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Autore: KiarettaScrittrice92    25/04/2015    5 recensioni
- Buona notte fanciulla...
- Buona notte mio Angelo...
- Ladri per sempre...
- ...bianchi e liberi!
- We can...
- ...do magic!
Questa storia è molto importante per me, ci ho messo tutta me stessa a scriverla parecchio tempo fa ed ho deciso solo ora di pubblicarla qui, per questo motivo sarà strutturata in modo diverso dalle mie altre fanfiction.
Innanzi tutto sarà divisa in tre parti (ossia tre grandi storie) che ovviamente avranno un filo conduttore che le unisce come se fossero una il sequel dell'altra.
Poi per ogni capitolo metterò l'angolo dell'autore (di solito non lo faccio con le long, ma con questa ci tengo a farlo) e lo metterò ad inizio capitolo non alla fine, pregherei tutti di leggerlo (ma se non volete pazienza).
P.S. Tutto quello che leggerete qui è strettamente collegato alle trame di Gosho, ma non sempre le seguirà alla lettera. Quindi se vedete delle incongruenze sono volute apposta (soprattutto nella storia del passato di Kaito), inoltre tutti gli spoiler della saga di Bourbon non esistono.
Per concludere il raiting giallo è messo solo per un singolo capitolo, quasi alla fine della storia, ma è tranquillamente raiting verde.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kaito & Kiaretta'
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Angolo dell'autrice:
Allora, finalmente la storia s'infittisce. Lo so, mi avete tutti detto che non ci avete capito un tubo (qualcuno ha provato a fare deduzioni, ma non si è avvicinato neanche un po' alla verità), ma è questo il mio talento nelle ff, che alla fine è un po' lo stesso di Gosho, non far capire subito tutto e tenere sulle spine il lettore.
Vi dirò però quello che avreste potuto capire dallo scorso capitolo e magari nella confusione e nella foga di leggere era poco chiaro.
La tizia che si è presentata a Shinichi come Cognac in realtà non fa parte affatto dei MIB, ma di questa organizzazione chiamata "Giardino", il suo nome in codice è Mughetto. I nomi in codice di tutti i membri del Giardino sono fiori, quindi ecco Lonicera, Mughetto e Rosa Blu. Quest'ultimo è quello che ha accolto Mughetto al suo ingresso e che ha gli occhi azzurri.
La domanda principale è... Perché chiamano Shinichi "Rosa Rossa"? Questo lo scoprirete andando avanti nella saga.
Ringrazio di nuovo tutti e vi lascio al capitolo.
Buona lettura ^-^

La rosa rossa



Corsi estivi di teatro
 

La ragazza scostò le tendine della finestra che si affacciava al cancello d’ingresso e scrutò il paesaggio.
«Se n’è andata!» disse poi tornando al divano.
«Ne sei sicura?» domandò Shinichi, evidentemente nervoso, lo era stato per tutto il tempo, ma la ragazza rispose con un cenno di testa deciso.
«Bene, allora – disse alzandosi – noi andiamo, devo ancora riaccompagnare Ran a casa e siamo già fuori dal coprifuoco che le ha stabilito suo padre.»
«Non ti preoccupare – disse, imitandolo – di sicuro dorme già da ore.»
Salutarono la padrona di casa e uscirono.

 

Erano in macchina già da qualche minuto, quando Ran senza nessun preavviso accese la radio, probabilmente sperava di risentire la canzone che in quel momento era alla fine e stava sfumando. Era già pronta a mandarla indietro, quando.
«Caspita! Certo che sei bravo a cantare! Grazie Mark!» sembrava la voce di Shinichi.
«Figurati... si vede che ti piace davvero.» disse la voce che sembrava aver cantato fino a qualche momento prima.
«Non vivrei senza di lei...»
«Ti invidio sai? Anche io vorrei essere innamorato come te di una ragazza. – ci fu una pausa poi – Ehi il mix è ancora acceso!» esclamò Mark.
«Cazzo!» dopodiché non si sentì più niente.
Ran si girò verso Shinichi che era diventato lievemente rosso, mentre continuava a guardare la strada.
«È vero?» domandò.
«Perché non dovrebbe essere vero? Insomma, penso di avertelo dimostrato. Soprattutto da due anni a questa parte.» disse continuando a guardare imperterrito la strada.
«Sì... hai ragione! A proposito, ti devo ringraziare.» aggiunse per poi allungarsi verso di lui e dargli un bacio sulla guancia, facendolo diventare, se possibile, ancora più rosso.
«Per cosa?» chiese con voce smorzata.
«Per essermi stato vicino tutto questo tempo. Anche tenendomi tutto nascosto, ti sei preso cura di me.»
Il ragazzo sorrise, tornando del suo colore normale e assumendo quello sguardo che aveva ogni volta che diceva qualcosa di serio e allo stesso tempo spontaneo.
«Non mi devi mica ringraziare, l’ho fatto senza neanche pensarci. Ci ho sempre tenuto tanto a te, Ran, lo sai.»
Quando arrivarono a destinazione, scesero dalla macchina entrambi e Shinichi la accompagnò fino alla porta. 
«Beh entro altrimenti se per caso papà si sveglia e non mi vede in casa, non mi farà più uscire per il resto della mia vita.» disse la ragazza infilando la chiave dentro la serratura. 
L’aveva già salutato, aveva aperto la porta e stava per salire le scale, quando lui la prese per il braccio e con un movimento unico se la incollo alle labbra.

 

Era il pomeriggio dopo, Shinichi era in camera sua alla scrivania e guardava accigliato un foglio che aveva tra le mani. Era la terza volta che leggeva quella lettera arrivata quella stessa mattina.

Caro Kudo,
È stato scelto assieme a Ran Muori per il corso estivo di teatro che verterà nello spettacolo agli ultimi di agosto intitolato “La rosa rossa”.
Ci vediamo tra due giorni alle 11.00, al Teatro Shinbashi, per i provini degli altri attori.
Cordiali saluti.

Però più la leggeva più era perplesso. Lui non aveva mai fatto richiesta di niente, come avevano avuto il suo indirizzo? Possibile che fosse stata un’idea di Ran, magari per passare del tempo insieme quell’estate? 
Decise di chiamare direttamente la ragazza e chiederglielo.
«Pronto?» rispose Ran dall’altro capo.
«Ciao Ran!» la salutò.
«Oh Shinichi, ti stavo per chiamare io, hai ricevuto anche tu la lettera dei corsi estivi di teatro?»
«Sì, è stata una tua idea?»
«No assolutamente, a dirla tutta pensavo che l’avessi organizzata tu.»
«No, non sono stato neanche io... Va beh non importa andiamoci lo stesso almeno abbiamo un passatempo per l’estate.»
«Ok, – rispose Ran contenta – allora ci vediamo tra due giorni!»
«Sì, ti passo a prendere alle dieci.»
«Va bene, ciao.»
«Ciao.»

 

Due giorni dopo, alle undici meno dieci, Shinichi e Ran erano davanti all’ingresso del teatro Shinbashi. Entrarono e una donna, che doveva essere l’organizzatrice del corso, li accolse sorridente.
«Benvenuti ragazzi, aspettavo giusto voi.» disse, indicando loro un tavolino in platea, sotto al palco, in cui si accomodarono subito dopo.
«Allora il copione è questo, voi farete i protagonisti e...»
«Scusi solo una domanda. – intervenne Shinichi – Potrei sapere come ha avuto i nostri nominativi?»
«Sì certo, perdonatemi, dimenticavo che voi non ne sapevate niente. Avevamo messo i volantini qualche giorno fa e ci ha chiamato una ragazza di nome Sonoko Suzuki che ci ha raccomandato voi due dicendo che siete due eccellenti attori liceali. È anche venuta personalmente a mostrarci le riprese della vostra recita scolastica.»
«Sonoko!» disse Ran con aria furibonda, mentre il ragazzo pensava che in fin dei conti c’era da aspettarselo.
«Bene, dicevo, – riprese la donna – stiamo facendo i provini per una parte secondaria ma molto importante, quella dei due migliori amici dei protagonisti, voi dovrete scegliere quelli che secondo voi sono più adatti.»
«Cosa? – chiese Ran stupita – Noi? Ma non dovrebbe essere il regista dello spettacolo a scegliere il cast?»
«È un corso molto particolare di teatro, voglio che tutti siano partecipi.»
«Capisco»
Iniziarono i provini. I primi erano quasi inguardabili e più si andava avanti più Shinichi pensava che tutta quella gente non aveva mai recitato in vita sua. Certo lui non poteva sicuramente ritenersi un’esperto. Insomma, aveva imparato a recitare solo perché per due anni era dovuto rimanere nei panni di Conan. Sempre se quello si poteva definire recitare.
Dopo un po’ entrò una coppia, Shinichi guardò l’elenco, erano Koriko Kusane e Alice Steve.
«Siamo nei guai!» disse il ragazzo ansimando, doveva far vedere che aveva appena corso.
«Puoi ben dirlo, Kathryne tra poco non mi rivolge più la parola!» esclamò lei.
«Christian non fa altro che tormentarsi da mattino a sera. Forse è ora di smettere con questo gioco. Avvertirò io il ca...»
«No! – rispose lei bloccandolo – Non possiamo, è l’unica nostra occasione per vincere.»
Si girarono entrambi e fecero un inchino, mentre Shinichi, Ran e l’organizzatrice applaudirono.

 

Alla fine di tutti i provini arrivò l’ora della scelta. Sembrava, quasi, un programma televisivo. Tutte le coppie che avevano recitato erano in fila sul palco abbracciate e speranzose nell’essere scelte per la parte, mentre Shinichi e Ran si stavano consultando per la decisione.
Non ci misero molto e mostrarono la loro scelta all’organizzatrice che sentenziò.
«La coppia scelta è quella di Koriko Kusane e Alice Steve!»
Tutte le altre coppie, se ne andarono dispiaciute, mentre i due scelti rimasero impassibili dicendo solo un «Grazie» all'unisono, ma Shinichi notò che la ragazza aveva accennato un sorriso compiaciuta.

 

I giorni dopo furono estenuanti, ogni pomeriggio alle cinque c’erano le prove e ogni giorno i due ragazzi provavano. Recitare in un vero spettacolo era tutt’altra cosa che farlo alla recita scolastica. Già il sesto giorno iniziarono le crisi d’attore.
«Tre minuti! Dammi solo tre minuti!» urlò Shinichi.
«No!» rispose subito l’altro.
«Perché?»
«Stoooooop! – urlò l’addetto alla sceneggiatura – Shinichi devi essere più convincente. Sei disperato, non ti fa vedere la tua amata!»

 

«Papà io esco che sono già in ritardo per le prove.»
«Ok Ran, divertiti e vedi di sbaciucchiare poco quel tipo!"» si raccomandò Kogoro.

 

«Tre minuti! Dammi solo tre minuti!»
«Scusate il ritardo...» fece Ran entrando di corsa.
«Ma non di nuovo... – urlò Koriko esasperato – è già la terza volta che proviamo la stessa scena!»
«Ok, dato che arrivata Ran proviamo la sua parte. Alice vieni su!» disse l’uomo e le due ragazze si salutarono, salendo sul palco. La cosa buona di quei corsi è che si erano fatti due nuovi amici, Koriko e Alice erano simpaticissimi e molto disponibili ad aiutarli.
«No! Mai! Mi hai ucciso!»
«Non dire così... è il suo destino!»
«Al diavolo il destino! Dicono che il destino ognuno se lo crea. Lui non vuole quel destino!»
«Chi te lo dice? Lui si sarà già dimenticato di te.»
«Non è vero! Non ci credo...»
«Stooooop! – urlò di nuovo l’uomo – Anche tu Ran. Non va bene. Tu sei disperata, sei in crisi, ti sta dicendo che la persona che ami non ti vuole più, che non pensa a te.»
Lei, un po’ scocciata, si voltò verso Shinichi, che era seduto in platea a braccia conserte.
«Mai...» le sussurrò dal suo posto facendola sorridere.
«Vuoi piantarla di distrarla?» lo rimproverò, ridendo, Koriko tirandogli uno schiaffo sulla nuca e facendo scoppiare a ridere anche lui.

 

Il giorno dopo la stessa cosa. Prove su prove. Giorno dopo giorno. Finché finalmente ognuno sapeva le proprie battute e come interpretarle.

  
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