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Autore: TheSlayer    21/04/2015    3 recensioni
Nobiltà, ricchezza sfrenata, alcool, eccessi, feste in locali privati. Questa è la vita di Freya e dei suoi amici a Londra... almeno fino a quando non scopre di dover affrontare una delle più grandi responsabilità al mondo. Chi le starà vicino? Sarà il migliore amico Louis? O il "fidanzato" Matthew? Il cugino Niall? Oppure il silenzioso, misterioso, figlio del maggiordomo e della cuoca di Niall, Harry?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 2 - Losing Control
 
Salii in auto, spaventando Alec, che non mi aspettava ancora per parecchio tempo, e gli chiesi di accompagnarmi a casa di Louis.

Non sapevo quale sarebbe stata la reazione dei miei genitori quando avrebbero scoperto che non ero riuscita ad andare fino in fondo, ma avevo bisogno di vedere Louis, di parlare con lui e di fingere che nella mia vita non stesse accadendo quello che stava succedendo almeno per un paio d’ore.

Quando Alec mi lasciò a casa del mio amico, suonai il campanello e il suo maggiordomo mi avvisò che il ragazzo era andato da Niall e che l’avrei trovato là, così tornai di nuovo in auto e chiesi all’autista di portarmi da mio cugino. Volevo vedere Louis da solo, ma effettivamente avevo bisogno di tanta compagnia. Più gente ci sarebbe stata e meno avrei pensato alla mia vita e a quello che stava succedendo. O almeno così speravo.

Dissi ad Alec di lasciarmi a casa degli Horan e poi di andare, perché ero sicura che avrei trovato Louis lì e quindi non avrei avuto bisogno di lui per almeno qualche ora. Invece suonai il campanello e, dopo qualche minuto, aprì Harry, che stava indossando una camicia bianca, un paio di pantaloni classici neri e un grembiule dello stesso colore legato intorno ai fianchi.

«Oh, Freya!» Esclamò lui, sorpreso di vedermi. E forse anche imbarazzato, perché era arrossito.

«Mi hanno detto che Louis e Niall sono qui.» Dissi, dopo un momento di esitazione.

«Sono usciti poco fa, hanno detto che volevano andare al parco a giocare a calcio.» Rispose Harry, con un’espressione che non riuscivo a decifrare. Era imbarazzato perché l’avevo visto mentre lavorava? Oppure era triste perché non aveva potuto raggiungere i suoi amici proprio perché stava lavorando? Non che fosse bravo a giocare a calcio, perché una volta Niall mi aveva detto che Harry doveva essere nato con due piedi destri o qualcosa del genere. Diceva che era instabile e traballante e che le regole per lui continuavano ad essere un mistero, nonostante il suo migliore amico, cioè Niall, fosse il fan numero uno di quello sport.

«Oh.» Commentai, delusa.

Poi, senza alcun tipo di preavviso, scoppiai a piangere. Cominciai a singhiozzare così forte che facevo quasi fatica a respirare.

«Freya, che succede?» Mi chiese Harry. Poi sentii una sua mano sul mio braccio e mi lasciai trascinare all’interno della casa, lontano dagli occhi indiscreti dei passanti. «Vuoi dell’acqua?» Domandò ancora il ragazzo, preoccupato.

«No.» Risposi, tirando su con il naso e cercando di asciugare gli occhi. Guardai il dorso della mano e scoprii che era completamente sporco di mascara, quindi, oltre a tutto il resto, in quel momento dovevo anche sembrare un mostro.

«Posso… posso fare qualcosa per te? Mi stai facendo preoccupare.» Disse ancora il ragazzo, appoggiando una mano sulla mia e stringendola.

«No!» Esclamai, incapace di trattenere le lacrime. «Sì!» Dissi poco dopo, rifugiandomi tra le sue braccia. Avevo bisogno di distrarmi, di compagnia, di contatto fisico e Harry era l’unica persona disponibile.

Il ragazzo, dapprima un po’ perplesso, mi strinse a sé e mi accarezzò la schiena finché non mi calmai un po’.

«Speravo di trovare Louis qui.» Confessai dopo parecchio tempo, asciugandomi di nuovo gli occhi e ignorando le macchie di mascara sulle mie mani. Harry si tolse il grembiule nero e me lo offrì. Lo ringraziai in silenzio e tamponai le lacrime, facendo un paio di respiri profondi.

Il ragazzo mi fece sedere sul divano del salotto degli Horan e rimase in silenzio, in attesa che iniziassi a parlare. Forse si aspettava che gli rivelassi il motivo per cui ero scoppiata a piangere in quel modo davanti a lui, ma non mi sembrava il caso. Non avrei nemmeno dovuto perdere il controllo in quel modo. In fondo Harry era uno sconosciuto, non avevo mai scambiato più di due parole con lui. Non potevo di certo fidarmi e confessargli il mio più grande segreto. Non potevo permettermi di essere così vulnerabile con una persona. Ero io quella che di solito scopriva i segreti degli altri (e spesso li usavo anche a mio vantaggio, dovevo essere sincera). I miei amici non sapevano più dello stretto necessario su di me. Non avevo intenzione di mettere volontariamente delle armi a loro disposizione.

«Vuoi una tazza di tè? Oppure vuoi usare il bagno?» Mi domandò il ragazzo dopo aver capito che non avrei detto nulla.

In altre circostanze sapevo esattamente quello che avrei fatto. Sarei tornata a casa - oppure sarei andata al Circolo con Louis - e avrei bevuto fino a dimenticare persino il mio nome. Oppure avrei cercato di rilassarmi fumando qualcosa. Avrei trovato qualche sostanza che mi potesse aiutare ad ignorare qualunque problema mi stesse affliggendo e avrei ricominciato il processo una volta tornata sobria.

Ma ero incinta. Non potevo bere. Non potevo fumare o prendere altre droghe. Dovevo trovare un altro modo per affrontare quello che mi stava succedendo.

«Okay, va bene una tazza di tè.» Dissi con riluttanza.

Il ragazzo si alzò dal divano e tornò qualche minuto dopo con un vassoio con due tazze fumanti. Lo guardai per qualche istante, confusa. Non gli avevo mai detto di sedersi a prendere il tè con me, eppure lui l’aveva fatto lo stesso.

«Sei un tipo strano.» Commentai dopo un po’, cercando di studiare l’espressione di Harry, che era cambiata rispetto a quando ero arrivata. Fu inutile, perché non riuscii minimamente a capire quello che stava pensando. E di solito ero piuttosto brava a leggere le persone. Harry sembrava più freddo, più distaccato, non più preoccupato e premuroso come poco prima.

«Sono solo diverso da voi.» Rispose lui, scrollando le spalle. «Diverso non vuol dire necessariamente strano.» Continuò, estraendo il telefono dalla tasca posteriore dei pantaloni e leggendo qualcosa sullo schermo, evitando di guardarmi in faccia.

«Non parli mai con noi.» Continuai. Avrei fatto e detto qualunque cosa pur di ignorare quello che mi stava succedendo.

«Voi non parlate mai con me.» Ribatté lui lentamente, con un sorrisetto. Non distolse gli occhi un secondo da quello che stava facendo con il telefono e ne approfittai per osservarlo meglio.

Non l’avevo mai guardato con particolare attenzione, ma era molto carino. Aveva gli occhi verdi, leggermente allungati, il naso dritto e perfetto e un sorriso davvero bello e luminoso. E anche il fisico che nascondeva sotto quella camicia bianca di almeno un paio di taglie più grande di lui non doveva essere male.

"Allora parliamo." Dissi, grata di avere finalmente qualcosa su cui concentrarmi. Una sfida.  Qualcuno da conoscere. Segreti da scoprire. «Dimmi qualcosa di te.»

Harry alzò finalmente gli occhi dal telefono e mi guardò come se gli avessi chiesto un pezzo di luna.

«Sono Harry.» Rispose semplicemente, dapprima confuso. Poi sembrò capire quello che avevo intenzione di fare. «E mi piace stare al gioco. Quindi ti dico che la mia passione è la fotografia e rilancio la palla. Qual è la passione di Freya Chamberlain?» Domandò lui.

«Non funziona così questo gioco.» Obiettai. Harry aveva capito male, se pensava di avere il controllo della situazione.

«Credevo di sì. Allora forse è meglio se torno al lavoro.» Disse lui, alzandosi dal divano.

«No!» Esclamai, lasciando trasparire una nota di panico dalla mia voce. Non poteva lasciarmi sola. Non ero pronta a pensare a quello che era successo poco prima. «D’accordo.» Dissi, riluttante. «Ti dirò qualcosa su di me. La mia passione è…» Cominciai e poi mi interruppi e mi domandai la stessa cosa. Qual era la mia passione? Ne avevo una, che non comprendesse ballare seminuda in un locale con luci pulsanti e musica troppo alta?

«Va bene, partiamo da qualcosa di più facile.» Mi concesse Harry dopo qualche minuto. Doveva aver capito che mi aveva messa un po' troppo in difficoltà. «Il tuo colore preferito?»

Quella domanda era più facile. Molto più facile. Fortunatamente sapevo la risposta.

«Viola.» Replicai. Rimasi in silenzio per qualche istante, pensando alla domanda successiva. Harry mi aveva fornito un motivo di distrazione, un nuovo gioco su cui concentrarmi ed ero particolarmente interessata. Lui era stato clemente con me, ma non avevo intenzione di restituirgli il favore. «Primo bacio?» Domandai, ritrovando il sorriso.

Harry Styles era una delle poche persone del mio gruppo di amici di cui non conoscevo nemmeno un segreto e volevo davvero scoprire quello che nascondeva sotto il suo aspetto trasandato e quel sorriso angelico con tanto di fossette.

«Quattordici anni, nel giardino della tenuta di campagna di Niall durante la sua festa di compleanno.» Rispose lui, assumendo il sorriso beffardo di chi sapeva benissimo di essere in vantaggio. Non mi aveva detto quello che volevo sapere.

«Con chi?» Domandai.

«Non funziona così questo gioco.» Ribatté lui, allargando il sorriso. «Tocca a me farti una domanda. Con chi è stato il tuo primo bacio?» Mi domandò Harry. Per essere il figlio di due membri dello staff di Niall, dovevo ammettere che sapeva tenermi testa a quel tipo di gioco.

«Louis.» Risposi, stando attenta a non aggiungere altri dettagli. Ricordai brevemente l’episodio e rabbrividii. Il primo bacio che avevo avuto con Louis, quando entrambi avevamo tredici anni, era stato disgustoso. Nessuno dei due sapeva quello che stava facendo e, dopo quell’episodio, avevamo evitato di parlarci per due settimane. Poi tornai a concentrarmi su Harry. Era quello il modo in cui voleva giocare? Aveva appena trovato una degna avversaria. «Con chi è stato il tuo?» Domandai ancora, impaziente.

«Elizabeth.» Disse Harry.

Elizabeth? Proprio la stessa Elizabeth che lo trovava disgustoso? Piccola bugiarda. Da lei non me lo sarei mai aspettato. Sorrisi, perché avevo appena guadagnato un arma da usare in caso la mia amica mi avesse tradita in qualche modo.

«E la tua prima volta con chi è stata?» Domandai ancora, sempre più curiosa. Non sapevo se il mio improvviso bisogno di conoscere Harry e tutti i suoi segreti fosse dettato dalla mia voglia di scappare dalla mia realtà o da qualcos’altro. Sapevo solo che, in quel momento, quel gioco per me era di importanza vitale.

«Tocca a me farti una domanda.» Replicò il ragazzo, guardandomi fissa negli occhi. Provai un brivido lungo la schiena e cercai di ignorare le farfalle nello stomaco, dando la colpa alla mia gravidanza. Perché Harry, il tizio strano che non avevo mai considerato, improvvisamente mi stava facendo quell’effetto? «Sei fidanzata ufficialmente con Matthew?»

«No.» Risposi, riflettendo per un secondo. «Non lo so. Io di sicuro non voglio esserlo.» Aggiunsi. La mia mente aveva iniziato a vagare e dovevo tornare a concentrarmi su quello che stavo facendo. Avevo una missione e non potevo permettere di essere distratta dal pensiero di Matthew, della festa di fidanzamento e dei miei genitori, altrimenti avrei ricominciato a pensare alla mia ‘situazione’. «Con chi è stata la tua prima volta?» Ripetei, impaziente.

«Sempre Elizabeth, lo stesso giorno.» Rispose lui, sorridendo appena.

Sgranai gli occhi, incredula. Potevo capire il primo bacio, ma erano anche andati a letto insieme? Lizzie non mi aveva mai detto nulla. Anzi, mi aveva mentito. Aveva cercato di dirmi che Harry, in passato, ci aveva provato con lei e, ovviamente, l’aveva rifiutato. Perché ‘che schifo, probabilmente puzza e ha anche le pulci! Non lo farei mai e poi mai!’ aveva detto.

«Incredibile.» Mormorai, scuotendo la testa. Oh, ma gliel’avrei fatta pagare.

«Con chi è stata la tua ultima volta, invece?» Mi chiese il ragazzo, obbligandomi a concentrarmi e a pensare alla risposta.

«Matthew.» Replicai, ansiosa di arrivare a fare la mia prossima domanda. Harry era in vantaggio in quel momento e lo sapeva benissimo. Avrei risposto a qualunque cosa pur di fare in fretta e arrivare al mio prossimo turno. Dovevo sapere di più. «Quante volte sei stato a letto con Elizabeth?»

«Non lo so, non le ho mai contate.» Rispose lui, scrollando le spalle. Quindi erano stati insieme più di una volta? Evidentemente c’era qualcosa che li spingeva a continuare a tornare l’uno dall’altra. «Perché avevi bisogno di parlare con Louis?»

La sua domanda mi colse alla sprovvista e mi bloccai. Stavamo giocando, le nostre domande riguardavano più che altro il sesso e non mi aspettavo che Harry mi chiedesse una cosa del genere. Cos’avrei dovuto rispondere?

«Perché è il mio migliore amico e dovevo dirgli una cosa che non posso dire a nessun altro.» Dissi, nella speranza che il ragazzo fosse soddisfatto e lasciasse perdere l’argomento. «Quindi cosa c’è esattamente tra te ed Elizabeth?» Domandai, tornando al discorso di prima.

«Secondo te?» Replicò lui, alzando un sopracciglio. «Perché sei così ossessionata da quello che c’è o non c’è tra Elizabeth e me?» Mi chiese, avvicinandosi un po’ e fissandomi con un’espressione strana.

Mi morsi il labbro e deglutii, osservando il verde degli occhi di Harry e cercando di non chiedermi perché stessi facendo quello che stavo per fare. Non sapevo nemmeno io il motivo per cui, in quel momento, lo desideravo così tanto. Non l’avevo mai considerato un ragazzo. O meglio, non avevo mai pensato a lui come un possibile partner, anche solo per una sera. Eppure in quel momento avrei dato qualunque cosa per essere sua anche solo per una volta.

Senza dire una parola mi avvicinai e baciai Harry, che prima indietreggiò leggermente, poi mi circondò con le sue braccia e mi avvicinò a sé, mentre le nostre labbra si toccavano.

«È davvero quello che vuoi?» Disse dopo qualche minuto, con il fiato corto e gli occhi leggermente sgranati.

«No.» Dissi, riavvicinandomi e ricominciando a baciarlo. «Sì.» Non sapevo nemmeno io per quale motivo mi stessi comportando in quel modo. Avevo solo un bisogno incredibile di stare con lui.

«Non… non sono sicuro che questa sia una buona idea per te.» Disse Harry dopo parecchi altri minuti, interrompendosi e smettendo di baciarmi. A quel punto eravamo semi sdraiati sul divano e metà dei nostri vestiti era volata sul pavimento. Sembrava che fermarsi gli costasse parecchia fatica. Io di certo non volevo smettere.

«Ti prego, Harry. Ne ho davvero bisogno.» Mormorai, guardandolo negli occhi e attirandolo di nuovo a me. Lui annuì e poi si alzò dal divano, porgendomi una mano per permettermi di raggiungerlo.

«Allora non possiamo stare qui. Potrebbero tornare i genitori di Niall o direttamente Niall e Louis in qualsiasi momento.» Disse. «Vieni, andiamo di sopra.» Aggiunse, prima di accompagnarmi in una delle camere degli ospiti e chiudere la porta a chiave.

«Sicura al cento percento?» Mi domandò ancora. Sembrava preoccupato, ma come al solito non riuscivo a capire esattamente quello che stava passando nella sua mente.

«Sì.» Dissi, poi lo spinsi sul letto e ricominciai a baciarlo.

 
***

Mi bastarono più o meno cinque minuti dopo essere andata a letto con Harry per cominciare a vergognarmi di quello che avevo fatto. A cos’era servito? Perché continuavo a rendere tutto più difficile?

«Non è mai successo.» Dissi dopo essermi alzata dal letto e aver recuperato i miei vestiti. «Non dirai mai a nessuno quello che abbiamo fatto.» Aggiunsi.

Harry si mise seduto e mi guardò per qualche secondo.

«Okay. Se è quello che vuoi non parlerò.» Replicò. Era una delle uniche persone che non riuscivo a leggere, di cui non riuscivo a decifrare le espressioni. Cosa voleva dire quello sguardo? Era deluso? Era annoiato? Ma soprattutto, era vero quello che mi aveva detto? Oppure era venuto a letto con me solo perché gliel’avevo chiesto? O aveva approfittato del mio stato vulnerabile per ottenere quello che voleva?

Dovevo uscire da quella casa, dovevo tornare nella mia stanza e smettere di pensare a tutto. Mi girava la testa e avevo un nodo in gola che sembrava non volersene andare. Mi aggrappai alla testata del letto per non cadere.

«Stai bene?» Mi domandò Harry, alzandosi e raggiungendomi velocemente.

«No, ho avuto un giramento di testa.» Risposi. Ero riuscita ad ignorare il mio problema per un po’ di tempo, ma quel malore mi aveva fatto tornare pesantemente alla realtà. Ero incinta e non avevo la minima idea di come sarebbe stato il mio futuro. Sapevo solo che dovevo andarmene da quella stanza e anche in fretta.

«Ti accompagno a casa. Non dire di no, lo farò e basta. Mi faccio prestare la macchina dall’autista di Niall.» Disse, mettendo fine a quella conversazione ancora prima che potessi ribattere.

 
***

Durante il pomeriggio Louis mi mandò un messaggio e mi chiese di raggiungerlo al Circolo, così mi cambiai e chiesi ad Alec di accompagnarmi a destinazione.

Entrai nel piccolo supermercato aperto ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette, e ignorai Sameer, il proprietario. Ormai lo conoscevo da mesi, sapeva esattamente quello che succedeva nel retro del suo negozio e non alzava nemmeno più gli occhi dal giornale che stava leggendo quando uno di noi entrava.

Nessuno, al di fuori del mio gruppo di amici, sapeva esattamente cosa fosse il Circolo. Ne parlavamo sempre e tutte le persone che ci sentivano pensavano che si trattasse di un Club esclusivo come quelli a cui erano iscritti i nostri genitori. Uno in cui potevano sorseggiare vino e parlare di politica o degli ultimi gossip. E l’idea non era tanto diversa da quella che avevano avuto i nostri bisnonni o chi aveva fondato quelli che frequentavano gli adulti.

Il Circolo era un posto sicuro, sempre aperto e sempre pronto ad ospitare uno di noi. Era un luogo in cui potevamo passare la giornata senza venire fotografati dalla stampa, dove potevamo bere o fumare in pace e dove potevamo avere un po’ di privacy.

L’idea era stata proprio di Louis, l’anno prima. Al compimento dei diciotto anni aveva deciso di investire parte dei suoi soldi e aveva comprato tutto l’edificio. Sameer aveva affittato solo il negozio, sapendo che sul retro c’era una porta che non poteva aprire e che doveva sempre essere a nostra disposizione.

Raggiunsi lo scantinato (Louis l’aveva fatto ristrutturare ed era riuscito a renderlo moderno e a inserirci tutto quello di cui avevamo bisogno, compreso un bancone da bar fornito di tutto ciò che potevamo desiderare) e mi sedetti pesantemente su una delle poltrone di pelle nera in mezzo alla stanza.

«Cocktail?» Mi domandò Louis, mostrandomi il suo bicchiere che, a giudicare dal colore del contenuto, era pieno per metà di Pimm’s.

«No, grazie.» Rifiutai, sapendo di aver già bevuto dello champagne alla festa di Regina, quando non avrei dovuto. Ma all’epoca pensavo che non sarei rimasta incinta ancora per molto.

«Un tiro?» Chiese ancora il ragazzo. Scossi la testa, sprofondando nella poltrona. «Almeno un caffè? Freya, mi stai preoccupando. Quando mai hai rifiutato alcool o droghe durante un pomeriggio così noioso?»

«Un caffè va bene.» Dissi, cercando disperatamente di non fargli capire che c’era qualcosa che non andava. Non volevo che scoprisse della mia gravidanza e non volevo nemmeno dirgli che avevo avuto un momento di debolezza ed ero andata a letto con Harry. Non avrebbe mai approvato.

Louis si alzò dal divano e tornò pochi secondi dopo con una tazzina di espresso preparata con chicchi pregiati che aveva importato direttamente dalla Jamaica. Una volta mi aveva fatto un discorso lunghissimo sulla qualità, dicendomi che quelli erano chicchi rarissimi e mille altre informazioni che avevo già dimenticato.

«Grazie.» Dissi, alzando la tazza per berne un sorso. Quando l’aroma della bevanda calda colpì il mio naso, il mio stomaco si ribaltò e dovetti appoggiarla velocemente sul tavolino per correre in bagno.

«Freya?!» Mi chiamò Louis, seguendomi.

«Lasciami stare!» Urlai. Nella fretta non avevo nemmeno chiuso la porta, così il mio amico entrò lo stesso e mi aiutò a tenere i capelli lontano dal mio viso.

«Ehi, Danno, che succede? Non ti è ancora passata l’influenza?» Mi domandò Louis, porgendomi un braccio per farmi rialzare. Mi lavai velocemente il viso e poi mi appoggiai al lavabo, guardandomi allo specchio.

«No.» Risposi. «Pensavo di sì, ma evidentemente non sto ancora bene. Saranno effetti collaterali degli antibiotici.» Mentii, coprendomi la faccia con un asciugamano per evitare che Louis mi guardasse negli occhi. Era l’unica persona che sapeva sempre quando non stavo dicendo la verità e si era sempre rifiutato di dirmi come facesse, per paura che trovassi un metodo per fregarlo.

«Dai, vieni di là. Sdraiati sul divano, vado a prendere una coperta e ti faccio un tè, visto che il mio caffè ti fa questo brutto effetto.» Disse Lou, accompagnandomi nella stanza principale del Circolo, che fortunatamente era vuota. Regina, Elizabeth, Liam e Niall non erano ancora arrivati. Ma la cosa che in quel momento mi rendeva più felice era l’assenza di Matthew e Harry (che nonostante non fosse nobile aveva ottenuto il permesso di frequentare il Circolo insieme a noi). Non avrei avuto la forza di affrontare nessuno dei due.

«Ehi, ho sentito la bella notizia.» Disse il mio amico qualche minuto dopo, porgendomi una tazza bollente di Earl Grey. Lo ringraziai e mi sedetti sul divano, coprendomi parzialmente le gambe e osservandolo. Aveva la sua solita espressione ironica e aveva usato un tono sarcastico. Di che diavolo stava parlando?

«Che notizia?» Domandai, allarmata. Non aveva scoperto quello che stava succedendo, vero?

«La festa di fidanzamento con Matthew. I tuoi genitori hanno spedito gli inviti.» Replicò Louis, alzando un sopracciglio. «Non volevo dire nulla, ma a questo punto mi viene il dubbio. Dato che so che non sei innamorata di lui, per quale motivo i tuoi ti stanno spingendo a fidanzarti così presto? Ti ha messa incinta?» Chiese il ragazzo, senza preavviso.

Per poco non sputai il sorso di tè che avevo appena bevuto. Mi sembrò che il mondo fosse appena crollato e il mio stomaco sprofondò ulteriormente. Louis mi aveva appena fatto una domanda molto specifica e, se avessi deciso di mentirgli, mi avrebbe scoperta in mezzo secondo. Ero in trappola. Non avevo una via d’uscita.
 

Buongiorno! Ecco il secondo capitolo di No Control! Vediamo come ha reagito Freya dopo quello che è successo (o non è successo) alla clinica e cominciamo a scoprire il personaggio di Harry. Anche se, nonostante compaia in più di metà del capitolo, rimane sempre un mistero. Ma presto vedremo di più e cominceremo a conoscerlo meglio.
Infine Louis forse ha capito quello che sta succedendo e Freya non può mentire. Cosa risponderà?
La risposta martedì prossimo, con il nuovo capitolo!
Come sempre grazie per aver letto e spero che vi sia piaciuto!
Un bacione, alla prossima <3

 

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