Inferno,
girone degli iracondi, anno corrente.
《All'
interno del mio bozzolo trasparente sentivo
le grida degli altri prigionieri, che venivano trattenuti fisicamente
grazie
alle catene sante create da Efesto, tutto ciò che
è carico di Energia negativa
viene facilmente trattenuto da un oggetto santificato con
l’energia della
fiamma Eterna.
Io
sono l'eccezione.
Sono
in grado di assorbire l'energia negativa, e quindi solo
delle catene non mi fermerebbero.
Gli
dei mi hanno chiuso in un bozzolo di vetro,
Appeso
ad una decina di metri da terra.
Da
qui guardo tutto da anni e anni...con l'energia negativa
assorbita riesco a creare piccoli squarci...dalla quale assisto agli
avvenimenti esterni.
Ho
visto cosa è successo a Tronin qualche tempo fa...
Il
suo esercito sconfitto, Reaf lo ha tradito, la sua rivolta non ha
funzionato, i suoi poteri gli sono stati confiscati, e lui,
è stato
barbaramente ucciso da mio fratello, colui che adesso possiede il ruolo
di
morte.
Tronin
adesso è resuscitato e vive alla casa dei suoi
fratelli qui in questo girone, gli dei hanno voluto concedergli una
sorta di
seconda Chance a quanto pare…
Ancora
non mi capacito del fatto che mio fratello è diventato la
morte...
Dopotutto
ha messo fine alla mia vita anni fa.
Buttandomi
in quel dannato vulcano...
Ma
più di 25.000 anni sono tanto tempo...e io li ho usati per
pensare.》
Degli
angeli arrivarono calando giù il bozzolo di vetro sacro
dove Yertron era rinchiuso.
《Ecco,
schizzato, hai visite, conisci le regole,
un passo falso e folgoriamo te e la tua visita.》
Disse
uno dei due angeli
a Yertron, che con una smorfia annoiata fece cenno di aver
capito alle
guardie.
Dopo,
un essere rettiliano si avvicinò.
Era
Garzett, il deome rettiliano con il brutto vizio di perdere e farsi
uccidere da Teadh più e più volte.
《Non
sssssono d'accordo su quessssto affare, e non
voglio farlo!》
Disse
il rettile a bassa voce per la paura di farsi ascoltare dagli angeli
alle sue
spalle.
《Taci,
Garzett, tu non c'entri.
》
Yertron
scrutò Garzett da capo a piedi, cercando qualcosa.
《Lo
hai portato?》
Garzett
deglutì, poi guardandosi dietro per assicurarsi di non
essere troppo sospetto,
tirò fuori dai suoi pantaloni marroni e stracciati un
oggetto luccicante.
《É
quessssto?》
Garzett
donò il suo fido medaglione a Yertron, che lo
scrutò
attentamente, non curante degli angeli vicini.
《É
proprio Questo.》
Mentre
Yertron esaminava il medaglione, Garzett impaziente si
sentì in dovere di avvisarlo:
《Ssssssenti...ho
pressssso quel medaglione
facilmente perché É FALSSSSSSO! Asssssomiglia ad
una delle armi divine, ma non
lo é! 》
Yertron
sorrise divertito e lo guardò.
《Falso,
caro rettile.
Sai
cosa sono le Le armi divine?
sono state trovate su altri
pianeti dagli Dei, Armi già fabbricate prima ancora che gli
Dei cominciassero
ad usare il loro potere per creare, non si sa da chi, non si sa dove,
fatto sta
che Gli Dei le hanno ritrovate tutte ma non tutte sono state attivate.
Questo
medaglione ne è L'esempio.
Gli
dei hanno provato ad attivarle con l’energia della fiamma
dell’eternità,
ma da sola non basta, serve anche energia dalla fiamma negativa.
Durante
il tuo ultimo scontro con Teadh…c’era una ragazza
con lui, vero?
Una
umana dai capelli rossi.
》
《S-SSSSi…mi
hai chiesto di recuperare un suo capello, perché?
》
《Lo
hai preso?
》
Garzett
tirò fuori dai suoi pantaloni una boccetta contenente un
capello rosso e fece
per consegnarlo a Yertron, ma una delle due guardie si
insospettì e fece per
avvicinarsi.
Yertron
usò il capello per separare la sua mano dal
medaglione, dopodiché fece passare un flusso di energia
negativa dalla sua mano
al medaglione, passando per il capello, poi aggiunse anche un flusso di
energia
negativa, e la gemma rossastra incastonata nel medaglione
cominciò a risplendere
di una luce cremisi, talmente immensa da allarmare ancor di
più i due angeli
che sguainarono le spade e fecero per colpire Yertron che sorrise
puntando il
medaglione verso di loro provocando un'
esplosione che spazzò via entrambi.
Quando
il fumo svanì, uscirono fuori Garzett estremamente
feriti e Yertron, in piedi, senza un graffio che brandiva ancora il
medaglione
con la sua luce cremisi che lentamente si spense.
《Avresssssti
dovuto avvertirmi!》
Si
lamentò Garzett coprendosi le ferite come meglio poteva.
《Avremmo
insospettito le guardie.》
Disse
Yertron voltandogli le spalle e camminando via.
《
EHI, E IL
NOSTRO ACCORDO!?
》
《Credimi,
non ti
pentirai di avermi liberato!》
Con
queste parole Yertron abbandonò la prigione prima che
potessero arrivare i
rinforzi, abbandonando Garzett al suo destino.
Intanto
nell' oblivion fuori dal Palazzo degli Dei Xantia si
sedette sulle scale, per prendersi una pausa.
Ifel
lo raggiunse e si sedette con lui.
《Qualcosa
non va, muso lungo? 》 Chiese
Ifel a Xantia
《Sono
la morte, cosa vuoi che vada per il verso
giusto?
Oggi
sono stato responsabile della morte di due donne, sono
stato costretto a toglier loro la vita mentre davano alla luce i loro
figli.》
《Io
ho visto nascere 1273 bambini oggi...2 dei
quali da donne che hai ucciso...》
《Sei
qui per farmi stare male?》
《Pensavo
fossi abituato...》
《Lo
sono infatti...e che...》
《La
rossa vero?》
《Non
chiamare Marylin così...》
《Allora
è per lei? Il fatto che il tuo medaglione
divino non funzionasse con lei non vuol dire nulla…sono
oggetti vecchi di Eoni,
secondo me non aveva nulla di speciale, e poi, noi entità
non possiamo stare
accanto agli umani se loro sono consapevoli della nostra presenza.》
《lo
so…ma se ci fosse di più? Aveva qualcosa di
particolare...una sorta di aura che..》
《Devo
chiamare Ovel?》
《Non
scherzare, non sono innamorato, anche se
avere finalmente trovato un essere consapevole della mia presenza, mi
avrebbe
migliorato le giornate.》
《E
tu le avresti peggiorate a lei con la scia di
morte che ti porti dietro.
Credimi,
abbandonarla è stata la cosa più giusta da fare
Xantia, e lo
sai.》
Ifel
si alzò, lasciò il collega in contemplazione,
nonostante
le occasionali conversazion, nessuna delle entità conosceva
davvero Xantia, non
che fosse un gran chiacchierone o la persona più sociale di
sempre, ma la
verità è che tutti un po’ lo temevano,
molti erano convinti che uccidere
migliaia di persone ogni giorno inevitabilmente tende a ledere la
psiche, ed è
così che le entità si autoconvinsero che Xantia
era un pazzo latente.
Alla
fine però questa voce di corridoio andò pian
piano a farsi sentire
di meno, le altre entità furono capaci di vedere negli occhi
rossi di Xantia un
misto di tristezza e determinazione, pensavano che dopo millenni
passati ad
uccidere dopo un po’ si diventa insofferenti.
Ed
invece Xantia era ovviamente emotivamente coinvolto, ogni giorno di
lavoro che passava, tanto il primo quanto l’ultimo.
La
verità è che le altre entità non
saprebbero come prendere un essere
come Xantia, e preferiscono interagirci quanto basta.
Mentre
Ifel ripensava a questo, era intento ad avvicinarsi alla sede del
giudizio Divino, nella quale fra pochi minuti gli Dei avrebbero tenuto
un
consiglio. Ma poi la sua attenzione fu attratta da un uomo, capelli
corvini,
corti, occhi rossi e barba incolta.
Ifel
rimase per un attimo stranito, l’uomo davanti a lui sembrava
proprio Xantia, eppure era convinto di averlo lasciato indietro di
qualche
chilometro, all’inizio della lunghissima scalinata.
Quando
si ricordò del fatto che Xantia aveva un fratello, fu troppo
tardi.
L'uomo
scattò con immensa velocità davanti ad Ifel, e
poggiò
il suo medaglione sulla sua
bocca, così che
questo potè assorbire gran parte della sua energia,
lasciandolo per terra
esanime.
《Adesso
mi sento VIVO.》
Disse
Yertron mentre l’energia assorbita ad Ifel si fece strada nel
suo corpo,
facendo spuntare un’ala bianca sulla sua schiena.
《Ho
bisogno anche di questa.》
Yertron
si chinò sul corpo di Ifel ancora in preda a spasmi, e
afferrò la sua spada
della vita.
Poi
la innalzò, mentre un sorriso si faceva strada sulla sua
faccia.