Titolo del capitolo: Christmas Note
Genere: demenziale
Personaggi: Light/Raito, Near, un po’ tutti, nuovo personaggio
Rating: verde
Avvertimenti: spoiler
per chi non ha ancora letto gli ultimi due volumi del manga; ho spostato la
data dell’incontro finale dal 28 aprile al 28 dicembre per motivi di trama.
28 dicembre 2010
“Light Yagami, tu sei Kira”
Seduto sul pavimento, la testa inclinata, un dito accusatorio rivolto verso di lui: Near, nonostante la giovane età, sembrava davvero un giudice implacabile, e quella breve frase era bastata a spaventare la squadra investigativa giapponese. Ma Light non tremò.
“Lo sappiamo che ne sei convinto da sempre, Near; eppure ancora non hai mostrato nessuna prova. Ma non era per questo che ci hai fatto radunare qui?”
Quelle parole strafottenti infusero di nuovo un po’ di fiducia nei poliziotti. Matsuda fece un passo avanti verso il ragazzino.
“G-giusto!” esclamò “Come fai a essere così sicuro che Light sia Kira?”
Non rispose subito. Gli occhi di tutti erano puntati su di lui, quelli dei poliziotti giapponesi come quelli degli agenti statunitensi. Era il momento di rivelare a tutti la prova schiacciante.
Near sorrise.
“L’ho chiesto a Babbo Natale” sussurrò.
Quella rivelazione lasciò tramortito Light. Tutti i presenti erano immobili e sconvolti, ma Light poteva percepire quasi materialmente la fiducia che ancora i poliziotti avevano in lui sgretolarsi. Ma non poteva darsi per vinto: comunque era in vantaggio, a breve sarebbe arrivato Mikami e avrebbe ucciso tutti i presenti. Doveva prendere tempo.
“Questo è assurdo, Near” disse.
“Lo sai anche tu che non lo è” ribatté Near “Al contrario, è semplicissimo. Così semplice che non ci aveva pensato L, e non ci hai pensato tu. Nemmeno io, inizialmente, ci avevo pensato. Ma se ho avuto questa intuizione, devo ringraziare Mello”
“Mello?!”
esclamò Light, incredulo. Che c’entra?
Forse che prima di morire ha spedito la letterina? Ma la risposta non sarebbe
comunque arrivata a Near…
“Non è quello che stai pensando tu” disse Near “Spieghi lei, Lidner”
Halle avanzò.
“Riferivo a Mello le decisioni della nostra squadra. Quando gli dissi che Near intendeva incontrare la squadra investigativa giapponese, lui scoppiò a ridere e disse ‘Me lo immagino Light Yagami che va all’incontro e dice Ciao Near, ho seguito il tuo piano, sono venuto e ora ti offro anche la prova della mia colpevolezza, ma chi sono io? Babbo Natale?!’”
Near annuì.
“Questa battuta mi aprì gli occhi. Sino a quel momento avevo cercato di inchiodarti alla tua colpevolezza cercando di dimostrare in maniera inconfutabile che tu eri Kira. Ma questa dimostrazione non c’era, e a causa del tuo acume era impossibile da costruire. Non avevo mai pensato alla possibilità di smascherarti tramite vie laterali. Ma grazie all’ironia di Mello mi sono ricordato che c’era quest’altra possibilità: non cercando le prove, ma appellandomi alla testimonianza di colui che tutto vede e tutto sa, e che sa davvero distinguere, a differenza tua, tra buoni e cattivi: Babbo Natale!”
Light deglutì. Goccioline di sudore gelido scendevano lungo la sua schiena.
“È stata una fortuna aver fissato l’incontro per il 28 dicembre, così ho avuto il tempo di scrivergli la letterina, in cui ho chiesto come regalo di sapere l’identità di Kira. E il 25 mattina, quando mi sono svegliato, ho trovato nel camino della nostra base segreta due scatole da 5000 pezzi di lego, un puzzle bianco, e un foglio di carta. Questo foglio”
Così dicendo, estrasse dalla maglietta un pezzo di carta da lettera, su cui campeggiava una sola frase: Kira è Light Yagami.
Ma Light non si diede ancora per vinto.
“E perché dovremmo crederti? Come facciamo a sapere che quel biglietto è stato scritto da Babbo Natale e non da te o da Jevanni?”
Near chiuse gli occhi, e restò così per qualche secondo. Quando li riaprì, era mutato. Al posto della sua solita espressione scontrosa e indifferente c’erano adesso due occhioni pucciosi da cerbiatto e un labbro tremolante.
“Come fate a non credere ad un bambino così tenero?” disse con una vocina piena di pianto. Matsuda e Ide ci cascarono subito: “Che cariiiiiiino!” esclamarono.
Light perse la calma.
“Ma questa è pazzia!” urlò. A queste parole, il comandante Rester avanzò, truce in volto.
“This is not madness” gli rispose, in inglese; e poi, puntandogli contro la pistola: “THIS IS… SANTA!!!”
“Ma quale Santa e Santa!” gridò Light, indietreggiando spaventato “Voi siete tutti matti da legare!”
“Arrenditi, Light-kun” gli disse Aizawa, con voce pacata “Se Babbo Natale ha detto che sei tu, non puoi più fingere il contrario”
“Ma vi sembra una prova?” ansimò Light “Insomma… Babbo Natale… non esiste!”
In quel momento, la porta del capannone si aprì. Light sentì il cuore balzargli in petto per la gioia: finalmente Mikami era arrivato!
Ma non era Mikami: il personaggio che stava avanzando in controluce era molto più grasso, e nella sua sagoma si distingueva una lunga barba e un cappello di fattura scandinava. Quando si allontanò dal fascio di luce, i presenti poterono distinguere il suo volto rubicondo adornato da vezzosi occhialini, i vestiti color rosso fuoco, il sacco che portava in spalla.
“Ba… Babbo Natale?!” gridò Light con voce strozzata.
“Proprio io, figliuolo” disse il vegliardo, e rise. Ma quella risata fece accapponare la pelle a tutti: non era l’oh oh oh che da sempre veniva associato all’uomo del Natale, ma un ben più inquietante ku ku ku.
“Vuoi ancora negare la mia esistenza, Light-kun?” chiese Babbo Natale “Io sono qui, di fronte a te; o pensi che sia uno di quei sosia che vanno in giro per i grandi magazzini?”
“Ma… che ci fai qui? Natale è passato da tre giorni! E dov’è Mikami?”
“Mikami? Quel giudice con i capelli da Michael Jackson? L’ho ucciso investendolo con la slitta mentre arrivavo qua”
“Ucciso?! Tu un assassino?” gridò Matsuda, sconvolto.
“Io” confermò Babbo Natale “Ho deciso di cambiare modo di fare: basta carbone, che poi ogni volta mi si sporca tutta la slitta e devo passare i sei mesi successivi a scrostarla. D’ora in poi, i bambini cattivi avranno altro…”
Su quell’ultima frase in sospeso, mise a terra il sacco e ne estrasse un Death Note; certo, era un po’ sui generis, con la copertina rossa, un rametto di vischio nell’angolo e la scritta in caratteri d’oro; ma era indubbiamente un quaderno della morte. E ora Babbo Natale lo stava aprendo, e poggiava la sua penna con marchio Coca-cola sulla prima pagina.
“Buon Natale, Light Yagami” disse sogghignando “O anzi, visto che pensi di essere dio, buon Venerdì Santo, ku ku ku”
E scrisse il suo nome.
NOTE
Capitolo
senza troppe pretese scritto il 24 dicembre. L’ispirazione per la storia mi è
venuta da questa
vignetta, che è semplicemente fantastica.
Nei
prossimi giorni per le vacanze di Capodanno sarò senza computer, quindi Dieci
morti per Light torna nel 2009. Felice anno nuovo, e a presto! Ma prima, i
ringraziamenti a chi commenta:
Rebel
girl, mi fa piacere che prendi la mia storia come un regalo^^
Prof,
grazie per l’apprezzamento e l’analisi puntuale
Danda93,
troppo buona J
Benny_chan,
rovinare anche Misa era uno dei miei obiettivi XD
Hoshimi:
Light è morto di nuovo, e siamo ancora agli inizi ;)
Nee_chan:
non crucciarti, è un equivoco frequente XD
LightAngel_93:
grazie per il commento puntuale. Light è sicuramente un personaggio notevole,
anche se mi sta antipatico non posso non riconoscerne lo spessore narrativo (se
non ci fosse, probabilmente non lo troverei antipatico, ma solo
insignificante); farlo morire in maniere buffe o fatalistiche è anche un modo
per sminuire l’alone titanico che gli autori hanno costruito intorno a lui
Liar,
grazie mille!