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Autore: louisvoice_88    22/04/2015    1 recensioni
4 ragazze, un solo sogno... quello di andare a vivere nella magnifica Londra!! Ludo, Reby, Feddy ed io in questa città piena di sorprese incontreremo 5 ragazzi e... il resto lo lasciamo alla storia!!
Firmato
Ludo, Reby, Feddy e Marty
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Louis
< Non ci posso credere, dove li hai trovati?! > Esclamò la mia ragazza, incredula, che stringeva il suo regalo in mano. < Li ho cercati dappertutto ed erano esauriti - forza, spiegati. > Incrociò le braccia, riponendo cautamente i due biglietti per il concerto dei Coldplay nella loro busta.
< Si dà il caso... > Le afferrai i fianchi, sorridendole maliziosamente ed appoggiandola sull’isola della cucina. < Che papà abbia delle conoscenze nel sito di Ticketone… > Ricambiò il sorriso, stringendo le mani attorno al mio collo. Le mie labbra si schiusero sul suo, arrivando fino al lobo dell’orecchio. < E che io sappia essere molto persuasivo… > Buttò la testa all’indietro quando lasciai un piccolo morso sulla scollatura della sua maglietta, così ne approfittai per farmi spazio fra le sue gambe. Ci baciammo molto passionalmente.
< Sai essere fin troppo persuasivo, Tomlinson… > Sussurrò lei in risposta, sulle mie labbra, mentre le passavo le mani fra i capelli per aumentare l’intimità tra noi. A quel punto strinse forte le gambe attorno al mio bacino. Gemetti a denti stretti.
< Amo quando mi chiami per cognome… > Dissi sulle sue labbra, iniziando poi a spingere dolcemente, dando piccoli colpi ed entrando a contatto con la sua intimità attraverso i jeans stretti che portava.
< Ragazzi, volevo parlarvi di - ehi! > Harry, appena arrivato, scoppiò a ridere nel trovarci in quella posizione. Arrossimmo entrambi e Marty scese dall’isola con un balzo, abbassando subito lo sguardo.
< Non è divertente. > Affermò subito dopo, spostandosi una ciocca di capelli davanti al punto del suo collo dove giaceva il segno del morso. Harry rise ancora.
< Ha ragione, considerando che ieri avresti rischiato di trovarti nella stessa posizione con James. > Completai io, fiero dell’espressione che si formò sul suo volto. Gli strizzai l’occhio, dirigendomi poi da lui assieme a Marty.
< Dicevo… ieri, per ringraziare il capitano mi sono recato alla centrale della polizia, dove ho scoperto qualcosa di pazzesco! > Esclamò lui, frugando nelle tasche del suo giubbotto ed estraendone un foglio tutto appallottolato. Lo aprì.
< Non è possibile! > Mi portai una mano sulla fronte, incapace di dire altro. Con il suo permesso presi il foglio tra le mani, leggendolo ad alta voce. < James Irwins, ricercato dalle polizie di Stato per aggressione su minorenni e pedofilia. > Mi fermai un attimo, scosso. < Aggressione?! > Domandai, con la voce tre volte più acuta del normale.
< A quanto pare… > Rispose Marty, prendendo il foglio a sua volta. < Chi lo avvisterà e contribuirà alla sua cattura non solo sarà considerato una grande persona, ma gli verrà consegnato il premio di- > Per un secondo sembrò mancarle il fiato dallo stupore. < -diecimila sterline? In contanti? > Harry annuì, tutto soddisfatto.
< Almeno voi ragazze non dovrete fare prelievi dalla banca per un po’, e forse potrete permettervi qualche lusso! > Le rispose proprio lui, riprendendo poi il foglio e infilandoselo di nuovo nella tasca. Marty ed io ci guardammo negli occhi, completamente felici.
< Già, che bello! > Esclamò la mia ragazza, quasi strangolando Harry con un abbraccio. Lui ricambiò molto dolcemente, e forse fui un pochino geloso quando le baciò la fronte, ma cercai di non farci caso.
< Beh, è meglio che io vada a dare la notizia agli altri. Dove sono? > Ci chiese cordialmente, al che Marty scrollò le spalle.
< Bella domanda! A noi hanno detto che andavano a farsi un giro, per cui non so proprio dove siano in questo momento… > Risposi io, allacciando poi una mano attorno al fianco della mia ragazza. < Fossi in te, chiederei alla mamma di Zayn, sa sempre dove si trovi suo figlio! > Esclamai in seguito, giusto per metterla un po’ sul ridere.
< Grazie mille, vi lascio alle vostre attività ora! > Ci lanciò uno sguardo malizioso, al quale ricambiammo facendo movimenti per nulla casti con i nostri corpi. Rise di gusto e poi ci baciò entrambi sulla guancia, uscendo di casa.
Appena sentii la porta sbattere mi diressi verso la mia ragazza, stringendole i fianchi e facendo aderire bene i nostri corpi. Molto dolcemente la baciai, approfondendo io stesso il tutto ed aspettando che mi circondasse il collo con le mani come piaceva a me. Sorrise fra il bacio.
< Ti va di tornare a dove eravamo prima? > Le chiesi, sussurrando nel suo orecchio. Fece una risatina, poi tornammo a baciarci fino a che non decise di stringere le gambe attorno al mio addome, mentre io la sostenevo per le cosce.
Riiniziammo a baciarci con più foga, quindi decisi di avviarmi lentamente verso il divano ed infine di sdraiarcela sopra… con la sua completa approvazione.
< Tomlinson… > Sussurrò sulle mie labbra, prima che le connettessi alle sue. Sorrisi tra il bacio, ed afferrai l’orlo della sua maglietta, sollevandola leggermente ed infilandoci sotto la testa.
< Tocca a me ricambiare il favore che mi hai fatto, ricordi? > Sussurrai io in risposta, iniziando a lasciare baci secchi sulla parte dell’addome sotto l’ombelico. La mia lingua tracciava dei cerchi su quella parte così delicata del suo corpo, sotto la quale sentivo la pelle accapponarsi. < Ti faccio venire i brividi, piccola? > Chiesi, decidendo di far notare quel particolare anche a lei. La sentii ridere in maniera sottile, appena prima che si togliesse la maglietta con un gesto secco delle braccia.
Continuai a torturarle l’addome, sentendola gemere appena mentre mi passava le mani fra i capelli. Risalii lentamente con la bocca fino ad arrivare all’incavo dei suoi seni, dove decisi di succhiare con più avidità facendo arrossare quel punto, per poi curare il tutto con la lingua. Le mie mani si portarono dietro la sua schiena, esattamente sul laccetto del suo reggiseno.
< Posso, amore? > Domandai, con voce incerta. Inizialmente alzò gli occhi al cielo, ma poi tornò a fissare il suo sguardo nel mio, con un sorrisetto malizioso stampato in viso.
< Sarebbe proprio un peccato rovinare questo momento, vero? > Fu la sua risposta, dopo la quale portai le mie labbra sulle sue. Approfondì lei stessa il tutto, mentre inarcava la schiena per permettermi di slacciare il reggiseno. Scrutai il suo corpo, sorridendo.
< Sei bellissima, piccola. > Affermai, sfiorando con le dita la parte di seno lasciata scoperta da quell’indumento. Poco dopo tornai su di lei, lanciandolo via del tutto. Però si coprì gli occhi. < Amore, apri gli occhi… sei bellissima, e non devi vergognarti della tua bellezza. > Sussurrai, calandomi piano sul suo petto nudo. Aprì gli occhi e così decisi di sorriderle, baciandola prima di arrivare a sfiorare uno dei suoi capezzoli con i denti. Ansimò, inarcando la schiena, così continuai a concentrarmi con le labbra sul suo capezzolo destro, mentre stringevo quello sinistro fra le dita, roteandole.
Decisi poi di chiederle l’impensabile, lasciando il suo seno e tornando nuovamente sul ventre, arrivando all’elastico dei suoi leggings che subito si tolse e lanciò insieme alla maglia. Io invece notai di essere ancora tutto vestito, così rimediai sfilandomi sia maglietta sia jeans e rimanendo in boxer. Arrivai all’elastico delle sue mutandine, con lei che passava sensualmente le mani fra i miei capelli.
< Amore, vuoi? > Chiesi, con una certa premura nella mia voce.
< Si Lou, lo voglio più di ogni altra cosa. > Rispose.
Le sorrisi, sfilandole finalmente anche l’ultimo indumento: ora era completamente nuda, sotto i miei occhi. La sua reazione fu del tutto normale, ovvero si lasciò sopraffare dalla vergogna e cercò ancora di coprirsi tutto il viso con entrambe le mani. Stavolta però la bloccai per i polsi, baciandola poi sulle labbra e mimando uno “stai tranquilla” con le mie. Sfiorai la sua coscia con la mia erezione.
< Non sei l’unica che si sta godendo al massimo questo momento, per cui lasciati pure andare, piccola. > Dissi, con un tono malizioso. Sorrise ed annuì, e non ebbe nessun tipo di reazione quando portai volontariamente la sua mano sul rigonfiamento dei miei boxer. Solo arrossì leggermente.
< Oh… > Fu l’unica cosa che riuscì a dire, quando capì che non doveva vergognarsi, perché forse ero eccitato al suo stesso modo. Non sembrava voler ritrarre la mano, anzi, diede una leggera spinta che mi fece passare un brivido per tutta la schiena.
< Ferma, stasera tocca a me. > La bloccai, così annuì e tornò a sdraiarsi. Io invece scesi con la testa fra le sue gambe, divaricandole leggermente, e lasciando un primo baciò sulla sua intimità. Inarcò nuovamente la schiena quando ne leccai la parte centrale, scatenando un brivido nel suo corpo.
< Cazzo, Lou! > Si lasciò scappare, quando succhiai il suo clitoride con forza, mentre stringeva i miei capelli in due pugni. Continuai a stimolare quella parte della sua intimità con la lingua, succhiandola di nuovo, di tanto in tanto. Mi leccai il dito medio proprio davanti ai suoi occhi, mentre era in uno stato di completa estasi.
< Se ti fa male, fermami. > La avvisai, anche se sapevo già che non mi avrebbe detto nulla. Così, lentamente, feci scivolare quel dito dentro di lei. Come previsto non ebbe nessuna reazione, solo che notai una piccolissima lacrima scendere dalla sua guancia… e fui subito invaso da un grande senso di colpa. < No, amore, ti prego… non piangere. > Dissi, fermando immediatamente il dito.
< Tranquillo, so per certo che passerà. Tu vai avanti. > Mi incoraggiò, sorridendomi per quello che poteva. La baciai ma, poco dopo, il mio dito prese a compiere dei lentissimi giri dentro e fuori la sua intimità. La sentii riprendere ad ansimare.
Mentre compivo questi movimenti, la mia lingua ruotava intorno al clitoride, che di tanto in tanto veniva succhiato. I suoi ansimi diventarono più pesanti a quel punto, e mi sentii felice, perché stavo procurando piacere alla ragazza che amo. Detti una spinta più forte col dito, mentre morsi il clitoride.
< Lou! > Disse, con la voce alta e modificata dall’eccitazione, in preda all’orgasmo. Il suo primo orgasmo, che io le avevo provocato. Tolsi il dito da dentro di lei continuando, però, quei movimenti con la lingua, regalandole gli ultimi attimi di piacere.
Quando lasciò la massa di capelli fra le sue mani, capii che oramai aveva scatenato tutta la sua eccitazione. L’ultima cosa che feci fu baciarla, molto passionalmente, e poi la guardai negli occhi. Sorrideva.
 
Liam
< Oh, no! Zayn mi aveva detto che sarebbero usciti a fare un giro, ma credo si riferisse a lui e Feddy… > Dissi, decidendo poi di far entrare Harry in casa con me. C’erano anche i miei, così li salutò e ci scambiò due parole prima che andassimo di sopra.
< Non li trovo da nessuna parte! Nemmeno la mamma di Zay sa dove siano andati, eppure gli devo parlare di una cosa molto importante! > Mi rispose lui, completamente adirato e deluso.
< Cosa, Harry? > Gli domandai io, cercando di parlarci un po’. Mi dispiaceva che gli altri fossero fuori e che lui gli dovesse così disperatamente parlare, però colsi l’occasione anche per fermarlo e provare a rafforzare anche la nostra amicizia. Tentennò leggermente, ma poi prese posto sul mio letto ed io mi ci sedetti accanto.
< È una storia un po’ lunga, ma se mi vuoi proprio ascoltare… > Lasciò le parole sospese in aria, alle quali annuii senza pensarci due volte. Sospirò, mettendosi a riflettere probabilmente sul modo in cui avrebbe dovuto parlarmene, e poi si decise ad iniziare il suo discorso. < A Glasgow, questo James... beh, ecco- > Si bloccò improvvisamente. Provai a scuoterlo per una spalla, ma il suo sguardo rimaneva vuoto.
< Harry? > Lo chiamai, ma non rispose. Solo appoggiò la mano sul mio ginocchio, e strinse forte, chinandosi in avanti. Circondai il suo collo con un braccio.
< James è un pedofilo, e… stava provando a farmi e a farmi fare cose non di mio gradimento con la forza. La prima volta, a Glasgow, sono riuscito a cavarmela saltando dalla finestra dell’hotel e continuando a scappare, ma lui mi continuava a mandare messaggi e dirmi che mi avrebbe ritrovato. > Il suo tono di voce si fece ancora più cupo di quanto già non fosse, e dai suoi occhi scese una piccola lacrima che subito asciugò con il pollice. < E la seconda volta è stata proprio ieri. È venuto a casa delle ragazze e voleva entrare, così ho cercato di sbattergli la porta in faccia ma - cazzo, hai visto che muscoli ha? -  e allora ce l’ha fatta. Ho dovuto mandar via Ludo, spaventatissima, e se non fosse arrivato Lou probabilmente ora n-non- > E poi, chiaramente, scoppiò a piangere.
< Stai tranquillo, okay? È tutto passato. > Dissi, provando per lo meno a rassicurarlo, mentre allargavo le braccia e lo stringevo forte a me. Ricambiò molto dolcemente, quando si lasciò completamente andare sulla mia spalla… e fu uno spettacolo terribile.
< L-lo so… l’hanno anche m-messo in prigione, ma il punto è che quando mai d-dovessero liberarlo - perché sono sicuro che lo faranno - lui verrà a cercarci. Me, Louis, Ludo… e n-non so che cosa farei, se si azzardasse a sfiorare con un dito uno dei miei migliori amici. > Mi rispose, interrompendo ogni frase con dei singhiozzi convulsi. Non sembrava piangere, piuttosto pareva nel mezzo di quella che era una crisi isterica: il viso arrossato, i capelli scompigliati nei quali infilava le mani e poi tirava e il respiro totalmente irregolare… ed io non potevo fare assolutamente niente per impedirlo.
Provò a tirarsi i capelli ancora una volta, mentre probabilmente riiniziava a piangere singhiozzando paurosamente, ma stavolta lo bloccai per i polsi. Mi guardò abbastanza impaurito, quando gli feci arrivare le braccia attorno al mio collo, in modo che mi abbracciasse.
< Non devi aver paura di James, Harry, ci siamo tutti noi a “proteggerti”. Niall, Lou, Zayn, io… saremo tutti qui per te, se mai avrai bisogno di noi… e sono certo che ne avrai, perché tutti hanno bisogno di aiuto prima o poi. L’importante è non dubitare mai dei tuoi amici. > Non feci in tempo a vedere la sua reazione alle mie parole rassicuranti, che fummo interrotti dallo squillare del mio cellulare. Sorrisi, notando che si trattava di Ludo, e risposi attivando il vivavoce, in modo che anche Harry avrebbe potuto ascoltare.
< Pronto, Ludo? > Chiesi, ma il mio viso si raggrinzì all’istante, perché in risposta ricevetti uno schiamazzo talmente potente che avrebbe fatto diventare lisci i capelli di Harry.
< Si, Liam! Oh, ciao… ascolta, sono qui con le altre - ragazze, zitte! Sto chiamando Liam! > Disse, in tono veloce e confuso.
< Ciao Liam! > Rispose un coro di voci, fra le quali riconobbi quella di Reby e quella di Zayn, che erano le due più particolari del gruppo.
< Stavo dicendo? Oh, si, ecco… siamo usciti con Zayn e lui ci ha portato in collina a conoscere i suoi nonni, che si sono dimostrati ospitalissimi e - se non la piantate vi spezzo le ossa! - ci hanno chiesto di rimanere qui per tre giorni- > Stava per dire qualcos’altro, ma fu interrotta da alcune risatine e altri schiamazzi che sembravano rimbombare in tutta la stanza.
< Okay, ma ora dove siete? > Domandò Harry. < Io avrei voluto parlarvi di una cosa! > Esclamò poi, estraendo un foglietto dalla tasca e porgendomelo, mentre mi invitava a leggerlo.
< Ora siamo qui a casa dei nonni, sono così gentili… ora capisco da dove Zayn abbia ereditato il suo carattere! > Riuscii a malapena a sentire, dato che ero immerso nella lettura del manifesto con la faccia di James stampata sopra. Appena finii lanciai uno sguardo puramente compiaciuto e stupito allo stesso momento ad Harry, che mise in mostra il suo adorabile sorriso sghembo. < Oh, ciao Harry! > Ripeté il solito coro di persone, riconoscendo la sua voce ed esplodendo in discorsi senza senso, l’uno sopra l’altro.
< E quindi ritornate qui fra tre giorni? Lasciando me, Harry e i due piccioncini tutti soli? > Chiesi, facendo ridere il gruppo di persone all’altro capo del telefono ed anche Harry, che sembrava essersi risollevato, ora che sapeva dove fossero finiti tutti.
< Proprio così, loro due non sono con voi adesso? > Chiese una voce che si confondeva in mezzo al gruppo, ma troppo riconoscibile da sola: Feddy.
< No, li ho lasciati a casa da soli e sono venuto qui da Liam… fra poco li chiamiamo e li avvisiamo di tutto! > Rispose il ragazzo seduto accanto a me, mentre mi faceva l’occhiolino. Ci fu un’ovazione dall’altro capo, alla quale noi due scoppiammo inevitabilmente a ridere.
< Okay, dai, ora ve li lasciamo chiamare! Ci sentiamo! > Esclamò Niall, che rideva come un matto, sovrastato da altre voci che facevano lo stesso.
< Ma aspettate, volevamo- > Non facemmo nemmeno in tempo a finire la frase, che Ludo riattaccò al telefono. Bloccai lo schermo, concentrandomi di nuovo su Harry.
< Liam, forse è meglio che torni a casa… mamma sarà preoccupata, vista l’ora che si è fatta. > Alluse con lo sguardo all’orologio appeso sopra al mio letto, che segnava le otto e mezzo di sera. Annuii, mentre Harry si alzò e si diresse verso di me con passo lento, sorridente.
< Okay, io chiamo quei due. > Affermai con fermezza, mentre allargava le braccia e io mi ci buttavo. Lo strinsi forte a me, e sentii addirittura il suo fiato caldo sul collo, mentre mi sussurrava qualcosa nell’orecchio.
< Grazie per essermi sempre vicino, Liam. Grazie di tutto. >
 
 
Ciao bellezze!
Allora ho pochissimo, tempo per cui facciamo in fretta il punto della situazione che non può mai essere tagliato:
Nel primo pov (oggi ce ne sono solo due) c’è un momento particolarmente hot tra i martomlinson… vi prego, non prendetemi come una maniaca sessuale per le descrizioni!
Nel secondo invece, si scopre che Ludo e gli altri della compagnia staranno tre giorni dai nonni di Zayn… e che c’è un bellissimo momento fra Liam ed Harry che legano ancora di più e si promettono che ci saranno sempre l’uno per l’altro, AW
 
Detto questo, vorrei ringraziare chi mi segue e chi commenta sempre i capitoli, un piccolo ringraziamento alla mia sorella a distanza che ha contribuito a “migliorare” questo capitolo, grazie tesoro xx
Baci e abbracci a tutti, ve se ama x
Marty 
  
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