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Autore: adiamondinthesky    23/04/2015    2 recensioni
Amy e Karma...una relazione dolorosa, sofferta...Anni di profonda amicizia e un saldo legame affettivo...ma un errore cambia tutto. Anche lo sbaglio più piccolo può dare il via alla catastrofe più grande di sempre. Cosa accadrà tra Karma ed Amy questa volta?
E Lauren? come sarà la sua vita ora che tutti sanno il suo segreto??
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Threesome, Triangolo
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Farrah era seduta al grande tavolo bianco in cucina, le sedie attorno vuote. Qualcosa stonava. Guardò l'orologio e con espressione preoccupata si alzò dalla sedia. Erano le sette e trenta e nè Amy nè Lauren erano ancora scese a fare colazione; la donna per accertarsi che andasse tutto bene salì le scale e si affacciò nelle camere. 
Trovò quella di Amy vuota, ma quando spalancò l'uscio di quella di Lauren rimase piacevolmente colpita di fronte quell'insolito scenario. Le due sorellastre erano sdraiate sul letto, Amy abbracciava Lauren ed ella glielo lasciava fare serenamente, erano profondamente addormentate. La donna non voleva disturbare quel momento così dolce, ma si vide costretta a farlo, poichè Amy quella mattina aveva un test importante a scuola e non poteva perderlo. 
Controvoglia Farrah si avvicinò alla figlia e le picchiettò con delicatezza sulla spalla. Gli occhi di Amy si aprirono incerti, assonnati, cercarono di mettere a fuoco la figura che avevano davanti.
 "Mamma..." biascicò la ragazza con tono leggermente scocciato. 
"Amy, hai il compito di anatomia stamani, devi andare a scuola" La giovane la fissò perplessa, un punto interrogativo nella sua espressione, poi si ricordò che giorno fosse e scattò a sedere. 
"Cazzo!" imprecò ad alta voce. 
"Basta con le parolacce.." sbottò la madre, ma fu prontamente interrotta dalla figlia. "Non ora, mamma. Non ho tempo per le tue ramanzine. Si, niente parolacce, perchè in bocca ad una ragazza stanno male etc etc. lo so"
"Vai a prepararti, su" cercò bonariamente di lasciar cadere il discorso. Amy annuì e si diresse verso il bagno, dal quale uscì dieci minuti dopo lavata e vestita. Tornò in camera di Lauren e la guardò avvolta nella penombra. Le faceva tenerezza, era rannicchiata sul letto, una mano sotto il cuscino e l'altra a stringere la coperta. "Lauren...scusa se ti sveglio, ma volevo dirti che devo andare via. Giuro che appena torno vengo subito qui a vedere come stai. Mi raccomando, riposati e non fare niente di avventanto" si abbassò e le stampò un bacio sulla guancia. 
Scese in cucina a fare colazione. La madre seduta compostamente al suo posto, il caffè caldo e il giornale aperto sul tavolo. 
"Lauren sta male, non va oggi a scuola" l'avvertì Amy. 
"Ehm, tesoro...come mai tu e lei eravate sul letto, a...ehm..dormire?" le domandò con non poco imbarazzo la donna. 
Amy la fissò con espressione confusa, non riusciva a capire dove volesse andare a parare la madre; sapeva che era strano perfino immaginare che ciò potesse accadere, ma non capì il motivo di tutta quell'apprensione finchè Farrah non insinuò delle cose inconcepibili. 
"Tesoro. Lauren è una ragazza...a te piacciono le ragaz...sì, insomma, non è successo niente tra voi.." le frasi le morivano in gola. 
Finalmente Amy comprese la causa di tanta agitazione. 
"Mamma, ma come ti saltano in mente certe cose?? Figurati. No. Quando mi sono svegliata Lauren è venuta in camera mia e mi ha chiesto se potevo farle compagnia perché non stava molto bene e allora l'ho accompagnata a letto e dopo poco si è addormentata ed io ero stanchissima e ho pensato di chiudere un po' gli occhi e però mi sono addormentata anche io" mentì parzialmente la bionda. Non voleva farle sapere che Lauren si era tagliata e l'aveva trovata mentre sanguinava e l'aveva soccorsa. No, quello doveva essere il loro segreto, il loro punto di partenza per una relazione migliore.
Amy sorrise fiaccamente e la guardò dritta negli occhi. Vide un sacco di amarezza, sapeva bene che la donna non accettava di avere una figlia gay, le sembrava innaturale e non riusciva ad accettarlo, ma d'altronde non poteva in nessun modo cambiare le cose, non poteva farle cambiare idea, quella era la sua natura e così doveva andare, senza forzature. 
"Va bene, cara. Adesso muoviti a finire il pancake o farai tardi" La giovane alzò lo sguardo verso l'orologio, che segnava quasi le otto di mattina e solo in quel momento si rese conto che doveva risolvere un'urgente questione. 
Doveva assolutamente parlare con Karma.
La notte precedente, prima di andare a dormire, si era promessa che l'avrebbe fatto, avrebbe rotto il silenzio che le stava inesorabilmente allontanando sempre più, avrebbe rotto la barriera che le separava. Voleva porre fine a quel patto di non belligeranza, preferiva la guerra al non intrattenere con lei nessun tipo di rapporto, se non altro lo strazio che le avrebbe procurato litigarci l'avrebbe fatta sentire più viva di come si era sentita quelle ultime tre settimane senza lei. 
"Devo scappare, mangerò qualcosa più tardi" saltò in piedi e raccattò lo zaino da terra, se lo portò sulle spalle e in un battito di ciglia fu fuori dalla porta. 
Iniziò a correre, correva a perdifiato, lasciava le case alle sua spalle, seminava la sua stessa ombra, che fedele cercava di rimanerle attaccata ai piedi. Dopo qualche minuto vide Karma in lontananza, mentre usciva di casa, la borsa a tracolla, alcuni libri sotto il braccio, il lapis tra le mani e lo sguardo perso nel vuoto. Amy poteva sentire il suo odore da lì, il profumo dei suoi capelli e della sua pelle, poteva palpare sensibilmente quel suo soffice velo di dolcezza e frustrazione, ricordava tutti i suoi mille modi di mordersi le labbra e scuotere i capelli, e li amava tutti e mille. "karmaaaaa!" Urlò come una pazza in mezzo alla strada.
Karma disorientata alzò leggermente lo sguardo, palesemente confusa e frustata. Vide la bionda ed ebbe un tuffo al cuore, si fermò vicino la porta, attese impaziente che l'altra la raggiungesse. 
"che diavolo ci fa qui?" le chiese irritata la rossa, il cipiglio imbronciato. 
"sono qui per te. Basta con queste scaramucce. Basta!" le puntò il dito contro.
"sei tu che sei venuta fino qua, nessuno ti ha chiesto nulla" nelle sue parole la rabbia e l'afflizione. 
"dato che tu non saresti venuta" respirava ancora affannosamente, non tanto per la corsa, quanto perché stava finalmente affrontando il suo più grande scheletro nell'armadio.
"perché non voglio parlarti" rispose con fare sostenuto. 
"non importa che parli, basta che ascolti...per favore" la implorò la bionda. "non sono in vena di melodrammi, scusa" raddrizzò le spalle e sporse il mento in fuori. 
"nessun melodramma, promesso" tornò a pregarla con gli occhi pieni di lacrime. "allora dimmi" la esortò a parlare. 
"Karma. Ho sbagliato e sono pentita da morire. Ho fatto una stronzata. Io ti amo davvero, più della mia stessa vita. Sono stata una stupida a cercare di liberarmi dei miei sentimenti, a prescindere dal fatto che sono andata a letto con Liam, non dovevo provare a smettere di amarti. Il mio amore per te è la cosa più bella e importante che abbia mai avuto. Sono mortificata di aver fatto sesso con Liam solo per ripicca. Non saranno mai abbastanza le mie scuse, non potranno mai risanare il dolore che ti ho procurato" 
"alt. Ferma il treno. Se sei tanto innamorata di me, perché allora volevi ferirmi in modo così atroce?" Adesso Karma la fronteggiava, il sorriso di chi ha trovato il punto debole dell'avversario. 
"Karma, non guardare soltanto il male che ti ho fatto io, guarda anche il male che mi hai fatto tu! Per l'amor del cielo, non tutto gira sempre intorno a te" 
"Se sei venuta qui per litigare puoi tornartene a casa"
"no, non sono qui per discutere. Sono qui per dirti che non possiamo evitarci per sempre, far finta che non esistiamo più, vivere questa cazzo di vita tu da una parte e io dall'altra. Dobbiamo parlare di quello che è successo!" Amy sembrò resistere allo sguardo cattivo e accusatorio di Karma. 
"Hai fatto tutto tu, zuccherino" la canzonò l'altra. 
"Ti sbagli. Il tango si balla in due. Qui l'abbiamo ballato in tre" 
"Vattene, lasciami stare" 
"No, è bene che tu sappia. Sei venuta da me per stabilire che non ci saremmo più parlate, io ho acconsentito credendo che si sarebbe trattato solo per un periodo, adesso siamo già a tre settimane. E cosa hai risolto?"
"Ho risolto...che...che. Oh non lo so. Che non devo più vederti" 
"Non era così terribile stare con me...prima che tu avessi Liam" 
"E poi ci hai fatto sesso, con...Liam" il suo tono divenne aspro. 
"Ho sbagliato, certo. Ma tu hai finto!!! Cazzo, hai finto per più di un mese...non puoi venirmi a dire che sei stanca di fingereeeeee" le urlò con tutta la rabbia che aveva in corpo.
Karma si girò preoccupata, i suoi occhi marroni scrutarono la sagoma esile della persona che una volta credeva conoscere bene. Ebbe paura. "Amy, calmati" "No, che non mi calmo. IO TI AMO!!!!!!! Se ho fatto quel che ho fatto è perchè tu mi hai costretto a farlo, la colpa è mia, certo, ma non solo mia! E tu non puoi andartene dalla mia vita come se niente fosse. Non puoi odiarmi come se io avessi fatto solo questo, non puoi dimenticarti di tutto quello che abbiamo passato insieme, nella buona e nella cattiva sorte"
"Non lo dimentico, però.." 
"Niente però Karma, basta. Io e te siamo passate ad essere da migliori amiche a peggior nemiche e sto soffrendo tantissimo. Tu non soffri?" 
Quella domanda andò a conficcarsi come un dardo nel cuore di Karma. Non ci aveva mai pensato, da quando le aveva detto che non si sarebbero più parlate aveva creduto che era la cosa migliore da fare e non vi era più tornata sopra, non si era interrogata se lo fosse stato davvero. E in quel momento realizzò che Amy non aveva torto e soprattutto capì che anche lei stava soffrendo moltissimo. 
"Sì...s..Sì" balbettò incerta. 
"Allora piantala con queste stronzate. Smettila di odiarmi, per favore" Amy si lasciò cadere sulle ginocchia, sopraffatta dalla sofferenza. Finalmente stava parlando con Karma e le stava dicendo tutto quello che si era tenuta dentro in quelle lunghe, esasperanti settimane. 
"Amy, alzati. Dai" "Zitta, stai zitta. Vieni a fare la moralista con me, perchè ho fatto sesso con il tuo bel Liam...e io?? IO? che cosa conto io per te? Anche tu hai spezzato il mio cuore. Mi baciavi solo per diventare popolare e lo hai fatto pure dopo aver scoperto che ero innamorata di te. Dimmi, è questo il rispetto?? E vuoi dire a me che ho sbaglato..sì, ho sbagliato, ma anche te hai messo il tuo" 
Un'altra freccia che partiva dalla bocca di Amy e andava a conficcarsi nel cuore di Karma. 
"Hai ragione, sono stata egoista..." 
"Darmi ragione non basta. Io voglio rompere questa cazzo di tregua, voglio tornare a vederti, a riabbracciarti, a parlarti!!" 
Karma rimase impalata, gli occhi sgranati per lo stupore. 
"Amy..." 
"Ti prego...non desidero altro" 
"Ma..." 
"Io lo so che tu non puoi odiarmi, so che sei ferita e lo sono anche io, ma smettiamo di ferirci ancora di più. Se c'è un problema risolviamolo insieme, per favore..."
La rossa rimuginò e capì che quello che Amy le stava dicendo era vero, che soffriva al pensiero di non poter stare più in un sua compagnia, ma il suo orgoglio la portava inevitabilmente ad ignorare quel sentimento e la spingeva a trovare sempre più scuse per essere arrabbiata con Amy, quando, effettivamente, le cose potevano essere risolte. 
"Okay, sali in macchina, ti accompagno a scuola" le sorrise dolcemente e le indicò la macchina rossa parcheggiata poco più in là, la bionda non esitò un attimo e salì, fiera di aver trovato il coraggio di affrontarla dopo tante volte che se l'era promesso. Durante il tragitto non parlarono molto, Karma le disse che ci avrebbe pensato, le accordò il pranzo insieme e poi si dovettero dividere per andare a lezione, Karma aveva matematica e Amy il test di anatomia.
   
 
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