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Autore: The_Lock    22/04/2015    1 recensioni
Tyler, Sydney, Kyle, Lydia e Skylar sono i nuovi prescelti per difendere Kandrakar e l'equilibrio dell'universo. Nove sono le missioni che dovranno affrontare, e nove saranno i temibili nemici che minacceranno la Pace e le loro vite; sì perché questi nuovi nemici sono più sanguinari di qualsiasi altro nemico mai affrontato e, per cominciare in bellezza, i ragazzi saranno costretti ad andare alla ricerca del Cuore di Kandrakar
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Hay Lin, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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2.4

 

Banquo controllò il cellulare un'ultima volta, e storse il naso, notando che Kyle non aveva ancora risposto. Da quando il suo amico aveva preso a frequentare quegli altri quattro ragazzi, Banquo sentiva che Kyle si era allontanato sempre di più da lui, ed era sinceramente dispiaciuto per questa lenta perdita che stava subendo. Conosceva Kyle dalla terza elementare e da allora erano stati inseparabili. Adesso, invece, Kyle era distante, continuava a citare Tyler e gli altri amici, e quando erano solo loro due, Banquo riusciva a capire che il moro avrebbe preferito stare con gli altri quattro.

Accese lo stereo ed alzò il volume al massimo, approfittando del fatto di essere solo a casa. La canzone che stava ascoltando era troppo triste, per i suoi gusti, ma il ragazzo si prese un momento per guardare il tramonto dalla finestra: il mare azzurro che si stagliava contro il cielo arancione e le nuvole rosa. Canticchiò i versi della canzone, poi un rumore attutito lo fece girare di scatto. Banquo aggrottò la fronte e abbassò il volume fino ad un livello leggermente percettibile, successivamente aprì la porta e si affacciò dal pianerottolo, non trovando niente di strano oltre le scale che conducevano al piano giorno. Il ragazzo fece spallucce, convinto di essersi immaginato tutto, e proprio mentre abbassava la guardia, una mano gli tappò la bocca, mentre l'altra lo issava e lo portava via, verso la spiaggia.

 

“Hai un piano?” domandò Skylar.

“IO? Pensavo che il piano ce l'avessi tu!” sussurrò Tyler, facendo spallucce.

“Ma sei tu il capo!” sottolineò il bruno.

“E quello è l'ufficio di tuo padre, non del mio!”

“Ok, smettetela! Troveremo qualcosa!” intervenne Kyle, facendo tacere i due.

“Forse Lydia e Sydney ci sarebbero tornati utili...” mormorò Tyler.

“No. No! Saremmo stati troppi!” commentò Skylar, annuendo lentamente. “Forse ho un piano...” mormorò e dopo averlo spiegato brevemente ai due ragazzi, il bruno si alzò, da dietro al muretto dove si erano nascosti, e si diresse verso la porta principale. In ufficio conoscevano tutti Skylar, quindi per il ragazzo non fu un problema passare con la scusa di dover parlare con suo padre che, in quel momento, non era neanche tanto occupato con pratiche o riunioni particolari.

“Ciao Pa'!” disse Skylar, bussando alla porta.

“Ehi! Che ore sono? È già ora di andare via?” domandò, guardando l'orologio e constatando che erano solo le 18:30 e che il suo turno durava ancora un'ora.

“Ti va di prendere un caffè?” domandò il bruno, appoggiato alla finestra, e lo sceriffo annuì, facendo spallucce.

“Tanto oggi è una giornata no.” sbuffò, chiudendo la sessione del computer e alzandosi, dirigendosi col figlio verso la macchinetta del caffè poco lontana da lì. Skylar si allontanò un attimo con la scusa di andare in bagno, e quando si chiuse in cabina, mandò un messaggio a Tyler avvisandogli di entrare dalla finestra che lui aveva aperto poco prima. Sapendo di avere il tempo contro, Skylar si concentrò per creare una nebbia che coprisse i movimenti dei due ragazzi, ma l'ansia era tale che il banco di nebbia tu così fitto che entrava anche dalle finestre.

“Allora, come va con Alissa?” domandò lo sceriffo, porgendo al figlio una tazza di caffè bollente.

 

“Hai l'agilità di un topo morto!” sussurrò Kyle, mentre raccoglieva da terra Tyler che era caduto, cercando di entrare nell'ufficio del signor Windy dalla finestra.

“Scusa, è che non avevo visto quel fermacarte!” spiegò, schiarendosi la voce ed evitando di soffermarsi sullo sguardo avvilito del moro.

“Ok, ora cosa facciamo?” domandò Kyle muovendo il mouse del computer per constatare che la sessione era chiusa ed una password era richiesta.

“Ehm... fammi provare!” disse Tyler, stendendo le mani sulla tastiera e dando una piccola scossa al computer. Lo schermo fece un po' di bizze, poi tornò normale, chiedendo sempre una password per entrare nel sistema.

“Ora riprovo.” sussurrò il rosso, ponendo le mani sulla tastiera.

Non ci provare!Disse una voce che fece voltare entrambi di scatto.

“Vedi qualcosa?” domandò Kyle, e l'altro fece di no con il capo.

Se non riuscite a vedermi siete proprio ciechi! Sono qui davanti a voi! Continuò la voce, ed i due ragazzi guardarono straniti il Pc, constatando che la voce veniva esattamente da quel punto.

“Ci... stiamo parlando con un computer?” domandò Kyle, passandosi una mano tra i capelli neri, confuso più che mai.

Non capisco perché questa cosa dovrebbe sconcertarvi tanto... commentò la macchina. Avete bisogno di qualcosa?

“Questa poi la chiediamo alla Vandom!” bisbigliò Tyler all'orecchio del moro “Ehm sì- si rivolse al computer -avremmo bisogno di entrare nella sessione dello sceriffo per rubar... ehm, per prendere qualche informazione.”

Non so se posso fidarmi... sono informazioni riservate! Commentò la macchina.

“Ehm, lo sappiamo... ma sai, siamo i guardiani e possiamo far tornare indietro Grace, la ragazza scomparsa!” spiegò Tyler, e dopo qualche secondo d'attesa, la stampante si azionò, iniziando a stampare i documenti necessari.

Lo so che siete i guardiani. Si vede lontano un miglio, anche se siete un po'... goffi! Comunque prego, non ostacolerò io la salvezza di una ragazza! Disse la macchina, e poco dopo si spense. Kyle raccolse i fogli e li piegò, infilandoli in tasca.

“Andiamo, prima che torni lo sceriff...” ma prima che il moro potesse dire qualcosa, il telefono dell'ufficio iniziò a squillare.

“Oh merda! Via via!” sussurrò Tyler, correndo verso la finestra.

 

I cinque ragazzi storsero il naso, sfogliando fotografie sul luogo dove l'iPod di Grace fu ritrovato, leggendo rapporti e testimonianze, e sottolineando alcuni particolari che, magari, potevano risultare utili.

“Ammettiamolo, è inutile!” sbottò Lydia, lanciando i rapporti sul tavolo. “Non possiamo pensare che un dettaglio sia decisivo se una e una sola è la ragazza scomparsa.”

“Lo so, ma non possiamo aspettare una seconda sparizione!” spiegò Tyler “Se poi quelle creature non restituiranno Grace dobbiamo conoscere contro chi stiamo lottando.”

“Il problema è anche un altro.” intervenne Sydney “Se hanno rapito Grace, dove l'hanno portata? Non voglio fare l'uccello del malaugurio, ma forse Grace non è solo sparita ma addirittura... morta.”

“Il tuo ottimismo mi offende, Sydney.” sospirò Skylar.

“Ragionateci! La tana di quei mostri è nel mare e Grace non può respirare sott'acqua, che io sappia.” convenne Sydney, rabbuiando i pensieri dei cinque ragazzi.

“Magari l'hanno trasformata in uno di loro.” ipotizzò Kyle, facendo spallucce.

“Sì, magari l'hanno anche portata sulla luna, ma tanto è inutile fare ipotesi, ora come ora!” disse Lydia. “Una cosa la sappiamo, però, ed è che quelle creature vivono nel mare! È già un inizio.”

“E sappiamo anche qualcos'altro...” intervenne Sydney, prendendo un foglio dal fascicolo “La sparizione di Grace è avvenuta tra le 16 e le 19, e noi siamo stati attaccati verso quell'orario. Quindi questi mostri cacciano durante le ore del tramonto!”

“Credete che possa bastare a Kandrakar?” domandò Tyler, ma sia Lydia che Sydney fecero di no con la testa.

“Deve esserci un dettaglio che sia come una firma inequivocabile.” disse Lydia, riprendendo i fogli per leggerli più attentamente.

“Il signor Kyle Firal è atteso all'ufficio della preside.” disse l'interfono, ed il moro aggrottò la fronte, guardando i suoi amici come se loro sapessero il motivo di quella chiamata.

“Chi hai preso a pugni, questa volta?” domandò Lydia, sorridendogli.

“Ah. ah. ah.” rispose il moro, raccogliendo lo zaino e dirigendosi verso l'ufficio della Vandom. Kyle aprì la porta e trovò la preside Vandom con sguardo grave, più il coach di football e due uomini alti e magrissimi che lo squadrarono con attenzione.

“Siediti, caro.” disse la Vandom, indicandogli la sedia.

“Che succede?” domandò Kyle, aggrottando la fronte.

“Salve, signor Firal. Siamo gli ispettori Vetiver e Fern. Possiamo farle qualche domanda?”

 

“Stai fermo.” sorrise Nicolas, prendendo il viso di Sydney fra le due mani e rimettendolo nella posizione precedente.

“Scusa, non sono abituato a fare il soggetto dei ritratti.” rispose.

“Strano. Hai un viso che tutti vorrebbero disegnare.” spiegò Nicolas, sempre sorridendogli. Sydney arrossì leggermente. Il biondo decise allora di guardare verso l'entrata della scuola, poiché a Nicolas serviva che lui osservasse un punto fisso, ma ormai erano andati quasi tutti a casa e poca gente usciva. Qualche minuto dopo, però, Sydney vide Kyle uscire dal portone sbattendolo in malo modo, con il suo solito sguardo truce di quando era arrabbiato. Ma questa volta il moro non era solo arrabbiato, i suoi occhi erano un misto di sentimenti che Sydney non riusciva a decifrare completamente.

“Possiamo fare una pausa?” domandò, e Nicolas annuì, dicendo che si sarebbe concentrato su qualche dettaglio. Il biondo scese dal muretto e chiamò Kyle, ma il moro non si girò.

“KYLE!” insistette Sydney, prendendolo per mano e subito la differenza di temperatura fra i due causò il rumore tipico di un oggetto raffreddato in fretta.

“Ehi, che ti prende?” domandò il biondo, più dolcemente. I suoi occhi blu cercavano di creare contatto con quelli neri di Kyle, ma il moro guardava ovunque tranne che in quel punto. Aveva gli zigomi un po' arrossati e gli occhi leggermente lucidi.

“Lasciami.” sibilò, strattonando il braccio e salendo sulla moto, partendo in quarta. Sydney guardò la sagoma di Kyle che si allontanava, dubbioso del motivo per cui Kyle era tanto nervoso, frustrato e disorientato. Il biondo si voltò per tornare indietro, ma vide che Nicolas lo stava raggiungendo, allora si incontrarono a metà strada.

“Che ne dici di andare altrove? Il sole sta tramontando e la luce non è adatta per disegnare.” sorrise, e Sydney annuì, con la mente decisamente da un'altra parte.

 

Dopo che Skylar aveva praticamente permesso ai suoi amici di invadere l'ufficio del padre, rubargli le informazioni e sostituirsi a lui nelle ricerche, il bruno si sentiva decisamente in colpa nei suoi confronti, ed infatti era diventato notevolmente mansueto e docile con il padre. Quella sera, Skylar era tornato ancora una volta in ufficio del padre, trasformando in abitudine quello che era una tantum e, ripetendosi come un paio di settimane prima, Skylar entrò nell'ufficio del padre senza bussare, trovandolo a parlare con due ispettori che il bruno non aveva mai visto.

“Oh, scusate.” disse Skylar.

“Sky, aspettami fuori.” sospirò il padre, ed il bruno annuì, allontanandosi di poco dalla porta ed ascoltando attraverso la fessura della serratura ciò che i tre uomini si dicevano.

“Un altro ragazzo scomparso?” domandò lo sceriffo Windy, appuntando su una cartina della città un adesivo rosso sulla casa dove il ragazzo era stato rapito.

“Questa volta sembra sia stato prelevato da casa. Non sembra una coincidenza con il caso di Grace.” disse l'ispettore Vetiver.

“Questa mattina abbiamo interrogato un po' di studenti riguardo la sua sparizione, ma non hanno saputo dirci niente. Era una ragazzo normale con una vita normale.” aggiunse l'ispettore Fern. Il padre di Skylar annuì, guardando il fascicolo, e poi osservando la foto del ragazzo appuntata vicino a quella di Grace.

“Scusate, ripetetemi nome e cognome.” disse lo sceriffo.

“Banquo Yarn.”

Skylar spalancò gli occhi e si allontanò di scatto dalla porta dell'ufficio del padre. Anzi, il bruno prese a correre fuori dall'ufficio e tirò fuori il telefono, cercando il numero di Kyle sulla rubrica telefonica con le mani che gli tremavano. Banquo era scomparso? Come era possibile, se avevano ancora loro la pietra che- non ci voleva un genio a capirlo -era collegata proprio a quelle sparizioni?

Niente, il moro non rispondeva, allora Skylar chiamò la persona che pensava fosse più in sintonia con Kyle, e poco dopo sentì la voce di Sydney al telefono.
“Hai visto Kyle?” domandò il bruno.
“Sì, è uscito da scuola mezz'ora fa. Perché?” chiese il biondo.

“Dobbiamo avvisarlo... Banquo è scomparso.” spiegò. Una scossa percosse la schiena del biondo, e subito si alzò dal tavolo del bar dove era seduto con Nicolas. Ecco perché Kyle era in quello stato, perché Banquo era scomparso.

“Sai dove può essere andato?” domandò Skylar.

“Sì. Avvisa Lydia e Tyler. Ci vediamo al lungo mare.” disse, chiudendo la chiamata.

 

Un meteorite infuocate cadde in un punto del mare, sollevando una grande quantità di vapore e una maggiore quantità d'acqua, causando onde abbastanza grandi che raggiunsero la riva, bagnando le caviglie di Kyle.

“VENITE FUORI!” urlò con tutta l'aria che aveva nei polmoni, irritandosi la gola e lanciando un secondo bolide di fuoco poco lontano da dove aveva direzionato il secondo, ma nessuna creatura uscì dal nascondiglio, lasciando Kyle da solo con la sua rabbia.

“DOVE SIETE?” urlò, iniziando a camminare verso il mare, bagnandosi fino alla vita per poi creare altri tre bolidi, ma un muro d'acqua si sollevò, spegnendoli prima che potessero precipitare in acqua. Kyle si girò, sapendo già chi si sarebbe trovato alle sue spalle.

“Kyle.” disse Sydney dolcemente, cercando di tendergli una mano. L'acqua vicino al moro era caldissima, quasi a punto di ebollizione, e Sydney la raffreddò, facendo un semplice gesto con la mano.

“Kyle vieni via. Potresti fare male a qualcuno.” aggiunse, avvicinandosi.

“Non mi interessa.” rispose, con voce rotta. Il biondo provò a toccarlo, ma lui si scostò di poco. “No, non voglio calmarmi.” spiegò.

“Non voglio calmarti. Voglio starti vicino.” spiegò Sydney.

“Hanno preso Banquo.” spiegò, guardando finalmente il biondo negli occhi, per poi coprirsi il volto con l'avambraccio e iniziare a piangere. Intenerito, Sydney lo abbracciò più forte che poté, accarezzandogli la nuca.

“Lo ritroveremo.” gli promise.

“Non sappiamo se è vivo.” mormorò, e Sydney si morse la lingua per ciò che aveva detto la mattina stessa, quando aveva ipotizzato la morte di Grace. “Mi sento così in colpa.” confessò, affondando il volto nell'incavo fra collo e spalla del biondo. “Come possiamo proteggere l'equilibrio del mondo se non sappiamo proteggere chi ci sta vicino?” domandò.

“Ehi, non essere troppo severo! Abbiamo solo diciassette anni.” gli sorrise Sydney “Stiamo imparando, tutti insieme. Tu, io, Lydia, Tyler e Sky.”

Il moro sembrò calmarsi, e si lasciò asciugare le lacrime da Sydney, che gli sorrise per tutto il tempo. Era il contatto con la pelle di Sydney che Kyle agognava così tanto da tempo, ma le sue labbra erano bramose più di ogni altra parte del corpo, allora il moro fece per avvicinarsi per baciarlo, ma si fermò a pochi millimetri, rimanendo con gli occhi chiusi.

“Non baciarmi solo per pietà o se non ti piaccio più. Baciami solo se vuoi.” sussurrò, ma non dovette attendere a lungo che sentì le labbra di Sydney sulle sue. Il moro scattò, e gli prese il volto fra le mani, mangiandosi di baci le labbra del biondo che da troppo tempo erano estranee alle sue. I due si baciarono a lungo, e si fermarono solo quando sentirono un colpo di tosse provenire dalla spiaggia.

“Prendetevi una camera!” scherzò Tyler, mettendo le mani a coppa sulla bocca affinché l'urlo si sentisse. Lydia diede un colpo in testa al rosso, e Skylar rise, mentre Kyle appoggiava la sua fronte a quella di Sydney, e gli passava il pollice sulle sue labbra, bagnandole con acqua salata.

 

  
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