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Autore: Ormhaxan    23/04/2015    1 recensioni
Inghilterra, 1471. Dopo la sanguinosa battaglia di Barnet, in cui Edward IV ha perso la vita, la corona passa a suo fratello minore Richard. Re severo ma giusto, Richard prende in moglie - sotto consiglio del fratello Edmund, Arcivescovo di York - Anne Neville, vedova del suo nemico Edouard di Lancaster, Principe del Galles.
Il matrimonio, però, non sarà inizialmente felice e Richard dovrà fare i conti con una giovane e fredda sposa, un regno in tumulto e dimostrare che anche un "sole di mezzanotte" può essere caldo e luminoso come un sole splendente.
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Edmund Plantagenet, Elizabeth Woodville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Anne si recò di prima mattina presso l’Abazia di Tewkesbury per rendere omaggio al suo defunto primo marito.
Richard l’aveva accompagnata ma, a differenza della moglie, aveva preferito non entrare e aspettare nel cortile interno: troppi ricordi erano legati a quel posto, ricordi dolorosi per entrambi, e se Anne in quell’anno era riuscita a fare pace con i suoi fantasmi per lui non fu la stessa cosa.
Il giovane Re aveva sempre saputo di aver agito per il meglio, di avere preso decisioni non facili per il bene del regno, eppure ancora non si dava pace per quello che aveva fatto: aveva messo a morte suo fratello, il sangue del suo sangue, il bambino che era stato con cui aveva condiviso l’esilio in giovane età, lo stesso fratello che riposava in quella stessa chiesa che si ergeva imponente alle sue spalle.
“Mi dispiace, George, perdonami.” Sussurrò impercettibilmente, guardando con la coda dell’occhio il portone bronzeo della chiesa, sperando che lui potesse sentirlo e concedergli il suo perdono.

Anne percorse con passo lento e calmo la navata centrale della chiesa fino a raggiungere il suo centro, l’incisione di ottone posta sul pavimento, sotto la quale Edouard riposava in pace.
Lei stessa aveva dato ordini ai monaci, un anno prima, di seppellire il giovane con tutti gli onori, dire messe in suo onore, e creare una targa in sua memoria.
Con non poca fatica – il suo ventre rendeva difficile anche i piccoli movimenti – si inginocchiò davanti ad essa e, posata la mano sulla superficie fredda, lesse a mente le poche parole incise:


Qui giace Edward, Principe del Galles,
L’unica luce di sua Madre,
Ultima speranza della sua stirpe
.”


“Mi dispiace che sia andata a finire così, mio caro, mi dispiace che abbiate incontrato la morte così giovane. – sussurrò e posò una rosa rossa, uno degli emblemi della sua casata, sulla lapide – Eravate un bravo ragazzo, siete sempre stato dolce e comprensivo con me, e vi ricorderò sempre nelle mie preghiere.”
Sospirò malinconicamente, si accarezzò il ventre, e tornò a guardare l’incisione: “Vi prego non siate adirato con me per quello che ho fatto, per aver sposato Richard, per portare in grembo suo figlio, un figlio che avrebbe potuto essere nostro, ma siate felice per me: lui è stato il mio primo amore, l’ho amato non appena ho capito cosa l’amore fosse, e credo… - tentennò – E’ probabile che stia imparando nuovamente ad amarlo, ad amarlo sinceramente, nonostante tutto.”
Alzò lo sguardo verso l’altare maggiore, verso il luogo in cui era seppellito George di Clarence, il fratello che Richard aveva messo a morte: Anne sapeva che Richard era stato costretto a fare cose di cui non andava fiero, prendere decisioni difficili e dolorose, e se in un primo momento l’aveva odiato e allontanato il più possibile da lei adesso lo capiva ed era intenzionata a stargli accanto, condividere con lui le sue preoccupazioni, i suoi fardelli.
“Addio, mio caro, - concluse poco prima di rimettersi in piedi – possiate riposare in pace e ricongiungervi in Paradiso con coloro che avete amato.”



Dickon…”
Richard si girò di scatto udendo il suo nome, il nomignolo che i suoi fratelli usavano per chiamarlo in modo affettuoso, lo stesso che un tempo aveva usato anche Anne.
Anne: la giovane in quel momento le parve più piccola della sua età, dei suoi diciassette anni, e il suo viso arrossato e le sue guance rigate da lacrime silenziose furono capaci di stringergli il cuore.
Si precipitò da lei e, circondato il suo corpo con entrambe le braccia, la strinse forte e la baciò dolcemente.
“Amore, state bene? – le chiese, asciugandole le lacrime con i polpastrelli dei pollici, incontrando i suoi occhi azzurri. – Perdonatemi, non avrei dovuto lasciarvi entrare da sola, io…”
“Sto bene, mio caro, non preoccupatevi. Le emozioni sono state tante, questo luogo è pieno di ricordi dolorosi, e il mio stato non ha aiutato.”
Richard annuì, comprensivo, si scambiò con lei uno sguardo d’intesa e decise che fosse meglio cambiare argomento e lasciare il passato al passato:
“Non mi chiamavate in quel modo da anni, oramai, da quando ci siamo visti per l’ultima volta a Middleham: - fece notare, mentre mano nella mano si incamminavano verso il cancello esterno della chiesa, verso i cavalli che li stavano aspettando – cosa vi ha spinto a farlo?”
“Non saprei. Mi sono resa conto di quanto mi sia mancato chiamarvi in quel modo, con quel nomignolo tanto caro a voi, solo quando l’ho pronunciato dopo quasi tre anni; è uscito dalle mie labbra naturalmente, come se fosse stato sempre là, pronto per essere udito. – si alzò in punta di piedi e gli baciò una guancia – Grazie per avermi accompagnato, per avermi aspettato e concesso del tempo per dire addio, per essere sempre così comprensivo con me. So quanto vi sia costato, so che è stato doloroso per voi quanto lo è stato per me tornare qui, ricordare ciò che non si vorrebbe, e per questo vi ringrazio, ve ne sarò per sempre riconoscente.”
“Farei qualsiasi cosa per voi, ma belle, tutto per alleviare il dolore che avete provato negli anni trascorsi e rendervi finalmente felice. – concluse lui, baciandole prima le mani, poi nuovamente le labbra – Venite, torniamo al castello, da vostra madre e dai nostri ospiti: ci aspetta un ricco banchetto e ho sentito dire che un menestrello dalla voce celestiale sia giunto dal Galles per porgere i suoi omaggi e allietarci con la sua musica.”
“Un menestrello? – gli occhi di Anne si illuminarono, la sua passione per i menestrelli e le loro canzoni era nota, e Richard lo sapeva bene – Oh, mio caro, mi sembra una notizia meravigliosa!”
 
 
**
 
 
Le note del liuto di Sigfried – questo il nome del menestrello – allietarono la sala grande gremita di Lord e Lady, la sua voce soave cantò una canzone scritta in onore dei due sovrani, i quali l’ascoltarono piacevolmente colpiti.
Anne fu catturata dal giovane menestrello che portava il nome dell’eroe epico, un menestrello discendente a suo dire dalla stirpe nordica, e quando la canzone finì fu la prima a battere energicamente le mani e fargli dono di una moneta d’oro.
Richard la osservò con la coda dell’occhio, l’Anne al suo fianco sembrava essere tornata quella di una volta, la bambina spensierata, e non avrebbe potuto esserne più felice.
Neanche l’atteggiamento freddo e scostante di Isabel avrebbe potuto infastidirlo in quel momento, niente potrà rovinarlo e impedirgli di conservarlo per sempre nella sua mente, e immediatamente ordina al ragazzo di cantare una nuova canzone.
Molti erano gli amici giunti a porgere i loro omaggi, tra questi Dick Ratcliff, appena nominato Conte di Devon e Cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera, Thomas Howard e il suo amico d’infanzia Robert Percy di Scotton, con il quale non si vedeva dal tempo della sua incoronazione.
Quest’ultimo, infatti, aveva subito una grave lutto, la morte della giovane moglie Eleanor avvenuta durante il parto, dalla quale aveva avuto un figlio maschio chiamato anche lui Robert.
Ed era proprio lui che Richard aveva in mente come partito per Isabel, non solo per l’amicizia che aveva legato tutti loro durante l’infanzia, – anche lui, come Richard e Francis Lovell era stato istruito all’arte del combattimento e non solo presso il Castello di Middleham, dalla famiglia Neville – ma anche per l’impeccabile reputazione che lo precedeva.
Robert non avrebbe rifiutato la proposta, tantomeno un ordine del suo amico e sovrano, fatto del suo meglio per rendere felice la bella ma fredda Isabel.

“Credo che mi ritirerò, mio caro. – disse Anne, sporgendosi verso di lui, destandolo dai suoi pensieri – Credo che sia arrivato il momento per me di parlare con mia sorella.”
Aye, certo. Solo non agitatevi, siate cauta in quello che dite, e non permettetele di intimorirvi: lei sarà anche la maggiore, ma adesso voi siete la Regina, e siete voi che avete l’ultima parola.”
“Me lo ricorderò, Richard, non temete. Spero solo che Isabel sia incline ad ascoltare, che non mi allontani ancor di più da lei, che capisca e comprenda che ci tengo a lei e che nessuno di noi due è il nemico. Spero, Richard, che da qualche parte nel suo cuore ci sia ancora il perdono, la compassione, la carità cristiana che nostra madre ci ha insegnato. – sospirò profondamente – Spero  sia ancora la mia Isabel, la mia amata sorella, e non l’estranea che temo sia diventata.”

 
  
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