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Autore: Samuel Drake    21/04/2015    1 recensioni
Tempi oscuri attendono Berk e le terre di tutti i vichinghi. Un misterioso nemico tesse le sue trame e guida gli avvenimenti come un abile burattinaio.
Genere: Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Astrid, Stoick
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO II


5 anni prima


"Riportalo a casa, io devo sistemare i suoi danni"
"Papà perché non mi vuoi credere? Ho veramente abbattuto una furia buia ed è precipitato da qualche parte al di là del promontorio e se noi..."
"Ora basta!" Tuonò Stoik. "Sono stufo di sentire queste scemenze! Come puoi aver catturato una furia buia se a mala pena riesci a sollevare un'ascia o una spada? E non dirmi con una di quelle tue ridicole invenzioni!"
"Invece sì, è proprio col mio nuovo lanciarete che l'ho preso!"
"Quale? Quella carcassa di legno bruciato? Hiccup per una volta taci e smetti di mettermi in imbarazzo di fronte al villaggio! Sei un disonore per la nostra famiglia! Perché non sei nato forte e robusto come tuo cugino Moccicoso o scaltro e astuto come Astrid?"


A quella frase gli occhi di  Hiccup si velarono di lacrime,  ma fece lo sforzo di non scoppiare a piangere per non peggiorare la situazione. Stoik era ancora paonazzo dalla rabbia e con voce secca comandò a Skarakkio di portare a casa Hiccup e di assicurarsi che non uscisse, dopodiché voltò le spalle ai due e diede ordini ai suoi uomini di raccogliere il necessario per ricostruire il villaggio.


Durante il tragitto per tornare a casa Hiccup non proferì parola, solo Skarakkio lo fece quando ormai erano arrivati:" Hiccup ascolta, so che le parole di tuo padre ti hanno ferito molto, ma non prenderlo troppo sul serio, era molto preoccupato per l'incolumità del villaggio e della tua. Sappi che lui ti vuole bene."
"No Skarakkio, mio padre non mi vuole bene, l'unico sentimento che prova nei miei confronti è il disappunto e la delusione. Probabilmente se fossi morto quando ero ancora in fasce sarebbe stato meglio."
"Non dire così Hiccup"
"Lo dico eccome invece! Non hai sentito? Preferirebbe avere quella testa vuota di Moccicoso come figlio piuttosto che me, oppure Astrid! Ma come posso biasimarlo? Lei è tutto quello che non sono e che non sarò mai."
Con quello sfogo Hiccup aveva lasciato fluire tutta la rabbia, la frustrazione e il dolore accumulati come se fossero un torrente primaverile in piena. Skarakkio non sapeva cosa dire per cercare di confortarlo, gli aprì la porta di casa e gli disse con fare paterno:"Va a dormire ragazzo, domani starai meglio, vedrai che troveremo una soluzione a tutto questo. " Hiccup annuì e entrò in casa.


La mattina dopo si svegliò di buon ora, scese piano le scale per non svegliare suo padre, che ancora dormiva per recuperare le energie perdute nella nottata passata sveglio a lottare coi draghi e a ricostruire il villaggio, e iniziò a preparare la colazione. Mentre lo faceva ripensava alle parole di Skarakkio della sera prima e all'improvviso ebbe un'illuminazione, prese un foglio e scrisse rapidamente qualcosa, lo lasciò sul tavolo della cucina, prese un grosso e affilato coltello e si diresse alla porta. 
"Non crederai alle mie parole papà, ma dovrai credermi per forza quando tornerò qui con quel drago." Concluse la frase chiudendo la porta delicatamente. 
Dopo qualche ora Stoik si svegliò, scese in cucina e rimase sorpreso nel non trovare Hiccup in casa. Mentre lo cercava notò il foglio lasciato dal figlio; man mano che leggeva ciò che era scritto impallidiva sempre di più fino a quando non sbiancò completamente e si precipitò da Skarakkio.

"Hiccup è andato a cercare il drago che afferma di aver catturato. A quest'ora sarà già ben addentrato nei boschi e potrebbe essere in pericolo. Presto dobbiamo andare!" Il vecchio fabbro non se lo fece ripetere due volte e si precipitò fuori dalla sua officina. "Non possiamo andare da soli però, il bosco è enorme e molto fitto mentre ci si avvicina al promontorio, solo noi due non bastiamo." 
"Hai ragione, raduno una squadra, tu va a chiamare i ragazzi, è ora che mettano in pratica il loro addestramento da guerrieri."
Appena finita la frase Stoik si precipitò a chiamare i suoi uomini migliori e più fidati per la ricerca. Poco dopo si riunì a Skarakkio e ai suoi giovani alievi.
"La nostra missione è ritrovare Hiccup, quel testone è andato da solo verso il promontorio dove afferma che si sia schiantato il drago che ha abbattuto. Dobbiamo ritrovarlo a ogni costo, prima che faccia buio, altrimenti le ricerche diventerebbero troppo difficoltose e saremmo a rischio attacco da parte dei draghi."
Tutti annuivano mentre Stoik impartiva gli ordini su come procedere, tutti tranne i ragazzi, Moccicoso continuava a borbottare che era inutile tutta quella fatica per trovare suo cugino, Gambedipesce era terrorizzato dall'idea di essere in un bosco pieno di draghi, i gemelli, al contrario, eccitati all'idea di mettersi nei guai o di confrontarsi con un grosso drago, invece Astrid era indifferente, ascoltava in silenzio gli ordini e le direttive di Stoik.
"Bene, questo è quanto. Tutto chiaro?" tuono il capovillaggio.
"Sì signore!" Risposero all'unisono tutti quanti.
"Allora andiamo! E se trovate qualcosa suonate il vostro corno."

Trascorsero parecchie ore senza avere alcun risultato, man mano che il gruppo si avvicinava al promontorio la vegetazione si infittiva e il pericolo di essere attaccati era sempre maggiore, quindi formarono dei gruppetti per maggiore sicurezza. Stoik proseguì col suo fidato amico Skarakkio, i gemelli con Gambedipesce e Astrid con Moccicoso. Quest'ultimo era felicissimo di poter trascorrere del tempo con la bionda, sperando di poter fare colpo su di lei.
"Sai non capisco perché dobbiamo faticare tanto per trovare Hiccup, alla fine non è un guerriero valoroso, non sa tenere in mano neanche una spada, è totalmente inutile!"
"Stoik vuole ritrovarlo e questo mi basta. Un guerriero vichingo obbedisce sempre al suo capo, anche se le sue decisioni non sembrano sensate."
"Dico solo che avremmo potuto usare meglio questo tempo, magari avremmo potuto fare una cena, soli io e te" disse il bruno con un ghigno, che si cancellò immediatamente dalla sua faccia nel momento in cui il pugno di Astrid impattò con la sua mascella inferiore.
"Risparmia il fiato e continua a cercare."
Moccicoso si rialzò da terra tenendosi una mano sulla guancia.
"Eddai Astrid, sciogliti un po', stavo solo facendo una proposta! E poi non è che tu abbia molta scelta per il tuo futuro, ci siamo solo io Gamedipesce e Testadi ...humpf..."
Non riuscì a finire la frase perché Astrid gli mise una mano sulla bocca facendolo gemere dal male.
"Ssst, forse abbiamo trovato qualcosa, vedi? Ci sono segni di lotta e rami spezzati qui." Disse la giovane sotto voce. "Andiamo."
Andarono avanti per una decina di metri e poi si fermarono inorriditi.
"Presto Moccicoso, suona il corno!"
Il moro non si fece attendere e suonò con tutto il fiato che aveva in corpo.


Poco prima

Skarakkio e Stoik cercavano meticolosamente nel bosco senza proferir parola, uno era preoccupato per suo figlio, l'altro per il suo amico.
"Stoik si sta facendo sera, è tutto il giorno, dobbiamo rientrare o questa missione di salvataggio diverrà una missione suicida."
"No Skarakkio, abbiamo ancora un paio d'ore di luce, non possiamo fermarci. Non posso abbandonare così la ricerca, non posso permettere che gli succeda qualcosa, l'ho promesso a Valka."
Stoik si fermò e si sforzò di trattenere le lacrime, troppi dolorosi ricordi si stavano sommando alle sue preoccupazioni del momento; continuò a ripetersi che tutto sarebbe andato bene quando il potente suono di un corno ruppe il silenzio della sera.

Tutti accorsero verso la fonte del suono, Stoik arrivò per primo seguito da tutti gli altri.
"Avete trovato qualcosa?" chiese ansimando a Astrid e Moccicoso, che non avevano la forza di guardarlo in faccia.
"Ecco noi abbiamo trovato qualcosa, ma...ecco..." farfugliò Astrid
"Cosa avete trovato? Dove?"
"Dietro quelle roccie, capo Stoik"
Il possente vichingo scansò i due giovani e si precipitò verso il luogo indicato. Non appena oltrepassò i massi che gli ostruivano la visuale cadde sulle sue ginocchia e non potè tratenere più le lacrime. Di fronte a lui, in mezzo ai rami spezzati, gli alberi caduti e i segni di lotta, si trovava la casacca di pelo di Hiccup in mezzo a tanto sangue. Troppo sangue perché il giovane potesse essere ancora vivo.

"Oh dei" esclamò Skarakkio portandosi la mano alla bocca e avvicinandosi all'amico.
"Probabilmente il drago che aveva preso si è liberato e se lo è divorato." disse lentamente Stoik. "Guarda ci sono segni di lotta e poi qualcosa è stato trascinato via."
Con movimenti lenti e pesanti il grande vichingo si alzò e prese la casacca del figlio e la strinse al petto come se la stesse abbracciando. Si sentiva a pezzi e responsabile di tutto quello che era successo e inoltre non aveva mantenuto la promessa che aveva fatto a sua moglie anni prima, che avrebbe protetto loro figlio a qualunque costo.

Ritornarono al villaggio in silenzio e a testa bassa; una campana dal suono cupe e dal ritmo lento e cadenzato riunì gli abitanti alla cerimonia funebre. La preghiera di supplica per la benevolenza degli dèì per accogliere lo spirito del giovane vichingo venne pronunciata da un commosso Skarakkio, perché Stoik aveva a mala pena la forza di poter stare in piedi senza cadere nella totale disperazione. Astrid, toccata da ciò che vedeva, si avvicinò al capo del villaggio e gli disse: "Capo Stoik, mi dispiace molto per la sua perdita. Se posso esserle utile in qualche modo, la prego, conti su di me." Stoik fece un debole sorriso e le appoggiò una mano sulla spalla. "Grazie Astrid." La giovane bionda rimase al suo fianco per tutta la cerimonia, alla cui fine Stoik prese l'arco con la freccia incendiaria e la scoccò verso la piccola barca su cui giaceva quel che era rimasto di suo figlio. Le scintille delle fiamme si innalzarono verso il cielo, mescolandosi con la luce delle stelle. Il povero Stoik alzò gli occhi colmi di lacrime e sussurrò agli astri: "Perdonami Valka. Ho fallito."



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Angolo autore

E finalmente il secondo capitolo! Aggiorno con la stessa velocità con cui Togashi crea i capitoli di Hunter x Hunter.

E' un capitolo bello corposo e spero non vi risulti troppo pesante da leggere, avrei voluto dividerlo in due ma non mi sarebbe stato possibile senza spezzare troppo la narrazione.

Spero che possa essere di vostro gradimento :) 
 
   
 
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