Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Niaile    24/04/2015    6 recensioni
Albus Silente scrive una lettera a Gellert Grindelwald piena di rimpianti, dolore, consapevolezza, mancanze e rancore. Nel momento in cui accetta di morire, Silente capisce di amarlo ancora!
"Oh esser giovani e sentire il morso pungente dell'amore" diceva.. e da vecchi? che si prova?
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente | Coppie: Albus/Gellert
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Buona lettura:


Oh esser giovani e sentire il morso pungente dell'amore

Aveva proprio detto così davanti a quei ragazzi che tanto pativano e tanto ancora avrebbero patito. Lui sarebbe morto tra qualche mese, ma loro avrebbero continuato quella folle lotta verso la sconfitta di un folle potere. Stavano lottando per il Bene Superiore... ancora una volta quelle parole e ancora una volta ricordate con quella voce che, ancora una volta, gli mancava terribilmente.

Albus Percival Wulfric Brian Silente non era l'uomo buono e saggio che tutti i giovani conoscevano. Era un uomo sbagliato, pentito e cattivo che la maggior parte dei suoi coetanei conoscevano. Il passato del miglior preside di Hogwarts era pieno di fango, errori, pentimenti, dolorose consapevolezze e mancanze. Eppure in tutto quel nero, nel cuore di Albus brillava una fiamma, calore alimentato da un amore malato.

Quell'anno, Voldemort, quel ragazzo strano, taciturno intelligente e spaventoso che un tempo era stato semplicemente Tom Riddle, aveva decretato la sua morte. E Albus aveva accettato passivamente. Ma a causa di quel pazzo e dell'inesperienza di un ragazzo non pronto ad uccidere, molte persone avevano rischiato di morire ed è proprio a causa di questo che quella sera era stato chiamato in infermeria: Ronald Weasley era stato avvelenato da un bicchiere di idromele, avvelenato, che era destinato a lui e non al ragazzo. Eppure in quel momento tanto triste, Albus aveva trovato la voglia e le giuste parole per osannare l'amore e spingere quelle povere anime a credere che avrebbero vinto grazie ad esso. Ora, però, chiuso dalle mura del suo ufficio e protetto da occhi che non avrebbero visto nient'altro che un vecchio piangere, si liberò della pesante maschera e cadde in quello stato di depressione e isolamento che da quel lontano giorno, da quel maledetto duello, lo assaliva nei momenti in cui il silenzio era così forte da lasciar via libera ai ricordi.

Fanny sbatté le ali richiedendo attenzioni e Albus si riprese. Le diede da mangiare e poi si spostò verso la sua finestra preferita ad osservare il nulla totale ricoperto da tutto quel verde e quel blu e quella vita. Ritornò a pensare a quanto giovane e spensierato fosse mentre tra un'idea e l'altra passava gli anni in quel parco a studiare e sognare di diventare un'importante e grande mago. C'era riuscito... ma quanto aveva pagato per sedersi su quella poltrona? Andò a sedersi e prese un foglio bianco e delicato. Puro come l'animo di quel ragazzo che molti, tanti anni prima era stato, e decise di scrivere una lettera. Mettere nero su bianco quelle parole che troppe volte lo avevano salvato ma che altrettante volte non erano servite a salvare gli altri. Quelle parole che considerava la massima salvezza ma che si rivelavano sempre un'arma a doppio taglio, dolci quanto mortali se dalla bacchetta producevano un lieve e scintillante filo verde. Decise che se riusciva ad accettare la morte avrebbe potuto riuscire a scrivere ciò che veramente era, anche se sapeva fin troppo bene che la morte sarebbe stata meno dolorosa. Fanny planò sulla sua spalla e, così, accompagnato da un lieve, candido e purificatore canto, Albus Percival Wulfric Brian Silente, quella sera confessò


Scozia, Hogwarts 14, febbraio, 1997


Caro Gellert,

non so se sia giusto scrivere una lettera di pentimento e dedicarla proprio a te, ma è quello che il mio cuore vuole e solo tu sai bene che Albus dà retta al cuore ma vive la sua vita con la testa e allora, in virtù di questo, ho deciso che se per la prima volta dovrò aprire il cuore, ancora una volta potrò farlo solo con te!

Ci siamo incontrati in un momento in cui le nostre vite volevano soltanto cambiare, in cui i nostri sogni volevano avversarsi e in cui il nostro Io così simile quanto diverso, voleva espandersi, ingrandirsi e comandare. Volevamo essere grandi, potenti, importanti e invece eravamo solo due sciocchi troppo presi da ideali che poi ci hanno soffocati.

Ero un ragazzo quando ti ho conosciuto, depresso, triste e incazzato con la vita che mi aveva riservato soltanto brutte sorprese e una mente che voleva liberarsi di tutti e librarsi al di sopra di chi mi incatenava e tu... tu ragazzino biondo, vivace, bello, intelligente, simpatico, perspicace mi hai stravolto. Sei riuscito a tenermi testa e a mostrarmi che il mondo, il destino, in fondo sono soltanto schizzi di vita a cui noi diamo il potere di comandarci. E da bravi ragazzi cattivi, superbi e molto poco modesti abbiamo deciso di porci da giudici e vincere il Tutto che a quel tempo noi consideravamo Niente.

Sai? Ti ho considerato un compagno con cui vincere tutto per poco tempo, per il resto sei stato un compagno. E basta! Tu non eri interessato all'amore, lo consideravi una perdita di tempo eppure lo temevi tantissimo perchè sapevi fin troppo bene che esso avrebbe distrutto i nostri sogni e invece, caro mio, non ha distrutto solo quelli ma ha distrutto noi. Perchè ti ho amato così tanto che ho assecondato ogni parola insensata che usciva dalla tua meravigliosa bocca, ti ho amato così tanto da accettare tutte le tue scelte perchè mi regalavano i tuoi splendidi sorrisi, ti ho amato così tanto da accettare le tue vittorie perchè felice ti concedevi a me e dio quanto ti ho amato tutte quelle volte che tranquillo dopo mille amplessi mi guardavi, sorridevi e chiacchieravi come un ragazzo normale, di quidditch di whisky, di mare e passeggiate e in quegli attimi mi beavo della visione sensazionale che la tua meravigliosa bocca mi donava ad ogni sorriso.

Avevi ragione, Gellert, l'amore è un sentimento meschino e stupido. Mi ha reso stupido e incapace di intendere ciò che veramente eri. Ma ancora oggi non riesco a credere ciò che sei! Perchè, Gellert? Perchè non potevamo vivere accontentandoci della nostra vita? Perchè dovevamo pensare ad un Bene Superiore che ci avrebbe portato a condividere la nostra felicità con gli altri? Con il tempo i miei “si” risultarono spenti e vuoti perchè dettati dalla paura di perderti e non dalla reale convinzione di essere nel giusto. Non lo siamo mai stati giusti noi, Gellert. Siamo sempre stati malati, inquietanti e disperati come ci urlava, da dietro la porta incantata, Abeforth. Abbiamo consumato le nostre vite nella maniera che, abbiamo giurato, non avremmo fatto mai. Ed eccoci qui, separati, incazzati, tristi, litigati, amanti...

Ti ricordi di quella giornata estiva quando hai fatto scoppiare la porta di camera mia perchè ti avevo urlato di smetterla, di non vederci più che non ne potevo più di litigare con Abe e Ariana per te che non cercavi di migliorare perchè pensavi che ad essere inferiore erano loro e non tu? Ricordi cosa mi hai detto quando mi ha trovato in lacrime con gli occhi gonfi e la bacchetta alzata pronta ad ucciderti? Mi ha detto “scusa!” e ti sei avventato sulle mie labbra succhiandomi via la rabbia e l'anima e poi mi hai sorriso, hai litigato con Abe e hai preso Ariana e me e ci hai portate al mare, a Roma o chissà dove, e abbiamo passato la più bella giornata della nostra vita! Come ci sentivamo in quel momento? Ci sentivamo felici!!! Me lo hai sussurrato in ogni occasione. E come avevamo vissuto quel giorno? Come quelle persone normali che tanto odiavi e odiavo. Ecco Gellert.. i nostri errori, i nostri disastri.. ma ho continuato a scegliere te ed ecco allora che i nostri errori e i nostri disastri mi hanno perseguitato all'infinito portandomi a perdere te, Ariana, Abeforth e me. Niente di più triste Gellert. Niente di più straziante, Gellert. Niente!

Ancora una volta sei il mio tutto e il mio niente, ancora una volta affronto la mia vita e accetto tutto. Sto morendo, Gellert, e la consapevolezza di star facendo, per la prima volta, la scelta giusta mi farà morire sorridendo!

Ero giovane, indifeso e troppo preso da degli occhi grandi e vivi per capire di star sbagliando. Ma poi è morta Ariana e io dovevo capire e credimi, nonostante abbia scelto lei e abbia poi vinto te, non mi ha portato ad odiarti! Ho perso Ariana solo per colpa mia e non le ho mai dato la giusta dose del mio pentimento e mi odio, Gellert, mi odio come mi odia Abe, come mi odiasti tu quando controllato e sussurrando ti dissi di andare via,e mi odio perchè il mio pentimento più grande è stato quello di non aver potuto salvarci. Ma per ogni volta che la mente mi porta ad odiarmi il cuore pensa te e ti ama, ti ama come quella giornata al mare, come quando mi stringesti la mano per la prima volta, come quando in preda all'orgasmo ti urlai “ti amo!”, ti ama come quando per la prima volta mi concedei a te, come quando mi asciugasti le lacrime per il dolore lancinante della prima spinta che mi fece sanguinare, come quando decisi di donarti la mia parte migliore.

E ancora oggi, a distanza di anni quella parte sanguina, chiara cicatrice di un amore che effettivamente è stato, spettatrice di un amore che mi appartiene tanto quanto appartiene a te. Perchè quell'amore per te si è fermato lì, a quelle spinte!

Non è forse vero Gellert? Hai amato il mio corpo e le sensazioni che ti donava o hai amato il mio cuore e la vita che ti ha donato? So la risposta. L'ho sempre saputa. Ed essa è stata il macigno al cuore che ha fatto tremare la mia voce quel giorno, quando anche il tuo cuore mi ha donato la tua vita, quando i tuoi occhi mi hanno chiesto perdono e quando per la prima volta mi sussurrasti “Ti amo”... quando il vero Albus è andato via con te..

Sempre tuo... Al!



Era stato giovane e aveva sentito il morso pungente dell'amore. Era vecchio e sentiva il morso pungente del rimpianto.. dei ricordi.. del tempo.. della morte e forse, finalmente, della salvezza!









Pensieri e Parole:

Eccomi qui... morivo dalla voglia di scrivere di questi due grandi uomini! Ci ho provato e fuori è venuto questo. Non so se vi piacerà ma, molto poco modestamente, a me un po' piace. Vorrei avere vostri pareri. Ditemi cosa vi è piaciuto, cosa non vi è piaciuto se sono stata troppo OOC o se è almeno abbastanza.

Credo che un uomo come Silente non avrebbe mai potuto dimenticare mai l'amore verso Grindelwal.. e poi volevo credere che, sempre un uomo così, non poteva non essere toccato minimamente dai ricordi..

Vi prego, fatemi sapere..

Vivogliotroppobene

Sempre vostra Nia <3

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Niaile