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Autore: qaf92    27/12/2008    3 recensioni
Il vampiro è sensuale, misterioso e avvolto nell' oscurità. Queste sono le caratteristiche di Ville un vampiro di circa 300 anni venuto da nonsisadove.Ha un passato da umano che interferisce ancora con la sua vita da immortale ed è per questo che fa un incontro che addolcirà i suoi ricordi umani: Anya, la studentessa ballerina. Il racconto è fondato sull' amore dei due, sulla protezione di Ville nei confronti della sua amata e sulla figura del vampiro. -La miglior storia che (secondo me) abbia scritto fino ad adesso- NOVITà: aggiunto html!!
Genere: Romantico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Bleeding Love

Capitolo -11-

 

 

 

Da quando nella mia scuola introdussero lezioni di filosofia capii la differenza fra l’ innamoramento e amore. Mi spiegarono che l’ innamoramento è quel sentimento che precede l’ amore vero, quello reale. L’ amore era quella sensazione di stasi che ti rendeva inerme, inutile di fronte a cotanta potenza. E noi, umani, niente potevamo e niente ci era concesso di fare. Non potevamo decidere per la nostra anime poiché questa è libera e  non vuole comandi.  E allora la domanda che mi ponevo frequentemente era se io fossi innamorata o se stessi provando amore per Ville e, anche se passò un anno e mezzo dalla nostra prima e casta notte insieme, non sapevo darmi una risposta. Nel corso di quel tempo mi fece sperimentare sentimenti sempre nuovi dei quali non sapevo nemmeno l’ esistenza. Producevo quadri a non finire e ritrassi anche il mio amore in un quadro ad opera d’ arte appeso ora, nella hall della scuola. Ah…La mia scuola. Fu l’ unica cosa, oltre alla danza, che non riuscii a tenermi alle spalle: c’ erano i miei professori, Erika e Marion, le opere d’ arti e il letto mio e di Ville. Ormai le mie compagnie di stanza passavano tutta la notte fuori, rischiando anche di perdere l’ anno oltretutto ma poco aveva importanza vista che anche loro, nel giro di un anno, avevano trovato un buon impiego in una galleria d’ arte e forse se ne sarebbero andate per sempre. Avevo timore che accadesse perché sarei tornata nuovamente sola e, anche se il mio vampiro sarebbe rimasto, non c’ era nessuno a cui potessi parlare liberamente senza giri di parole. Perché ormai mi ero abituato alla nostra convivenza e non avrei potuto farne a meno. Poi c’ era la danza. Bhè per quanto riguarda questa ,posso solamente dire che rinunciai ad un contratto da 300 mila dollari. Mio dio…Ecco, è da questo che ti rendi conto della potenza dell’ amore. Mi era stato proposto da un famoso teatro italiano e se proprio volete saperlo, questa era soltanto una piccola parte della ricompensa che avrei ottenuto. Da quel saggio, un anno fa, il mio nome fu conosciuto sempre più e, ovviamente a mio disaccordo, la mia insegnante non faceva altro che trovarmi appuntamenti ai quali per un motivo o per un altro non potevo presentarmi.  Il perché stavo buttando via in questo modo il mio futuro nemmeno io so stabilirlo però mi accontentavo dei piccoli saggi che facevamo per esempio a Natale oppure in primavera. Ero troppo piccola, troppo piccola per intraprendere una carriera e troppo fragile per lasciare Ville.  La nostra storia può soltanto tradursi con una poesia. Era qualcosa di così alto e di così astratto che soltanto una forma d’ arte poteva esserne all’ altezza. Ormai la notte era sempre nel mio letto con me. Io non potevo dormire senza qualcosa di freddo, duro ma così dolce e pieno d’amore e mistero accanto. Ascoltava i miei sogni e talvolta mi diceva che si addormentava con me ma mai, mi disse, se fosse capace di sognare. Mentre la mia mano era aperta sul suo petto gelido sognavo la mia vita da ballerina, i miei genitori, mia zia ed infine il mio mondo che se pur apparendo privo lo sentivo ricco d’ amore. Il cielo era giallo, i fori azzurri, l’ acqua era persino rosa e noi eravamo color arcobaleno. *L’ essere è e non può non essere. Il non essere non è e non può essere*. Bhè,Parmenide poteva aver anche ragione all’ epoca ma noi, noi eravamo il collegamento fra il reale e l’ irreale, il bianco e il nero, l’ ingenerato e l’ imperituro, il finito e l’ infinito….La totalità assoluta.

 

*Bene ragazze potete andare. Ricordate che la lezione domani è stata spostata un ora prima perché le piccole hanno la prova costume. Anya?* Erika, la mia insegnante, domandò di me.

*Si, dimmi Erika…*

*Domani dovrai restare qui fino alle 10 mi raccomando* La guardai con sospetto mentre giocherellavo con la punta delle mie scarpette.

*Ma  hai appena detto che la lezione è stata spostata. Non capisco*

* Non dovresti fare domande. Sono ancora la tua insegnante ed esigo di essere ascoltata. Ho paura di averti coccolato fin troppo…* Forse nemmeno Erika credeva alle parole che stava pronunciando. Non era mai stata cattiva con me e per via delle mia capacità mi aveva sempre messa sul piedistallo. Quindi con degli occhietti dolci, gli posi nuovamente la domanda.

* Bhè, io volevo solo sapere se dovevo prepararmi in modo particolare tutto qui…Dai Eika per favore!* Implorai.

* E vabbene. Ho chiamato per te una persona che potrebbe insegnarti molte cose nuove…insomma un professionista.*

* Chi è il fortunato?*

*Eric Rodrigez. Dovresti conoscere il suo nome*. Non riuscivo a credere alle mie orecchie: Il signor Rodrigez sarebbe venuto dalla Spagna fin qui per ballare con me? È stato sempre la punta massima del balletto classico e io mi sentivo così onorata da questa notizia. Si, domani sarebbe stata una giornata speciale. Abbracciai forte Erika che quasi piangeva a vedere il mio entusiasmo. Dopo tutti quei no che gli dissi quando mi procurava un appuntamento questo mio sentimento le creava tanta gioia.

*Mi raccomando principessa, domani niente ritardi e niente lamentele! Ti voglio in forma smagliante…Non mangiare troppo!*

*Non so nemmeno se riuscirò a toccare cibo!*

* Bene così avrai il pancino più piatto* La guardai ridendo come per dire –stai dicendo che sono grassa?- ma ovviamente stavo scherzando, non si sarebbe mai permessa.

* Vado a cambiarmi!*

* A domani!*. Ci salutammo molto amichevolmente e poi, come d’ abitudine, mi feci una doccia e indossai i vestiti per ritornare a casa. Salutai il guardiano, chiusi piano la porta e, con le mie scarpette al collo, uscii saltellando per la felicità. Ormai non avevo altro nella testa: ballare con Eric Rodrigez era stato da anni il mio sogno e lo avrei presto realizzato e in più non avrei dovuto rinunciare a niente perché era lui che veniva da me. Camminando incominciavo ad immaginare i passi che avremmo fatto, le sue possenti, ma sempre umane, mani sui miei fianchi per sollevarmi su e tutti i suoi consigli che sarebbero stati per me oro colato. La strada per il College stava man mano avvicinandosi: vedevo gli alberi che iniziavano a fare da contorno insieme a dei deliziosi lampioni, il tipico venticello e una voce che mi sembrava molto e troppo familiare. Avanzai piano verso il cancello, rendendomi invisibile grazie ad un grande albero e vidi due figure così simili sebbene la grande differenza esteriore. Riuscii a riconoscere subito Ville che stava discutendo ansioso con…bè non avrei saputo dire chi fosse ma splendeva nella notte, sembrava così perfetto, era fin troppo immobile e vestiva in modo buffo: portava un mantello rosso e aveva dei pantaloni attillati stile ‘500. A differenza di Ville sembrava riuscire a mantenere meglio la calma, quasi come fosse una divinità. Il fatto è che, a mio discapito, quella figura mi strava attraendo a se in modo assolutistico e io lo volevo, lo volevo come lui voleva me. Stava lento risucchiando la mia anima e il mio corpo accompagnandomi con una musica frastornante, piena di rabbia anche se sensuale. Stavo perdendo tutte le mie capacità razionali come in un lungo sogno agonizzante dal quale non desideravo altro avere il massimo. * Vieni da me…Vieni da me…Viene da me…*  Era un dolce sussurro che carezzava leggero il mio orecchio. Tentai di rispondere e mi accorsi che stavo quasi per urlare dal piacere quando questo, fu interrotto da un suono che mi riportò alla realtà facendomi spalancare gli occhi svegliandomi da quello che era, in realtà, un incubo.

* Lasciala stare mostro!* Non capii di chi fossero quelle parole fino a quando mi trovai fra la stretta presa di Ville. Non riuscii del tutto a riprendermi: sudavo freddo e non riuscivo a spostare lo sguardo che era fisso nel vuoto. Ville tentò di scuotermi mentre io tentai di pronunciare * Ho paura Ville*

 

Buonasera!!! Allora ho fatto passare un anno così stringo un po' la storia e poi mi piaceva così. Sono molto contenta che riesco a postare nuovi capitoli anche se vi faccio aspettare sempre. Mancano i commenti!!! dai ragazzi voglio sapere cosa ne pensate....è fondamentale per spingermi a postare più in fretta e darmi più entusiasmo! ciaoooo
  
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