsi all’altra persona al cento per cento. Posso sembrarti egoista, Miki, ma in questo momento io voglio dedicarmi alla mia carriera. Ho trent’anni, è il mio momento… Devo farlo ora. E, per farlo, mi serve ogni energia. È una scelta che ho fatto con consapevolezza e non me ne pento. Eppure…»
Esita un attimo, poi prosegue.
«Eppure tu… Tu a tratti riesci a farmi desiderare… Altro. È che sei così… è che con te è tutto così… sembra tutto possibile, ecco. Ma non sarebbe giusto, capisci? Tu sei una ragazza che merita tutto»
Fa per prendermi una mano, ma io incrocio le braccia sul petto.
«Sai» ribatto «Sono sempre stata contraria ai discorsi “tu sei fantastica ma io bla bla bla”… Perché c’è sempre un “ma”, in quei discorsi. E, allora, secondo me è meglio dire le cose con chiarezza. In fondo, torniamo sempre alla stessa questione: quando qualcuno ti piace davvero non stai a chiederti se avrai tempo o no. Il tempo lo trovi, se lo vuoi davvero»
Lui sospira.
«Lo fai sembrare facile…»
«È facile» dico, convinta.
«Miki, non ti rendi conto di che vita faccio» insiste lui «Sempre con la valigia pronta, sempre in preda di incertezze… Ti scritturano per un film e tu prendi e corri. Non esistono feste, compleanni, anniversari. Come pensi che potremmo fare?»
«Non lo penso» rispondo, secca «Non sono certo qui ad elemosinare la tua attenzione o il tuo tempo. Hai già messo in chiaro che per te non è una cosa fattibile. Benissimo. Ora lascia mettere in chiaro a me che preferisco non si verifichino altri momenti come quelli di oggi»
«Miki, ti prego» Ben si protende verso di me «Ti prego, non odiarmi. Non fare così. Davvero, se potessi… Ma tu non sei una ragazza da una notte, l’ho capito subito»
«Ci puoi scommettere!» ribatto «Non è una proposta che prenderei in considerazione!»
«Lo so, non mi permetterei mai di… Davvero, lo si capisce solo guardandoti che tipo di ragazza sei»
 
Però non sono abbastanza per farti desiderare di stare con me.
 
Dopo un attimo di silenzio mi alzo.
Lui mi imita subito.
«Resti ancora un po’?» chiede, precipitosamente.
«No, grazie» ribatto, atona «Sono stanca»
Annuisce.
«Ti accompagno» propone.
«No, so la strada. Buonanotte»
Sulla porta, Ben mi si avvicina ma io fingo di non vederlo.
 
Con passi misurati mi avvio nella notte.



***
Alla buon'ora!
E dire che pensavo di riuscire ad aggiornare venerdì...
Seeeee Joy, non fare piani malefici che poi non riesci a mantenere!
Mi spiace molto per il ritardo, ma sono stati giorni frenetici, culminati in una scena inconcepibile oggi in Rai...
Ma passiamo oltre.
Dunque, dunque... Vi ricordo le altre mie due storie aperte:
Ragione e sentimento:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3095839
L'Erede di Narnia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3092907&i=1
E, se volete fare due chiacchiere, mi trovate su Facebook:
Pagina  https://www.facebook.com/Joy10Efp
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Buona lettura!
Joy 

   
 
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